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Rassegna stampa Alcol e guida del 9 novembre 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

L’ADIGE

La bozza - già discussa a Rovereto - è stata approvata. Alla fine arriverà in Provincia

«Sindaci, siate contro l’alcol»

Documento del Coordinamento Alta Valsugana

di ALBERTO PICCIONI PERGINE - «L’alcol può danneggiare la tua salute, la tua famiglia, la tua comunità»: leggeremo questa etichetta sulle bottiglie di vino, birra o superalcolici, così come succede per gli avvisi stampati sui pacchetti di sigarette? È una proposta tra le tante, a tutela della salute pubblica contenuta in un documento scientifico che chiama in causa i sindaci del Trentino come autorità sanitarie, approvato martedì sera dal Coordinamento alcol e guida della Alta Valsugana. Il coordinamento, composto dal Comprensorio C4, i Comuni di Pergine Valsugana, Levico, Baselga di Pinè, dal Centro di alcologia di Pergine, da alcuni istituti scolastici, parrocchie e scuole guide, ha fatto propria una proposta partita dal Coordinamento Alcol e guida di Rovereto e della Vallagarina. Sta girando, nei vari coordinamenti del Trentino, una bozza di documento da sottoporre alla Giunta provinciale che poi dovrebbe farsene carico di fronte al Ministero della sanità nazionale. La premessa sono i primi tre punti della Carta europea sull’alcol dell’Organizzazione mondiale della sanità. In sintesi: tutte le persone hanno diritto ad una protezione dai danni dell’alcol, in particolare bambini e adolescenti, a non subire violenze ed altri abusi legati all’uso di alcolici e ad essere protetti da spinte promozionali in favore dell’uso di alcol. Dai 30.000 ai 40.000 sono i morti in Italia ogni anno per cause legate all’alcol. In Europa ogni anno muoiono 55.000 persone al di sotto dei 29 anni. L’alcol è la prima causa di morte tra i giovani. Situazione drammatica dunque. Il documento dei coordinamenti chiede: una etichetta sulle bottiglie che avvisi dei danni degli alcolici; il divieto della somministrazione gratuita e sottoprezzo degli alcolici in locali pubblici in occasione di feste; l’aumento della tassazione sui prodotti alcolici; l’obbligo di programmi informativi per persone fermate per guida in stato di ebbrezza ed un più massiccio uso dell’etilometro (nel 2004 in Francia sono stati eseguiti 8 milioni controlli con l’etilometro, in Italia nello stesso periodo solo 150.000). Infine nel documento si chiede un maggiore coinvolgimento dei sindaci trentini in quanto competenti e responsabili della salute della comunità. In particolare i primi cittadini sono invitati a porre attenzione alla denominazione di certe feste (feste della birra o del vino), a sensibilizzare gli esercenti, a promuovere situazioni e feste «alcol free» e molto altro.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BASILICATA)

Laura Miseo, originaria di Tricarico, è famosa in Gran Bretagna per i suoi sistemi di prevenzione dei reati 

La sentinella dei pub inglesi

Una lucana la donna che ha domato i crimini legati all’alcol

MATERA In Gran Bretagna è famosa per aver sviluppato una «buona pratica» che consente di far fronte con successo al devastante fenomeno degli incidenti e dei crimini scatenati dell’assunzione di alcol. Il suo sistema sta contribuendo ad eliminare non pochi grattacapi per le notti movimentate degli inglesi. Laura Miseo, 28 anni, lucana di origini tricaricesi (il padre Nino è un affermato manager del settore turistico) lavora per la Polizia della città di Bolton e sta ricevendo l’attenzione di giornali e televisioni inglesi per gli incredibili risultati ottenuti col suo «Progetto alcol», che ha consentito in breve tempo di ridurre di quasi il 30 per cento i reati commessi nell’ambito di quella che nel Regno Unito si chiama «economia serale», con riferimento cioè a tutto ciò che ruota attorno all’attività di negozi e locali notturni. La ricetta di Laura che tanto sta impressionando le autorità inglesi, ha come fulcro un controllo all’origine del fenomeno del crimine collegato all’alcol. «I titolari di licenze per la vendita di bevande - spiega Laura - aderendo ai consigli del nostro Town Centre Management di Bolton, pagano una tassa che consente di dotare i cosiddetti "ambasciatori notturni" della Compagnia di sicurezza (una sorta di postazioni e di riferimenti per il controllo notturno, soprattutto davanti a discoteche, pub, night e rivendite di liquori) di apparecchi radio collegati direttamente alle squadre di Polizia, di vigilanza privata e ai volontari, in modo da segnalare in tempo reale quei clienti che hanno bevuto oltre i limiti e che sono quindi potenzialmente pericolosi per sè stessi e per gli altri. Chi alza il gomito, ma anche chi dà segni di turbamento per aver assunto sostanze stupefacenti, viene in questo modo segnalato dalle squadre di supervisori e bloccato immediatamente all’uscita dei locali, prima che possa creare problemi, dagli agenti di Polizia». Laura sottolinea che «gli interventi coinvolgono direttamente i titolari degli esercizi pubblici che, in sinergia totale con le forze dell’ordine e i volontari che operano di notte nelle città, contribuiscono a frenare sul nascere incidenti e crimini vari che in Gran Bretagna sono un vero e proprio flagello». I meriti di Laura sono anche quelli di aver creato una normativa ad hoc, assunta dalle autorità locali, che da alcuni mesi disciplina il settore dell’«economia serale». E una sua guida pratica, realizzata sull’esperienza degli interventi effettuati con successo a Bolton, è oramai un punto di riferimento per gli esercenti di diverse città inglesi, che fornisce informazioni sulla nuova legislazione e dà la possibilità di capire come poter essere assistiti per quanto riguarda l’assistenza sul fronte della sicurezza. Laura Miseo ha già avuto l’onore di essere invitata in Parlamento ad illustrare ai gruppi della Camera dei Comuni il suo sistema di prevenzione dei crimini, mentre il sindaco di Londra, Ken Livingstone, ha prodotto un documento sulla gestione dell’economia serale in cui si sancisce che quella di Miseo è «una buona pratica» da diffondere e prendere come modello. Chiediamo a Laura se si sente un po’ la sentinella delle notti inglesi. «Il mio sforzo e quello di tutti coloro che hanno un ruolo in questo piano - dice - è di dare un chiaro messaggio a tutti quelli del popolo della notte. Il loro atteggiamento negativo non può essere tollerato. I risultati sinora ci danno ragione e premiano naturalmente tutti i commercianti che aderiscono a questa forma di prevenzione del crimine».

Emilio Salierno


BRESCIA OGGI

La proposta

Discoteche «Chiudiamole più presto»

Caro direttore, troppi giovani muoiono sulle strade, le cause sono sempre le stesse, alcool, droga, alta velocità ed anche il colpo di sonno causato sia dai liquidi ingeriti, sia dall’orario dell’uscita dalle discoteche. Ai miei tempi si andava a ballare alle ore 21 e si usciva alle 24. Ci divertivamo ugualmente, anzi, molto di più di questi giovani che non sanno mai come fare per passare il loro tempo per arrivare alle 24, ora in cui le discoteche aprono. Molti miei alunni si lamentano di questi orari. Non è tempo che si torni ad un orario normale? Avremmo sicuramente meno vittime sulle nostre strade che sono attualmente a un numero molto elevato: 6.500 all’anno, più 500.000 invalidi. Il ministro della Salute dovrebbe intervenire, anche perché costano parecchio questi feriti, sia alle famiglie che alle Asl. I nostri giovani iniziano a bere dopo cena sino alle 24. Non è troppo? Abbiamo giovani già alcolizzati in giovane età, molti anche minorenni. All’estero questo non succede. Noi abbiamo più morti sulle strade che in guerra. Le sembra giusto? Gentile signor ministro della Sanità, signor ministro dei Trasporti, volete fare qualcosa per porre termine a tutti questi «trasportati» sui «carri funebri» o dobbiamo far ingrossare il cassetto dei baristi che non vogliono questo cambiamento di orario a favore della mancanza dei nostri cari? Forse questi baristi, queste persone che vogliono ingrossare il loro portafoglio, non hanno dei figli? Provino a pensare per un solo secondo di sentire un cellulare che suona e una voce che dice: «Scusi signor... siamo spiacenti, ma le comunichiamo che suo figlio si trova nella camera mortuaria è morto in un incidente stradale causato da altri, per alcool o alta velocità o colpo di sonno». Segue la solita domanda: «A che ora è stato il decesso?». La risposta è sempre la stessa: «4 - 5- 6». Gli orari sono sempre gli stessi. Troppo tardi! La proposta della nostra associazione è quella di modificare gli orari, apertura alle 21 e chiusura alle 1. Come quando eravamo giovani noi! Li vedo io i giovani al rientro dalle discoteche con la testa sul banco di scuola che dormono. Li vedo prima di entrare nelle discoteche che mi salutano. «Salve profe» - «Salve ragazzi, cosa fate?» - «Mah, non lo sappiamo, andiamo avanti e indietro, poi a bere qua, poi là, in attesa, aspettiamo le 24»! E alla domanda: «Perché non entrate prima?» - «Perché ci prendono in giro». Dove ballano il liscio entrano tutti alle 21 ed escono all’una. Ci sono moltissimi giovani, allora perché le discoteche no!? Gentile ministro della Sanità, signor ministro dei Trasporti, signor Presidente della Repubblica italiana, ai nostri tempi non ci prendeva in giro nessuno, vero?

Denis Annovazi Coordinatrice per la Lombardia Associazione Familiari e Vittime della Strada Solferino (Mn)


LA PROVINCIA DI SONDRIO

Il primo cittadino di Berbenno «Il problema dell’abuso c’è ed è serio, ma non bastano i controlli per risolverlo»

BERBENNO (f.b.) «Che il problema dell’abuso di alcol esista è un dato di fatto, purtroppo, ma non bastano i controlli e nemmeno le multe a risolverlo. Ciascuno deve fare la propria parte». L’appello arriva dal sindaco di Berbenno Zino Battaglia, dopo le segnalazioni inoltrate ai vigili urbani di Sondrio da parte di alcune mamme del paese, preoccupate perché in alcuni locali pubblici venivano servite bevande alcoliche a ragazzi minorenni. I controlli degli agenti - effettuati a Sondrio e negli altri Comuni che hanno aderito alla convenzione per la gestione associata della polizia municipale - non hanno portato grossi risultati, ma la questione ha suscitato non poche discussioni. D’altra parte, come spiega il sindaco, già da tempo le forze dell’ordine prestano attenzione al problema: «E’ bene che i vigili urbani abbiano fatto dei controlli specifici - sottolinea il sindaco -, anche i carabinieri della stazione di Berbenno hanno sempre tenuto d’occhio la situazione, in via preventiva. Purtroppo però il problema del consumo di alcol da parte dei giovanissimi, che esiste in tutta la provincia e in passato spesso è stato anche sottovalutato, non si può risolvere con questo sistema». La vigilanza delle autorità non basta, dice in pratica il sindaco, se non viene affiancata da un’attenzione particolare da parte di tutti i soggetti coinvolti - a diverso titolo - nella vita quotidiana dei ragazzi. «La scuola svolge la propria azione educativa - sottolinea Battaglia -, gli enti locali sono impegnati su questo fronte, il nostro Comune ad esempio sta lavorando ad un progetto specifico proprio su questo tema, e anche le famiglie devono prestare attenzione, altrimenti non si risolve nulla».


LA PROVINCIA DI SONDRIO

«Puntare il dito contro i baristi è sbagliato» Alcolici nei bar anche ai clienti minorenni, la parola al presidente dei pubblici esercizi

Spesso quando un locale è gremito di avventori non è facile (ma non impossibile) per chi somministra alcolici capire se tra questi vi sono minorenni

Ben vengano i controlli e la collaborazione con le forze dell’ordine, ma forse è il problema è più ampio. Riusciranno i giovani ad imparare a divertirsi senza oltrepassare il limite, senza per forza i ubriacarsi? E’ l’interrogativo che si pone Amanzio Dossi, decano dei barman sondriesi e presidente dei pubblici esercizi. Categoria inevitabilmente chiamata in causa in questa querelle, categoria difesa a spada tratta da Dossi: «Credo di poter dire che in questi anni io e i miei colleghi siamo sempre stati sensibili a questo problema e abbiamo dimostrato senso di responsabilità. L’esito dei controlli, come hanno affermato le stesse forze dell’ordine, è stato fin qui praticamente senza esito, segno che l’atteggiamento dei baristi è quello giusto: niente alcol ai minorenni». Non sempre però, mettendosi nei panni di chi sta dietro il bancone, deve essere facile controllare l’età del cliente: ordinazioni fiume di un gruppo di amici, caos nel locale, gente che entra e che esce a fumare con la birra in mano…«Certo è più facile controllare il cliente al bancone, ma uno sguardo intorno per capire l’età di un avventore che entra nel bar non manca mai - osserva Dossi - Magari in un locale di grandi dimensioni, o caotico come una discoteca, può essere più difficile, però ribadisco l’impegno della nostra categoria nel non somministrare alcolici agli under 18». Secondo molti gli eccessi dei nostri ragazzi sono legati alla cultura del bere, che in un territorio come quello valtellinese (o in Trentino, per esempio) ha implicazioni storiche ed economiche. E il papà o il nonno che si beve il bianchino o il caffè corretto di primo mattino non è un grande esempio per il figlio o nipote. «Non credo tanto a questo concetto di una “cultura del bere” tutta valtellinese. Non è che qui beviamo più degli altri: poco tempo fa ero a Roma a Campo dei Fiori e le garantisco che moltissimi ragazzi erano piuttosto ubriachi… anche senza grappini o vini valtellinesi. Il problema è un altro, inutile negarlo: ormai per i giovani divertirsi significa ubriacarsi, esagerare. Forse bisognerebbe far loro capire che si può passare una bella serata anche senza bere alcol». Inevitabile poi il riferimento alle conseguenze degli eccessi, soprattutto se ci si mette alla guida di auto e motorini: «Purtroppo poi, e vale sia per i maggiorenni che per i minorenni, basta poco per rovinare tutto, e le tragedie sulle nostre strade sono all’ordine del giorno. Da questo punto di vista ben vengano i controlli della polizia, o iniziative come il “discobus” da e per i locali. Se uno proprio vuole esagerare almeno a casa ci arriva… e non combina guai». Nicola Locatelli


LA PROVINCIA DI SONDRIO

L’intervista bianca bianchini sindaco «Serve l’intervento delle famiglie»

Bianca Bianchini

Le famiglie, le mamme in particolare, chiedono più controlli e attenzione in tema di uso e abuso di alcol da parte dei minorenni e il Comune, il sindaco che è anche assessore ai servizi sociali, dal canto suo richiama le famiglie ad offrire un esempio costruttivo. «I controlli e le campagne di sensibilizzazione sono utilissimi - dice Bianca Bianchini - e continueranno, ma per affrontare questo fenomeno così preoccupante e serio è necessario partire dai nuclei familiari, per poi allargare lo sguardo alle scuole e a tutta la comunità, così da creare una rete di attenzione e cura intorno ai nostri ragazzi». Alcune mamme puntano il dito contro la struttura del policampus, bar nel quale, dicono, non dovrebbero essere somministrate bevande alcoliche. Non ho alcuna segnalazione recente di problemi particolari al policampus. C’è sempre stato un contatto molto stretto tra i servizi sociali del Comune, l’assessore alle politiche giovanili Diego Scarì e i gestori della struttura per monitorare la situazione. E devo dire che i gestori sono sempre stati molto attenti e collaborativi. Capisco che non si possa avere un controllo al 100%, ma mi sembra di poter dire che lì grossi problemi non ce ne sono. Il fenomeno però esiste e sembra anche in crescita. Cosa si può fare per arginarlo, che cosa è stato fatto? Da tempo stiamo lavorando insieme alle altre istituzioni attraverso campagne di sensibilizzazione mirate per far capire ai ragazzi che bere fa male alla salute e che facendolo posso incorrere anche in sanzioni. Però ripeto, oltre a queste campagne sempre molto forti è necessario che il primo luogo di sensibilizzazione siano le famiglie, che siano i genitori a dare l’esempio ai figli. C’è anche da dire che se è vero che il fenomeno c’è ed assume proporzioni più che preoccupanti è altrettanto vero che non riguarda tutti i giovani. Questa è una cosa importante da sottolineare perché da tutti gli studi fatte, dalle campagne, dall’esperienza emerge chiaramente che è sbagliato fare di tutta l’erba un fascio. Penso ai numerosi giovani che si avvicinano ai vini, ai nostri vini, e che lo fanno apprezzando la degustazione, che significa qualità e non quantità. Questo è un buon segnale, indica una cultura diversa. Immagino che però non significhi che come Comune abbasserete la guardia... Assolutamente no. Continueremo con i controlli mirati dei nostri vigili, con i servizi che sono già stati messi in campo, consci però che se la repressione è utile non può essere l’unica via. Monica Bortolotti


LA PROVINCIA DI SONDRIO

Colazione con Martini e l’olivetta Pierluigi Comerio

Sarebbe ipocrita far finta di non sapere o, peggio, di non vedere. L’allarme lanciato da un gruppo di mamme preoccupate per l’abuso di alcol tra i loro figli ha una radice profonda e richiede la massima attenzione da parte di tutti. Non è un segreto che i ragazzi - minorenni, per giunta - vivano la loro età adolescenziale talvolta con eccessi ben più che pericolosi. E le mamme - soprattutto le mamme - queste cose le percepiscono al volo. Non c’è bisogno di seguire i figli, pedinarli, sorprenderli per avere certe conferme. Le mamme lo sanno ed è per questo che si sono rivolte alle istituzioni per ottenere da loro quell’appoggio e quella collaborazione assolutamente indispensabili. E questa volta hanno messo il dito nella piaga: quella del consumo di alcolici fra i ragazzi. Intendiamoci. Non è un problema circoscritto alla nostra città o alla nostra provincia: verrebbe da dire che tutto il mondo è paese perché Sondrio, da questo punto di vista, non è diversa da New York e la Valtellina non è peggio della Westfalia. Ma ciò non significa che si debba far finta di niente quando per colazione al posto del caffellatte i ragazzi preferiscono il Martini bianco. O, addirittura, incoraggiare questa abitudine. Sicuramente è indispensabile l’intervento e la sinergia fra i vari attori: la famiglia per prima, gli esercenti di bar subito dopo, le forze dell’ordine in terza istanza, gli stessi ragazzi in ultima battuta. Occorre che tutti prendano coscienza del problema e ciascuno per la sua parte faccia quello che è necessario per impedire il dilagare di questa pessima abitudine che sta diventando una piaga vera e propria. La famiglia ha un ruolo fondamentale in questo senso. Nell’opera di educazione, di convincimento, di sensibilizzazione, di recupero dei valori morali. Ma evidentemente non può bastare da sola perché se è vero che una volta fuori di casa i ragazzi si comportano come vogliono, è altrettanto vero che non si può pedinarli per sperare di sorprenderli in atteggiamenti non consoni all’educazione insegnata. E allora entrano in scena prepotentemente i gestori di bar. Ed è a loro, in particolare, che l’appello si rivolge visto che poi, di fatto, la bottiglia passa dalle loro mani a quelle dei minori. Qualche tempo fa abbiamo scritto di un ragazzo che - potevano essere le 10 della mattina - mentre la gran parte dei clienti consumava un caffè, si è scolato in un sorso un bel bianchino. Lui l’ha bevuto, certo. Ma qualcuno dietro al banco glielo ha dato. E chi deve fare i controlli li faccia. Una divisa, a volte, è un deterrente straordinario, così come una multa salata aiuta a impedire che la solfa si ripeta. Infine loro, i ragazzi, che fanno colazione con il Martini. Si bruciano il cervello e non se ne rendono conto. Ma proprio perché non lo capiscono è urgente che qualcuno glielo spieghi. Il Martini e l’olivetta vanno bene a un certo punto della vita e in determinati momenti, non quando magari mancano pochi minuti a entrare in classe. Tutti insieme, però. E mai come in questo momento storico urge davvero correre ai ripari. Esattamente come hanno detto le mamme.


BRESCIA OGGI

LONATO

Gli alcolisti parlano di depressione

L’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Lonato, insieme con l’Associazione gardesana club alcolisti in trattamento, organizzano per oggi, alle ore 20.30, nella sala consiliare una serata di sensibilizzazione sul tema: «Alcol e depressione». Relatore il dottor Giuseppe Seggioli.

L’abuso di alcol è riconosciuto da tutti gli addetti nel campo sanitario, come causa di una serie di problemi medico-psichiatrici, sociali, economici e legali.

Il Club degli alcolisti in trattamento, denominato Cat, è costituito da un gruppo di famiglie con problemi alcol-correlati. Le famiglie del Club si incontrano per iniziare e poi consolidare il cambiamento del proprio stile di vita e per smettere di bere. Un modo per condividere il disagio e cercare di uscirne.

L’Acat gardesana festeggerà il 20° anniversario di costituzione con una «Giornata della vita» il 3 dicembre a Salò.

r.d.


F.Cap.

IL GAZZETTINO (BELLUNO)

AGORDO

Rapporto con l’alcol, primo appuntamento

Domani primo dei due appuntamenti con "Un elefante non è una rosa", ovvero serate di scambio tra relatore e partecipanti con la finalità di promuovere un cambiamento culturale in favore di una scelta informata rispetto al rapporto con l’alcool. Prima riunione domani alle 20.30 presso la sala consiliare di Agordo, il secondo tra una settimana nella stessa sede.


ASAPS

Alcol e guida: gli effetti di un binomio...a volte mortale

Si sa, gli eccessi fanno male. Soprattutto se si parla di alcol sommato ad altri fattori come la guida o l’uso di farmaci. Abusare di alcolici, infatti, non solo è dannoso per l’organismo. Se “mal abbinati” infatti possono anche costare la vita. Ne è un esempio la guida in stato di ebbrezza che, insieme all’alta velocità (è di pochi giorni fa la notizia di cinque giovani vite spezzate sulle strade del novarese, molte volte le due cose ‘viaggiano’ a braccetto), rappresenta la principale causa di incidenti stradali. Anche la Finanziaria 2007 ha preso in esame il problema, ad oggi si potrebbe definire una vera piaga sociale, con due misure restrittive: il divieto di vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni e nelle stazioni di servizio lungo le autostrade 24h su 24; per quest’ultime vige anche il veto sulla somministrazione. Ma quali sono esattamente le conseguenze del binomio alcol e guida? Prime cose da ricordare sono: l’ebbrezza abbassa il livello di attenzione, il campo visivo diminuisce e i riflessi sono rallentati. Naturalmente gli effetti possono variare da soggetto a soggetto, questo dipende dalla velocità di metabolizzazione. Ad esempio un uomo sano, sui 75 kg riesce a metabolizzare 7,5 grammi di alcol, circa un bicchiere di vino, in un’ora. Questo però non significa che se continuerà a bere la velocità rimarrà la stessa. Infatti, si tratta di un meccanismo che rallenta, al secondo bicchiere il tempo di metabolizzazione aumenta, quindi gli effetti dell’ebbrezza si avvertiranno per più tempo.

Le quantità e gli effetti
Con 0,2 grammi di alcol nel sangue (alcolemia) il 20% delle persone ha riflessi rallentati;
con 0,3 inizia a mancare il senso della profondità (si misurano quindi meno le distanze);
con 0,4 danno fastidio i cambiamenti di luce;
con 0,5, dal 25 al 70% dei soggetti, ha difficoltà di vario tipo.
Tutti questi disturbi sono difficilmente percepibili da chi si mette al volante. E proprio questa non reale percezione delle situazioni porta a sopravvalutare le proprie possibilità. Un errore che può costare caro. Per porre fine alle numerose stragi causate dall’abuso di alcol, in tutto il mondo sono in vigore leggi restrittive che mirano a reprimere il fenomeno. Nel nostro paese non si può guidare se il tasso di alcol nel sangue o nel respiro supera gli 0,5 grammi. In altri paesi i limiti sono molto più bassi. Ne sono un esempio alcuni paesi scandinavi dove il tasso consentito è 0 grammi.
Altro mix micidiale è quello tra alcol e farmaci. Il primo, infatti, può potenziare gli effetti tossici di alcuni farmaci, ridurne gli effetti farmacologici o aumentarne le reazioni collaterali avverse.
Va da sé che non bisogna mai mettersi alla guida dopo un cocktail composto da questi ingredienti.


LA SICILIA

«Notevole aumento di assuntori di alcol»

Cresce di giorno in giorno l’allarme sul dilagare dell’alcolismo in città e nell’hinterland. Dalle parole del responsabile del Sert di via Imera, Renato Andriani, emerge un quadro assai inquietante, pensando soprattutto a un dato incontrovertibile.

Negli ultimi tempi, infatti, la nuova «clientela» che si rivolge al Sert è composta nella stragrande maggioranza da persone finite nel tunnel della dipendenza dall’alcol. Gente che magari, iniziando con una birra bevuta in compagnia di parenti o amici, ha saltato suo malgrado il fosso, diventando assuntore di specialità decisamente più pesanti e dannose per l’organismo.

Renato Andriani sottolinea come «tanto per citare un esempio negli ultimi 15 giorni su 5 persone giunte per la prima volta nella nostra struttura di assistenza, 4 avevano intenzione di programmare un piano di recupero e disintossicazione dall’alcolismo».

Il quinto di queste persone manifestava invece la volontà di tagliare i ponti con le sostanze stupefacenti.

«Il problema - ha evidenziato il medico agrigentino - è che l’abuso di liquori è sempre più manifesto tra i giovani e anche i giovanissimi. Segno che le famiglie e la scuola devono produrre sforzi maggiori per indurre le nuove generazioni a evitare certe patologie».

Andriani non manca inoltre di far emergere come «la funzione del Sert non è in origine quella di affrontare i casi di alcolismo, essendo nato come centro di trattamento e recupero dei tossicodipendenti e comunque di gente che assume sostanze illecite. Il problema è che l’alcol non è considerata sostanza illecita, quindi è alla portata di tutti. Quando tale sostanza finisce tra le mani di persone con problemi di vario genere ecco che il dramma dell’alcolismo si manifesta in tutta la propria gravità».

Al momento il Sert di via Imera ha in cura, per uscire da questo tunnel, una cinquantina di persone, in molti casi giovani. Oltre, ovviamente, alle persone che lottano ogni giorno la loro guerra per battere la dipendenza dalle droghe. Il tutto, in una struttura dove il numero carente di personale in servizio continua a creare non pochi disagi. A causa degli atavici ritardi della burocrazia regionale i medici abilitati a trattare casi specifici sono sempre due, uno dei quali è appunto Renato Andriani, coadiuvato da un collega che ogni giorno fa il pendolare tra Licata e Agrigento. Un’emergenza nell’emergenza dunque.

Francesco Di Mare


IL GAZZETTINO (PADOVA)

IN FIERA

Da oggi a sabato Exposcuola: incontri, dibattiti e concorsi

Apre Exposcuola, il salone dell’istruzione in scena da oggi a sabato nei padiglioni 5 e 11 di PadovaFiere. Un centinaio gli espositori partecipanti alla kermesse, giunta alla nona edizione e promossa da Ufficio scolastico regionale, Regione Veneto, Irre, Provincia e Comune di Padova, Camera di commercio: inaugurazione alle 9 con il concerto a cura del Laboratorio musicale di Padova, quindi premiazione del concorso "Scuola mobile di Polizia", presentazione della campagna di informazione e sensibilizzazione "Un mondo d’acqua - impegno per l’uso consapevole della risorsa" e di Start Cup Veneto, il concorso per il miglior business plan, dunque il meeting "Come cambia il lavoro, orientarsi in un mondo in continua evoluzione" e il workshop per docenti "Scuola veneta, scuola di qualità?"

Domani presentazione della "Carta europea del dialogo interreligioso" redatta da nove religioni. In scaletta molteplici spettacoli, laboratori, stages artistici. Presenti domani il sottosegretario del Ministero della Pubblica istruzione Letizia De Torre, Paola Maugeri di Mtv e Alex Zanardi che interverranno nel corso della mattinata. In particolare l’ex campione di Formula Uno premierà gli studenti delle terze medie, vincitori della gara di scrittura creativa Scegli di vivere pensata dal liceo linguistico Dante Alighieri. Il concorso ha consentito ai ragazzi di riflettere sulle conseguenze provocate dall’alcool e sulle ragioni che inducono al consumo di bevande in età sempre più giovane. Un dato allarmante emerso dai lavori degli studenti è la molla che porta al bere: per inadeguatezza, per depressione, per paura di non farcela.


IL GIORNALE DI VICENZA.IT

Scuola. Il mondo in classe in “Blog studentsmagazine”

È nato il giornale degli studenti fatto per incontrarsi e scontrarsi

Realizzato dai giovani vicentini è distribuito gratuitamente

di Anna Madron

Attualità, cinema, musica, giochi, world e culturissima. Sono solo alcune delle sezioni di “Blog studentsmagazine”, “primo e unico periodico pensato e scritto dagli studenti”, come si legge nell’editoriale curato dai giovani vicentini che collaborano alla testata, realizzata con il contributo della Consulta studentesca provinciale e distribuita gratuitamente in questi giorni in tutti gli istituti superiori: Da Schio, Rossi, Montagna, Canova, Farina, Fogazzaro, Fusinieri, Lampertico, Lioy, Pigafetta, Piovene, Quadri e Boscardin.

Sessanta pagine a colori, stampato su carta riciclata, veste grafica grintosa e accattivante, “Blog magazine” si definisce in diversi modi: «Un grande appuntamento collettivo di tutti gli studenti vicentini», un “amicone” in più per i ragazzi, un luogo dove potersi «conoscere, incontrare, vedere, dialogare e anche litigare, scontrarsi e dibattere animosamente, perché anche così si diventa grandi».

Insomma un giornale che parla il linguaggio, a onor del vero non sempre comprensibile, degli adolescenti di oggi, costituito da una parte nazionale, realizzata a Bologna, e una locale, tribuna aperta per chiunque voglia dire la propria in materia di studio, svago, moda e sballo.

«È un giornale per raccontare il nostro mondo e per viverlo al meglio, facendo uscire la nostra splendida città dal suo provincialismo», tiene a precisare la redazione di Blog che nelle prime pagine ringrazia tra gli altri i dirigenti del Csa Paolo Jacolino e Franco Venturella, oltre al alcune classi dell’istituto industriale Rossi.

C’è da dire però che questo mensile «dinamico e multiforme, impegnato e divertente» non è passato inosservato, almeno nelle scuole dove è stato distribuito finora. E non solo per le pagine che pubblicizzano profilattici, merce di cui evidentemente i ragazzi di oggi fanno largo consumo, ma anche e soprattutto per alcuni contenuti considerati non esattamente educativi, dal momento che il magazine viene diffuso a scuola e non in discoteca.

Nel numero di esordio - titolo di apertura “In vino veritas” - vengono dedicati più servizi all’uso e abuso di alcol tra i giovani, consumato alle feste, nei locali, in privato. Bere nuoce alla salute, si sentenzia giustamente nelle pagine di Blog, salvo poi suggerire un «trucchetto per non passare tutta la notte in bagno con la testa dentro il cesso».

L’escamotage in questione è «far assorbire al nostro corpo sempre la stessa sostanza alcolica», specificando che se la serata parte con la vodka alla pesca, sarà il caso di proseguire su quella strada, senza deviare sul vino o sulla birra. Consigli spiccioli e sicuramente preziosi, che hanno però lasciato di sale più di qualche prof soffermatosi a sfogliare la rivista. Che in poche righe rischia di mandare all’aria decine di incontri con medici e specialisti in igiene, puntualmente chiamati dalle scuole per far capire ai ragazzi che bere, vodka o vino o entrambe le cose, fa sempre e comunque male.


L’ADIGE

Nudo al bar dopo la zuffa

Ferito un giovane di Rovereto Denunciato un uomo di Dro

Un cliente che piomba nel bar a petto nudo e col naso sanguinante chiedendo aiuto perchè lo stanno picchiando. Un altro che alza un po’ troppo il gomito e si mette perfino ad «abbaiare». Mercoledì pomeriggio la volante del commissariato di Rovereto ha avuto il suo bel daffare per riportare la calma e la quiete in un paio di locali pubblici del centro. Il primo intervento è avvenuto verso le 15.30 quando alla centrale operativa della polizia è giunta una chiamata della barista del Circolo Operaio Paganini di via San Giovanni Bosco che raccontava di un giovane presentatosi all’interno del locale a petto nudo col naso sanguinante che raccontava di essere stato aggredito da un altro avventore. Quando gli agenti sono arrivati sul posto hanno individuato e identificato A.G., 38 anni di Rovereto (l’uomo a petto nudo), e R.S., 57, friulano d’origine ma senza fissa dimora. Dal racconto che la barista ha fornito agli agenti è emerso che improvvisamente si è spalancata la porta del bar e i due sono piombati dentro proseguendo il diverbio cominciato all’esterno, di cui peraltro sino a quel momento nessuno si era accorto. La stessa barista e alcuni clienti erano comunque riusciti a sedare gli animi dei due contendenti prima dell’arrivo della polizia. L’unico a rimanere leggermente ferito è stato A.G., che ha subìto un colpo al naso. Nessuno dei due però si è presentato successivamente in commissariato per sporgere denuncia contro l’altro. E la storia è finita lì. Neanche il tempo di tirare il fiato e compilare le solite scartoffie di rito che la stessa volante è dovuta entrare nuovamente in azione a distanza di poche centinaia di metri, al Bar Ari di via Paoli. Qui qualche bicchiere di troppo deve aver dato alla testa di G.R., 49 anni, nativo di Tione ma residente a Dro. I fumi dell’alcool l’hanno portato ad infastidire più di un cliente sino al punto da spazientire la stessa barista che ha chiamato il 113. Alla vista degli agenti l’uomo invece di ricomporsi ha perso definitivamente le staffe. E in pochi attimi è passato dalle parole ai fatti prendendo a spintoni e calci i poliziotti che cercavano solo di calmarlo e farlo ragionare. Alla fine è stato portato in commissariato, identificato e calmato. E ovviamente denunciato a piede libero: deve rispondere di molestie e disturbo delle persone, rifiuto di fornire le proprie generalità e resistenza a pubblico ufficiale. Un paio di mesi or sono, esattamente il 12 settembre scorso, lo stesso G.R. si era beccato una multa di 102 euro dagli agenti della polizia municipale di Rovereto. Ubriachezza molesta, questa volta al Bar Rosmini, lungo il corso. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.


IL TEMPO

di PAOLO DI LORENZO

Due arresti e nove denunce tra Casperia, Poggio Mirteto e Magliano.

In manette sono finiti due spacciatori «in servizio» fuori da un locale notturno, mentre le denunzie hanno riguardato persone che guidavano l’automobile in stato di ebbrezza. La doppia operazione è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo di Poggio ed è stata organizzata dai militari per reprimere gli atti vandalici e gli schiamazzi notturni compiuti da giovani che escono da pub e discoteche. I due spacciatori, in particolare, sono stati incastrati al termine di lunghe e particolari indagini, ricorrendo a pedinamenti e appostamenti mirati. R.N.L., 24enne, foggiano, nullafacente e D.C.E. 30enne, aquilana, impiegata, sono stati trovati in possesso di diversa sostanza stupefacente; le perquisizioni personali e domiciliari permettevano di recuperare e sottoporre a sequestro 124 pastiche di "ecstasy", gr. 10 di "cocaina", gr. 15 "hashish", il tutto suddiviso in dosi già pronte per lo spaccio, nonché attrezzatura per il confezionamento e bilancini di precisione. Terminata la compilazione degli atti rituali gli arrestati sono stati condotti presso le Case Circondariali di Rieti(l’uomo)e Rebibbia (la donna) a disposizione dell’Autorità giudiziaria reatina. Nella rete dei posti di blocco fuori dai locali, però, sono finiti anche giovani sabini che avevano abusato negli alcolici. Il risultato, come detto, è stato di 9 persone, tutte della provincia di Rieti, con un’ età compresa tra i 18 e 40 anni, denunciate in stato di libertà con conseguente ritiro della patente di guida, ai sensi dell’art. 186 comma 2° e 6°, riscontrando in essi una concentrazione alcoolemica nel sangue da 0,70 G/L a 2,20 G/L il più alto. Ora i controlli continueranno anche in altre zone della Provincia.


IL GAZZETTINO (BELLUNO)

Labozzetta: «Pene già severe il vero problema è prevenire»

Per il procuratore Domenico Labozzetta le pene previste dalla legge per chi guida in stato di ebbrezza e si rende responsabile di omicidio colposo sono già abbastanza severe. Nel caso in questione, il codice prevede una pena massima di cinque anni, triplicabile (ma sempre sotto i 12 anni) nel caso di morti multiple o feriti gravi. «Il problema semmai - secondo il magistrato - è lo strumento preventivo per la guida in stato di ebbrezza. Sulle sanzioni siamo già a buon punto, è l’attività preventiva che deve essere salvaguardata».. «Serve un piano articolato di controlli e verifiche soprattutto sui guidatori dei mezzi pesanti, ma le forze di polizia già lo fanno, controllando le condizioni in cui guidano le persone. Si guarda anche se uno ha bevuto un bicchiere di vino in più, rischiando addirittura di cadere nell’eccesso opposto» continua il procuratore. «Le regole - aggiunge il capo della procura bellunese - sono già rigide e severe quanto basta. Quando però si verificano casi isolati come quello di lunedì a Feltre, che sfuggono alle maglie dei controlli delle forze dell’ordine, non ci si può fare niente».


IL GAZZETTINO (BELLUNO)

E’ arrabbiatissimo Franco Zampieri. ...

E’ arrabbiatissimo Franco Zampieri. Il presidente provinciale della sezione trasporti dell’Unione artigiani e piccola industria fa sentire forte la sua voce relativamente ai recenti, tragici fatti di cronaca che hanno insanguinato le strade bellunesi.
L’incidente di Feltre, che lunedì ha causato la morte di una donna e il ferimento di due suoi familiari, travolti da un camion russo impazzito, ha riportato drammaticamente di attualità il tema della sicurezza sulle strade.
«L’autista alla guida del mezzo era ubriaco, anzi di più - attacca Zampieri, che rappresenta circa trecento tra imprese e padroncini bellunesi - Quell’uomo ha devastato una famiglia. Merita di andare in prigione e di restarci per il resto della vita. Invece è libero. Gente così, oltre ad aver ucciso una persona e rovinato tante esistenze, rovina anche noi autotrasportatori italiani, che vengano criminalizzati perché, purtroppo, la gente tende a generalizzare».
«I trasportatori italiani invece - prosegue Zampieri, che è anche consigliere nazionale della sezione trasporti di Confartigianato - viaggiano in condizioni di assoluta sicurezza: sono controllatissimi, sia per quanto riguarda i mezzi che gli orari di guida e di riposo. Impossibile sgarrare: strumenti come il cronotachigrafo (dispositivo installato obbligatoriamente sui veicoli, dei paesi Ue, adibiti al trasporto di cose di peso complessivo superiore alle 3,5 tonnellate; misura velocità, tempi di guida e distanza percorsandr) ci tengono sono controllo sia durante che dopo la guida: i dati, infatti, vengono registrati e devono obbligatoriamente essere conservati in azienda per un lungo periodo».
«Il livello di sicurezza dei camion extra Ue - continua Zampieri - non è certo come il nostro. I camionisti stranieri, specialmente quelli dell’Est, spesso bevono e non rispettano i tempi di riposo. E c’è un altro problema: loro non vengono fermati e controllati come noi. Qui in provincia, ad esempio, mancano pattuglie delle forze dell’ordine che sappiano verificare realmente un mezzo straniero: il principale problema è la lingua, ma non solo. Come presidente di categoria posso solo lanciare un appello in questo senso. La soluzione deve essere trovata a livello politico».«Verificare che la documentazione di un mezzo, poniamo russo, sia in ordine - dice Sandro Da Rold, presidente della sezione industrie dei trasporti di Assindustria Belluno - è impossibile. Ma sarebbe, evidentemente, necessario. Tanto più in un mercato come il nostro sempre più globalizzato e libero, dove il movimento di merci con l’Est europeo si amplia di giorno in giorno».

Ilario Tancon


CORRIERE ADRIATICO

Telefonate di allarme al 113. L’arrivo degli agenti ha riportato la calma Due ragazzi sono stati accompagnati in Questura. La lite è scoppiata per motivi futili. Balordi e tossici sono venuti alle mani, le Volanti sul posto

Piazza Stamira, nuovi tafferugli

ANCONA – Ancora una volta piazza Stamira torna ad essere teatro di tafferugli tra ubriachi e tossicodipendenti. Ieri, pochi minuti dopo le 13, l’ennesimo episodio di una catena piuttosto lunga negli ultimi giorni. Il gruppetto di balordi ha iniziato ad urlare e a venire alle mani per futili motivi spaventando però quanti a quell’ora stavano passando in centro per andare a ritirare l’auto dal parcheggio Pertini o quanti, soprattutto anziani e studenti, attendevano l’arrivo dell’autobus al capolinea.

In piazza Stamira si sono così venute a creare scene talmente inquietanti che in molti si sono attaccati al telefono chiamando il 113. Sul posto sono prontamente intervenute due Volanti della questura. Gli agenti hanno bloccato tutti coloro che avevano creato scompiglio iniziando ad effettuare il controllo documenti di ognuno. Un’operazione durata fino alle 15 circa.

Due tossici sono stati accompagnati in questura, avevano sostanza stupefacente per usu personale che gli è stata sequestrata. Sono stati segnalati alla prefettura.

I fermati erano tutti nordafricani e meridionali. Ancora poco chiare le cause che hanno innescato la miccia e dato successivamente origine al tafferuglio al quale hanno partecipato una decina di persone. Cause che, comunque, possono essere benissimo ricondotte al tasso alcolico e alla droga che a quell’ora le persone che “risiedono” in piazza Stamira hanno in corpo già da tempo. L’arrivo della polizia ha comunque riportato la serenità a quanti si trovavano ad attendere il bus.

Scene che sono quasi all’ordine del giorno ma per le quali, purtroppo, le forze di polizia non possono fare nulla affinché vengano evitate. Molte di queste persone sono infatti in regola con i documenti e nessuna legge gli vieta dunque di sostare perennemente e costantemente in quella zona dove non fanno altro che chiedere soldi lasciando poi cartoni, zaini, buste, brik di vino e siringhe in giro. Molto, bisogna dire, è stato fatto (sempre dalle forze dell’ordine) per “liberare” l’area sotto alla tettoia di piazza Pertini che dà all’ingresso del parcheggio ed ai bagni pubblici (che comunque continuano ad essere il luogo preferito dai tossicodipendenti per somministrarsi l’eroina in vena). Area che viene spesso disinfettata con appositi prodotti (se ne sente l’odore passandoci) dai dipendenti di Anconambiente.

Insopportabile però, ed è un pensiero comune degli anconetani, che il centro sia in balìa di delinquenti e balordi ormai da un paio di anni. Spesso, inoltre, è anche capitato che proprio tra piazza Pertini e piazza Stamira venissero identificati ed arrestati gli autori di alcuni borseggi avvenuti nelle vicine vie. Una soluzione forse andrebbe trovata per risolvere definitivamente il problema.


IL MESSAGGERO (PESARO)

Un anno per la coltellata alla figlia 

JESI Condannata a una anno di reclusione Mariettina Bracco, la giostraia di 64 anni del campo nomadi di via Fontedamo, che l’11 ottobre era stata arrestata dai carabinieri con l’accusa di lesioni personali aggravate per avere inferto una coltellata al fianco sinistro alla figlia Laura, 39 anni, afflitta da problemi psichici, dopo una lite all’interno della roulotte dove vivevano. Secondo la versione della giostraia, nubile e madre di sette figli, la figlia era molto agitata quella mattina e le si era aggrappata addosso tirandola per i capelli per chiederle insistentemente di prepararle un caffé. Sempre secondo il suo racconto, la Bracco, che poi i carabinieri avevano costatano essere in stato di ubriachezza, stava sbucciando delle verdure e nel tentativo di divincolarsi aveva involontariamente colpito la figlia con il coltello da cucina, conficcandole la lama nell’addome per 5 centimetri. Un atto assolutamente non intenzionale per la difesa, che ha ricordato anche come la donna accudisca la figlia in condizioni disagiate da oltre 20 anni. Un’azione volontaria invece per l’accusa che ha chiesto 9 mesi di reclusione per la Bracco, che ha anche piccoli precedenti. Ieri in udienza è stata ascoltata anche Laura, che ha cercato, seppur confusamente, di discolpare la madre, spiegando come la coltellata sia stata il frutto di uno scontro improvviso. Ma questo non ha convinto il giudice Giombetti che già nei giorni seguenti all’arresto aveva ordinato l’allontanamento immediato dalla città della Bracco e l’affidamento della figlia alla famiglia di uno dei suoi fratelli.

L.Gal.


IL MESSAGGERO (FROSINONE)

Resta ferito in un incidente: era drogato 

Quarto incidente in una settimana nel territorio di Alatri dovuto ad abuso di alcol o ad assunzione di droghe. Dopo la ragazza finita contro un albero al "Giglio" di Veroli per essersi riempita di cocaina e alcol, dopo il rumeno finito in un fossato a Castagneto per aver esagerato con l’alcol guidando per chilometri sull’orlo del coma etilico, dopo il ragazzo ribaltatosi sulla Santa Cecilia per aver alzato troppo il gomito, ieri mattina è stata la volta di un uomo di 38 anni finito con lo scooter contro un furgone.

L’incidente è avvenuto alle 8,20 sulla Statale 155 in località Montelena. Per cause ancora in corso di accertamento da parte dei carabinieri del nucleo radiomobile di Alatri, A. R., 38 anni, alla guida del suo scooter, si è scontrato con un Ford Transit guidato da un imprenditore alatrense. A. R., sbalzato sull’asfalto, è stato soccorso dal 118 e trasportato presso l’ospedale del capoluogo, dove i medici lo hanno ricoverato con prognosi di 30 giorni (politrauma). Gli uomini del maresciallo Maurizio Tucciarelli hanno chiesto l’esame tossicologico, che ha dato esito positivo: secondo i carabinieri, A. R. aveva assunto eroina e altre droghe. I militari del capitano Massimiliano Mengasini lo hanno denunciato per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e gli hanno ritirato la patente.

Ma.Ce.


LA PROVINCIA DI CREMONA

Giustizia. Era stato arrestato a Soncino dieci giorni fa, dopo aver colpito il genitore con un coltello. Ferì il padre: nove mesi

Venerdì, 10 Novembre 2006
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