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Pirateria 11/05/2005

Milano - Sentenza d’appello durissima per il pirata che travolse un bambino, Uccidendolo, per fuggire ai Carabinieri: 18 anni di carcere. Il PM ne aveva chiesti 30.

 

Milano, sentenza d’appello durissima per il pirata che travolse un bambino, Uccidendolo, per fuggire ai Carabinieri: 18 anni di carcere. Il PM ne aveva chiesti 30.

(ASAPS) MILANO – Gli italiani la ricorderanno come l’estate più calda. Un mese di agosto terribile, torrido fino all’insopportabile, costellato – tra le altre cose – da una serie di episodi terribili sulla strada. In quelle giornate torride, però, a Milano si consumò un episodio che sconvolse l’Italia: il 18 agosto 2003, un bandito in fuga, Adbelh El Aoufir, 28 anni,  decise di imboccare la tangenziale contromano. Lo fece a velocità elevatissima, con la Fiat Croma rubata che aveva le Gazzelle alle calcagna: l’impatto con un’auto che procedeva nella giusta direzione fu inevitabile e di una devastazione unica. A bordo c’era il piccolo Niccolò Repossi, 6 anni, ed i suoi zii. Il bambino morì dopo alcune ore, al Niguarda, e la famiglia acconsentì – lo ricorderete – al trapianto degli organi. Gli zii furono ricoverati in gravi condizioni, ma riuscirono fortunatamente a farcela. El Aoufir venne salvato da sicura morte dagli stessi carabinieri, dopo che l’auto rubata andò a fuoco. Ieri, il marocchino, è stato condannato a 18 anni di reclusione, aumentando così di 2 anni la pena già inflittagli in primo grado per omicidio volontario. Il giudice ha accolto anche in questo caso, la tesi dell’accusa, che aveva contestato al nordafricano l’accusa di omicidio volontario, richiamandosi al principio del dolo eventuale: imboccando la superstrada contromano, l’imputato, aveva previsto ed accettato il rischio di poter uccidere qualcuno, pur di fuggire alla cattura. L’accusa, di anni, ne aveva chiesti però 30, contestando al giovane nordafricano anche l’accuse di tentato omicidio degli zii. (ASAPS).


Mercoledì, 11 Maggio 2005
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