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Comunicati stampa 31/10/2006

IL GRAVE INCIDENTE NEL QUALE HANNO PERSO LA VITA 2 CARABINIERI RIPROPONE IL PROBLEMA DEI CONTROLLI AI VEICOLI PESANTI E COMMERCIALI

OLTRE ALLA VELOCITA’ E AL SUPERAMENTO DEI TEMPI DI GUIDA E RIPOSO E’ LA MANCATA DISTANZA DI SICUREZZA UNA DELLE PRINCIPALI CAUSE DELLA SINISTROSITA’ GRAVE. UNA VIOLAZIONE OGGI PRATICAMENTE NON SANZIONABILE

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foto Blaco

Il gravissimo incidente della A26 nel quale due carabinieri di scorta a una colonna hanno perso la vita a seguito di un tamponamento di un veicolo commerciale, ripropone drammaticamente alcuni aspetti legati alla mobilità autostradale.
Innanzi tutto il problema ancora irrisolto di velocità inadeguate anche per la categoria dei veicoli adibiti al trasporto di merci.
Troppo spesso le leggi dell’economia prevalgono e soverchiano quelle della sicurezza. I tempi di consegna in un sistema di mobilità soggetta a troppe variabili: quella del traffico, delle interruzioni per cantieri e sinistri in itinerario, portano alla tentazione del recupero dei tempi persi e quindi all’aumento delle velocità e del rischio.
Altrettanto grave è la sistematica e abituale violazione della distanza di sicurezza, non rispettata spesso da tutte le categorie di veicoli, ma dai trasportatori in particolare. Norma che di fatto vede inapplicabile la sanzione da parte della Polstrada se non dopo il sinistro. Non esiste nel nostro Paese una apparecchiatura omologata per misurare e contestare la distanza di sicurezza.
Alcune strumentazioni sarebbero tecnicamente adeguate, ma inutilizzabili perché non omologate.
Il camionista che per ore viaggia a 10 metri (a volte anche meno) dell’autotreno che lo precede subisce una sorta di "ipnotizzazione" per l’effetto schermo prodotto dal posteriore del veicolo a cui sta in scia, che gli esclude sempre la sufficiente visibilità anteriore con disastrosi effetti di abitudine/stanchezza. Un semplice rallentamento è assorbito dai primi due o tre veicoli in colonna e diventa rischioso e fatale per quelli successivi in coda. Su questo aspetto la tecnologia deve soccorrere la polizia, così come è avvenuto per i sistemi di rilevamento delle velocità come i Tutor.
L’altro versante su cui ancora non si è inciso adeguatamente è la frequente violazione dei tempi di guida e di riposo. Troppi conducenti, molti stranieri, spesso extracomunitari, superano regolarmente le ore previste per la guida, saltano i turni di riposo. In alcuni casi, quelli che come Asaps definiamo conducenti "lumaca" non perché vanno piano, ma perché vivono praticamente larga parte della loro vita (festivi compresi) nella loro cabina come chiocciole nel loro guscio, elevano la soglia del rischio.
Quella del controllo dei mezzi di trasporto industriali e commerciali, deve diventare una questione sul tappeto del potenziamento delle condizioni di sicurezza.
Si dovranno chiamare in causa con severe sanzioni che portino al blocco del veicolo, anche i vettori e i committenti.
La Polizia Stradale deve essere assolutamente potenziata in uomini e mezzi per affrontare questa vera e propria emergenza.
Non si inventino "formule magiche" come quella dell’intervento di varie ausiliarità del traffico e affini. Sulla strada, specie per il controllo dei mezzi pesanti e commerciali, servono veri professionisti del codice e delle regole del trasporto. Il sistema di verifiche su strada dei CMR - Centri Mobili di Revisione - con l’impiego di personale del Ministero dei Trasporti insieme alla Polizia Stradale che ha dato positivi risultati, va subito potenziato.

All’Arma e ai Carabinieri che operano ogni giorno sulle strade, esprimiamo condoglianze e la totale solidarietà dell’Asaps per la tragica morte dei due militari.

Forlì, 30 ottobre 2006

Giordano Biserni
Presidente Asaps


© asaps.it
Martedì, 31 Ottobre 2006
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