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Quattro operai uccisi da un autista ubriaco

L’impatto sull’autostrada tra Teano e Capua
Il camionista accusato di omicidio colposo

 

Caianello-Due erano ancora vivi. Hanno guardato fisso negli occhi i loro soccorritori, un attimo durato un’eternità e che sarebbe stato l’ultimo della loro vita. Ma le grida, le richieste di aiuto urlate tra le lacrime, nel tentativo di uscire da quella prigione di fumo e lamiere, si sono disperse nel crepitio delle fiamme che tutto hanno avvolto riducendolo in cenere. Dalla targa annerita, piegata, fusa in parte dal fuoco, gli agenti della sottosezione di Caserta Nord della polstrada, guidati dal comandante Rocco Fasci, sono riusciti a risalire alla ditta proprietaria del furgone Peugeot 307 sul quale viaggiavano i quattro operai morti carbonizzati venerdì notte sull’A1, carreggiata Sud, all’altezza di Teano. E poi, dopo aver rintracciato i genitori di una delle vittime, sono riusciti a identificare anche gli altri. Luigi Riccio, 28 anni di Calvizzano, Salvatore Filogamo, 29 anni, e Pasquale Onofrio, 39, di Napoli, e Giovanni D’Angelo, il più giovane, 23 anni di Frattamaggiore, lavoravano al Nord e stavano tornando a casa tutti insieme, su un mezzo della Pa.Fi. Beton, piccola società cooperativa di Casoria. Erano circa le 22.30 quando la betoniera della ditta Capasso di Marigliano, guidata da Aniello Lamarca, 39 anni, di Ottaviano, ha incominciato a sbandare. L’uomo aveva bevuto, come rilevato dal test al quale è stato successivamente sottoposto dalle forze dell’ordine: il tasso alcolico nel suo sangue era di 0.85 (0.50 il parametro da non superare secondo la legge). In base alle ricostruzioni della polizia stradale, l’autoarticolato dalla prima corsia è passato di colpo a quella centrale, per poi stringere contro il guard rail di cemento il furgone con dentro gli operai, che sopraggiungeva sulla corsia di sorpasso. Terribile l’impatto, impossibile sfuggire a quella morsa: due ragazzi verosimilmente sono morti sul colpo. Gli altri due, mentre invocavano aiuto, sono stati sopraffatti dalle fiamme sviluppatesi dal motore a gas del veicolo. Concitate le fasi del soccorso: i primi agenti ad accorrere sul posto hanno tentato di domare il rogo con la schiuma degli estintori, ma non ci sono riusciti. E quando, poco dopo, sono sopraggiunti i vigili del fuoco con gli idranti era ormai troppo tardi. Dell’autocarro non è rimasto altro che lo scheletro. Coinvolta nello scontro, ma in maniera del tutto marginale, anche la vettura di A.S., 27 anni, di Sacile in provincia di Pordenone, rimasto illeso. Il conducente della betoniera, Aniello Lamarca, è stato denunciato per omicidio colposo quale conseguenza di altro reato, vale a dire guida in stato di ebbrezza.
TIZIANA DI MONACO


© asaps.it


Da “Il Mattino” del 5 novembre 2006
Lunedì, 06 Novembre 2006
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