L’
EX 310 BIDENTINA SI SEGNALA PER PARAMETRI DI PERICOLOSITA’ ASSOLUTI A
LIVELLO REGIONALE.
Il rischio dopo una sequela di gravi sinistri come quelli dei giorni scorsi
è quello di fare dell’ex statale 310 Bidentina un caso. In realtà non
ce n’è bisogno per il semplice fatto che la 310 è, in effetti, già un
caso per le peculiarità assolute della gravità della sinistrosità che
la caratterizza. L’ASAPS nella sua attività ultradecennale si è sempre
caratterizzata per la serietà delle sue analisi sull’incidentalità stradale
solitamente ben documentate. Anche in questo caso l’ASAPS intende fornire
agli organi d’informazione, alle autorità, all’opinione pubblica utili
strumenti interpretativi. Si è parlato negli ultimi mesi spesso della
Bidentina in modo più o meno strumentale o informato, c’è chi ha voluto
indicare la responsabilità nelle piante che la costeggiano, chi ha respinto
questa tesi, chi si è richiamato ad aspetti strutturali oppure alla carente
vigilanza. La nostra associazione che ha già espresso una sua opinione
non intende sostenere questa o quella tesi. Tuttavia senza voler creare
un clima apprensivo, l’Asaps non può più non rilevare che l’ex SS 310
è oggettivamente un caso che non può essere ancora sottostimato. Ecco
in sintesi la documentazione di quanto affermiamo. Secondo i dati dell’ACI
raccolti attraverso il contributo dell’Ispettorato Generale per la Sicurezza
Stradale del Ministero dei LL.PP. (ora Infrastrutture), reperibili sul
sito www.aci.it/studiricerche/frame_incidenti.asp , nel quinquennio 1996
‚ 2000 (quindi un periodo ampio e non soggetto a punte episodiche, per
altro l’ultimo periodo disponibile) la Bidentina si colloca ai vertici
della pericolosità non della provincia ma addirittura dell’intera regione.
Infatti se nei valori riconducibili al rischio incidente o incidente per
chilometro la Bidentina è a metà della classifica fra le 53 statali della
regione, per quanto riguarda il Tasso di mortalità (numero di morti per
1000 incidenti) con un valore di 2,00, cioè doppio rispetto alla media
regionale, si colloca al secondo posto nella regione. Sempre al secondo
posto la troviamo come Rischio Mortalità (rapporto tra tassi specifici
e tassi generici rispettivamente di incidenti per chilometro e tasso di
mortalità). La Bidentina è poi al quinto posto secondo l’Indice di Gravità
(numero dei morti rapportato al numero totale di infortunati). L’ASAPS
ha poi analizzato l’EIM, Estratto Incidenti Mortali cioè il dettaglio
per estesa chilometrica di incidenti riguardanti i soli eventi mortali,
analizzando anche il fenomeno dal punto di vista dei feriti. Da questa
analisi emerge che sull’estesa totale di km 89,900 della strada, la sinistrosità
grave si focalizza dal Km 40 al Km 89,900, vale a dire nella parte finale,
sul versante romagnolo, ricadente nei territori a valle di S.Sofia e Galeata.
Se ai dati del quinquennio 1996-2000, dovessimo aggiungere quelli tragici
del 2001 e 2002, la situazione statistica peggiorerebbe ulteriormente.
In buona sostanza la ex SS 310 è la strada più pericolosa della provincia,
della Romagna e al vertice nella regione. E’ persino più pericolosa, per
l’indice di mortalità, dei tratti regionali della SS 9 Emilia, della SS
16 Adriatica, della SS 67 Tosco-Romagnola. Ciò, secondo l’ASAPS dimostra
il dato inconfutabile di una strada ormai assolutamente inadeguata dal
punto di vista qualitativo-strutturale e numerico dei transiti che la
interessano. Starà poi alle autorità competenti analizzare gli interventi
più opportuni e ormai indilazionabili sotto l’aspetto strutturale e al
Comitato Provinciale per la sicurezza sotto l’aspetto dei controlli che
devono sicuramente essere incentivati e adeguatamente coordinati. L’importante,
secondo l’ASAPS, è che non si continui a sostenere che quello la Bidentina
è un problema come altri.
Giordano Biserni
Presidente ASAPS
|
"Oggi
possiamo dirlo con cognizione di causa: esiste un caso Bidentina. E’ la
seconda strada come tasso di mortalità in tutta la regione, si lascia
alle spalle di gran lunga l’Adriatica, la via Emilia e tante altre arterie
da tempo considerate insidiose". Giordano Biserni, dopo una
lunga milizia nella Polstrada, da anni si dedica a una missione che in
Italia appare davvero impossibile: la sicurezza stradale. Una battaglia
che conduce dalla presidenza dell’Asaps, l’associazione sostenitori amici
della polizia stradale, che conta 25 mila aderenti. Biserni sfoglia le
tabelle regionali elaborate dall’Aci, che non lasciano spazio a dubbi.
Tasso e rischio di mortalità: la Bidentina è al secondo posto; indice
di gravità (i morti in rapporto agli infortunati): quinta posizione. La
Bidentina scende in classifica solo se si considera il numero medio di
incidenti rispetto alla lunghezza della strada. Perchè la ex 310 è ben
90 chilometri, e metà di questi, in montagna, sono poco trafficati. Le
"croci" le troviamo tutte fra Forlì e Santa Sofia. "Se
considerassimo solo questo pezzo - aggiunge Biserni - probabilmente la
Bidentina sarebbe in cima alla graduatoria". Biserni, cosa si può
fare? "Facciamo un passo indietro. Negli ultimi mesi si è detto di
tutto, ma spesso seguendo l’emozione, senza avere dati concreti su cui
ragionare. Oggi li abbiamo e sappiamo che il problema è concentrato nei
40 km del basso versante romagnolo. Le azioni da prendere secondo l’Asaps
sono di due tipi". Quali sono le più urgenti? "Controlli e ancora
controlli. Prendiamo esempio dagli inglesi che in pochi anni hanno dimezzato
la mortalità sulle strade. Come? Con provvedimenti drastici e con le tecnologie:
telecamere, autovelox, etilometri, accertamenti remoti. E poi con gli
uomini: una paletta è sempre un bel deterrente. Crediamo che il comitato
provinciale per la sicurezza debba intervenire subito". Ma non sarà
possibile mettere una pattuglia ogni 500 metri. "Infatti i dati ci
indicano che la Bidentina è inadeguata al traffico, sia come quantità
sia come qualità, pensiamo ai mezzi pesanti. Quindi dovrà essere riammodernata".
L’educazione stradale può contare qualcosa? "Certo. L’Asaps è disponibile
a fare incontri nelle vallate sul tema della sicurezza. Occorre prendere
coscienza fino in fondo del problema".
|