(ASAPS), 02 Novembre 2006 – Gli stranieri ci snobbano, ma
come fare a dare loro torto? Insomma, il rapporto dell’ETSC (l’European
Transport Safety Council), parla chiaro: dal 2001 la diminuzione c’è stata, ma
pochi, pochissimi arriveranno a rispettare i parametri imposti dall’UE.
Comunque, l’Italia è snobbata: se ne parla, certo, ma come al solito ci
facciamo riconoscere: tra i 25 paesi osservati dall’ETSC, noi siamo gli unici a
non aver disponibili i dati del 2005. Ma cosa c’è che non funziona in questo
paese? Come facciamo a parlare di sicurezza stradale, se nemmeno noi sappiamo quanti
sono i nostri morti ed in che misura sono state incisive le contromisure
adottate? Ci rendiamo conto che abbiamo il polso della situazione all’anno in
cui è entrata in vigore la patente a punti? Abbiamo sentito mille volte le ragioni dell’Istat, ma come
mai Cipro e
Lituania ci battono anche in questo? Sfoghi a parte, il quadro europeo è molto bel delineato.
Una sola premessa: i dati che seguono non riguardano la sinistrosità
complessiva, ma semplicemente la diminuzione della mortalità a partire dal
2001. La Francia è la più virtuosa, avendo totalizzato
una diminuzione maggiore della sinistrosità ed attestandosi al -34,8%. Questo, nonostante l’ETSC parli
di 5.318 vittime sulle strade francesi nel 2005, quando il governo ha spiegato
più volte di essere riuscito a scendere al di sotto delle 5.000 vittime. In
ogni caso, il successo della Francia è a dir poco clamoroso, visto che il
secondo posto del Belgio vede un
decremento imposto del 26,7% (1.089
morti). L’Outsider è il Portogallo,
fino a pochi anni fa la vera maglia nera d’Europa insieme alla Grecia: oggi è
al terzo posto in termini di miglioramento, con il 25,4% dei morti in meno (1.247 nel 2005). Al quarto posto la Svizzera
(-24,8% e 409 vittime), al quinto i
Paesi Bassi (-24,5% e 750 vittime) ed al sesto la Svezia (-24,5% e 440 vittime). La Germania
è settima, (-23,2% e 5.361 morti),
precedendo di una piazza l’Austria ( -19,8% e 768 morti), ed a seguire Spagna (-19,5% con 4.442 vittime), la Norvegia
( -18,5% e 224 vittime) ed infine la Grecia (
-14,2% con 1.614 morti). Ci fa rabbia, ma dell’Italia non possiamo parlare.
Sappiamo che è al decimo posto in termini di mortalità, ma partecipa con i
numeri del 2004. Per un paese del G8, lo ripetiamo, è una vergogna. [G.B e Lo.Bo] (ASAPS)
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