Alcol:Prevenzione? In Discoteca Con Reality ’Il
Pilota’/Ansa
(ANSA) - ROMA, 20 nov - Un Reality in piena regola, ma
ambientato in discoteca e con un obiettivo preciso: invogliare i giovani a non
bere durante la serata per evitare le terribili conseguenze dell’alcol in
termini di incidenti stradali . E’ il progetto ’Il Pilota’, promosso
dall’Istituto superiore di sanita’ (Iss) e partito, per ora, in Toscana, dove
e’ in programma un vero e proprio tour. Ed in palio, per quelli che saranno
eletti ’piloti dell’anno’, vi sono premi succulenti: un’automobile, uno scooter
ed un viaggio per due in Europa. COMUNICATO STAMPA
PROVINCIA DI BOLZANO Alcol e giovani: insediato gruppo
di lavoro
Del consumo di alcol tra i giovani
si occuperà ora uno specifico gruppo di lavoro tra Assessorati. La misura è
stata concordata dalla Giunta provinciale nella sua seduta odierna. Un gruppo di lavoro composto da esperti della Provincia
nei settori scuola, famiglia, giovani e politiche sociali si occuperà in modo
permanente del problema dell’aumento del consumo di alcol tra i giovani anche
in Alto Adige. "Confidiamo che questo gruppo di esperti potrà presentare
nuove proposte per prevenire e combattere il fenomeno, perchè il problema
esiste e non possiamo ignorarlo", ha annunciato il presidente Luis
Durnwalder a margine della seduta di Giunta. GOMARCHE.IT Alcolisti Anonimi Ancona: un
percorso di 25 anni
Per far conoscere l’attività del
Gruppo Alcolisti Anonimi di Ancona alla cittadinanza e in occasione del 25°
anno della sua apertura, si terrà il 25 Novembre un convegno dal titolo
“Alcolismo e Solitudine” alla Loggia dei Mercanti di Ancona. ANCONA - Il primo passo è ammettere di essere malati, di
dipendere dall’alcol, una svolta difficile ma se si ha al fianco un gruppo di
sostegno il percorso verso il recupero di una vita “normale” diventa possibile.
Per questo, per far conoscere l’attività del Gruppo
Alcolisti Anonimi di Ancona alla cittadinanza e in occasione del 25° anno della
sua apertura, si terrà il 25 novembre 2006 un convegno dal titolo “Alcolismo e
Solitudine” alla Loggia dei Mercanti di Ancona, ore 16.30. All’incontro parteciperanno il sindaco di Ancona Fabio
Sturani, l’assessore alle Politiche Sociali e Welfare, Marida Burattini, Franco
Pesaresi dirigente del Servizio Servizi Sociali Educativi. Interverranno anche molti esperti in materia e, a seguire,
ci saranno testimonianze di alcolisti anonimi e di familiari. L’incontro sarà anche il momento di presentazione
ufficiale del sito del Gruppo dell’Area Marche. In questi 25 anni il Gruppo A.A. di Ancona ha visto tanti
uomini e donne uscire da quel dramma attraverso la comprensione e la
condivisione che – come spiegano i responsabili – si trova nel confronto tra
persone che hanno avuto o hanno gli stessi sintomi e, spesso, gli stessi
problemi. Nella città esistono due gruppi operativi, uno a
Collemarino in via Bufalini dove partecipano in media 15 persone con riunioni
il lunedì e il venerdì dalle 18.30 alle 20.00, e l’altro presso la Parrocchia
S. Cosma, invece, le riunioni si svolgono ogni mercoledì dalle 21.00 alle
22.30. L’alcolismo è progressivo, inguaribile e mortale se non si
arresta con le dovute attenzioni. “Purtroppo – spiegano i responsabili del
gruppo Alcolisti Anonimi di Ancona – è scarsa la cultura e la conoscenza in
merito, il che fa ancora trattare l’alcolismo come un vizio e non come una vera
e propria malattia”. L’Associazione è nata nel 1935 ed è oggi presente in oltre
160 paesi di tutti i continenti con circa centomila gruppi e con milioni di
alcolisti recuperati. In Italia è nata nel 1972 e si è diffusa in tutte le
regioni. A.A. è un’associazione di auto-aiuto, infatti l’alcolista che ha
smesso di bere mantiene e consolida la propria sobrietà cercando di aiutare un
altro alcolista che ancora beve ad uscire dalla dipendenza dell’alcol. Per maggiori informazioni: 071.2181304. LA PROVINCIA DI COMO A Lambrugo la sede delle vittime
degli incidenti stradali
LAMBRUGO (Ro. Can.) Un invito a fermarsi a riflettere sull’importanza della vita e sull’attenzione al volante, quello che arriva da Lambrugo dove da pochi giorni ha aperto la sede locale dell’associazione nazionale «Familiari delle vittime della strada». Proprio oggi si svolge la «Giornata mondiale per le vittime di incidenti stradali»: ottomila all’anno solo in Italia. «È come se ogni anno sparisse un paese intero tra l’indifferenza generale – spiega Ileana Casagrande, da undici anni su una sedia a rotelle per colpa di un incidente d’auto – Lo so bene per quello che mi è successo nel 1995, quando con mio marito fui coinvolta in un incidente provocato da un’automobilista che fece inversione sulla statale. Da allora non cammino più e cerco di aiutare chi si trova nelle mie stesse condizioni. Per questo sono volontaria in pediatria all’ospedale e ora sono finalmente riuscita a fondare questa associazione, che ha sede a casa mia, e si offre di andare nelle scuole per spiegare ai ragazzi l’importanza di un comportamento consapevole». «Far conoscere la gravità dei dati dei morti sulle strade, per irresponsabilità, pirateria, guida in stato di ebbrezza. È un obiettivo importante per questo vorrei sensibilizzare l’opinione pubblica e chiedere di partecipare e a pretendere una condizione di sicurezza, affinché non si spezzino sulle strade altre vite». AFFARI ITALIANI (ONLINE) Bullismo/ Psicologi: crescono alcol e droga. I ragazzi si
confessano in Rete: ci fa paura Atti di teppismo in crescita nel 2006 tra i giovani italiani,
dove dilagano sempre di più droga, fumo e alcol. Il tutto tra la
"latitanza" della scuola, della politica e dei genitori, sempre più
succubi e remissivi nei confronti dei figli. E’ il fosco quadro denunciato dai
pediatri italiani, riuniti oggi a Milano in occasione della presentazione del
decimo rapporto annuale dell’osservatorio adolescenti della Sip, società
italiana di pediatria. Dall’indagine, che ha coinvolto 1.251 ragazzi di età tra
i 12 e i 14 anni, emerge che la quota di adolescenti a cui è capitato di
assistere ad atti di bullismo nel 2006 è stata del 77% tra i ragazzi e del 68%
tra le ragazze, dati omogenei su tutto il territorio nazionale. Ma perché si agisce da bulli? Per oltre l’84% dei casi, è
la volontà di "essere ammirati all’interno del gruppo" a spingere a
tali comportamenti, ma a volte (42%) anche solo "per divertirsi un
po’". Davanti ad atti di teppismo si preferisce difendersi da soli (53%,
il 66,6% tra i maschi), solo il 2,7% si rivolge ad un insegnante, "a
testimonianza - spiega il relatore Maurizio Tucci, responsabile comunicazione
Sip - dello scarso rapporto dei giovani con i propri docenti". Il tentativo di dimostrarsi più grandi, per le ragazze si
manifesta nella volonta’ di truccarsi (69%), per i maschi invece sentirsi adulto
è avere una fidanzata (44%). Fumare e bere non sono pertanto segni di
personalità adulta, ma comportamenti già radicati, se non distintivi, della
gioventu’: in aumento nel 2006 sono i ragazzi che fumano (28,8% contro il 25,7%
del 2005), che bevono vino (46,5% a fronte del 46%), birra (53%, +5%),
superalcolici(23,2%) e che fumano ’canne’: aumentati in un anno di oltre 4
punti percentuali (44,3% del totale). La voglia di sentirsi adulti si ripercuote inevitabilmente sul rapporto con la famiglia: il 70,9% sostiene che i propri genitori non debbano intervenire sulla scelta dello sport da praticare, il 59,7% nel modo di vestire, il 55,3% sugli amici con cui uscire, il 51% l’istituto da frequentare e il 23,1% sulle abitudini alimentari. Preoccupa i pediatri, l’osservazione che effettivamente la famiglia sia poco invasiva e interferisce solo dove i giovani concedono spazio, come per le abitudini alimentari. In generale, il 66,4% delle regole imposte dai genitori sono adeguate ai desideri dei ragazzi. Dall’indagine emerge dunque una "rarefazione del rapporto genitori-figli", causati spesso da motivi pratici e di lavoro: la conseguenza è che ci si abitua all’assenza dei familiari, anche se, campanello d’allarme, il 92% dei bambini si sente triste. "Sono latitanti la famiglia, la scuola, le istituzioni: i nostri giovani sono lasciati in balia di telofoni, computer e televisione. Dobbiamo muoverci tutti e ad ogni livello, per stare più vicini ai giovani e migliorare la loro condizione", conclude in modo accorato Giuseppe Saggese, past president della Sip. L’ARENA.IT Un messaggio rivolto ai giovani
Valdegamberi: «No a qualunque tipo
di droga»
«Un forte e chiaro no a tutte le droghe, un benvenuto alla
creatività dei giovani, ai valori che puntano a stili di vita sani; un no alle
decisioni di un governo che ha innalzato il limite di possesso della quantità
di cannabis che è, spesso, l’anticamera per le droghe pesanti». Così Stefano
Valdegamberi, assessore regionale alle politiche sociali, intervenendo a
Venezia alla conferenza stampa di presentazione del concorso di danza «Dream on
casting», che ha visto la partecipazione di 450 giovani ballerini, provenienti
da gruppi che frequentano le scuole di danza nel territorio regionale ma anche
da gruppi spontanei. L’evento, voluto dalla Regione Veneto è organizzato
dall’Osservatorio Regionale sulle Dipendenze che ha sede nell’Ulss 20 di
Verona. «I giovani che partecipano a questo concorso», ha detto Valdegamberi,
«sono testimoni di uno stile di vita sano, che si propone di restare lontano da
droghe e alcool, e partecipano a questa iniziativa per dimostrare che si
possono ottenere forti emozioni partendo dall’arte, dallo stare insieme, senza
dover ricorrere alle sostanze stupefacenti. È un invito ai giovani per
sollecitarli a un futuro libero dalle droghe, a realizzare per intero la loro
vita, non ad evaderla con scorciatoie facili come le droghe o l’alcol». L’assessore regionale ha spiegato che, partendo da questi
presupposti «va realizzata una campagna di prevenzione primaria che punti
all’informazione e alla sensibilizzazione culturale sia dei giovani sia degli
adulti, specie dei genitori. E bisogna nello stesso tempo, coinvolgere in modo
forte le famiglie e realizzare una aggiornata sinergia d’azioni e d’intenti tra
Regione, enti locali, istituzioni per dare struttura e continuità alle
politiche di prevenzione delle dipendenze». Valdegamberi ha poi fornito alcuni
dati sul servizio civile: «Nel Veneto abbiamo più di 1400 giovani che hanno
fatto l’esperienza del servizio civile, pari al 3,20% italiano, ma le risorse
finanziarie nazionali sono sempre minori. Tuttavia il Veneto intensificherà
l’azione culturale e istituzionale per diffondere tra i giovani la conoscenza
delle opportunità umane e, anche, delle potenzialità occupazionali
rappresentate dal servizio civile volontario regionale». L’assessore Valdegamberi esprime preoccupazione per la riduzione dei finanziamenti nazionali nel settore che «potrebbero mettere a rischio un servizio già importante, anche se recente, per supportare lo stato sociale e le prestazioni a favore del sociale, della cultura, dell’ambiente». IL GAZZETTINO (BELLUNO) ASSOCIAZIONE MANUELA «Per noi è come se avessimo perduto l’ennesimo figlio» (S.M.) «Oggi è come se tutti noi avessimo perso l’ennesimo figlio, e di fronte ad una Finanziaria che non investe sulla sicurezza stradale ma sull’aumento dell’uso delle droghe, chiederemo al Ministro di riceverci e di cambiare rotta». E’ arrabbiato Andrea Dan, presidente dell’Associazione Manuela, alla notizia della nottata di incidenti e vittime sulla strada. «Sacconi, Stiffoni e la Rubinato ci dovrebbero aiutare per portare al Governo la nostra richiesta di aiuto e di investimenti per creare una cultura della sicurezza. Perchè in questo momento, in cui l’80% delle vittime è dovuto ad alterazioni da alcol e droga più che alle strade killer, l’unica cosa che fa Livia Turco è chiedere il raddoppiamento delle dosi di stupefacenti consentite. E’ una cosa intollerabile. Pretendiamo, di fronte a tutte le vittime, che il Governo ci risponda e motivi certe scelte, e il fatto che l’unico investimento per la sicurezza presente in Finanziaria sia l’aumento degli autovelox in autostrada». Un Governo, secondo Dan, che sta vanificando anni di lavoro a Treviso: «Nella Marca quest’anno gli incidenti sono diminuiti del 30% grazie anche ad una cultura della sicurezza e della prevenzione; ma ho paura che il trend si inverta con interventi antiproibizionisti del Governo proprio su ciò che nell’80% dei casi causa vittime sulla strada. Noi che abbiamo perso dei figli non possiamo sopportarlo». LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BASILICATA) Potenza
È necessario «stringere i tempi per l’approvazione dei provvedimenti sui minori attualmente all’attenzione delle Commissioni consiliari»: lo ha detto la Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Maria Antezza, in occasione della «Giornata mondiale per l’infanzia e l’adolescenza», istituita per ricordare l’approvazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, il 20 novembre 1989. «Il Consiglio regionale, non appena sarà completato l’iter delle Commissioni ? ha aggiunto Antezza ? sarà chiamato a discutere e a deliberare sulle proposte di legge per l’attivazione di un sistema integrato di servizi educativi e di istruzione per la prima infanzia e il sostegno alla genitorialità e alla famiglia, per l’istituzione dell’osservatorio regionale sul lavoro minorile e per dotare la nostra regione della importante figura del garante dei minori, che completa e rende più forte la rete istituzionale a tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Da un’indagine condotta nei mesi scorsi da Pubblica Res, società del gruppo Swg, per conto del Consiglio regionale, risulta che l’abuso e la violenza sui minori, assieme all’abuso di alcool e droga, sono ritenute le principali problematiche minorili della nostra regione. I ricercatori di Trieste - ha continuato Altezza - hanno svolto una indagine partecipata, somministrando un questionario ad un campione rappresentativo di circa duemila studenti e genitori lucani e raccogliendo le indicazioni di alcune persone qualificate (operatori sociali, giudici minorili) che si interessano a vario titolo dei problemi dei minori. In particolare, la proposta di istituire il garante dei minori a livello regionale riceve una larga approvazione da parte dei genitori e degli alunni coinvolti nell’indagine, che segnalano, appunto, nell’abuso di alcol e droga e nella violenza le emergenze principali da affrontare. Con questa indagine per la prima volta i cittadini sono stati coinvolti nel processo legislativo, esprimendosi su materie che sono al centro di alcune proposte di legge. Spetta ora al Consiglio regionale produrre una sintesi che tenga conto anche delle opinioni espresse dai cittadini. Mi auguro - ha concluso - che le Commissione consiliari completino al più presto l’esame di questi provvedimenti, che possono contribuire a fronteggiare le problematiche più importanti e gravi del mondo minorile». L’ADIGE Sgomberato il party punk all’ex
Alumetal
Cinquanta agenti fanno irruzione a
mezzanotte
di DAVIDE PIVETTI Mentre l’ente pubblico si interroga, un po’ stancamente, sul futuro dell’immenso compendio dell’ex Montecatini, gli spazi vuoti e desolati dello stabilimento a metà tra Marco e Mori hanno trovato, l’altra notte, una nuova destinazione. Un centinaio di ragazzi, età media tra i 22 e i 25 anni, sabato sera ha occupato una delle palazzine di servizio all’interno dell’area oggi di proprietà della «Trentino Servizi». Una specie di grande festa musicale, dalle tinte punk, organizzata in sordina e senza nemmeno l’utilizzo di internet. Un silenzio - compreso quello on line - che doveva servire ad evitare esattamente quello che è successo. Alla mezzanotte tra sabato e domenica hanno fatto il loro ingresso nella stessa palazzina cinquanta tra carabinieri e agenti di polizia. Una "sorpresa" in piena regola, così come lo era stata la festa per le forze dell’ordine. Cento persone sono state identificate e accompagnate all’esterno dell’area privata. Le forze dell’ordine stanno valutando in queste ore la posizione dei maggiorenni, nei confronti dei quali potrebbe scattare una denuncia per l’occupazione della proprietà privata. Ma quello che è accaduto l’altra notte è più di una semplice festa punk rovinata dall’intervento delle forze dell’ordine. Da parte di polizia e carabinieri - l’altra notte sul posto sia il vicequestore Giansante Tognarelli che il capitano Renzo Tovazzi - c’era l’intenzione di intervenire preventivamente, per evitare che incontri notturni di questo tipo si possano ripetere in futuro magari richiamando altre persone anche da fuori. All’ex Montecatini c’erano almeno una quarantina di giovani provenienti da fuori provincia, giunti in zona soprattutto con auto private percorrendo l’autostrada. Proprio nel corso dei normali controlli nella zona del casello i carabinieri avevano notato un paio di autovetture sospette che, seguite, hanno portato i militari proprio all’ex Montecatini. Ben presto si è capito che là dentro si stava svolgendo qualcosa di particolare - tra le ipotesi anche quella, poi smentita, di un rave party - e i controlli si sono fatti più discreti ma pressanti. Quando è stato chiaro che all’interno dell’ex fabbrica c’era almeno un centinaio di persone e che altre ne sarebbero arrivate, le forze dell’ordine hanno deciso di intervenire. I carabinieri hanno messo sul campo tutte le pattuglie disponibili, il commissariato ha fatto altrettanto chiamando, in rinforzo, anche i colleghi della Questura di Trento. In un’ora è stato possibile raccogliere una cinquantina di agenti. L’area del party clandestino è stata letteralmente circondata e poi illuminata a giorno (grazie all’intervento dei vigili del fuoco di Mori) quando polizia e carabinieri hanno fatto il loro ingresso nell’immobile. All’interno non sono stati trovati stupefacenti: né hashish né pastiglie di droghe sintetiche. Solo birre ed alcolici. Dopo l’identificazione dei cento ragazzi - una sessantina quelli residenti tra Rovereto e la Vallagarina, alcuni dei quali già noti alle forze dell’ordine per la partecipazione alle iniziative del gruppo anarchico - tutta l’area è stata sgomberata. IL MESSAGGERO Messaggini sui cellulari, ma anche luogo, data e ora
... Messaggini sui cellulari, ma anche luogo, data e ora
lanciati dai siti internet e il popolo del rave si raduna in poche ore nei
soliti capannoni abbandonati. Come è accaduto, per l’ennesima volta, a Pomezia
dove dalla tarda serata di sabato e fino alle prime luci di ieri mattina quasi
un migliaio di persone si sono ritrovate su via della Solfatara nell’ex
mattonificio Tacconi. Il copione è sempre lo stesso: musica assordante, birra e
alcool bevuti a fiumi e presumibilmente anche droga, con i carabinieri che non
hanno potuto fare altro che vigilare sulla festa. Troppi i partecipanti per
consentire ai militari di evacuare l’ex stabilimento. Così per evitare di
esasperare gli animi e provocare scontri, i carabinieri hanno pattugliato la
zona e controllato a distanza che la festa procedesse senza incidenti. E così è
stato. Il party è andato avanti tutta la notte senza problemi. Persino la viabilità non ha risentito del traffico provocato dall’arrivo di centinaia di automobili che i partecipanti hanno parcheggiato sulle strade interne di via Solfatara, quelle che portano in aperta campagna. Poche anche le proteste dei residenti per la musica assordante. La zona scelta per la festa è infatti scarsamente abitata. LA SICILIA Denunciato per guida in stato di
ebbrezza
I carabinieri della stazione di Vallelunga hanno denunciato, per guida in stato di ebbrezza, un giovane, L.V., 22 anni, nato a Mussomeli ma residente a Vallelunga e che è stato fermato all’una di notte da una pattuglia dei carabinieri. butera CORRIERE.IT Il cliente si è rivolto ai
Carabinieri
«Non servo musulmani». Barista
denunciato Il titolare di un bar di Ancona si rifiuta di servire un italiano di
origine maghrebina: accusato di atti di discriminazione razziale «Io non servo musulmani»: con queste parole il titolare di
un bar nella zona portuale di Ancona si sarebbe rivolto a un giovane italiano
di origini maghrebine rifiutandosi di servirgli la consumazione richiesta. (*) Il
cliente, un pizzaiolo di 22 anni, ha raccontato l’accaduto ai carabinieri del
Nucleo Radiomobile e il gestore dell’esercizio, un sessantenne del luogo, è
stato denunciato per atti di discriminazione razziale. All’arrivo dei militari, l’uomo si è mantenuto assolutamente
fermo sulle sue posizioni: «Il bar è mio - avrebbe detto - e faccio quello che
mi pare». Ai carabinieri, insomma, per usare le loro stesse parole, è apparso
«irremovibile» e per nulla intimorito dall’arrivo della pattuglia. Il
ventiduenne, d’altra parte, secondo quanto hanno potuto accertare gli
investigatori, non aveva avuto atteggiamenti aggressivi, né era ubriaco, né
risultano precedenti discussioni con il titolare del bar. Oltre alla denuncia,
per il sessantenne ci saranno anche sanzioni amministrative, essendosi
rifiutato di servire da bere nonostante svolga un’attività di pubblico
servizio. La legge, infatti, prevede che il rifiuto può essere opposto solo nel
caso di persone ubriache, di minori e di infermi di mente. (*) Nota: speriamo che questo cliente non abbia ordinato una consumazione alcolica. Ci metterebbe per la prima volta nella condizione di difendere il consumo di alcolici. IL GAZZETTINO (TREVISO) Ennesima rissa all’Odissea ieri notte. Due magrebini di 32
e 18 anni sono finiti al Pronto soccorso di Treviso con contusioni e ferite
lievi. Erano le 3 circa di ieri notte quando arriva la chiamata
al 112, per un intervento alla discoteca di Spresiano. «C’è una rissa in corso,
correte qui si stanno uccidendo». Immediato anche l’intervento della security
del locale che ha tentato di calmare gli animi. All’arrivo dei carabinieri però
il gruppetto di extracomunitari segnalato nella richiesta di intervento non
c’era già più. Erano rimasti a terra solo i due marocchini feriti. I giovani
hanno raccontato di essere stati assaliti da un gruppo di albanesi, per futili
motivi. «Di punto in bianco - hanno raccontato i feriti - si sono scagliati
contro di noi, senza motivo. Erano in tanti e non siamo riusciti a difenderci. Ci
hanno preso a calci e pugni, non siamo riusciti a fermarli». Fortunatamente
però i due se la caveranno con pochi giorni di prognosi. È l’ennesima rissa che si verifica alla discoteca Odissea. Qualche settimana fa nella sala Revival erano volate bottiglie dopo che un gruppo di nomadi, in stato di ebbrezza, avevano innescato una lite furibonda. Erano intervenute le Volanti e i carabinieri, ma all’arrivo delle forze dell’ordine i nomadi si erano già dileguati. IL GAZZETTINO (VENEZIA) PIAZZA FERRETTO Multato un ubriaco molesto al bar
Intervento di una volante l’altra notte in piazza Ferretto verso mezzanotte e quaranta per allontanare un ubriaco molesto, M.O., 30 anni, marocchino, che si era presentato in un bar per la seconda volta in poco tempo dando fastidio agli avventori. Nella prima occasione l’uomo era riuscito a far perdere le proprie tracce allontanandosi dal locale per qualche tempo. Poi, poco più tardi vi era ritornato continuando ad infastidire i clienti, ma trovando i poliziotti ad aspettarlo e che lo hanno multato per ubriachezza e denunciato per non aver voluto fornire in un primo momento le proprie generalità. IL MATTINO (CASERTA) Testata al carabiniere che lo
soccorre
Un operaio di 50 anni, N.P, di Gioia Sannitica, ha colpito con una testata un carabiniere che lo stava soccorrendo perchè finito fuori strada mentre percorreva a bordo di una Fiat Uno il tratto Piedimonte Matese-Gioia Sannitica, della Statale 330. Il 50enne, secondo quanto ha riferito il militare, era in evidente stato di ubriachezza. Il carabiniere, che insieme con un collega era intervenuto sul luogo dell’incidente su segnalazione di un automobilista, ha riportato una contusione alla regione temporale ed è stato costretto a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale di Piedimonte Matese. L’operaio è stato arrestato per oltraggio e lesioni al pubblico ufficiale e sarà giudicato domani con il rito direttissimo. BRESCIA OGGI I CONTROLLI Basso Garda, sabato ritirate
quindici patenti
Il Basso Garda, le strade che portano ai locali notturni
di Desenzano, Sirmione, San Martino della Battaglia, ai night, discoteche, alle
birrerie e ai caselli dell’autostrada «A4». È stata questa la zona interessata dal controllo
«antistragi» predisposto nella notte tra sabato e domenica dalla polizia
stradale. Ha coordinato il servizio il distaccamento di Desenzano
con due pattuglie e ha avuto, dalla mezzanotte sino alle sei, l’apporto dei
colleghi di Brescia, Iseo e di Montichiari. Le cinque pattuglie spesso si sono spostate dato che ben
presto è scattata la «solidarietà» degli automobilisti con segnali precisi
fatti con i fari, ma anche sms sui telefonini o chiamate ad amici e familiari
avvertendo il «pericolo» di una multa. Novanta i mezzi controllati e un centinaio le persone
identificate. Quindici gli automobilisti trovati positivi all’alcol.
Tredici i maschi e due le ragazze con età tra i 22 e i 28 anni. Per tutti e quindici patente di guida sospesa,
decurtazione di dieci punti e denuncia penale. Sanzioni che raddopiano per i
neopatenti. Ancora una volta elevato è il numero dei giovani che
eccedono con il bere nei fine settimana e nel week end si concentrano i servizi
sulle strade. Sabato notte autovelox dei vigili urbani installato a Toscolano Maderno; ieri mattina sulla nuova 45 bis a Nuvolera. A questo si sono aggiunte decine di pattuglie di polizia, carabinieri e vigili a predisporre controlli in città e in provincia. f.mo. IL MESSAGGERO (MARCHE) Brilli al volante, la Polstrada
ritira quindici patenti di guida
CIVITANOVA Controlli capillari degli agenti della Polizia
stradale tra sabato e domenica notte lungo la statale Adriatica, tra Porto
Recanati e Civitanova Marche. Si tratta di servizi contro le stragi del sabato
sera. Sono state ritirate per guida in stato di ebbrezza una
quindicina di patenti. In totale sono state elevate 41 contravvenzioni al
Codice della strada, per mancato uso di cinture di sicurezza, mancata
esibizione dei documenti di guida e di proprietà, mancata revisione delle auto.
Coloro che sono incorsi nelle multe e nei provvedimenti di legge sono tutti
giovanissimi appena usciti dalle discoteche. C. P. IL MESSAGGERO (ABRUZZO) Muore alla stazione
Un polacco di circa 50 anni è morto ieri pomeriggio alla stazione centrale, stroncato da un malore, così ha certificato il medico legale. Non era di passaggio, anzi l’atrio della stazione era ormai la sua casa che condivideva con altri senzatetto. La bottiglia era la sua compagna fissa, quando poteva, e l’alcol alla fine lo ha ucciso com’è già successo per altri homeless alla stazione. A segnalare il decesso sono stati gli agenti della Polizia ferroviaria, gli uomini del 118 hanno solo constatato il decesso. ADN KRONOS Sami Chedli, 33 anni, sposato con
una palermitana
Palermo, ucciso tunisino dopo lite
famigliare
Secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato picchiato a
bastonate e poi ammazzato da un colpo di pistola al fianco. L’uomo da tempo
aveva abbandonato il tetto coniugale Palermo, 20 nov. (Adnkronos) - Omicidio nella tarda serata
di eri a Palermo. La vittima e’ un tunisino di 33 anni, Sami Chedli, sposato
con una palermitana, ucciso nel popolare quartiere della Vucciria. A lanciare
l’allarme e’ stata una passante che ha visto il corpo dell’uomo a terra in un
vicolo. L’uomo, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato picchiato a
bastonate e poi ucciso da un colpo di pistola al fianco, al culmine di una lite
famigliare. Da tempo Chedli, che al momento della morte risultava ubriaco,
aveva abbandonato il tetto coniugale. Ad occuparsi dell’omicidio e’ la Polizia di Stato, coordinata dal pm Antonio Altobelli. I poliziotti hanno ascoltato fino a tarda notte la moglie della vittima e i suoi famigliari. Gli investigatori sono anche alla ricerca di testimoni per ricostruire le ultime ore di vita del tunisino. IL GIORNALE DI VICENZA.IT Intanto il
ferito sta meglio
Accoltellamento in Campo Marzo
Caccia al complice
Il secondo aggressore è riuscito
per ora a far perdere le tracce. Per individuarlo i Cc sperano nel racconto
della parte offesa L’algerino Oussama Samet, ferito all’addome gravemente
venerdì sera in Campo Marzo vicino al parchetto dei bambini, sta meglio. I
medici oggi dovrebbero sciogliere la prognosi e i carabinieri torneranno ad
ascoltarlo per farsi raccontare meglio il contesto nel quale è maturato
l’accoltellamento per il quale è stato fermato con l’accusa di tentato omicidio
volontario l’iracheno Rabib Abdallah, 25 anni, clandestino. Il feritore è stato accompagnato al San Pio X su ordine
del pm Monica Mazza e già forse questa mattina, anche se l’interrogatorio
potrebbe slittare a domani, dovrebbe essere sentito dal gip per la convalida
del fermo. I carabinieri del capitano Lerario dopo avere bloccato il
presunto feritore, stanno adesso cercando gli indizi per bloccare il complice,
anche se l’indagine si presenta tutta in salita poiché l’episodio è accaduto in
un contesto di marginalità, tra persone che avevano alzato il gomito e che si
conoscevano a malapena. Oussama Samet, che ha indicato in Abdallah il feritore,
era stato accolto in prognosi riservata per una profonda coltellata all’addome
e alla parte superiore delle gambe. Gli investigatori della stazione e del
radiomobile hanno sequestrato vicino alla panchina dell’agguato due coltelli
sporchi di sangue, a dimostrazione che Samet, 30 anni, operaio regolare,
sarebbe stato ferito da due individui. Il movente rimane per adesso oscuro e, in teoria, potrebbe
essere stato anche qualcosa di molto banale, che in menti obnubilate
dall’alcool potrebbe avere innescato la folle reazione culminata nelle
coltellate. Ma potrebbe anche esserci dell’altro. Spetterà ai carabinieri e
all’autorità giudiziaria comprendere che cos’è realmente successo in una zona
di Campo Marzo che non è nuova alle aggressioni nelle ore serali. Zuffe, pestaggi e colpi bassi in quell’area di parco pubblico sono abbastanza ricorrenti. Per questo motivo non solo i residenti chiedono un servizio continuo. Non è un caso che se l’iracheno è stato arrestato, il merito è stato proprio dalla presenza di carabinieri e polizia municipale, con l’ausilio delle volanti, che lo hanno circondato, obbligandolo a tuffarsi nel rio Seriola, da dov’è riemerso quando non ha più potuto stare sott’acqua e, perciò, è stato catturato. Il complice, invece, si allontanava. BRESCIA OGGI LA SENTENZA D’APPELLO «Condanna esemplare, ma non basta» La zia della vittima: «Un anno e 8
mesi, ma all’estero l’investitore non avrebbe più guidato»
Una sentenza esemplare, ma non basta, anche perché arriva
a distanza di troppi anni. È la convinzione di Denis Annovazzi, coordinatrice
regionale dell’associazione europea Familiari e vittime della strada, e zia di
Matteo Minoglia, giovane di 29 anni rimasto ucciso il 20 giugno 2003 a
Castiglione delle Stiviere, tamponato da un’auto mentre era in sella al suo
scooter. «Tamponato da un automobilista con tasso alcolico di 2,45 e tachimetro
fisso sui 140 chilometri all’ora», precisa Annovazzi. Nei giorni scorsi i giudici della corte d’appello di
Brescia hanno confermato la condanna inflitta in primo grado il 25 novembre
dello scorso anno dal tribunale di Mantova. In primo grado l’investitore, un
mantovano, era stato condannato al ritiro di un anno della patente di guida e a
dieci week end agli arresti domiciliari. L’imputato, assistito dall’avvocato Aleardo Fario, era
stato condannato per omicidio colposo. I giudici della corte d’appello (nel
collegio giudicante Sannite, Miglio e Del Gaudi) hanno condannato in abbreviato
l’imputato a un anno e 8 mesi per omicidio colposo. «È una sentenza esemplare - commenta Annovazzi,
coordinatrice regionale dell’associazione europea Familiari e vittime della
strada -, perchè un anno e otto mesi per omicidio colposo non sono mai stati
inflitti prima in abbreviato. Ma nonostante la condanna non da poco ai
familiari resta comunque l’amarezza che la punizione non sia sufficiente e che
la condanna d’appello arriva a tre anni di distanza dal giorno del tragico
incidente». Per Annovazzi la condanna sarà da esempio e farà scuola,
ma «se
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