STRAGI DEL SABATO SERA: BIANCHI, SULLE STRADE TOLLERANZA
ZERO (AGI) - Roma, 28 ott. - "Avere controlli piu’ serrati
e piu’ uomini sulle strade credo che costituisca il deterrente migliore per chi
esce dalla discoteca e vuol provare a fare Schumacher su una statale". Il ministro
dei Trasporti Alessandro Bianchi, in una intervista a Il Resto del Carlino
parla delle stragi del sabato sera e del problema della sicurezza sulle strade.
Secondo Bianchi serve "rivedere totalmente la formulazione delle sanzioni
e dei punti patente, ammorbidendo eventualmente quelle che si possono
commettere in territorio urbano e in particolare in citta’ e rendendo molto
piu’ dure quelle che mettono a repentaglio la vita propria e degli altri. Se
uno imbocca l’autostrada al contrario e casomai e’ ubriaco, la patente gli si
deve togliere a vita, anche se non ha fatto vittime". (*) (*) Nota: l’articolo successivo mostra la colossale distanza tra le periodiche esternazioni sulla “tolleranza zero” sulle strade, e la triste realtà di una tolleranza così alta… da sfiorare l’impunità. ALATRI Condannato a 5 mesi e 10 giorni il pirata che ha falciato
due donne Le ha falciate ubriaco e non se ne è reso conto. Pensava di aver toccato il muro,
invece ha trascinato per 100 metri mamma e figlia rumene, 53 e 17 anni, lungo
la Statale 155 per Fiuggi, in territorio di Alatri, all’altezza del bar
"Saturno". Causando alla prima la rottura del femore, la perforazione
del polmone e un trauma cranico, alla seconda la rottura della calotta cranica.
Le due donne sono ancora ricoverate in ospedale, l’uomo è stato condannato a
5 mesi. M. P., 51 anni di Alatri, disoccupato, è stato arrestato
dai carabinieri della stazione di Alatri venerdì sera. Ieri mattina l’arresto è
stato convalidato e l’uomo è stato condannato a 5 mesi e 10 giorni di
reclusione per omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, M. P. stava percorrendo la Statale
in direzione di Alatri, quando, dopo una curva, avrebbe urtato il corpo della
ragazza di 17 anni. Subito dopo, quello della madre di 53, che camminavano
tenendo la sinistra, ai margini della carreggiata. M. P. avrebbe sentito il
colpo, ma in stato di alterazione alcolica avrebbe raccontato di aver confuso
il tonfo con l’urto di un muretto laterale. L’uomo avrebbe poi invertito la
marcia e si sarebbe dileguato in direzione opposta. Gli uomini del maresciallo
Raffaele De Somma lo hanno prelevato un’ora dopo l’incidente e arrestato. Ieri
la condanna. Dia.Isa. IL TIRRENO IL CASO Locandine messe sotto accusa “Vieni a ubriacarti”, la pubblicità fa scandalo Il Movimento Consumatori fa ricorso sulla trovata di un
locale venturinese Il proprietario difende la sua scelta: “Vogliamo alludere
solo al clima di una festa” Masoni: “così si infrangono le regole sociali e norme
dell’ordinamento giuridico” Piombino. “Potrai ubriacarti con la tua birra preferita (e
non solo)”. No, non è l’invito ammiccante sussurrato all’orecchio a qualche
amico con cui si prevede di dividere una serata di sballo. E’ il messaggio
chiaro e tondo – “ubriacarti” è addirittura scritto di rosso – estrapolato da
locandine e cartoline distribuite anche a Piombino per promuovere Los
Panineros, nuovo locale venturinese. Zona Terme. Un messaggio così esplicito da apparire, lì per lì, uno
scherzo. Soltanto lì per lì, perché il materiale è del tutto autentico. E chi
l’ha ideato non lo rinnega. Questo lancio promozionale, per così dire inedito, non è
piaciuto, invece, al Movimento Consumatori. Il coordinatore Alessandro Masoni, ha appena presentato
un ricorso all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, l’organismo che
raccoglie i maggiori produttori di pubblicità. L’Istituto si è dato regole precise finalizzate alla
massima correttezza e alla trasparenza totale. “Il contenuto, per essere trasparente, lo è fin troppo.
Manca completamente, invece, la correttezza”, sostiene Masoni per il quale,
giudizi morali a parte, locandine e cartoline cozzano con i principi generali
del nostro ordinamento giuridico e con le regole sociali. Quantomeno perché, se
uno si ubriaca come è invitato a fare, può commettere atti che infrangono
queste regole. Alla guida di un’automobile, ad esempio, e in tante altre
situazioni. “Ma non è mica obbligatorio ubriacarsi”, replica in prima
battuta Leo Colucci, gestore del locale, piuttosto stupito dal clamore nato
intorno al suo messaggio. Ma tutto sommato soddisfatto per la pubblicità che,
in qualche modo, ne deriva. “La nostra – aggiunge – voleva essere una cosa
simpatica, da vedere con l’ottica giusta e non maliziosa. Semmai la frase
voleva avere l’effetto contrario. E cioè prendere le distanze da atteggiamenti
sbagliati” (*). Ha un po’ il sapore dell’arrampicarsi sugli specchi. Ecco
allora che Colucci prova a chiarire cosa intende per ubriacarsi. Una
versione, anche questa, inedita: “Intendo festeggiare. E’ normale che in una
festa si alzi un po’ il gomito, è un modo di stare in allegria. Fare le
cose con intelligenza fa la differenza tra l’essere felice e il devastarsi.
Bisogna sapersi contenere e nel mio locale vigiliamo affinché si mantenga il
rispetto delle cose, di se stessi e degli altri. Il messaggio promozionale
voleva essere questo”. L’ultimo arcano da svelare riguarda quel “non solo”, con
cui si conclude la frase: “in un locale così – chiude il gestore – non può che
essere riferito a vini, aperitivi e superalcolici. Ma nel rispetto delle regole
(**)”. Valeria Parrini (*) Nota: l’atteggiamento sbagliato, da cui voleva
prendere le distanze, è quello di chi non si ubriaca? (**) Nota: se questo signore conosce le regole, allora già
sa di non le averle rispettate, proponendo la possibilità di ubriacarsi nel suo
locale. L’articolo 690 del Codice Penale sanziona chi “in un luogo pubblico o
aperto al pubblico cagiona l’ubriachezza altrui”. Questo articolo va letto con attenzione, perché rappresenta molto bene un
certo modo di pensare, che riflette la mancanza di informazione, cultura e
sensibilità a propositi dei rischi e dei problemi alcolcorrelati. Trovate un altro commento a questo link http://fedeperlavita.blogspot.com/ LE REAZIONI Lo sdegno delle associazioni delle vittime della strada Sdegno è dir poco. Le associazioni che combattono le morti
sulla strada prendono nettamente le distanze dal materiale promozionale del
locale venturinese. Aldo Fabbri (associazione Fede per la Vita) commenta così:
“l’alcol è una delle cause principali degli incidenti mortali, soprattutto tra
i più giovani. Vengono compiuti tanti sforzi dalle associazioni, dalle
istituzioni e dalle forze dell’ordine per debellare questa piaga. Iniziative
come questa non aiutano a raggiungere l’obiettivo. Che è semplicemente quello
di far tornare a casa i ragazzi”. Sandra Lunghini (Associazione dei familiari delle vittime
della strada) si rivolge direttamente ai giovani: “siate più maturi di chi vi
propone di ubriacarvi. Per di più dalle 17,30 in poi, come sta scritto su
questa locandina. Un invito che, visto l’orario, è rivolto ai giovanissimi. Ricordatevi
che ubriacandosi non ci si diverte di più”. Gianfranco Gilardetti, ex alcolista, impegnato da tempo
nella lotta contro questa vera e propria dipendenza, con la locandina tra le
mani, dice: “siamo di fronte ad una istigazione a bere. La collettività fa
finta di non capire la vastità del problema. Ogni anno – aggiunge Gilardetti –
muoiono 30 mila persone per patologie legate al bere. E’ come se scomparisse
una città come Piombino. Per non parlare delle altre implicazioni, delle morti
sulle strade, dei reati commessi sotto l’effetto dell’alcol, dei drammi
familiari, delle sofferenze”. “Io dico ai giovani: l’alcol non è il paese delle
meraviglie. E’ una dipendenza bruttissima, è difficile uscirne. Più difficile
che dall’eroina. Perché l’alcol lo si trova dappertutto. Per non parlare delle
varie manifestazioni come “cantine aperte”, le “vie del vino” e il resto”. Gilardetti sottolinea il valore della battaglia condotta
contro il tabacco: “Una cosa giusta. Perché invece nei confronti dell’alcol si
ha un atteggiamento così diverso? Ma avete mai sentito dire “domani operazione
tabaccai aperti”? Oppure la pubblicità delle “vie dello spinello”? Eppure, lo
ripeto, la dipendenza da alcol è tremenda”. Tra gli elementi più allarmanti evidenziati da Gilardetti, ce n’è uno che riguarda l’abbassamento costante dell’età della prima sbornia. “Quando si comincia a bere da adolescenti uscirne è più difficile, la personalità cresce insieme all’alcol. E quando si beve, lentamente la personalità si annienta. Voglio dire ai ragazzi che quelle bevande “leggermente alcoliche” a cui il mercato si sta abituando sono una trappola mortale. Con quelle i produttori di superalcolici creano il bacino dei bevitori a cui attingere in futuro”. LA PROVINCIA DI CREMONA Soncino. Disoccupato di 37 anni ubriaco.
Il genitore ferito in maniera lieve Lite, accoltella il padre: preso Ha accolto i carabinieri a colpi d’ascia ma è stato
disarmato SONCINO — In preda ai fumi dell’alcol, ha colpito il padre con una coltellata dopo una lite in casa e ha accolto i carabinieri venuti per bloccarlo a colpi d’ascia. La notte brava di Francesco S., disoccupato 37enne, è finita in cella: i militari lo hanno disarmato e arrestato. Il padre dell’uomo, un ex pugile di 66 anni è stato fortunato: la coltellata l’ha solo sfiorato procurandogli poco più che un graffio. Ultimamente i carabinieri erano dovuti intervenire più volte in casa dei genitori di Francesco S. per sedare le sue intemperanze. IL MESSAGGERO (Rieti) Poggio Moiano. Hanno perso la vita Alessandro Spuri, 24
anni, ed Emanuele Villani, 18. Feriti il camionista e il nipotino Auto contro camion, due ragazzi morti Al giovane al volante dell’Audi A3 era stata ritirata la
patente di SIMONE FIORETTI Tragedia ieri sera sulla statale Licinese, nei pressi di Poggio
Moiano: su un’Audi A3 nera sono morti gli operai Alessandro Spuri, 24 anni, ed
Emanuele Villani, 18, entrambi di Poggio Moiano. La loro vettura si stava
allontanando da Poggio quando, nell’affrontare ad alta velocità una
semicurva a sinistra, è finita contro un camion carico di castagne che
procedeva in senso opposto. I giovani sono morti sul colpo. Nella cabina dell’Om telonato al volante c’era il
cinquantenne Enzo Sinibaldi, di Poggio Nativo, il nipotino di 5 anni e una
donna che aiutava l’ambulante di Poggio Nativo nella vendita della frutta nei
paesi della Sabina. L’autista e il nipotino sono stati trasportati dalle
ambulanze del 118 e della Croce Rossa al pronto soccorso dell’ospedale De
Lellis: in un primo tempo si era temuto per la vita del piccolo, ma poi le
visite sembrano aver scongiurato il peggio. Illesa invece la donna. Gli
accertamenti sono affidati ai vigili urbani dell’Unione dei Comuni dell’alta
Sabina ed ai carabinieri di Poggio Moiano: dai primi rilievi, effettuati anche
con l’aiuto dei vigili del fuoco, sembra che la vettura abbia invaso l’altra
carreggiata schiantandosi contro camion che stava raggiungendo Poggio
Moiano. I carabinieri hanno accertato che in passato ad Alessandro
Spuri era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza (*). Al suo fianco, sull’Audi A3, c’era l’amico Emanuele
Villani che stava seguendo il corso per ottenere la patente di guida. La
notizia dell’incidente è giunta subito a Poggio Moiano e nel giro di mezz’ora i
familiari e gli amici delle vittime hanno raggiunto il luogo dell’incidente
sulla Licinese: terribile la scena della vettura distrutta contro il camion.
Per i soccorritori coloro che viaggiavano sul camion sono stati assai fortunati
a cavarsela, vista la violenza dell’impatto. Saranno sentiti già oggi altri
automobilisti che si trovavano nei pressi, fra i quali quelli che hanno dato
l’allarme al 118. (*) Nota: solo per questa circostanza l’articolo è
inserito in questa rassegna. Naturalmente questo non significa affatto che questo giovane abbia bevuto anche in questa tragica occasione, che gli è costata la vita. IL GAZZETTINO (Venezia) Non ha ancora un nome ... NOVENTA - Non ha ancora un nome l’anziana rimasta vittima dell’incidente di venerdì pomeriggio a Noventa di Piave. Ieri nessuna denuncia di scomparsa è arrivata alle forze di Polizia sandonatesi. In via Cirgogno sulla strada che porta alla frazione sandonatese di Grassaga, la donna giunta in località Santa Teresina a bordo di una bicicletta si è scontrata con un furgone condotto da un giovane del luogo. Sulle cause dell’accaduto stanno ancora lavorando gli agenti della Polizia stradale di San Donà. L’unica certezza è che il giovane si trovava ubriaco alla guida del mezzo. La donna soccorsa subito dai sanitari del Pronto soccorso è spirata poco dopo. Sono state così avviate le pratiche del caso che però al momento non hanno dato alcun esito. Non si sa ancora il nome della sfortunata donna dall’apparente età di 75 anni. Gli agenti della Stradale, ritenendo che lo donna abiti nella zona, hanno avviato fin da subito le indagini cercando di raccogliere informazioni tra le località di Mussetta di Sopra, Santa Caterina e Grassaga. Pare che avesse accennato la svolta a sinistra verso via Tessere. Non è escluso quindi che si stesse dirigendo verso casa. Nessun indizio utile è arrivato alle forze dell’ordine, nemmeno dai vari parroci che sono stati contattati. Si pensa quindi che l’anziana vivesse da sola. Con se non aveva documenti, ne portava anelli o catenine che possano risultare utili alla sua identificazione. A questo punto solo qualche vicino di casa potrebbe rendersi utile nel caso non la veda più. Un appello in tal senso sarà diffuso oggi dai parroci nel corso delle messe. Chi ritiene di poter conoscere l’anziana scomparsa può contattare la Polizia stradale di San Donà di Piave al numero 0421229511. Il corpo è stato ricomposto nell’obitorio dell’ospedale in attesa della riconoscimento. IL GAZZETTINO (Belluno) Corso di educazione alla salute con il Club alcolisti in
trattamento Agordo Il Club degli alcolisti in trattamento di Agordo che fa
parte del centro alcologico territoriale della provincia di Belluno, in
collaborazione con l’amministrazione comunale e numerose associazioni di
volontariato, ha deciso di aderire al progetto regionale "Un elefante non
è una rosa" (*). Si tratta di un corso di educazione alla salute con
particolare riferimento ai problemi alcolcorrelati e complessi rivolto alla
popolazione di Agordo. Il Club degli alcolisti in trattamento di Agordo ri
riunisce ogni lunedì alle 18.30 nel consultorio familiare e il venerdì, nella
stessa sede, alle 17.30. L’iniziativa è rivolta a tutte le famiglie della
Comunità e, in generale, a tutte le persone che intendono promuovere e
proteggere la propria salute. «E’ auspicabile - dicono gli organizzatori -
l’adesione di quelle figure che all’interno della comunità svolgono un ruolo
significativo come rappresentanti delle associazioni, insegnanti, educatori in
genere, medici, farmacisti, sacerdoti, amministratori pubblici». Finalità:
la promozione di un cambiamento culturale in favore di una scelta informata
rispetto al rapporto con l’alcool. Sono previste due serate con momenti di
scambio tra relatore e partecipanti, nonchè momenti di animazione teatrale
curato da esperti attori. I due incontri ufficiali sono in programma venerdì 10
e venerdì 17 novembre alle 20.30 nella sala consiliare del Municipio di Agordo. (*) Nota: si tratta di un progetto molto interessante,
ideato dall’amica Milena Maia, cui ho dato un modestissimo contributo. Si lavora su quello che sappiamo essere in Italia IL PROBLEMA riguardo alle bevande alcoliche: la mancanza di informazione, sensibilità e consapevolezza sui rischi e sulle possibili sofferenze conseguenti al bere. IL MESSAGGERO (Umbria) Il vino in autostrada Il disegno di legge che impedisce la vendita di vini in
autostrada è inutile e dannosa. Questa è la nostra convinzione rispetto al DDL
proposto dal ministro della Salute Livia Turco ed approvato dal Consiglio dei
ministri. Inutile perché di assai discutibile efficacia, come strumento di
prevenzione degli incidenti stradali. Dannoso perché compromette l’utilizzo di
uno strumento di promozione della migliore produzione vitivinicola delle
diverse regioni italiane. La commercializzazione del vino in bottiglia nelle
autostrade rappresenta una non trascurabile quota del fatturato delle migliori
aziende vitivinicole nazionali, ma soprattutto è una maniera per mettere in
vetrina uno dei più rappresentativi prodotti dell’agro-alimentare nazionale. Il
divieto che si intende imporre con il disegno di legge è dettato da un
pregiudizio ideologico e da una erronea conoscenza sulle abitudini di acquisto
e di consumo di vino in Italia. Riteniamo privo di senso ampliare il raggio d’azione
delle attuali normative, vietando la vendita 24 ore su 24 dei prodotti
vitivinicoli nelle aree di servizio autostradali. Attualmente è vietata la sola
vendita al banco dei superalcolici dalle 22.00 alle 6.00. Invitiamo perciò le
istituzioni a valutare i danni economici che potrebbero derivare ad uno dei
settori di punta del nostro sistema agroalimentare dall’applicazione delle
misure previste ed esortiamo ancora una volta a differenziare l’abuso di
superalcolici dal consumo di un prodotto, il vino, che è parte integrante della
nostra cultura ed è da sempre legato alle nostre tradizioni. Confagricoltura Umbria (*) (*) Nota: questa lettera non è che il rilancio, in sede
locale, di un comunicato stampa nazionale che abbiamo già riportato e
commentato in rassegna qualche tempo fa. Il decreto in questione non è ad oggi stato ancora
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, e non sono per niente sicuro che il
Parlamento arrivi mai a convertirlo in legge: l’interesse di poche ma potenti categorie
troppo spesso in Italia è stato anteposto all’interesse dell’intera comunità, e
anche alle opinioni della gente, ampiamente favorevole a questo provvedimento. Posso testimoniare, venendo fresco fresco da un viaggio, che le aree di servizio autostradali ancora stanno tranquillamente vendendo alcol ai loro clienti. IL MESSAGGERO (Pesaro) Schianto tra auto Sbronzi denunciati URBINO Ubriaco lui, ubriaca lei: si sono tamponati in auto l’altra mattina alle 5.30 al bivio della Croce, non si sono fatti niente ma hanno cominciato a litigare. I carabinieri li hanno denunciati per guida in stato di ebbrezza. Negli ultimi giorni i carabinieri di Urbino hanno intensificato i controlli per prevenire problemi legati a droga, alcol e vandalismi. Quattro in tutto le denunce e le patenti ritirate per guida in stato di ubriachezza, 5 tra studenti e operai segnalati per uso di droga. I controlli continuano anche in borghese. IL MESSAGGERO (Abruzzo) Investe un ragazzo e fugge, preso Grave un giovane di
Giulianova L’alcool la fa da padrona in questo week end. Sotto i fumi delle bevande
inebrianti, l’amministratore di una ditta edile, il teramano P.M. di 40 anni,
si è reso responsabile di una fuga a bordo della sua Renault, dopo aver
investito un ragazzo polacco di 13 anni, in località Contrada Rovano a
Mosciano. Gli agenti sono risaliti al teramano attraverso i frammenti dello
specchietto laterale fracassato e una parziale visione della targa riportata da
un passante. Nel giro di sole due ore, le forze dell’ordine hanno scovato il
responsabile, comodamente sprofondato sul divano di casa e per di più ubriaco.
È stato immediatamente denunciato dalla Polizia stradale di Giulianova per
omissione di soccorso e fuga per non aver prestato le prime cure del caso. Per
quanto riguarda il ragazzo, ne avrà per 10 giorni. L’alcool, comunque, è stato
l’artefice di un altro fatto di cronaca: sulla strada che da Montorio porta a
Roseto, una ragazza del centro montoriese di 22 anni è stata artefice di
un’uscita di strada. Chiaramente la patente di guida è stata subito ritirata
dalla polizia stradale. Così come è stata ritirata a due ragazzi della Vibrata:
F.A. di Alba e B.M. di Nereto. La causa? Guida in stato di ebrezza. Si trova ricoverato, invece, con prognosi riservata all’ospedale di Giulianova, Valerio Granito, idraulico, 22 anni, giuliese. Il giovane, ieri sera, verso le 22,30, per cause in corso di accertamento da parte dei carabinieri del Nucleo radiomobile di Giulianova, mentre procedeva sul lungomare centrale a bordo della sua Hyunday, sebbene viaggiasse a velocità davvero poco sostenuta, ha perso il controllo del mezzo ed è finito fuori stada contro il muretto di recinzione del lungomare. La scena veniva vista ”in diretta” da alcuni amici che lo hanno seguito su un’altra autovettura e dato l’allarme, chiedendo l’intervento del 118. Un’ambulanza è arrivata sul posto e il giovane idraulico è stato trasportato all’ospedale di Giulianova, dove i sanitari di turno, dopo le prime cure del caso, lo hanno ricoverato con prognosi riservata. Sulle dinamiche del sinistro, come dettto, sono in corso le indagini dei carabinieri. IL MESSAGGERO (Pesaro) Scontro per la nebbia, cinque giovani feriti in
superstrada Ubriaco tampona l’auto della polizia che rileva
l’incidente CALCINELLI Incidenti a catena nella nebbia: cinque giovani restano ferito dopo uno scontro mentre un ubriaco tampona l’auto di pattuglia della Polstrada appena intervenuta sul luogo dello schianto. E’ accaduto ieri notte, poco prima delle cinque lungo la superstrada Fano-Grosseto all’altezza dello svincolo per Calcinelli. C’era nebbia e fitta e lungo la nuova Flaminia si procedeva a velocità ridotta, ma non abbastanza per evitare uno schianto frontale fra due auto che procedevano su opposte direzione: da una parte un’Audi con due giovani ucraini di 34 e 29 anni, dall’altra una Ford Focus con tre giovani di Fossombrone che stavano rientrando a casa. Si tratta di Michele A., di 33 anni che era alla guida e dei suoi amici R.P. di 28 anni e M.T. di 23 anni. Tutte e cinque sono rimasti feriti: di questi i più gravi sono i due conducenti delle auto entrambi in prognosi riservata e ricoverati agli ospedali di Pesaro e Fano, gli altri tre se la caveranno in poche settimane. Ma la nottata turbolenta non era ancora finita dato che un successivo tamponamento ha fatto fuori la macchina di pattuglia della Polstrada di Cagli che era giusto arrivata sul luogo dell’incidente per i rilievi di legge. Ed è andata bene che gli agenti erano appena scesi per prestare soccorso ai feriti. All’improvviso un’altra auto è piombata nel mezzo della scena dello scontro andando a schiantarsi con l’auto delle forze dell’ordine. Un bel botto con diversi danni. Per la nebbia? Anche, ma soprattutto perchè il conducente sembrava abbastanza su di giri come ha poi confermato il successivo test alcolemico a cui è stato sottoposto dalla pattuglia dei carabinieri di Fano intervenuta per accertare la dinamica dell’incidente che ha coinvolto loro malgrado i “cugini” di divisa. Conclusione: un’immediata denuncia per guida in stato di ebbrezza alcolica. IL SECOLO XIX «Ero io a voler morire...» Interrogato l’infermiere arrestato per l’omicidio
della sorvegliante all’Ipercoop di Carasco Confermato il fermo, chiesta la perizia psichiatrica.
Domani i funerali della vittima Chiavari. «Sono andato all’Ipercoop per farla finita.
Seduto in macchina nel parcheggio mi sono bevuto una boccetta di tranquillanti allungandola
con la vodka. Quando l’ho scolata, sono entrato al supermercato per
comprare altro alcol. Ma non ricordo di aver ucciso quella donna, non me lo
ricordo. Volevo farla finita io, con il bisturi. Non volevo ammazzare nessuno».
Mauro Balletto ha fornito tra le lacrime la sua versione
dell’omicidio di Monica Di Mari. L’ha fatto davanti al giudice per le indagini
preliminari Mauro Amisano che ieri mattina lo ha interrogato in carcere e ha
convalidato il suo fermo tramutandolo in arresto. Nelle stesse ore il medico legale Marco Salvi effettuava
l’autopsia sulla vittima, Monica Di Mari: il colpo di bisturi ha raggiunto il
cuore della donna che si è spenta in pochi minuti a causa dell’emorragia
interna. Domani mattina il corpo composto ieri all’obitorio di
Lavagna con l’aiuto delle amiche, partirà alle 9,30 alla volta di Genova per
raggiungere la chiesa di Nostra Signora della Provvidenza in via Vesuvio. Il
padre, Piero Di Mari, ha scelto di celebrare il funerale nel quartiere di
Oregina, dove la figlia era nata e cresciuta. Comincerà alle 11.30. Ci saranno
gli amici, i colleghi dell’Ipercoop e dei Leudi, le guardie giurate, i
sindacati e le Camere del lavoro del Tigullio. E poi i tifosi del Genoa, con
gli striscioni e con i fiori. In carcere a Chiavari, quando il giudice ha parlato della
vittima, il suo assassino è esploso in singhiozzi: «Mi dispiace per quella
donna, non riesco a dormire all’idea che sia morta». Gli avvocati di Balletto, Cinzia Borgna e Luciano
Chiarenza (l’ex presidente della camera penale di Savona che si è associato
nella difesa) hanno chiesto di trasferirlo in una struttura psichiatrica. «Abbiamo
paura che compia atti di autolesionismo - dice Chiarenza - Chiediamo che resti
in cella da solo e che sia costantemente piantonato per evitare gesti estremi». Una strategia difensiva per ottenere sconti di pena
dettati dall’infermità mentale? Può darsi. La difesa martedì presenterà la
richiesta della perizia psichiatrica di parte, che sarà eseguita dal
criminologo Adolfo Francia. A sostenerla, per gli avvocati esistono fatti
oggettivi: «Tentativi di suicidio, visite psichiatriche passate, prescrizioni
di farmaci che abbiamo presentato al giudice». E poi c’è un sacco di medicinali
portato in carcere ieri mattina in fretta e furia dalla madre: ogni sorta di
psicofarmaci e tranquillanti in commercio. «Putroppo Mauro prendeva di tutto -
confida la madre, Anna Benvenuto - Quello che non gli prescriveva il medico se
lo procurava da solo in ospedale. Per tutta la vita ho tentato di raddrizzarlo,
questo mio figlio. Ma da quando si era separato dalla moglie le cose sono
precipitate». Ha un curriculum tormentato, Mauro Balletto. Cresciuto
senza il padre - la separazione dei genitori risale alla prima infanzia -
protetto e accudito tutta la vita dalla madre. Nella sua esistenza ricorrono
episodi contrastanti. Perché per molte persone era un ragazzo splendido: prima
di approdare alla scuola infermieri di Lavagna, dove si è diplomato lo scorso
anno, si era impegnato saltuariamente nel volontariato con i ragazzi disabili.
Con loro, come con "i suoi vecchietti" era tenerissimo. Ma a scuola,
durante la laurea breve, aveva dovuto cambiare indirizzo per incompatibilità
con alcuni compagni di corso. «Dopo una serie di episodi al limite della
violenza fisica la direzione aveva aperto nei suoi confronti un provvedimento
disciplinare e lo aveva trasferito di classe», spiega ancora Chiarenza. «Quando ha preso il diploma ho tirato un sospiro di
sollievo - prosegue la mamma - Ma poi la separazione dalla moglie, la
depressione che ne è seguita, l’alcol e i medicinali che prendeva hanno reso la
nostra vita un inferno». «Il fatto che sia tornato a casa dopo l’omicidio e che non
si sia preoccupato di far sparire gli abiti e le armi sporche di sangue -
riprende Chiarenza - dimostra come sia inconsapevole di ciò che è accaduto e
lontano dalla realtà . La pensa diversamente la Procura che lo ha incriminato per
omicidio volontario, tentato omicidio e rapina aggravata. Francesca Forleo IL SECOLO XIX Alcol tra i minorenni, fenomeno sempre più preoccupante Indagine del consultorio pro familia Imperia. Oltre il
46 per cento (riferito ad un campione di studenti delle scuole superiori di
Imperia, analizzato per la fascia d’età che va dai 14 ai 16 anni)
consuma abitualmente bevande alcoliche. E l’abitudine sembra essere più diffusa
tra le ragazze che superano i coetanei in questa ormai diffusa abitudine. Sono dati preoccupanti che fotografano però quella che è
una realtà poco considerata, spesso sottovalutata anche in una città piccola
come quella di Imperia. Dati che emergono da un’inchiesta che era stata
condotta da un team di psicologi del Consultorio Familiare "Pro
Familia" di Imperia prendendo ad esempio uno studio simile condotto a
Chiavari. Per realizzare l’indagine gli esperti si sono recati nelle
scuole superiori cittadine, spiegando gli obiettivi e le premesse di questo
lavoro, ricevendo ampia collaborazione dei docenti e dei dirigenti scolastici. L’equipe del centro imperiese ha raccolto 544 questionari,
analizzando poi i dati di un campione statistico di 153 ragazzi, tutti della
fascia d’età più a rischio, quella dei 14-15 e 16 anni. «Il lavoro è partito essenzialmente per raggiungere due
obiettivi - spiegano Marilena Cerisola Vignale, presidente del Consultorio Pro
Familia e una delle psicologhe coinvolte, Silvia Messori - da una parte quello
di realizzare un’indagine conoscitiva sulla realtà giovanile del territorio ed
entrare in diretto contatto con i ragazzi; dall’altra abbiamo avuto l’occasione
di presentare il consultorio con le sue risorse e le sue proposte studiate
anche per i giovani». E purtroppo la situazione continua ad aggravarsi tanto che anche queste statistiche dovranno essere presto aggiornate. IL MESSAGGERO (Ancona) Loreto, il Comune chiede soldi per
gli autovelox
LORETO Ancora un’iniziativa per garantire maggiore
sicurezza stradale da parte del Comune, che ha presentato alla Regione il
Progetto sicurezza 2006 con l’obiettivo di ottenere un finanziamento per la
realizzazione di alcune importanti opere che mirano a migliorare la sicurezza
stradale e diminuire così quanto più possibile il rischio di incidenti. In
particolare il progetto presentato prevede la realizzazione di quattro
postazioni fisse (box metallici) per protezione degli autovelox da installare
sulle strade più pericolose e per la precisione sulla Strada Provinciale 24
Bellalluce chiamata anche Strada dei Pali, sulla Strada Statale 16 Adriatica,
sulla Strada Provinciale 10 Camerano Loreto e sulla Strada Provinciale 77
Valdichienti. Inoltre il progetto del Comune prevede l’acquisto di un
apparecchiatura autovelox da posizionare alternativamente all’interno dei 4 box
e una apparecchiatura per il controllo alcolemico dei conducenti (etilometro).
Il costo totale del progetto ammonta a quasi 98 mila euro e la Regione, se lo
accettasse in toto, potrebbe finanziarlo fino al 50%. «Riuscire a portare a
termine questo progetto - spiega l’assessore alla Polizia municipale e alla
viabilità, Paolo Casali - ci farebbe raggiungere un ambizioso obiettivo
perseguito anche grazie alla realizzazione di numerose rotatorie e all’impegno
delle forze dell’ordine in pattugliamenti diurni e notturni». L.Bo. IL SECOLO XIX Etilometro al bar, pioggia di sì IL PROGETTO desiglioli Sindaci e commercianti del Golfo
dianese favorevoli a regalare il kit salvavita per i giovani Ubriachi al volante, in un anno in Riviera ritirate oltre
un migliaio di patenti Cervo. Dall’inizio dell’anno ad oggi la polizia stradale
ha sequestrato in tutta la provincia di Imperia 527 patenti ad altrettanti
automobilisti perché guidavano sotto l’effetto di alcol o ancor peggio
di droga. Tutti, automobilisti tra i 18 e i 45 anni, sono stati anche
denunciati alla Procura della Repubblica. I carabinieri nel solo comprensorio
di Diano e Imperia ne hanno ritirate 160 dall’inizio dell’anno con altrettanti
automobilisti denunciati. A questi dati devono essere aggiunti quelli
provinciali raccolti dall’Arma che raggiungono un numero di almeno 400 patenti.
Una situazione decisamente allarmante che ha fatto
riflettere il sindaco di Cervo Vittorio Desiglioli tanto da convincerlo a
regalare etilometri ai pub e locali notturni della sua cittadina per evitare
che i ragazzi si mettano al volante ubriachi (*). Un’iniziativa che ora trova
l’appoggio già di alcuni sindaci come quelli di Diano Marina e di San
Bartolomeo, Angelo Basso e Adriano Ragni. «E’ un’idea bellissima che sosterrò
con forza - dice Basso - Da anni si sente parlare di sicurezza e incolumità.
Questa mi sembra un’iniziativa da sostenere. Diano Marina, come tante altre
realtà turistiche della zona, ospita numerosi locali notturni tra bar, pub,
ristoranti e discoteche. La sola idea che i ragazzi possano verificare il loro
tasso alcolico nel sangue è già importante. Le leggi in materia sono
giustamente restrittive. L’etilometro è uno strumento validissimo che può misurare
in tempo reale il tasso alcolico nel sangue. Spesso, anche quando non si pensa
di aver alzato il gomito, il kit verifica in poco tempo che invece è stato
superato il limite consentito dalla legge». Il sindaco di San Bartolomeo al
Mare Adriano Ragni, che ha subito dimostrato entusiasmo per l’iniziativa
dell’etilometro. «Incontrerò quanto prima il promotore dell’iniziativa Vittorio
Desiglioli, per capire bene le modalità da adottare per iniziare una
costruttiva collaborazione in questa interessante campagna di sensibilizzazione
rivolta in particolare agli adolescenti. Iniziativa accolta con interesse anche dalle categorie dei
commercianti. «E’ una proposta che deve essere sostenuta da tutti con grande
impegno e partecipazione - sottolinea Piero De Negri, presidente provinciale
della Confersercenti - perché purtroppo il fenomeno dell’abuso di sostanze
alcoliche è sempre più diffuso tra i giovani e giovanissimi». Stesso entusiasmo anche da parte del comandante dei
carabinieri di Diano Marina Umberto Salvatico che la definisce un’ottima
possibilità per i giovanissimi per verificare in pochi istanti il tasso
alcolico. Alessandra Boero (*) Nota: personalmente rimango una voce fuori dal coro, non sono convinto che questa iniziativa possa davvero essere efficace, per motivi che in rassegna ho spiegato più volte.. Spero di sbagliarmi, ma sono convinto che, per promuovere la sicurezza rispetto al fenomeno della guida in stato di ebbrezza, i messaggi da portare avanti siano diversi. L’ADIGE Dopo il ritiro della patente al primo cittadino, volantini
e retroscena Sindaco bevitore, santo peccatore GIUDICARIE - C’erano una volta Peppone e don Camillo, un
sindaco e un prete che se le suonavano di santa ragione. Altri tempi ed altre
terre: si era nel pieno della guerra fredda, nella rossa Emilia. Oggi, nel
Trentino (bianco come i petali della margherita) Peppone non combatte più
contro don Camillo, ma contro il maresciallo Rocca. D’altronde, ragazzi, con la
crisi delle vocazioni... Scendiamo nel concreto, dài! Brescello (il paese di
Peppone) si trova nelle Giudicarie: è un comune medio, in cui la vita scorre
tranquilla. Scorreva tranquilla. Qualche giorno fa la svolta. Il sindaco viene
pizzicato dagli uomini della Benemerita, perché ad un controllo con l’alcoltest
l’alito puzza di birra. Grave? Beh, sì. Il guaio è che il primo cittadino stava
tornando da un incontro pubblico con una trentina di amministratori per
l’organizzazione di una manifestazione. Finita la riunione, si sa come vanno
queste cose, un paio di birre, ed ecco i valori salire. Il sindaco si
lamenta. «Perché proprio a me su trenta persone che hanno bevuto le stesse
birre?». Come dire? Qui gatta ci cova. Salta fuori una storia strana: la
racconta il popolo. Il giorno della finale dei Mondiali di calcio, dopo
l’italica apoteosi, un gruppo di giovani dà sfogo all’allegria sfasciando delle
staccionate. Fra questi (a quanto si dice) ci dev’essere pure il familiare di
un rappresentante delle forze dell’ordine. Il sindaco, come si conviene, sporge
denuncia. Ma evidentemente la cosa non piace a qualcuno in caserma. Qui
starebbe (diciamo starebbe, ché il condizionale è d’obbligo) la fonte dei guai
del sindaco, beccato sì con l’alcoltest, ma a poche decine di metri da casa.
Fermo restando che chi guida con livelli superiori di alcol non dovrebbe farlo,
resta il giallo: perché proprio e solo il sindaco? È la domanda che si fanno i
sostenitori del primo cittadino, i quali nei giorni scorsi hanno inondato il
paese di volantini con scritte ingiuriose nei confronti del «maresciallo
Rocca». «Santo, santo
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