Il tema della rabbia e
dell’aggressività stradale ha ricevuto sempre maggiore attenzione negli scorsi
anni negli Stati Uniti. La rabbia stradale, un fenomeno che comprende
anche attacchi fisici che possono causare gravi lesioni se non addirittura la
morte (ad esempio, provocando lo sbandamento di un altro veicolo o ingaggiando
una vera e propria lite stradale), è aumentata negli Stati Uniti di circa il 7%
all’anno dal 1990 in poi (American Automobile Association, 1997). Sempre negli
U.S.A., alcuni enti sanitari pubblici hanno stimato che le lesioni subite sulla
strada (ad esempio, a seguito di comportamenti a rischio come la guida veloce o
il cambiamento repentino di corsia) coprono una percentuale che va dal 33 al
66% (Martinez, 1997) del totale delle lesioni denunciate. Inoltre, i conducenti
rimasti coinvolti in diverbi con altri guidatori, mostrano un trascorso di un
maggior numero di incidenti e di violazioni stradali (Hemenway e Solnick,
1993), mentre i guidatori emersi da alcuni studi come aggressivi mostrano una
maggiore incidenza di episodi di rabbia esplosiva o di altre psicopatologie
significative. Per ogni episodio di reale aggressione, ci sono migliaia, se non
decine di migliaia, di episodi in cui il comportamento dei guidatori può
mettere in pericolo loro stessi o gli altri conducenti, e che fortunatamente si
manifestano in contesti inadeguati allo scatenarsi di un episodio di
aggressività stradale. Alla base di ogni esperienza aggressiva del guidatore
c’è comunque un alto livello di attivazione emotiva e fisiologica. A seguito di
alcune ricerche di Deffenbacher (1996) e collaboratori è stato sviluppato uno
strumento di misura per rilevare i tratti aggressivi dei conducenti, intesi nel
complesso come propensione a divenire aggressivi in condizioni di guida.
Comparando i conducenti “a basso rischio” di aggressività con quelli “ad alto
rischio”, è emerso che questi ultimi tendono ad arrabbiarsi dalle 2.5 alle 3
volte in più rispetto ai primi e che dunque esperiscono rabbia intensa più
frequentemente, se provocati. Allo stesso modo, i conducenti “ad alto rischio”
sono più frequentemente protagonisti di episodi aggressivi (come ad esempio
urlare o gesticolare verso gli altri guidatori) o rischiosi (come ad esempio
una guida noncurante), in misura che va da 3.5 a 4.0 volte in più per i
comportamenti aggressivi e da 1.5 a 2.0 volte in più per quelli rischiosi,
rispetto ai conducenti a “basso rischio”. Alcuni studi condotti in Gran
Bretagna hanno mostrato che la rabbia alla guida correla positivamente con la
propensione a commettere violazioni stradali in generale e, nello specifico,
violazioni che riguardano comportamenti aggressivi e non aggressivi (Lajunen, Parker,
e Stradling, 1998). In altre parole, le caratteristiche personali
predispongono, quando si è al volante, alla manifestazione di una rabbia più
frequente ed intensa e ad un comportamento più aggressivo e ad alto rischio. Di
conseguenza, pertanto, a risultati di guida peggiori. Il livello di rabbia,
comunque, non è l’unica variabile fondamentale per comprendere le conseguenze
negative e la relazione con altri importanti comportamenti, come l’aggressività
ed il comportamento a rischio. Può infatti risultare importante anche come le
persone riescano ad esprimere o a gestire la rabbia. Ad esempio, due persone
possono essere ugualmente arrabbiate a causa della stessa ragione, ma possono
esprimere la rabbia in modo diverso. Il primo può urlare ed offendere gli altri
guidatori, gesticolando in modo minaccioso, tallonando le altre auto ed
ingaggiando con queste una sorta di sfida, che può portare con buone
probabilità la fuoriuscita di strada di entrambe le auto. Il secondo, invece,
può borbottare qualcosa tra sé e continuare a guidare in condizioni di
sicurezza, senza conseguenze negative, risparmiando denaro e stress. Così, le
forme di espressione della rabbia, come la sua intensità, possono giocare un
ruolo importante sulla salute e sul benessere del guidatore, nonché sulla
sicurezza di guida per sé stesso, per i propri passeggeri e per l’intero
sistema traffico. Quello della guida è un ambiente particolare e le modalità
con le quali l’individuo vi si esprime al suo interno non riflettono altro che
i modi con cui la rabbia è espressa in altri ambienti.
*Dottore in Psicologia,
operatore di Polizia Stradale
Riferimenti bibliografici
American Automobile Association
(1997). Aggressive driving: Three studies. Washington, D. C.: American Automobile Association
Foundation for Traffic Safety Deffenbacher, J. L., Oetting, E. R., Thwaites, G.
A., Lynch, R. S., Baker, D. A., Stark, P. S., Thacker, S., & Eiswerth-Cox,
L. (1996). State-trait anger theory and the utility of the Trait Anger Scale. Journal
of Counseling Psychology, 43, 131-148. Hemenway, D., & Solnick,
S. (1993). Fuzzy dice, dream cars and indecent gestures: Correlates of driving
behaviour? Accident Analysis and Prevention, 25, 161-170.
Lajunen, T., Parker, D., & Stradling, S. G. (1998). Dimensions of driver
anger, aggressive and highway code violations and their mediation by safety
orientation in UK drivers. Transportation Research, Part F 1,
107-121. Martinez, R. (1997, July). Statement of the Honorable Recardo
Martinez, M. D., of the National Highway Traffic Safety Administration.
Sub-committee on Surface Transportation, Committee on Transportation and
Infrastructure, U. S. House of Representatives, Washington, D. C.
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