Patenti riciclate e vendute senza sostenere gli esami di guida. A
distanza di un anno, ieri il pubblico ministero Vittorio Santoro ha chiuso le
indagini preliminari dell’inchiesta «Patenti Market», condotta dalla Polizia
Stradale di Avellino indagando ben 225 persone tra titolari di autoscuola, funzionari,
automobilisti. Era il dicembre 2005 quando la Procura di Avellino chiese ed
ottenne quattro ordinanze di custodia cautelare che raggiunsero il funzionario
della Motorizzazione Civile di Avellino, Federico Bianco, Pellegrico Guancia di
Atripalda, e due salernitani, Antonio La Cortiglia e Alberto Giannattasio. Il
meccanismo era in realtà abbastanza semplice: attraverso l’accesso con il badge
all’archivio centrale informatico si provvedeva alla sostituzione del
nominativo su una patente destinata al macero per morte o per trasferimento
all’estero del titolare. In questo modo la «nuova» patente, che aveva
conservato il vecchio numero di rilascio, si trovava intestata a un’altra
persona in cambio di denaro. Senza sostenere, in moltissimi casi, nemmeno
l’esame. Costo medio dell’operazione: 2mila euro. Il pm Santoro contesta ai 225
indagati (funzionari, titolari di agenzie, automobilisti che avevano fatto
ricorso al sistema di conversione) il falso in atto pubblico, falso in denuncia
e la corruzione in concorso. La conclusione dell’indagine preliminare, con i
nominativi dei 225 indagati, i capi d’imputazione e le circostanze è contenuta in
ben 113 pagine. La Procura di Avellino si appresta a firmare le informazioni di
garanzia. L’inchiesta condotta dalla Polstrada avellinese, guidata dal
comandante Alessandro Salzano, prese l’avvio nel 2004. Nel corso degli
accertamenti furono scoperti casi-limite. L’input partì l’11 novembre del 2002,
quando una donna di Calitri, emigrata in Spagna, chiese la conversione della
sua patente. Inseriti i dati nel sistema informatico, risultò che quella
patente era stata già assegnata a un giovane che aveva seguito il duplicato per
smarrimento. Pochi giorni dopo quella patente fu sequestrata: il giovane non
aveva sostenuto alcun esame di guida. Gli inquirenti capirono di avere
imboccato il filone giusto. GIANNI CIANCIULLI
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