LA PROVINCIA DI SONDRIO «Alcol e droga si combattono anche
così» Positivi i commenti degli amministratori dopo l’esperimento di Ballo
senza sballo «Ballo senza sballo» è andato in
scena a Caspoggio con risultati comunque lusinghieri per esser stata la prima
volta Foto Gianatti C’è soddisfazione fra gli amministratori dell’Unione della Valmalenco e gli operatori del sociale per quella che giudicano una buona riuscita dell’iniziativa «Ballo senza sballo» tenutasi sabato a Caspoggio. Un centinaio i ragazzi, dai 13 anni in su, che hanno deciso di aderire alla proposta loro rivolta dagli amministratori di Chiesa, Caspoggio e Lanzada, che hanno a cuore il benessere della loro popolazione giovanile consapevoli anche del disagio che talora la percorre. Non mancano, infatti, anche in Valmalenco, nelle famiglie e nella comunità motivi di preoccupazione sull’atteggiamento di parte della fascia giovanile. E, infatti, anche in valle è presente il fenomeno dell’abuso di alcol e talvolta l’uso di droghe. Esempi ve ne sono stati in passato tanto da spingere le amministrazioni a favorire momenti di confronto fra i giovani, le famiglie, le istituzioni, sui temi della droga e dell’abuso di alcol. «E’ una strada sulla quale intendiamo procedere – dice l’assessore alla cultura e ai servizi sociali del Comune di Chiesa, Alessandra Masa, interpretando il pensiero dei colleghi delle tre amministrazioni dell’Unione - perchè crediamo nell’importanza di queste iniziative. Certo sono argomenti non facili e non è nemmeno semplice trattarli con i ragazzi e cercare di coinvolgerli. Però in questi primi due-tre anni di attività nel settore abbiamo notato una crescita notevole dell’interesse verso le varie attività. Siamo soddisfatti anche di «Ballo senza sballo», per essere la prima volta che lo proponiamo è andata bene. Un centinaio i ragazzi che vi hanno partecipato; non sono tantissimi, però per noi è un buon inizio. Al primo passo fatta dall’Unione verso i giovani l’anno scorso con una sorta di concerto musicale i partecipanti erano stati una trentina, mentre quest’anno alla stessa iniziativa i giovani hanno risposto molto bene. Sono sicura che correggendo magari un po’ il tiro, l’hanno prossimo potrà andare ancora meglio anche con «Ballo senza sballo». Sul punto ci troveremo nei giorni prossimi anche con gli operatori sociali per un bilancio più completo e per pensare ai correttivi da apportare alla prossima edizione. Mi ha colpito molto il successo avuto dal camper per misurare il tasso alcolico allestito dalla cooperativa «Lotta contro l’emarginazione» in collaborazione con l’Asl. Il personale è talmente qualificato e ci sa fare a tal punto coi ragazzi da indurli a sottoporsi al test senza effettuare alcuna pressione. Ad un certo punto c’erano più giovani nei pressi del camper che nel palazzetto dove si ballava. Bravo anche il dj Jerry che ha saputo mandare messaggi in pillole dal palco contro la droga e l’abuso di alcool». «In molti vedendo il camper – aggiunge l’assessore Masa – pensavano vi fosse anche il pulmino navetta per riportarli a casa che abbiamo introdotto con successo in estate e che riproporremo anche dall’8 dicembre fino all’Epifania, al sabato, in valle. Purtroppo non ci avevamo pensato, ma è un aspetto da considerare». Non tutti i presenti, infatti, erano in età per guidare la macchina, e ci sono stati ragazzi giunti a piedi da Chiesa o da Lanzada. Elisabetta Del Curto L’ADIGE Un incontro a Ronzo per saperne di
più
Alcol e giovani: cosa si può fare
VAL DI GRESTA - Sempre attenti ai problemi legati ad uso ed abuso di alcol, i giovani del gruppo «dopo Cresima» della Val di Gresta hanno preso in parola Franco Baldo, presidente dell’Acat Montalbano di Mori e si sono dati da fare per proporre una nuova serata aperta a tutta la popolazione. Così negli spazi dell’oratorio parrocchiale di Ronzo Chienis, alla presenza di una quarantina di persone tra giovani e genitori, si è svolto l’interessante incontro. Partendo da quanto era stato detto nel precedente appuntamento, la discussione si è concentrata su cosa è possibile fare per sensibilizzare i giovani ed aiutarli a capire quali sono i reali effetti negativi che l’alcol porta, non soltanto al fisico ma soprattutto a livello psicologico. Il dato più rilevante che è emerso è che la maggior parte dei giovani beve, soprattutto il sabato sera, per non sentirsi esclusi dalla compagnia. Solo pochi hanno la forza per imporsi e rifiutare l’alcol senza sentirsi messi da parte. Baldo, con l’ausilio di alcune foto, ha mostrato ai giovani quali possono essere le conseguenze di una serata vissuta «a tutto sballo»:# in un anno ci sono state trentamila vittime a causa dell’alcool, per malattie e soprattutto per incidenti. E chi non muore porterà indelebilmente le ferite dell’alcool per tutta la vita. Che possono fare i giovani per questa piaga? Tra le risposte l’idea di feste e bar analcolici, che andrebbero presi in considerazione anche dalle amministrazioni comunali. Infine si è parlato dei Club, sottolineando la loro utilità e mettendo in risalto il fatto che una persona, se vuole veramente provare a guarire deve sentirsi appoggiata specialmente dai suoi familiari. Unico rammarico per gli organizzatori il fatto di aver visto poche facce nuove. B.G. IL GAZZETTINO (ROVIGO) SALUTE Alcol, la lotta è iniziata dal
mondo del lavoro
Adria La lotta all’alcol parte dagli ambienti di lavoro. In
quest’ottica si è conclusa la scorsa settimana l’attività di sensibilizzazione
in un’azienda di Porto Viro che ha visto coinvolti complessivamente circa 80 lavoratori,
mentre un altro ciclo di incontri inizierà la prossima settimana in un’azienda
di Taglio di Po. Il dipartimento per le dipendenze e il servizio Spisal del
dipartimento di prevenzione dell’Ulss 19 di Adria svolgono, da diversi anni,
attività di sensibilizzazione su alcol e mondo del lavoro. Lavorare e consumare
bevande alcoliche sono due cose incompatibili: l’alcol rende inabili al lavoro
e anche un consumo moderato influenza il rendimento fisico e psicologico, con
effetti dannosi per la salute. L’organizzazione mondiale della sanità stima che, in Italia, dal 10 al 30% degli incidenti sul lavoro siano causati dal consumo di alcol. Pure la recente normativa esclude l’uso di bevande alcoliche negli ambiti lavorativi, in quanto è nota la correlazione negativa tra consumo di alcol e attività lavorativa. L’azione di sensibilizzazione alla problematica dell’uso di alcol nei luoghi di lavoro consiste, dopo accordi presi con la dirigenza aziendale ed i rappresentanti dei lavoratori, in un’attività di informazione e in una discussione finale su quanto illustrato. L’ADIGE Visite per tutta la settimana
all’Istituto comprensivo di Fucine. Per i ragazzi anche lezioni speciali
In mostra per dire che bere fa
male
Una rassegna curata da alunni e
insegnanti dell’alta Val di Sole
FUCINE - Una mostra per riflettere sui danni provocati dal consumo di alcol e sulle conseguenze che si ripercuotono a livello fisico, emotivo e sociale nella vita di chi abusa di sostanze alcoliche. Con quest’intento è nata l’esposizione «La giornata per la vita» allestita nell’atrio dell’Istituto comprensivo alta val di Sole a Fucine visitabile per tutta la settimana e curata dagli alunni delle classi medie e dagli insegnanti, iniziativa facente parte di un insieme di momenti atti a sensibilizzare sul problema dell’uso di alcolici promossi in valle da Comprensorio, gruppo di coordinamento «Alcol, guida e promozione della salute» e Progetto giovani. I ragazzi, dopo un lavoro di ricerca e documentazione, hanno fissato sui cartelloni i punti principali riguardanti la tematica, dai problemi alcol correlati causati dal consumo episodico o abituale di alcol di tipo fisico, relazionale (ad esempio nell’ambito familiare) e sociale per quanto concerne l’attenzione e la resa sul lavoro trattati dalla classe seconda C, ai vantaggi del non fare uso di alcol (comportamento più serio e regolare, maggior lucidità e memoria, instaurazione di rapporti più sereni con gli altri), sviluppati dai ragazzi di terza B mentre la prima C ha proposto delle poesie sul tema e la seconda C ha voluto evidenziare che non esiste un alcol «buono» ed uno «cattivo» poiché anche i luoghi comuni sull’alcol (che fa buon sangue, che dà forza) risultano falsi. Oltre ad una raccolta di elaborati e pannelli che approfondiscono il meccanismo ed i risvolti della dipendenza con articoli tratti dalla recente cronaca, al centro dell’esposizione è stata collocata una sinistra figura vestita di nero con una falce in mano cui rispondono in tono più speranzoso i foglietti che rammentano l’importanza della vita. Gli alunni hanno inoltre partecipato ad un incontro con il dottor Alberto Pasquesi del Servizio alcologia e rappresentanti dell’Acat (Associazione dei club degli alcolisti in trattamento) che hanno condiviso con i ragazzi le loro esperienze, mentre l’idea è di predisporre la mostra anche in altri istituti, per far capire ai ragazzi che vivere senza alcol è meglio. A causa del mancato aggiornamento del pezzo in pagina, questo testo non è apparso ieri nella parte alta di pagina 45, dove peraltro il titolo era quello giusto. Ci scusiamo con i nostri lettori e riproponiamo l’articolo. IL GAZZETTINO (BELLUNO) Valbelluna Prosegue il progetto"Focus: ... Prosegue il progetto"Focus: giovani e legalità in
Valbelluna". Questo progetto ha l’obbiettivo di sensibilizzare ed
informare i giovani delle scuole secondarie di primo grado sui comportamenti a
rischio rispetto all’uso di sostanze (in particolare l’alcol) e ai
comportamenti devianti. Un progetto realizzato dalla Comunità Montana
Valbelluna in collaborazione con il Ceis di Belluno, con gli assessorati dei
sei Comuni interessati (Lentiai, Limana, Mel, Sedico, Sospirolo, Trichiana) e
con i relativi istituti scolastici. In questo ambito viene ora promossa una serie di incontri
per gli adulti: genitori ed educatori.I prossimi appuntamenti riguardano
l’istituto comprensivo Mel-Lentiai e si svolgeranno a Mel, nel Palazzo delle
Contesse nei giorni 17 (venerdì) e 22 (mercoledì) novembre prossimi (inizio
alle 20,30). I temi degli incontri saranno: "Gli stili educativi dei
genitori. Le espressioni del disagio in età adolescenziale e l’importanza di
conoscere sè stessi e le proprie emozioni". Relatori saranno la dottoressa
Danila Tirabeni e don Gigetto De Bortoli, presidente del Ceis di Belluno.Nella
precedente edizione del progetto Focus ("Comunità vigile") era stata
posta l’attenzione al fenomeno del bullismo, tramite interventi nelle scuole e
nei Comuni, ed era stato pubblicato un opuscolo che raccoglieva tutti i dati e
le azioni del progetto. Questa iniziativa è possibile grazie anche alla legge
regionale numero 9/2006 che sostiene gli interventi per la promozione della
legalità e sicurezza, e che prevede l’erogazione di contributi a favore degli
enti locali che si adoperano in tal senso.Il progetto Focus mira anche a
favorire il potenziamento della rete d’informazione tra le varie istituzioni
presenti nel territorio, quali famiglie, scuole, forze dell’ordine, ed inoltre
prevede l’installazione di sistemi di video-sorveglianza nei punti critici di
aggregazione giovanile. Ma più di tutto mira a realizzare percorsi educativi
per la legalità e a sviluppare la percezione del rischio nei giovani. Gli
incontri sono aperti a chiunque desideri approfondire queste tematiche. Marco Salogni LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (CAPITANATA) Sulla prevenzione
Ciclo credito formativo per
studenti
LUCERASi è conclusa l’attività di credito formativo scolastico per l’anno 2005/2006 promossa dalla sezione trasfusionale, dalla sezione Avis "Sardella" ed al gruppo giovani Avis. Il ciclo di crediti formativo è giunto alla sua quinta edizione. Tanta l’attenzione da riporre anche in città sul tema prevenzione. Comportamenti a rischio sono stati riscontrati fra i minori. Alcol e droghe leggere, questi i maggiori motivi d’allarme. Le conferenze del ciclo formativo, tenutesi presso la sede Avis di via IV Novembre, hanno posto attenzione anche sul tema delle malattie trasmettibile con rapporti sessuali ed attraverso il sangue. Una sinergia positiva questa fra l’Avis e le scuole superiori della città, complessivamente 11 incontri gli incontri svolti con la partecipazione di centinaia di studenti. fr.bar. REDATTORE SOCIALE DROGHE Un’intesa con il carcere per
l’assistenza ai detenuti tossicodipendenti Piemonte: l’ha sottoscritta la Regione: percorsi operativi
standard per la diagnosi e il trattamento dei pazienti, screening Hiv,
continuità assistenziale, formazione per operatori, informazione e prevenzione
in carcere TORINO - Interventi più omogenei, tempestivi ed efficaci
in tutte le carceri piemontesi per la migliorare la qualità dell’assistenza ai
detenuti tossicodipendenti. Questo l’obiettivo del protocollo di intesa siglato
dall’assessorato regionale alla Tutela della salute e Sanità con il
Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria per il Piemonte e
la Valle d’Aosta. Ne dà notizia l’assessore Valpreda che spiega come si è
giunti alla predisposizione del documento: “In ottemperanza ad una legge
nazionale, nel 2003 le funzioni fino a quel momento svolte dall’amministrazione
penitenziaria nei settori della prevenzione e della cura dei detenuti
tossicodipendenti sono state trasferite al Servizio sanitario regionale. In
seguito a questo passaggio, è stato istituito un tavolo tecnico congiunto, incaricato
di definire obiettivi comuni e modalità di collaborazione tra le strutture
carcerarie e i Ser.T di riferimento, in modo da assicurare a tutti i carcerati
livelli uniformi e più completi di presa in carico da parte dei servizi. Si è
così arrivati alla predisposizione di un documento che individua percorsi
operativi standard per la diagnosi e per il trattamento dei pazienti". L’assessore ha poi sinteticamente illustrato quanto
stabilito dal protocollo: “Al momento dell’ingresso del detenuto in una struttura
carceraria, il sanitario dell’istituto è tenuto ad effettuare immediatamente
una prima valutazione sull’eventuale stato di dipendenza da alcool o droga,
sulla base delle dichiarazioni fornite dall’interessato oppure attraverso esami
diagnostici volontari. Al detenuto, inoltre, è offerta la possibilità di
eseguire una serie di screening, dall’Hiv alla tubercolosi. Gli esiti degli
accertamenti sono poi comunicati al Ser.T di competenza, perché possa svolgere
ulteriori esami e quindi proporre un programma terapeutico-riabilitativo. Ed
ancora, per le persone già in cura con terapia sostitutiva al momento della
carcerazione, è prevista la garanzia della continuità assistenziale, così come
assicurata è la pronta assistenza ai soggetti che presentino sintomatologie
astinenziali in atto. Infine, il sistema sanitario e quello penitenziario si
impegneranno per promuovere all’interno delle carceri attività di informazione
e prevenzione sulle dipendenze patologiche, nonché a organizzare programmi di
formazione congiunta che vedano la partecipazione interprofessionale di tutti
gli operatori coinvolti nella gestione dei detenuti tossicodipendenti.” Tocca ora alle direzioni dei singoli Istituti concordare
con le Asl di riferimento gli articolati operativi che devono rendere esecutivo
il protocollo. Il modello a cui guardare è, secondo l’assessore Valpreda,
quello già funzionante da anni all’interno delle Vallette di Torino, “dove la
collaborazione tra gli operatori del Ser.T e l a comunità a custodia attenuata Arcobaleno sta dando ottimi risultati in termini non solo di cura, ma anche di reinserimento sociale dei detenuti tossicodipendenti". (sb) BRESCIA OGGI Droga, alcol e irresponsabilità
Se si allarga la tolleranza verso
l’abuso
Che il decreto governativo sul raddoppio del quantitativo
di cannabis si presti alle polemiche, è inevitabile e scontato. Che provochi
divisioni, è altrettanto ovvio. E lo è perché le stesse comunità di recupero, i
loro leader carismatici, non sono d’accordo sull’atteggiamento da tenere, sulle
misure da prendere. Per alcuni si tratta di un passo in avanti verso la
liberalizzazione delle droghe, secondo la visione radical-chic, che attraversa
diversi gruppi politici e sociali. Insomma il decreto viene accusato di essere
un incentivo al consumo e spaccio di droga. Altri invece sottolineano che
questo innalzamento da 500 a 1.000 milligrammi, pur nella gravità del fenomeno,
limita i danni per coloro che troppo presto, in giovanissima età,
rischierebbero di finire oltre le sbarre del carcere. Considerando devastante
la possibilità che dei giovanissimi diventino «vittime» di un processo penale. Oltre le polemiche politiche, il pronto schierarsi dei due
Poli, tutti sono, anzi tutti siamo, richiamati a meditare seriamente sulla
cultura degli abusi diffusa tra le giovani generazioni. Dobbiamo fare i conti,
già nelle scuole primarie, con comportamenti al limite, di sfida alle regole
fino al rifiuto o alla noncuranza di fronte alle norme. È in fondo un rifiuto o
carenza di responsabilità. Al di là del fatto grave in sé, forse va inquadrato
in questa ottica il successo vergognoso del video dei soprusi a scuola su un
ragazzo down, uno dei più cliccati su Internet. Come si vede non è solo il problema della droga. E la
cannabis non è maledettamente la peggiore se guardiamo alle droghe sintetiche e
all’eroina. Un problema in crescita, che pare inarrestabile, è l’uso
dell’alcol. Nel nostro Nordest va di moda lo spritz, che spesso è invece un
miscuglio che annebbia il cervello. Si aggiunga la ricerca di comportamenti
estremi, al limite appunto, anche sulle strade. Per una ebbrezza istantanea si
mette a repentaglio la propria e l’altrui vita. Che fare? Anzitutto occorre rifuggire dallo scivolo troppo
facile di ridurre i giovani agli atti estremi, al limite. Certamente non si può
scartare pregiudizialmente, secondo visioni libertarie e radicali, anche la
dimensione della repressione. Lo Stato e la società hanno il dovere di reagire
di fronte ad ogni comportamento sociale a rischio. I fatti richiamano la
società, le istituzioni preposte, le famiglie al compito dell’educazione, che
non è un lasciar fare che cosa si vuole in nome di una falsa pedagogia non
direttiva, permissiva. L’uso troppo facile di droghe leggere e anche pesanti
dentro le stesse scuole o nelle immediate vicinanze, richiede attenzione,
aiuto, se non anche un esame della nostra coscienza di adulti. Ci si deve reinterrogare sulla nostra visione della società, che non può essere ridotta a rapporti economici, di utilità, neppure di lavoro o disoccupazione. I giovani, come ogni altra persona, sono alla ricerca di felicità. E spesso mettono a repentaglio se stessi e gli altri per un bicchierino di felicità. Ma oggi chi parla di felicità? Certamente la fascinosa, colorata e rutilante pubblicità. Ma è pubblicità di prodotti, di cose, di consumo. Inutile osservare che è effimera. Le giovani generazioni cercano qualcosa di stabile, di vero, di autentico. Una felicità d’anima, del profondo. E non appaia questo discorso qualcosa di ammuffito. IL CORRIERE DI COMO Notte Bianca del prossimo anno
Oggi la giunta decide
LA KERMESSE Previsto un piano strategico per rifiuti e servizi
igienici. L’evento sarà il 9 giugno Oggi si decide. La giunta di Palazzo Cernezzi sceglie oggi
sulla base di un bando a licitazione privata, quale soggetto tra le due agenzie
selezionate si occuperà dell’organizzazione della terza Notte Bianca di Como,
prevista per il 9 giugno 2007. «In questa edizione, sicuramente abbiamo avuto una
quantità di persone e anche di rifiuti superiore a ogni previsione e per questo
non eravamo adeguatamente preparati» disse il sindaco del capoluogo lariano
Stefano Bruni a poche ore dalla chiusura dell’evento del 2006, che sollevò non
poche code polemiche, legate soprattutto al problema della sporcizia della
città e alle strade periferiche trasformate in latrine a cielo aperto per la
mancanza di servizi igienici. Quest’anno con il bando per l’assegnazione della Notte
Bianca 2007 il Comune è corso ai ripari e prevede una cura da cavallo sul
settore ambientale. L’insufficienza dei servizi igienici ha creato situazioni
di grave disagio e degrado. Pertanto saranno fissate regole precise anche per
far rispettare il divieto di usare contenitori di vetro e per limitare l’abuso
di alcolici. Altri due problemi di rilievo nella edizione di quest’anno. C’è poi l’aspetto organizzativo, ossia gli accorgimenti
per razionalizzare al meglio l’apparato organizzativo della kermesse e
permettere una maggiore efficienza della complessa macchina logistica che dovrà
gestire il tutto. La filosofia di fondo del bando che verrà discusso oggi nella
riunione di giunta è che la prossima Notte Bianca dia un’impressione di maggior
coerenza e diventi pertanto ’l’evento’ più caratterizzante di Como, che tra le
città medio-piccole ha peraltro il primato di essere giunta alla terza edizione
di questo tipo di eventi. Il motto per il 2007 sarà ’più qualità e meno quantità’. «Abbiamo curato le prime due edizioni raccogliendo la sfida di una macchina molto complessa e l’abbiamo fatto con entusiasmo - dice Maurizio Vitella della Consel di Varese, l’agenzia che ha firmato le kermesse del 2005 e del 2006 - È giusto che ora il Comune abbia posto dei limiti precisi sul piano della sicurezza. Mi sembra il modo migliore per crescere». IL GAZZETTINO (PADOVA) CONCORSO "Scegli di vivere": ecco
i cinque elaborati premiati
Pubblichiamo i cinque elaborati vincitori del
concorso "Scegli di vivere" rivolto ai ragazzi di terza media,
promosso dal liceo linguistico Dante Alighieri e patrocinato dal Gazzettino. Ì
ragazzi dovevano rivolgere un invito, con un massimo di venti righe, ai
coetanei di non abusare di alcool e di non correre sulle strade e, scegliere,
appunto, la vita. Un po’ più di tre metri sopra il cielo Dio come sto male! Pensare che ero così felice quando lui,
proprio lui, mi aveva chiesto di uscire... ero tre metri sopra il cielo, per
dirla alla Simo... Simona, già, l’intervallo era volato per cercare qualcosa
da mettere... come mi sembra lontano. Simona, dov’è Simona?, non la sento più ridere. Abbiamo
riso tanto in discoteca, faceva caldo, Marco e Francesco ci davano in
continuazione da bere, non so cosa, ma dopo ci scappava sempre da ridere. Anche
loro bevevano e ridevano. Mi sentivo forte, sicura, come se niente potesse ferirmi,
poi tutto è cambiato: mi girava la testa e avevo freddo, credo d’aver vomitato,
volevo andare a casa. Marco cominciò a lamentarsi, ma mi accompagnò in
macchina... Cosa sono quelle luci?... ci vengono addosso...! Dov’è Simona, dove sono Marco e Francesco? Non li sento più, sento solo gelo intorno a me, come se
fossi un po’ più di tre metri sopra il cielo. Beatrice Foffi(Scuola media "Guglielmo Marconi"
di Anguillara Veneta, Classe 3^ A, Docenti di riferimento Maria Angelica Longato,
Maria Antonietta Zago). *** Dovrò ricominciare tutto daccapo. Gli amici, la scuola, la
mia vita, tutto bruciato in un ultimo bicchiere di Cognac. Sono stato due anni
in un centro di disintossicazione, saune per espellere le tossine ne avrò fatte
migliaia, sono stanco. E’ incredibile come una cosa che si trova dappertutto,
che serve a festeggiare, faccia così male. Il cognac di mio padre bevuto dopo
la bocciatura è servito solo a far del male a tutti, e io credevo facesse
dimenticare, che bloccasse le emozioni. All’inizio si stava così bene, ero
leggero e non mi importava più di nulla, ero persino simpatico e disinvolto. Ma
era solo un’illusione, poi è diventato una ricerca continua, un’instabilità,
uno stare male dentro. Ho perso tutto, tutto è andato distrutto in litri di
liquore, alle feste degli amici. Non me ne accorgevo, migliaia di bugie per
nascondere il mio segreto; mi pugnalavo da solo chiudendomi in me stesso,
diventando sempre più aggressivo e facendo del male agli amici e ai genitori.
Sì, i miei genitori che non facevano altro che piangere, urlarmi che non potevo
perdere la scuola, gli amici, il calcio e io che bevevo sempre di più. Finché,
disperati, mi portarono al Centro dove entrai in una spirale di disperazione
che mi rendeva sempre più violento. Un inferno. E poi cominciai pian piano a
liberarmi dall’alcol, ma questi due anni sono stati solo l’inizio di una lotta
per non ricadere nell’alcol che durerà per tutta la mia vita. Dal Diario di
Andrea, 16 anni, alcolista in cura Sofia Guerra(Istituto Comprensivo statale di Mestrino -
Scuola secondaria di I° grado di Veggiano, Classe 3^ F, Docente di riferimento:
Milena Tremonti). *** Entrando nella tua stanza ti vedo a terra con una
bottiglia di vodka rotta. In un secondo il tempo si è fermato, ho pensato a
molte cose, soprattutto che la tua vita è ormai finita. Mi scende una lacrima
al pensare di non vederti più, tu che hai voluto rovinarti la vita per una
sciocchezza, una banalità. Tua madre entra ed io li seduta a terra vicino al
tuo corpo sono scioccata. Pochi minuti dopo senti l’autoambulanza in sottofondo
come una scena di un film, ma questo non è un film, è la realtà, in quei pochi
minuti ho pensato che la tua vita è finita e che ormai non si può fare niente.
Delle persone estranee entrano e portano via il suo corpo. Mi alzo e penso:
"perché tutto questo? E’ iniziato forse per causa mia, non ti sono
abbastanza vicina". Corro in ospedale il suo corpo è lì fermo si sente il
dottore che dice: "mi dispiace". Mi si è fermato il respiro ho paura
è tutto perduto per cosa per una bottiglia di vodka che, bevendo,
all’improvviso tocchi il cielo con un dito e l’attimo dopo sei già all’infero;
mi chiedo cosa rende l’alcool così speciale. Aprendo il giornale il giorno dopo
leggo: ragazza morta per alcoolismo. Daniela Menzione(Istituto comprensivo "Tartini",
Classe 3^ C, Docente di riferimento: Livia Bignami). ***
Questo è il quarto o il quinto bicchiere che bevi?! Seduta in questa discoteca famosa guardi il fondo del tuo
bicchiere, di nuovo vuoto, quasi tu cercassi qualcosa lì dentro, ma è te stessa
che dovresti cercare e lì ... purtroppo non ti troverai mai! Mi hai portato qui sorridendo, ma adesso hai un grande mal
di testa e la nausea ti ha reso ancora più pallida. Io, seduta di fronte a te,
ti guardo e ti sostengo: dai, coraggio! Parliamo di noi e dei nostri problemi,
anche se possono sembrare insormontabili. Insieme li risolveremo! Non qui, ma
all’aria aperta. Domani andremo a nuotare in piscina o a correre sui prati.
Andremo in palestra o a giocare sui campi da calcio. Ci impegneremo insieme e
poi ... vinceremo! Così vinceremo anche la nostra battaglia per capire chi
siamo e dove stiamo andando. Non guardare nel fondo di un bicchiere di alcool,
guardiamoci invece nel fondo degli occhi!! Troviamo nell’amicizia tra ragazzi
come noi i perché della nostra età. ***
Jessica Grassetto (Istituto Comprensivo
"Tartini", Classe 3^ C, Docente di riferimento: Livia Bignami). Adele Zappalà(Istituto Comprensivo "Tartini", Classe 3^ C, Docente di riferimento: Livia Bignami). ASAPS Casalgrande (RE) ASAPS) – Una serata trascorsa all’insegna del divertimento, musica, amici, discoteca e alcol. Tanto alcol. Prime luci dell’alba, per la precisione ore 5.30 del mattino, ci si mette al volante per tornare a casa e a un certo punto l’auto si ferma. Nessun guasto o manovra sbagliata. Bensì una volontà precisa. Solo che il posto scelto per la sosta sono i binari della ferrovia Reggio-Sassuolo. Fortunatamente vista l’ora la decisione del 31enne di Formigine non ha avuto conseguenze gravi e non ha causato disagi alla circolazione dei treni. L’auto del giovane è stata notata durante la serie di controlli notturni attivati proprio per evitare quelle che ormai tutti conoscono come “le stragi del sabato sera”. Sul posto sono giunte sia una volante del commissariato di Sassuolo sia una pattuglia dei Carabinieri di Reggio. Nonostante la situazione pericolosa il giovane non ha voluto saperne di mettere in moto l’auto e spostarsi. Solo dopo numerose insistenze i militari sono riusciti a far scendere il ragazzo dal mezzo e a liberare la strada ferrata. Sottoposto al test dell’etilometro il ragazzo è risultato positivo. Un’ubriachezza che sicuramente non gli consentiva di percepire realmente la gravità e la pericolosità del gesto che stava compiendo. Nei suoi confronti, oltre alla denuncia, sono scattati il ritiro della patente e la decurtazione di dieci punti. L’ADIGE Oswald Pitschl resta in carcere
Si svolgerà oggi in carcere a Bolzano l’interrogatorio di garanzia di Oswald Pitschl, di 21 anni, arrestato domenica sera a Monte San Pietro, vicino a Bolzano, dopo aver investito e ucciso due ragazze quindicenni che attraversavano la strada sulle strisce pedonali. Ipotizzando il pericolo di reiterazione del reato la procura ha chiesto la custodia cautelare in carcere. Il giovane era stato fermato a luglio dell’anno scorso mentre guidava in stato di ebbrezza e gli era stata ritirata la patente, che gli era stata restituita successivamente in via provvisoria per un anno. Il giovane era stato anche multato più volte per eccesso di velocità. Il 22 novembre prossimo Pitschl si sarebbe dovuto ripresentare alla commissione medica per il rinnovo della patente. Al momento dell’incidente il giovane aveva un tasso alcolico dello 0.8 per mille. IL GAZZETTINO (PADOVA) CLANDESTINO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI PER RISPONDERE DI
ABUSI SESSUALI Picchiata, frustata e violentata
dall’"ospite" marocchino
(G.Colt.) «La convivenza con questa persona è stata
difficile, soprattutto a causa della sua dipendenza dall’alcol». Era in lacrime
quando lo diceva agli agenti della polizia del Commissariato Stanga. Era il 26
giugno di due anni fa. Mezzogiorno era suonato da poco. Negli uffici del
commissariato Anna Maria, cinquantottenne, casalinga, si era recata assieme
alla sorella. Appariva molto provata. Aveva dovuto sopportare le violenze di
quello che per qualche mese era stato il suo convivente. Conobbe Ahmed Barakat, trentasettenne marocchino di My
Bouazza, nel settembre 2003. Gli aveva fatto pena, ha raccontato agli agenti.
Non aveva di che campare e dormiva nei giacigli sparpagliati nei casolari
abbandonati. Gli aveva offerto ospitalità, nella sua abitazione a San Carlo.
Non sapeva che il magrebino era già noto alle forze dell’ordine con altri
cinque alias. Identità false fornite nei controlli di polizia e carabinieri in
cui era incappato tra il 2000 e il 2002 a cavallo tra Padova e Vicenza. Lo
stato di alcolismo e il carattere violento erano emersi ben presto. E la donna
aveva iniziato subito a farne le spese. Tanto che quattro mesi più tardi aveva
deciso di metterlo alla porta. Niente da fare. La notte del 13 gennaio 2004 una volante
era stata inviata di corsa dalla centrale operativa a casa della donna. Gli
agenti trovarono il marocchino steso sul letto matrimoniale. Ronfava in preda
ai fumi dell’alcol. Cos’era accaduto? Poco prima si era introdotto con la forza
nell’appartamento situato al primo piano. Si era arrampicato sulla terrazza e
aveva sfondato la portafinestra della cucina. Quindi aveva aggredito la
casalinga a calci e pugni. Poi, non contento, si era sfilato la cintura dei
pantaloni e aveva frustato la povera donna. I segni lasciati dalla fibbia di
metallo erano ben evidenti. Anna Maria era riuscita a scappare e a rifugiarsi a
casa del cognato da dove aveva telefonato alla polizia. Sei mesi dopo era capitato di peggio. Il 26 giugno, appena
passata la mezzanotte, il marocchino si era ripresentato nell’abitazione di San
Carlo. La donna, che era già a letto dopo avere assunto psicofarmaci per
dormire, non gli aveva aperto. Ahmed Barakat, infuriato, come la volta
precedente si era arrampicato sul terrazzo e a calci aveva divelto la persiana
e infranto i vetri della portafinestra della cucina piombando in casa come una
furia. Aveva aggredito la casalinga, l’aveva spogliata e violentata. Poi,
appagato, era andato a farsi la doccia. Bevuto il caffè, alle tre del mattino
si era allontanato. Ultima prodezza il 3 dicembre successivo. Stesso copione,
ennesimo intervento della polizia. Violenza sessuale, violazione di domicilio, danneggiamento, violazione della legge sull’immigrazione, di questo deve rispondere dinanzi ai giudici del tribunale collegiale. Inottemperante all’ordine di espulsione, hanno provato a confinarlo al centro di permanenza temporanea "Brunelleschi" di Torino, ma non l’hanno voluto perchè non idoneo essendo stato operato per una neoformazione ai testicoli. Udienza il 9 gennaio. IL GAZZETTINO (PADOVA) «Il primo contatto è facilissimo, ... «Il primo contatto è facilissimo, poi non tutti
continuano. Molti cominciano e molti smettono. Il provvedimento del ministro
Livia Turco, che ha innalzato la quantità massima consentita di cannabis, non
svuoterà le carceri per il semplice motivo che non si erano riempite neanche
prima». Lorenzo Cima, professore emerito di farmacologia e tossicologia medica
dell’Università di Padova, sostiene che «il vero problema è che si comincia ad
un’età sempre più giovane, come con l’alcol. Non fermiamoci - suggerisce - ai
numeri, può essere paradossale ma è così. A quei livelli la quantità non è
discriminante se non è accompagnata a dati circostanziali del soggetto,
personali. E’ il modo con cui si impiega. Non si tratta di una retta che passa
per punti obbligati: non voglio banalizzare la dose ma cambia poco, se non
nulla. Bisogna piuttosto investire in prevenzione». E ricorda che a livello internazionale più del 50% dei
giovani si è esposto almeno una volta alla cannabis, considerata quasi innocua,
come alcol e caffeina, (*) donde l’insinuante accettazione del suo uso
ricreazionale e della sua propugnata depenalizzazione, enfatizzando l’impiego
farmacoterapeutico di cannabinoidi (nel dolore cronico neuropatico, da sclerosi
multipla, ecc.) fino a farli rientrare nelle liste nazionali dei farmaci
riconosciuti. Entrambi gli effetti attitudinali e terapeutici riaprono il
solito adagio: è necessario riconsiderare gli effetti collaterali da uso a
lungo termine (si parla di anni), poiché in tale situazione nessun farmaco può
mai essere considerato del tutto innocuo. In conclusione, ricorda il professor
Cima, sono piuttosto scarse le prove che tutti gli effetti avversi a lungo
termine indotti dalla cannabis persistano una volta cessatone l’uso o che
sussistano chiare relazioni dirette causa-effetto. Questa è l’opinione
largamente diffusa e condivisibile sotto l’aspetto medico, diversamente da
quello psicosociale ed etico, come nel caso di altre droghe ricreazionali
cosiddette minori. F.Cap. IL GAZZETTINO (VENEZIA) MIRANO Donna ubriaca alla guida di una
Y10 finisce fuori strada in via Giudecca Spettacolare incidente l’altra mattina in via Giudecca a
Mirano, dove una donna, alla guida di una Y10, mentre si immetteva in via
Belvedere, ha perso il controllo della vettura ed è andata a cozzare contro un
palo dell’arredo urbano, terminando la sua corsa nella parte opposta della
corsia di marcia e invadendo la sede della pista ciclabile. M.T. 51 anni, di
Mirano, dopo i controlli della polizia locale è risultata in stato di ebbrezza.
L’incidente avrebbe potuto avere gravi conseguenze. La donna aveva un tasso
alcolemico superiore oltre cinque volte a quanto consentito dalla legge e,
visto che a quell’ora passano per la strada tutti i ragazzi delle scuole
inferiori e superiori e la gente che si reca al mercato settimanale, solo il
caso ha permesso che l’incidente si limitasse a qualche danno ala vettura e
niente altro. Anche M.T. infatti ha riportato lievi ferite, curate al pronto
soccorso dell’ospedale civile.Per la donna è scattato il ritiro della patente
di guida. L’interessata inoltre dovrà rispondere per guida in stato di ebbrezza
di fronte all’autorità giudiziaria.La vicenda potrebbe apparire come un caso
isolato, ma ciò non è. Il fenomeno infatti è più ampio, tant’è vero che nel
corso dei dieci mesi del 2006 - ha sottolineato il maggiore Ivano Berti della
polizia locale - sono stati quattro i conducenti "pizzicati" a
guidare in stato di ebbrezza con relative quattro denunce. Per "par
condicio"erano due uomini e due donne. Pino Moggian IL GAZZETTINO (ROVIGO) Donna travolta sulle strisce pedonali lo scooterista non
si ferma e tira dritto Travolta sulle strisce pedonali. È successo ieri poco
prima di mezzogiorno lungo Corso del popolo, una signora è stata investita da
uno scooter mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali. Dopo lo
scontro il ciclomotorista non si è fermato per accertarsi delle condizioni
della donna ed ha fatto perdere le proprie tracce. È subito scattata una caccia
all’uomo, lo scooterista infatti rischia una denuncia per omissione di
soccorso. Tutto inizia quando l’anziana donna dopo aver bevuto un
caffè in un bar del Corso del popolo attraversa la strada, è l’ora di punta,
parte della carreggiata è anche occupata dalle bancarelle del mercato
settimanale. Mentre la donna calpesta la zona "zebrata" del
ciottolato cittadino compare all’improvviso uno scooter. Il mezzo travolge la
donna scaraventandola a terra. Lo scooterista non si ferma e tira dritto sotto
gli occhi dei numerosi passanti. La donna viene subito soccorsa, poco dopo sarà
trasportata al pronto soccorso dell’ospedale di Rovigo dove non verranno
riscontrate ferite gravi e poco dopo verrà dimessa dal Santamaria della
misericordia. Intanto scatta la caccia al "pirata" della
strada, si diramano le ricerche dello scooter, ad incaricarsene è la polizia
municipale di Rovigo. I vigili acquisiscono due diverse segnalazioni di numeri
di targa raccolti dai passanti. Partono le ricerche, per risalire al
ciclomotore in fuga. Il primo numero non corrisponde ad alcun veicolo. Il
secondo invece dà esiti positivi. Il presunto investitore quindi viene
rintracciato, pare anche che il pilota dello scooter, al momento
dell’incidente, fosse in stato di ebbrezza. Ecco qu
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