(ASAPS) ZUGO (SVIZZERA) –
Se da una parte gli esperti dell’ATA - l’associazione elvetica Traffico e
Ambiente – hanno rivelato che l’anziano al volante è un soggetto a rischio, più
che rappresentare un pericolo durante la circolazione, dall’altra è innegabile
che oltre una certa soglia d’età si debba intervenire con una verifica puntuale
dei requisiti psico-attitudinali. Lo dicono tutti i massimi esperti del
settore, con molta serenità, partendo dalla constatazione che la maturità
comporta generalmente il progressivo calo di tutte le capacità sensoriali e
della sfera dei riflessi. In Svizzera l’argomento è stato oggetto dei lavori
dell’ultima sessione della Conferenza dei Direttori Cantonali di Giustizia e
Polizia (CCDGP) tenutasi a Zurigo, che ha preso in analisi un accurato
elaborato della Commissione intercantonale per la circolazione stradale, operativa
all’interno della conferenza stessa. Gli esperti hanno redatto l’opera in due
parti: una, che prende in esame il fenomeno e lo descrive accuratamente,
l’altra che rivede il regolamento (peraltro vigente) sulla visita biennale di
mantenimento del titolo di guida. Il problema è rappresentato infatti dalla
facilità con cui oggi gli elvetici dai capelli grigi riescono ad evitare il
controllo periodico delle proprie capacità di conducenti, semplicemente
rimandando di continuo l’appuntamento col medico. Il progetto avanzato dalla
conferenza cantonale, invece, prevede una scadenza effettiva della patente,
oltre la quale il titolo non è semplicemente più valido: in questo modo, i
conducenti devono sostenere per forza l’esame clinico. Esattamente come avviene
in Italia, alla scadenza decennale della patente “B”. Ricordiamo che in Svizzera
la patente non ha scadenza, ed una volta conseguita accompagna il proprietario
per sempre. Ora, dopo la redazione del
progetto, si tratta di modificare la legge, compito che spetterà al governo
federale una volta che l’USTRA (Ufficio Federale delle Strade) avrà completato
la stesura di un testo base compatibile con la disciplina della circolazione. Protestano però i diretti interessati e il Consiglio
svizzero che li rappresenta (CSA), che attaccano la Conferenza bollando il
progetto come “discriminatorio ed
eccessivamente rigido”. Per loro è già sufficiente la serie di limitazioni che
possono essere imposte ad un rappresentante della Terza Età: divieto di guida
notturna e sconfinamento ad un’area geografica precisa. (ASAPS)
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