Non sono più quelle di una volta dall’aspetto pesante e trasandato, scarsamente maneggevoli e piene di sporgenze e appigli da ogni parte: ora, grazie allo sviluppo tecnologico ed alla componentistica più leggera, hanno decisamente fatto molta strada. Di cosa o di chi parliamo? Ma della buona e “vecchia” bicicletta, naturalmente, che all’inizio dello scorso secolo era il mezzo di movimento (e persino di trasporto) più diffuso che esistesse. Ora, come si diceva, è cambiato il loro modo di “essere” e sono tornate alla ribalta come mezzo alternativo della mobilità: maneggevolezza, assenza di inquinamento, divertimento, sono alcune delle caratteristiche che più le contraddistinguono e le fanno preferire ai più veloci e potenti veicoli a motore. Non è un caso se il progresso è intervenuto considerevolmente anche sui cosiddetti velocipedi, per usare la definizione del codice della strada, e un sempre maggiore numero di modelli vengono proposti all’utenza stradale che s’insiste ancora a definire “debole”. Oggi, rispetto al passato, è possibile sollevare una moderna bici con una sola mano grazie alle infinità dei nuovi dettagli: i materiali ferrosi prima utilizzati sono stati sostituiti dall’acciaio e soprattutto dalle leghe leggere e chi intende associare ai lunghi percorsi anche un’ambizione sportiva può contare su telai in fibra di carbonio, cambi ultramoderni che si attivano dal manubrio, ammortizzatori, freni a disco, copertoni con spessi battistrada che evitano le cadute a terra ed altro ancora. E infatti il mercato delle due ruote tira bene, se si considera che secondo alcune recenti stime, i risultati del 2004 dovrebbero aver fatto risultare decisi incrementi soprattutto per quanto riguarda le mountain-bike e le city-bike. Ma non è tutto oro ciò che luccica e nelle città, soprattutto in particolari ambiti quali stazioni, supermercati e scuole, il “parco circolante” rappresentato dalle due ruote è ancora vecchio e rugginoso o, se preferite, dichiaratamente rottamabile. Motivo di tale situazione è da ricercarsi nel timore (del tutto giustificato) di patire un furto, che in questo caso comporta un’azione rapida, limitata nel tempo e garantisce il ricircolo del mezzo senza dare troppo nell’occhio. Difendersi è dunque diventato un obbligo, ma allo stesso modo si può far ricorso alla moderna tecnologia che ci viene in aiuto con una serie di strumenti molto efficaci e in qualche caso anche un poco costosi. In alcuni paesi del Nord Europa, solo per fare un esempio, è stata imposta la punzonatura del telaio con un’apposita numerazione che identifica il venditore della bicicletta, mentre è lasciato uno spazio per inserire le iniziali dell’acquirente. Tuttavia, si stanno rapidamente diffondendo anche altri sistemi quali l’inserimento di un microchip nel telaio della bicicletta, a cui dovrebbe fare seguito un decoder (da distribuire a tutte le forze di polizia) col quale verificare immediatamente la provenienza del mezzo o l’eventuale esistenza di una denuncia di furto. Entrambi i metodi di identificazione, comunque, potrebbero trovare posto su di un archivio nazionale, viste anche le intenzioni di un numero sempre maggiore di amministrazioni pubbliche d’incentivare l’utilizzo (e dunque l’acquisto) di un velocipede per ciascun componente familiare. Esistono poi altri metodi, naturalmente più tradizionali, che possono efficacemente contrastare il furto delle bici: si parte dalla classica catena con lucchetto di varie dimensioni e tipo di bloccaggio, che appare perlopiù un disincentivo per quanti debbono compiere la loro azione in pochi istanti. Molto più efficace è il cosiddetto anello ad “U”, il quale viene inserito tra la ruota, il telaio ed ancorato efficacemente ad un punto fisso a terra. In questo caso il “ladro di biciclette”, per portare a buon fine le sue losche intenzioni, è costretto a lavorare con qualche attrezzo in più e ad avere una notevole quantità di tempo. In ogni caso, a ciascuno la libertà e la possibilità di utilizzare il sistema di chiusura e comunque l’antifurto che meglio preferisce. L’importante è non fidarsi mai e non lasciare la bici “libera” nemmeno per un solo minuto: è quel che serve per mettersi in sella e scomparire presto dall’orizzonte. Chiarito questo concetto, possiamo ora esaminare nel dettaglio quali debbono essere gli aspetti più importanti su cui riflettere prima di provvedere all’acquisto di una bicicletta. Innanzitutto è bene sottolineare come la scelta e la qualità dei materiali impiegati su ogni modello, dev’essere posta in relazione con l’efficienza degli elementi (freni e cambio) e, purtroppo, anche col prezzo finale. C’è chi preferisce un telaio in alluminio perché molto leggero, ma dovrà poi considerare il fatto che essendo un materiale rigido trasmette un numero superiore di vibrazioni. Al contrario, l’acciaio è ottimo per attutire i colpi specialmente sui percorsi sterrati o di montagna, ma riveste una maggiore ed ovvia pesantezza. La fibra di carbonio è il materiale preferito da chi vuole usare la massima tecnologia e poter compiere col minore sforzo lunghi itinerari, ma deve sapere che in questo caso i costi aumentano notevolmente. Queste considerazioni, naturalmente, valgono per qualsiasi modello attualmente presente sul mercato e per questo motivo vale la pena fare una completa panoramica sul mondo delle cosiddette “due ruote” senza motore. La mountain-bike è in sostanza la bicicletta da montagna ed è nata come mezzo essenziale, cioè senza fari, parafanghi o cavalletto, proprio per essere più “selvaggia” e anticonformista possibile. E’ una sorta di fuoristrada, se vogliamo fare un paragone coi veicoli a motore, che tuttavia ha conquistato una larghissima fetta di mercato e viene impiegata in abbondanza anche in città. Facilmente trasportabile, data la sua consistenza non teme graffi, cadute o altri imprevisti, è versatile (si usa in città, come in campagna e persino sui pendii più ripidi) ed unisce alla grinta la possibilità di una forte personalizzazione grazie al suo telaio largo e massiccio. Bisogna però pensare bene all’utilizzo che se ne deve fare per evitare di buttare via del denaro per niente. Infatti, se si opta per una mountain-bike con sospensioni sia anteriori che posteriori, bisogna evitarne l’utilizzo nei soli percorsi collinari, dove invece gli esperti consigliano ammortizzatori anteriori per rendere più efficiente la pedalata e più sicura la frenata. Se l’impiego è prettamente cittadino (e comunque su strada), allora occorre mettersi in regola con il codice stradale ed aggiungere alla bicicletta anche le luci anteriori, quelle posteriori, i catarifrangenti sui pedali ed il cosiddetto campanello. Anche i parafanghi ed il carter della catena non debbono essere disdegnati, sempre se non si vuole instaurare un rapporto frequente nel tempo con la più vicina…lavanderia! Se l’utilizzo è misto, invece, allora ci si può accontentare di una city-bike, cioè l’evoluzione moderna della classica bici da passeggio. In questo caso la sella è più morbida e la posizione più alta, in più viene accessoriata con elementi quali il portapacchi o gli attacchi per il seggiolino da trasporto dei bambini. Se si preferisce, si possono aggiungere anche le borse laterali, il portaborraccia ed il cavalletto ed eccola trasformata in una ciclo-turistica, a cui si può associare un manubrio da corsa se si sta fuori casa e si fanno centinaia di chilometri. Il mercato delle due ruote senza motore, tuttavia, riguarda anche le bici da corsa, vendute soprattutto in negozi specializzati e costruite persino su misura. Le marche sono le più note e “costose”, anche perché viene utilizzata una modernissima tecnologia, in grado di offrire prestazioni altamente specializzate. Gli amatori della bicicletta da corsa, infatti, sono soliti disputare gare di tipo dilettantistico, oppure, ritrovarsi nei giorni festivi per affrontare anche fino a duecento chilometri in un sol giorno. Roba da “grandi”, insomma! Mercati più ristretti sono poi occupati dalle bici (Bmx) usate dai giovani per seguire la nuova e spericolata moda del free-style o dai vecchi tandem (a due o più posti) ancora in voga fra le famiglie che intendono andare a spasso tutti insieme e infine dalle biciclette elettriche o servo-assistite, cioè munite di una batteria per ridurre al minimo lo sforzo della pedalata e perciò indicate a persone che non hanno grosse pretese. Il problema maggiore per quanto concerne l’acquisto della bicicletta, tuttavia, rimane la possibilità concreta di acquisto e in quest’ottica serie politiche di incentivazione non ne sono mai state fatte nonostante sempre più spesso si affrontino le tematiche legate all’inquinamento ed alla lotta contro le polveri fini emesse dai carburanti delle automobili. Così, non rimane altro che verificare le proprie possibilità economiche e concentrarsi sulla bicicletta più idonea all’utilizzo che se ne vuole fare, fermo restando che non ci si dovrà mai trovare pentiti della scelta compiuta. In quest’ultimo caso, infatti, rimane sempre valido quel noto insegnamento secondo il quale, voluta la bicicletta… Il decalogo dell’antifurto Abbiamo parlato a lungo delle biciclette come mezzo alternativo e non inquinante, ma anche del reale pericolo di furto che incombe costantemente sulle stesse. Vediamo allora, attraverso un piccolo decalogo, quali possono essere gli accorgimenti più utili ad evitare brutte sorprese. 1) Parcheggiare sempre la bici in modo da vederla o che la vedano gli altri, facendosi notare quando la si chiude al fine di far valere la “proprietà”. 2) Se provvista di cestino anteriore, lasciare sullo steso oggetti di scarso valore per dare l’impressione di effettuare una sosta rapida. 3) Cambiare spesso la posizione della sosta quando si frequentano, abitualmente, gli stessi posti, in modo da rendere meno memorizzabile la presenza della bicicletta. 4) Personalizzarla al massimo con adesivi e accessori, così da poterla meglio identificare anche eventualmente dopo un patito (ma non sperato) furto. 5) Utilizzare i sistemi di chiusura e di antiscasso in vendita nei negozi specializzati o nei supermercati, evitando di fidarsi del solo lucchetto di serie. 6) Legare la ruota anteriore e il telaio ad un elemento fisso (palo, albero, portabici inserito a terra, ecc…). 7) Mantenere in efficienza la bici per non dare l’impressione che sia rubata o abbandonata. 8) Adottare un sistema di identificazione attraverso una punzonatura o l’inserimento di un microchip. 9) Evitare di lasciare a lungo o di frequente la bici in luoghi dove solitamente vengono maggiormente rubate (stazioni e parcheggi di supermercati o grossi esercizi). 10) In caso di furto e di nuovo acquisto, lasciare intercorrere un poco di tempo prima di tornare a frequentare la stessa zona con la bicicletta appena acquistata. Talvolta i ladri cercano di capire se in quel luogo è possibile compiere più azioni in un determinato lasso di tempo prima di “cambiare” zona.
Cara bici, quanto mi costi? Quanto costa, al giorno d’oggi, acquistare una bicicletta nuova? Abbiamo provato a fare un piccolo raffronto dei prezzi in alcune città italiane ed abbiamo stilato una sorta di tabella per fasce d’acquisto, sulla base ovviamente delle nostre considerazioni e del mercato corrente. Dai 30 euro in su: bici giocattolo per bambini con corona e la maggior parte di componenti in plastica. Si trovano in vendita nei negozi di giocattoli o nei supermercati. Da 50/90 euro in su: biciclette per tutte le età, di media fattura e comunque senza prestazioni elevate. Il cambio è di medio-bassa qualità e la componentistica essenziale. Utili per gli spostamenti casa-lavoro o casa-scuola. Da 150 euro in su: aumentano le prestazioni, il comfort ed i dettagli (sella, cambio, carter, ecc…). Più che accettabile l’estetica ed è possibile trovare qualche componente di discreta qualità. Da 300/350 euro in su: prestazioni elevate e massimo comfort contraddistinguono le biciclette che appartengono a questa fascia: il telaio comincia ad essere di buon pregio, così come il cambio e soprattutto la componentistica che eccede nei dettagli. Sopra i 500 euro: si parla già di fibra di carbonio e la qualità è decisamente superiore. La fascia è riservata ad intenditori, amanti dei particolari e utilizzatori frequenti della bicicletta non solo per esigenze di carattere familiare (spostamenti da casa al luogo di lavoro), ma anche per ciclo-turismo o comunque per compiere lunghi itinerari. Per quanto riguarda le bici da corsa, infine, i costi aumentano anche considerevolmente a seconda dei materiali impiegati, dei componenti e delle prestazioni che sono garantite da una serie di accessori e strumentazioni “di bordo”. |