IL GAZZETTINO (VICENZA) ASIAGO
Arginare il problema dell’alcolismo in Altopiano, puntando
sulla prevenzione, sull’educazione dei giovani e la loro sensibilizzazione. È
questo uno degli impegni più pressanti per l’Assessorato alle Politiche sociali
del comune di Asiago che si è fatto promotore di una serie di iniziative
rivolte ai giovani stessi, ma anche ai loro genitori e agli insegnanti,
tentando di coinvolgere perfino i baristi. Non sempre c’è stata una risposta
adeguata da parte degli interlocutori, ma sicuramente pian piano si sta
diffondendo una cultura diversa, una maggiore attenzione alla propria salute,
al proprio equilibrio psicofisico e a quello dei propri figli e in generale dei
giovani che vivono in Altopiano. Preso atto che il problema dell’eccessivo
consumo dell’alcool, persiste, ed è ancora preoccupante e difficile da
controllare, si sta continuando a progettare nuovi interventi si spera sempre
più efficaci. Dopo la sensibilizzazione nelle scuole, le
"feste" senz’alcool, l’incentivazione nei bar del consumo di bibite e
cocktail analcolici, soprattutto grazie alla Carta Giovani, dopo gli incontri
rivolti ai genitori, ora si punta all’educazione attraverso le scuole-guida. Il
progetto rivolto ai giovani che si apprestano a conseguire la patente, ma anche
agli adulti che frequentano i corsi per recupero dei punti sulla patente, si
chiama significativamente "Un bicchiere di... vita". Nata su proposta
dell’assessore ai Servizi sociali Diego Rigoni e della responsabile dell’Ufficio
politiche sociali Donata Posocco, l’iniziativa coinvolge l’A.C.A.T.
(Associazione dei Club degli alcolisti in trattamento) e le due autoscuole di
Asiago. Con l’obiettivo di prevenire comportamenti a rischio connessi alla
guida in condizione di uso o abuso di sostanze psicoattive (alcool, ma anche
stupefacenti), verranno effettuati, all’interno del corso di preparazione
teorica tenuto dagli istruttori, degli incontri formativi che saranno tenuti
dalle psicologhe Carmen Traverso e Anna Chiara Costa. Negli incontri verranno
date varie nozioni sull’alcool con approfondimenti relativi al funzionamento
del sistema cognitivo (attenzione, memoria, percezione visiva, tempi di
reazione); si parlerà inoltre della guida sotto l’effetto di sostanze
psicoattive e delle infrazioni del Codice della strada, affrontando anche il
senso di responsabilità. "Le scuole - marca soddisfatto l’assessore Rigoni - hanno aderito con entusiasmo a questo progetto che spero possa dare buoni risultati e aiuti i nostri giovani ad acquisire una nuova coscienza, evitando comportamenti dannosi per sé e per gli altri". IL MATTINO (BENEVENTO) PESCO SANNITA Un paese a misura di giovani
In un anno di attività il Forum ha
avviato decine di iniziative
ANGELA DI GIUSEPPE Pesco Sannita. L’11 novembre 2005 nasceva a Pesco Sannita il Forum della Gioventù e in un solo anno i tredici ragazzi, componenti del consiglio del Forum hanno realizzato progetti e portato avanti iniziative tese al confronto, alla socializzazione e alla solidarietà. «Grazie anche all’impegno di tanti giovani di Pesco - dice il presidente Nicola Iadanza - l’attività del Forum è stata incessante fin dall’inizio. Voglio ricordare il nostro contributo per la realizzazione del convegno ”Alcol no grazie”, nel dicembre scorso; la nostra collaborazione con la Parrocchia SS. Salvatore per la giornata di informazione e meditazione sulle droghe; l’impegno per i più piccoli con il ritorno di Babbo Natale e della Befana nelle case dei bambini, la prima edizione del Junior day e l’adozione a distanza di una bambina indiana. Ci siamo impegnati nella realizzazione di una giornata di sport con la Strapesco, durante la quale abbiamo raccolto 1.100 euro devoluti in beneficenza all’associazione ”La Nostra Famiglia”, Istituto di ricovero per bambini di Ostuni». Il presidente ricorda che il Forum ha preso parte alle iniziative per accrescere le potenzialità turistiche del paese con un occhio puntato alla salvaguardia delle tradizioni con il Presepe Vivente 2005, il Carnevale Pescolano, la Passione Vivente di Cristo, la gara dei Corretegli, il Punk Rock Festival e la prima stesura della bozza di progetto per gli Scambi Culturali con i Paesi della Comunità Europea. «Ma le iniziative ed i progetti di questa associazione di giovani vanno avanti - conclude Iadanza -; a breve sarà pronto un sito web: una sorta di notiziario e di strumento informativo in tema di lavoro. Sono già in cantiere degli spettacoli di danza e di teatro in occasione delle festività ed una vendita di beneficenza di manufatti realizzati dai bambini della Scuola Primaria in collaborazione con l’Unicef. Il nostro impegno continuerà perché si realizzino le aspettative di tutti i ragazzi, con un ringraziamento a quanti hanno contribuito affinché diventassimo parte integrante della nostra comunità: ai cittadini di Pesco, alle Amministrazioni Comunali avvicendatesi nel 2006,alle attività commerciali del paese e al Forum regionale della Campania presieduto da Costantino Caturano». L’ADIGE BREVI
Strade ai comuni Via libera del Comitato tecnico amministrativo dei lavori pubblici: della Provincia diventeranno anche i circa 4,5 chilometri della bella strada intercomunale - di proprietà dei Comuni di Canal San Bovo, Castello Tesino e Pieve Tesino - che da Canal San Bobo arriva fino alla località Refavaie. Roncegno: Bertè e la battaglia Tiziano Bertè parlerà della battaglia di Passo Buole questa sera presso la sala riunioni del municipio Ore 20.30. Telve: casa Sartorelli Si parlerà dell’acquisto di Casa Sartorelli domani alle 20.30 in consiglio comunale. Tra acquisti e cessioni di terreni, si dovrà anche decidere l’adesione alla nuova convenzione del servizio di polizia di valle e sul piano gida in località Pozze. Castello Tesino espone Gasperini Personale di Orlando Gasperini «Come cavoli a merenda» da venerdì 24 a domenica 26 al ristorante Da Pezza in Celado. Venerdì alle 20 inaugurazione con convivio, costo della serata 30 euro: prenotazioni al 0461/594363. Lavarone alcolisti pentiti Apre domani alle ore 20 nella palazzina comunale il primo club degli alcolisti in trattamento affiliati all’Acat, l’associazione dei club in alta Valsugana. Lo presenta Pio Franchini, il presidente. Informazioni al numero 368-7715156. CORRIERE ADRIATICO L’esperienza dei gruppi di
auto-aiuto
Fuori dal tunnel dell’alcol
Ancona - Il primo passo è ammettere di essere malati, di dipendere dall’alcol, una svolta difficile ma se si ha al fianco un gruppo di sostegno il percorso verso il recupero di una vita normale diventa possibile. Per questo, per far conoscere l’attività del Gruppo Alcolisti Anonimi di Ancona alla cittadinanza e in occasione del 25° anno della sua apertura si terrà sabato un convegno dal titolo Alcolismo e Solitudine alla Loggia dei Mercanti, alle 16.30. Interverranno esperti in materia e a seguire ci saranno testimonianze di alcolisti anonimi e di familiari. L’incontro sarà anche il momento di presentazione ufficiale del sito del Gruppo dell’Area Marche. IL GAZZETTINO (PADOVA) UNIVERSITÀ Prevenzione, cura e trapianto del
fegato
Dall’epatite B all’epatite C, dal danno epatico da farmaco ai tumori, dalla fibrosi alle malattie legate all’abuso di alcol. Le patologie del fegato, lo stato attuale delle conoscenze, le cure e le prospettive per il futuro prossimo saranno al centro del convegno internazione che si terrà domani e venerdì (Centro Convegni Papa Luciani, via Forcellini 170/a ), organizzato dal Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università-Azienda Ospedaliera di Padova, e dal Centro di Riferimento regionale per le malattie del fegato, di cui è presidente il professor Angelo Gatta. L’ADIGE Patenti false, perquisizioni in
Trentino
Arrivavano da Napoli denunciati
gli intermediari
Falsi quasi perfetti, che permettevano con poca spesa e in breve tempo di sostituire la patente ritirata e rimettersi in strada. C’erano anche dei trentini tra gli acquirenti dei documenti contraffatti, fatti giungere dal napoletano da un gruppo di quattro intermediari altoatesini, denunciati per ricettazione e uso di atto falso dai carabinieri di Ortisei. Una ventina le persone che sono state o sono tuttora beneficiarie del particolare servizio: i militari del nucleo operativo radiomobile dei carabinieri del comune altoatesino, nel corso di una indagine iniziata lo scorso aprile, hanno perquisito una decina di abitazioni di fornitori e acquirenti, nella provincia di Bolzano ma anche in quella di Trento. Ad alcuni «clienti» la patente era stata ritirata per guida in stato di ebbrezza, anche recidiva. Il sistema funzionava in questo modo: i richiedenti si rivolgevano agli intermediari, che facevano presente ai propri contatti nel napoletano le loro esigenze. Questi potevano così ottenere, con una spesa tra i 700 e gli 800 euro a seconda della durata del periodo di validità e della categoria del veicolo, un nuovo documento, in tutto e per tutto identico a quello confiscato. A far scattare l’indagine un normale controllo, lo scorso aprile, durante il quale un carabiniere capisce che nel documento di guida di un automobilista di Castelrotto c’è qualcosa che non va. Dopo un’accurata verifica in centrale, i militari dell’Arma si accorgono che il numero di serie della patente sospetta appartiene a un lotto di basi matricolari ministeriali in bianco sparite nel 2005 dalla motorizzazione di Pisa e Agrigento. Da qui è iniziata l’inchiesta, che ha portato alla denuncia di F. R., di 46 anni di Castelrotto; P. M., di 26 anni e H. O. di 46 anni, entrambi di Bolzano; F. A., 57 anni di Bressanone. Particolare la tecnica di falsificazione, eseguita con scrittura a caldo e ad impressione, con riproduzione fotografica eseguita con la stessa tecnica usata in motorizzazione, per un risultato finale quasi identico all’originale. L’ADIGE Documenti di guida ritirati dai vigili urbani Alcool, fermati in tre
Tre patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza tra venerdì sera e domenica: è il bilancio di un fine settimana di controlli dei vigili urbani di Trento. Il primo documento di circolazione è stato ritirato venerdì intorno alle 19.30 a una cinquantenne di Trento in via Degasperi, dove una pattuglia della polizia municipale è intervenuta per effettuare i rilievi di un incidente stradale. La donna, conducente di una delle due vetture coinvolte, presentava vistosi sintomi di intossicazione da alcol ma, invitata a sostenere la prova dell’alcoltest presso il comando di via Bronzetti, ha rifiutato di sottoporsi al controllo. La patente gli è stata comunque ritirata. La seconda patente è stata invece sequestrata sabato, attorno alle 18: anche in questo caso il controllo è scattato a seguito dell’intervento degli agenti per un incidente stradale, verificatosi in corso Tre Novembre. Il conducente di una delle due vetture coinvolte, un quarantanovenne di Trento, era in evidente stato di ebbrezza: l’etilometro del comando di via Bronzetti, dove l’uomo è stato accompagnato, ha fatto registrare un tasso alcolemico di 1 grammo per litro, il doppio del consentito. Il terzo intervento è avvenuto attorno alle 19 di sabato in piazza Venezia, dove un ventottenne di Rovereto a bordo di una Lancia Y è stato notato da un agente mentre procedeva in modo incerto. Fermato, il conducente era evidentemente in preda ai fumi dell’alcol, con un tasso alcolemico pari a 0.94 grammi per litro. Per tutti e tre, oltre al ritiro della patente, è scattata la denuncia a piede libero all’autorità giudiziaria. E mercoledì e giovedì scorsi sono andati avanti i controlli sugli autobus cittadini da parte dei vigili urbani: 290 gli utenti senza biglietto sanzionati. L’ADIGE Sessantenne di Maso Grillo assolto
dal giudice
Evade per mangiare
Si può anche evadere per andare a mangiare, sempre che il frigo sia vuoto. Lo ha stabilito ieri il giudice Francesco Forlenza che ha assolto Giovanni Offer, 62 anni di Maso Grillo, frazione di Pergine. L’uomo, difeso dall’avvocato Maria Anita Pisani, era imputato di aver violato l’obbligo di permanenza domiciliare che gli era stato inflitto dal giudice di pace dopo che era stato sorpreso al volante in stato di ebbrezza. I fatti risalgono al 2 luglio dell’anno scorso. La sentenza di condanna era passata in giudicato da pochi mesi e a Offer era stata notificata da poco l’esecuzione della pena. L’uomo doveva rimanere in casa tutti i sabati e le domeniche per un mese di fila. L’uomo, che vive solo in casa, però non si era ben organizzato. Pensava che quel divieto non si riferisse a una scappatella da un vicino di casa per mangiare una pastasciutta. Si sbagliava. Il 2 luglio, preso dai morsi della fame, ha chiesto a un vicino, la cui casa è a una decina di metri dalla sua, di preparargli il pranzo. Dal momento che non si era organizzato per quei due giorni, non aveva niente da mangiare in casa. Non c’era neanche un tozzo di pane, ha spiegato ieri il suo avvocato al giudice Forlenza. Così si è rivolto all’amico. Però non è stato molto fortunato. «Proprio quando sono uscito di casa per andare dal mio vicino, sono arrivati i carabinieri. Mi hanno chiesto che cosa stessi facendo. Io ho risposto che andavo a mangiare, ma loro mi hanno spiegato che non potevo allontanarmi neanche di un metro dalla mia abitazione. È una lezione che ho imparato. Mai più fare sciocchezze». Per questa volta, comunque, gli è andata bene. L’avvocato Pisani ha dimostrato che Offer si trovava in una sorta di stato di necessità e che aveva lasciato casa sua solo perché spinto dai morsi della fame. Il giudice ha ritenuto che non ci fosse neanche il dolo così ha assolto Offer perché il fatto non sussiste. L’ADIGE Con lui su quell’auto, lanciata a
folle velocità sulla statale della Valsugana, c’erano anche le sue sorelle
maggiori di MARICA VIGANÒ Con lui su quell’auto, lanciata a folle velocità sulla statale della Valsugana, c’erano anche le sue sorelle maggiori. Le bambine si sono salvate dalla follia del padre, il piccolo Adel no: gettato nel lago e tenuto con la testa sott’acqua, come un gattino appena nato, dall’uomo che fino a qualche ora prima si era preso amorevolmente cura di lui. Il cuore di Adel ha cessato di battere all’alba di ieri al pronto soccorso dell’ospedale di Trento; pochi minuti dopo è spirato anche suo padre, Achour Belgacem. Follia, follia pura nella mente dell’uomo, algerino d’origine ma da vent’anni in Italia. Stava separandosi dalla moglie, ospite di una struttura protetta, temeva di perdere i figli. E ieri si sarebbe dovuto presentare in Tribunale per la decisione sull’affidamento. Aveva paura di non vederli più. Ha voluto cancellare la propria vita, fallita, prendendo con sé i bambini, uccidendo il più piccolo di loro, il maschietto della famiglia. Ma non avrebbe risparmiato nemmeno le sue bambine, di 10 e 12 anni: con quell’auto, sparata a velocità sostenuta, alle quattro del mattino, voleva finire nel lago, annegare tutti insieme. Ha pure tentato di far saltare in aria il condominio in cui abita, a Castelnuovo in Valsugana, appiccando il fuoco a quattro bombole del gas: un miracolo, nell’irrazionalità di quelle lunghe ore, c’è stato e le fiamme si sono spente per la mancanza di ossigeno. Una lunga notte di follia, dunque, conclusa con l’uccisione del figlio ed il suo suicidio. Achour Belgacem, 48 anni, era arrivato in Italia più di vent’anni fa. Era sposato con una connazionale di dodici anni più giovane, insieme hanno cresciuto tre figli, tutti nati a Borgo, due bambine di 10 e 12 anni ed il più piccolo, Adel di 5. Un passato violento, anche a causa dall’abuso di alcol, aveva rovinato il rapporto con la moglie e gli aveva fatto perdere il lavoro. Numerosi sono stati negli ultimi anni gli interventi delle forze dell’ordine nella casa dell’uomo: era la donna a chiamare, a chiedere aiuto per quel marito violento che scaricava su di lei, con parolacce e percosse, le frustrazioni della sua vita. Tanto che Fatma Zohra Ham, 36 anni, non ce l’ha fatta più a sopportare quell’inferno e se ne è andata, prima con i figli, poi da sola. Era in corso una causa di separazione e l’affidamento dei bambini era diventato per l’uomo un’ossessione. Se ne stava occupando lui dei figli, nell’ultimo periodo: la madre era fuggita in Algeria ed al ritorno aveva trovato sistemazione alla Casa della Giovane. Achour Belgacem temeva di perdere i bambini, l’unico pensiero a lui rimasto dopo essere rimasto senza un lavoro, senza alcuna occupazione. Nel cuore della notte, poche ore prima dell’appuntamento in Tribunale a Trento, la mente dell’uomo si è annebbiata. Ha svegliato i figli, li ha fatti vestire. Era buio e freddo a Castelnuovo, quando l’auto è partita. Prima, sotto gli occhi delle bimbe è sceso nello scantinato della palazzina Itea di via Maccani dove abita, ha sistemato alcuni stracci intrisi di liquido infiammabile sopra quattro bombole del gas da 15 chili e ha dato fuoco. Poi è fuggito sull’auto, sistemando il piccolo Adel, legato ed imbavagliato, accanto al posto guida, le figlie sui sedili posteriori della sua vecchia Audi. Voleva far saltare in aria la palazzina, ma un primo miracolo è avvenuto: le fiamme si sono spente per la mancanza di ossigeno nel locale. Poi un secondo miracolo, in una notte drammatica: lo schianto terribile, l’auto che si incendia, le due bambine che escono illese dalla vettura, salvandosi, attirando l’attenzione di un automobilista che ha dato l’allarme. Erano le 4.30 quando l’Audi ha centrato la rete ed il cancello della villetta estiva della famiglia Belli lungo il lago, nel territorio comunale di Caldonazzo, a poche decine di metri dalla località Terrazze di Tenna. Repentinamente, l’uomo ha sterzato il volante, invaso la corsia opposta di marcia credendo di finire dritto dritto nel lago. Ma la corsa dell’Audi è terminata contro un albero, divelto, e dal motore sono partite le fiamme. Le bambine, nonostante le shock, si sono portate in salvo. Il padre ha tolto dalle fiamme il piccolo Adel, lo ha preso fra le sue braccia. Non è stato un gesto d’amore: lo stringeva a sé ma lo ha portato verso la morte, con un tuffo nell’acqua fredda del lago. Non sono bastati i soccorsi tempestivi delle ambulanze del 118, del medico, dei vigili del fuoco permanenti e volontari, dei carabinieri della Compagnia di Borgo e del Nucleo operativo provinciale. Per più di un’ora il rianimatore ha tentato di far ripartire il cuore del bimbo. Adel è morto in ospedale per le ferite e per il freddo: sul corpicino aveva i segni del nastro adesivo con cui era stato imbavagliato ed immobilizzato. L’ADIGE L’imam. Breigheche: «Colpa di tradizione e
ignoranza. E poi c’è l’alcol»
«Troppe donne vittime» Il problema dell’inserimento nella
nostra società
Il dottor Aboulkheir Breigheche, imam della comunità islamica del Trentino Alto Adige, conosceva Achour Belgacem, l’uomo che ieri si è ucciso nel lago di Caldonazzo assieme al figlioletto Adel: «Anche lui, come tutti, veniva alla moschea. Portava con sé i bambini, che salutavo sempre». Dottor Breigheche, il caso di oggi segue quello di domenica scorsa con la denuncia della scomparsa dalla casa di Rallo della moglie con il figlioletto da parte di un commerciante marocchino. Cosa sta succedendo nella comunità islamica? «Quello che accade in molte altre famiglie. Anche nelle nostre ci sono problemi. Questi sono episodi particolarmente gravi, dovuti a ignoranza. Penso anche a quanto è successo di recente a Canova di Gardolo». Per voi non c’è però il problema aggiuntivo dell’inserimento nella società locale? «Certo, le nostre famiglie magari faticano a inserirsi in tessuto sociale diverso. Non è facile integrarsi in maniera sana, cosciente e libera in una società nuova». Non è che la separazione con il possibile distacco dai figli venga vissuto in modo ancora più traumatico dalla vostra comunità? «Sicuramente i legami familiari sono vissuti più intensamente e il distacco dal coniuge o dai figli sono traumi che vengono sentiti in modo molto più forte, vengono vissuti peggio». Nel giro di pochi giorni sono venuti alla ribalta due casi di donne islamiche che sono scappate da casa. «Questi allontanamenti sono episodi che rientrano nella media di tutte le famiglie. È invece bene sottolineare che la donna, in molte situazioni, è vittima». Perché accade? «Per colpa delle tradizioni e dell’ignoranza. Come comunità islamica stiamo lavorando molto su questo problema. In Italia il rapporto con il coniuge va rivisto. È vero che certi valori devono restare, ma vanno riconsiderati rapportandosi in modo equilibrato e positivo con la nuova realtà. Qui le donne hanno un margine in più di libertà e movimento e vogliono vivere la loro vita in modo diverso». E perché si arriva a conseguenze così estreme? «Non conosciamo i dettagli di questa vicenda. Dio perdoni il signor Belgacem, ma è va rilevato che episodi così gravi spesso sono frutto di abitudini non proprio corrette, quale l’abuso di alcolici che sono proibiti nella nostra realtà islamica». G.Pa. IL GAZZETTINO (PORDENONE) Automobilista in preda ai fumi
dell’alcool
Due chilometri a zigzag lungo la
statale 464
Arba Soltanto la prontezza di riflessi e il coraggio del
"poliziotto volante" Marco Crozzoli hanno evitato che ieri sera,
lungo la statale 464, si verificasse una tragedia. Un uomo di Maniago, a bordo
di una vettura di media cilindrata, e in preda ai fumi dell’alcool, ha dato
vita a una pericolosa serpentina in mezzo alle auto in corsa che solo per un
destino benevolo si è conclusa senza danni e, soprattutto, senza feriti. Erano da poco passate le 19.15 quando Crozzoli in forza
alla Polizia stradale di Spilimbergo e rallista per passione stava facendo
rientro a Maniago dove abita, quando ha intravisto, qualche macchina più avanti
del suo furgone, un’auto che sembrava impazzita. La vettura ha iniziato
dapprima a zigzagare e, quindi, a invadere a più riprese l’opposta corsia di
marcia. Sembrava la scena di un film d’azione, solo che al posto degli stuntman
c’erano automobilisti che, per schivare il veicolo contromano, si sono perfino
gettate nel prato a bordo della strada. Il grave rischio è continuato per circa
due chilometri, fino a quando Crozzoli che era fuori servizio e aveva già
allertato col telefonino i colleghi della centrale ha deciso di rompere gli
indugi per evitare che si potesse consumare una tragedia. Dopo un paio di
tentativi vani, ha sorpassato l’auto guidata dal maniaghese e si è messo a
correrle davanti, diminuendo progressivamente la velocità, fino a costringere
l’autista dell’utilitaria a fermarsi. Subito qualificatosi, si è trovato di
fronte a un uomo di mezza età obnubilato, che non sapeva spiegare la sua
condizione. Subito sono accorsi anche i colleghi della Stradale, che hanno
sottoposto il conducente al test del palloncino, risultato ampiamente positivo.
All’uomo è stata ritirata la patente, in attesa di eventuali altri
provvedimenti dell’autorità competente. (re.pn.) IL GAZZETTINO
(PORDENONE) PATENTE RITIRATA Via Montereale auto abbatte il
semaforo
«Ma proprio lì dovevate mettere il semaforo...?» Sono
state queste le prime parole pronunciate l’altra notte al tenente Antonio
d’Angelo della Polizia municipale di Pordenone da A.F., 35 anni, militare in
servizio a Maniago, che con l’automobile è finito sul palo semaforico, in viale
Montereale, riuscendo a tranciarlo di netto. L’uomo, che si trovava alla guida
di una Renault Clio, stava sopraggiungendo da Maniago ed era diretto verso il
centro città. All’altezza del semaforo all’incrocio tra viale Venezia e via
Montereale, ha perso il controllo dell’auto ed è finito contro il palo.
Nonostante la botta è uscito praticamente illeso dall’abitacolo. I carabinieri
gli hanno ritirato la patente per guida in stato di ebbrezza. L’incidente è
accaduto nella notte tra lunedì e ieri, intorno alle 3, ora in cui
fortunatamente non c’è molto traffico. Sono stati posizionati dei segnali di
pericolo in tutta la zona per far rallentare gli automobilisti che sopraggiungevano
e che arrivavano all’incrocio sorpresi del fatto che i semafori non
funzionassero. E questo fino alle 7 di ieri mattina quando due agenti della
Polizia municipale (che sono stati cambiati ogni ora) hanno diretto il traffico
a mano, un’impresa non da poco vista la mole di automobili da controllare e
l’ampiezza dell’area interessata al black-out dei semafori. Alla mattina c’è
stato ovviamente qualche rallentamento. Susanna Salvador IL GAZZETTINO (BELLUNO) Terzo week end di controlli e
posti di blocco effettuati dai militari dell’Arma. Denunciati automobilisti in
stato di ebbrezza Blitz dei Carabinieri, ritirate 8
patenti
Nei guai anche un abitante di Vodo
per possesso illegale di armi rinvenute nella sua abitazione
Cortina (si.p.) Otto patenti ritirate e altrettanti automobilisti
denunciati per guida in stato di ebbrezza. Il terzo week end di controlli e
posti di blocco sul territorio che da Cortina va fino al Comelico e all’Alto
Agordino, ha portato gli uomini delle stazioni della Compagnia dei Carabinieri
di Cortina a punire chi si mette al volante dopo aver bevuto un po’ troppo. In
questo caso i guidatori ebbri caduti nella rete tesa dai militari sono stati
otto, alcuni del posto (persone di Pieve, Santo Stefano e San Pietro), e altri
provenienti da fuori (Bolzano, Catania e San Giuliano Milanese). Nell’ultimo periodo sono stati diversi gli incidenti gravi
avvenuti in strada a causa dell’ubriachezza dei conducenti, tanto che anche i
carabinieri cadorini hanno intensificato i servizi aumentando quelli già
programmati. N tutto, nell’ultimo mese, le patenti ritirate sono state una
trentina. Ma nello scorso week end sono finiti nei guai anche due
ubriachi a piedi. Infatti un abitante di Portogruaro ed uno di Sappada, trovati
mentre vagavano senza meta gridando in preda all’alcol, sono stati denunciati
alla Procura di Belluno per la contravvenzione penale di manifesta ubriachezza. I carabinieri inoltre hanno aggiunto a questo genere di
attività i controlli di verifica riguardanti la presenza di armi nelle
abitazioni private. Un cittadino di Vodo è finito nei pasticci per essere stato
trovato in possesso illegalmente di armi all’interno della propria abitazione,
mentre a Santo Stefano di Cadore, dopo una perquisizione domiciliare, sono
state denunciate tre persone per omessa denuncia di una carabina calibro 11, ed
una quarta anche per porto abusivo ed appropriazione indebita della stessa
arma. I Carabinieri invitano tutti coloro che possiedano armi a provvedere
quanto prima a regolarizzarne la posizione, anche per le eventuali munizioni,
denunciando qualsiasi tipo di arma posseduta, pur se ricevuta in eredità o da
altri. Contravvenire a queste regole determina, in caso di controlli, un denuncia alla Procura della Repubblica, poiché la disciplina sulle armi in Italia è molto severa. IL GAZZETTINO (ROVIGO) MALTRATTAMENTI Zuffe e botte in famiglia,
condannato a 400 euro di multa
Condannato per percosse alla convivente. Una multa di 400 euro è stata comminata ieri dal tribunale di Rovigo a carico di R. F. L’uomo doveva rispondere di maltrattamenti in famiglia ai danni della convivente. Assolto invece il figlio che era finito nei guai per lo stesso reato. I fatti risalgono ad alcuni mesi fa, quando tra i due conviventi le cose non vanno molto bene. Tra loro scoppiano continui litigi, forse alimentati dallo stato di ebbrezza in cui spesso cadono le due persone. L’uomo viene denunciato dalla stessa convivente, accuse che però nel corso del processo vengono giudicate poco attendibili in quanto la donna ammette di essere stata in numerose circostanze sotto l’effetto dell’alcol. Insussistenti invece le accuse dirette al figlio dell’uomo che in un primo momento era stato denunciato per aver picchiato la donna. Durante il dibattimento però la sua posizione è stata giudicata irrilevante ai fini penali della vicenda. Ieri con la sentenza del tribunale di Rovigo si è chiuso il sipario. IL MATTINO (SALERNO) Vigili aggrediti in via Mazzini
Battipaglia. Lascia l’automobile in doppia fila e quando i vigili urbani gli contestano l’infrazione li aggredisce. L’episodio si è verificato in via Mazzini, nel pieno centro di Battipaglia, lunedì sera. G.P., 33 anni di Olevano Sul Tusciano, aveva parcheggiato la sua auto di traverso in doppia fila impedendo la circolazione degli altri veicoli. In un battibaleno verso le 20,30 si è creato il caos. Automobili incolonnate e traffico in tilt. Per limitare l’ingorgo i caschi bianchi si sono subito avvicinati all’automobilista indisciplinato per invitarlo a spostare il veicolo e per multarlo. Poi, invece, è scoppiato il finimondo. G.P., in evidente stato di ebbrezza, si è scagliato contro gli uomini in divisa e li ha minacciati. Sono giunti i rinforzi, altre due pattuglie di agenti della polizia municipale e G.P., ormai, furibondo è stato accompagnato al comando dei vigili in via Rosa Jemma. Per prima cosa l’uomo, ancora imbestialito, è stato sottoposto alla verifica del tasso di alcol assunto ed emerso il forte stato di ubriachezza. Poco dopo G.P. è stato denunciato in stato di liberta per guida pericolosa in stato di ebbrezza e per minacce. Purtroppo, gli episodi di intolleranza nei confronti dei caschi bianchi sono ormai quotidiani. Lunedì sera la zuffa è stata evitata giusto in tempo grazie agli altri vigili urbani sopraggiunti che sono riusciti ad immobilizzare G.P. che già per ben due volte si era avventato contro gli agenti tentando di colpirli. Tanti gli automobilisti ed i passanti che hanno assistito all’accaduto mentre il traffico è andato praticamente in tilt e in centro si è bloccata completamente la circolazione stradale. Appena qualche giorno fa si è verificato un altro episodio di intolleranza sempre mentre i caschi bianchi erano in servizio. Sulla strada che conduce in litoranea i caschi bianchi multano una signora e il marito se la prende con i vigili ingiuriandoli e minacciandoli. Anche in questo caso è scattata la denuncia a piede libero. IL MESSAGGERO (MARCHE) CIVITANOVA Patente ritirata, denuncia per guida in stato di ebbrezza e danni da pagare. L’aver alzato il gomito è costato caro, ieri mattina, ad un tunisino di 40 anni, che aveva scambiato il lungomare sud per una pista da cross. Verso le 11, lo straniero, regolarmente residente nella nostra città, dopo aver bevuto, nonostante l’ora, si era messo alla guida della sua Ford. Giunto all’altezza della Capitaneria di porto, la vettura dell’uomo ha cominciato a sbandare, carambolando sulle auto in sosta. Dopo averne danneggiate, in modo rilevante, un paio, il tunisino ha arrestato la sua corsa finendo contro un cassonetto dell’immondizia. L’etilometro ha rivelato un tasso alcolico pari a 5 volte il limite consentito. CORRIERE ADRIATICO Conducente
ubriaco, incidente vicino al porto
Auto contro un cassonetto
CIVITANOVA - Superava di cinque volte il limite imposto dalla legge in merito all’alcol presente nel sangue quando si è al volante. Si tratta di un tunisino di 40 anni che ieri mattina, intorno alle 10, ha perso il controllo della sua vettura mentre si trovava nei pressi della sede dell’Ufficio circondariale marittimo, danneggiando dapprima un paio di auto in sosta e poi finendo la sua corsa contro un cassonetto dell’immondizia. L’uomo, residente a Civitanova, è stato denunciato dai carabinieri per guida in stato di ebbrezza. Gli sono state ritirate sia la patente che la macchina, un’utilitaria. Per fortuna nell’incidente non ci sono stati feriti. Anche i danni alle auto non sarebbero stati particolarmente rilevanti anche se per la stima occorre attendere il parere dei periti delle assicurazioni. SUPEREVA NOTIZIE Bacia poliziotta e lei lo arresta
A cura di Renée Del Sala ... in realtà non è andata proprio così... io sono dalla
parte della poliziotta Ha sbattuto contro un muro e baciato la "poliziotta"
che cercava di calmarlo mentre, visibilmente alticcio, infastidiva i clienti di
un supermarket di Rimini. Ma la donna, guardia giurata del centro commerciale,
non si è fatta intimorire e, dopo essere riuscita a staccarsi dalle labbra
dell’uomo, ha risposto immobilizzandolo e consegnandolo ai carabinieri: Kirk
Vanbrook, olandese 27enne, è finito in manette con l’accusa di violenza
sessuale. L’olandese, che sta girando l’Italia in bicicletta, dopo
aver bevuto abbondantemente è entrato nel supermercato con un paio di amici, ma
subito ha iniziato a molestare i clienti. A quel punto è intervenuta la
vigilante, che lo ha invitato a calmarsi, ma lui, per tutta risposta, le è
letteralmente saltato addosso, immobilizzandola contro un muro e baciandola con
la forza. Ai carabinieri il giovane ha spiegato che il suo non
voleva essere un gesto di violenza ma di semplice apprezzamento: nel suo Paese
non aveva mai visto una donna in divisa, ed è rimasto così colpito
dall’avvenenza della "poliziotta" del supermercato da volerle
esprimere tutto il proprio compiacimento. Del resto, ha proseguito l’olandese,
nella terra dei mulini a vento sentimenti del genere si esprimono proprio così,
con un bacio. In Italia, invece, funziona diversamente, e così il 27enne (al quale è stato trovato addosso anche un coltello) ora deve rispondere dei reati di violenza sessuale e porto abusivo d’arma. IL GIORNALE DI VICENZA.IT Uno
guidava ebbro
Estorsione dopo l’urto? In due a
processo
Due ghanesi a processo per tentata estorsione. Kwaku Adarkkwah,
37 anni, Longare, via Ischia (avv. Alessandro Sacchiero) deve rispondere anche
per non essersi presentato ai vigili urbani per essere identificato, mentre
Charles Brobbey, 42, di Cologna Veneta (avv. Giovanni Rossi) pure di guida in
stato di ebbrezza. I fatti risalgono al 26 dicembre 2004 e avvennero fra
Creazzo e la città. Secondo l’accusa, l’auto condotta da Brobbey tamponò il furgone guidato da Renato Busetto, 46 anni, di Montecchio Maggiore; i ghanesi fuggirono, ma lui li inseguì e li rintracciò. A quel punto gli africani lo avrebbero minacciato di tagliargli la gola se avesse chiamato le forze dell’ordine. Il processo davanti al collegio proseguirà il 6 febbraio. LA PROVINCIA DI LECCO Olginate: fermati ubriachi al
volante
Al volante dopo la discoteca o il pub, dopo aver bevuto
qualche bicchiere di troppo. Dieci persone sono state fermate nella notte tra
sabato e domenica dagli uomini della Polizia stradale lungo la provinciale 72
all’altezza d Olginate e dai successivi controlli sono risultati positivi ai
test sul superamento del tasso alcolico consentito per legge a chi guida.
Ritirate dieci patenti, tra cui quelle di quattro donne con un’età compresa tra
i 18 e i 32 anni. L’operazione rientrava nei consueti controlli che vengono
messi in atto nel fine settimana per prevenire il cosiddetto fenomeno della
stragi del sabato sera. E, ancora una volta, i risultati non sono mancati. Per
tutti gli autisti fuori regola, un amaro ritorno a casa: senza patente e con
l’obbligo di cedere l’auto ad un compagno di viaggio «sobrio». Solo in un caso
il veicolo è stato sequestrato perché la persona al volante viaggiava sola. IL MESSAGGERO (FROSINONE) Si inizia tra gli 11 ed i 13 anni, c’è chi porta in
classe la vodka per mettere alla prova il compagno
Bullismo, a scuola cresce la
paura
Il fenomeno è più marcato in
alcune medie di Giulianova e Silvi
di TEODORA POETA E’ il ragazzo più ”debole” della classe. Quasi ogni giorno, al cambio dell’ora, lo stesso gruppetto lo spinge nell’angolo. Gli butta i giubbini addosso ed inizia a prenderlo a pugni in testa. Fuori da quei giubbini si sentono tante risate. Anche quelle delle ragazze. Ma sono tutti ormai grandi, 18enni, eppure... Alla scuola media, invece, un adolescente viene legato al palo. Ma nessuno denuncia l’episodio. In quell’altro Istituto della città, il ”solito” gruppetto ogni tanto porta una bottiglia di vodka a scuola e costringe il compagno di turno a fare un sorso in bagno, per vedere se ha il fegato di correre il rischio di essere scoperto dal prof. Roba da bulli, che anche nella nostra provincia, purtroppo, inizia ad emergere come un vero e proprio fenomeno che caratterizza soprattutto le scuole medie della costa. Tra quelle più a rischio Giulianova e Silvi. Roba da bulli, che, per chi ci sa fare davvero, significa diventare il capo indiscusso del gruppo o addirittura dell’Istituto. Piccoli ”banditi” spesso di famiglie bene, in cerca solo di protagonismo. «Il bullismo a scuola è in aumento - spiega Daniela Massarotto, docente e dipendente dell’ex Csa. Il fenomeno è molto diffuso e sono proprio i genitori teramani a sollevare la problematica». Lo scorso anno l’ex Csa ha portato nelle scuole il ”Progetto bullismo giovanile”, rivolto soprattutto ai genitori, ma aperto anche ai docenti e al personale scolastico, dal quale è emersa la vergogna da parte dei genitori di parlare del caso specifico del proprio figlio davanti a tutti. «Sulla costa è più marcato il problema dell’integrazione», evidenzia la Massarotto. Il progetto riprenderà a breve, ma nel frattempo ci sono ragazzi che, anche nella nostra piccola provincia, in silenzio, subiscono atti di vero e proprio bullismo, che, spesso, vengono fuori solo grazie al passaparola tra amici e non di certo dal racconto della vittima. Il dato nazionale, che non si discosta da quello teramano, è allarmante: il 40%. «I maschi manifestano il proprio disagio con atti fisici, mentre le femmine lo fanno in maniera più sottile, con atti psicologici, come, ad esempio, prendere in giro una compagna meno ”forte”», fa notare l’insegnante. In provincia non esiste uno sportello al quale rivolgersi in caso di bullismo, ma i primi fenomeni si manifestano tra gli 11 ed i 13 anni ed è dimostrato che, sui soggetti che lo praticano, la probabilità di commettere reati di qualunque genere, crescendo, è di 3 o 4 volte maggiore. In una scuola materna della città è stato recentemente segnalato dall’insegnante un bambino che manifestava il proprio disagio mordendo e graffiando i compagni. «Eppure - commenta Claudio Torreggiani, direttore didattico in pensione - di fronte a questi casi non c’è mai chi ha la colpa, perchè ognuno ha una responsabilità». WINENEWS “BASTA CON IL VINO PER
ACCOMPAGNARE LE DEGUSTAZIONI DEI PIATTI”: GUALTIERO MARCHESI, MAESTRO DELLA
GASTRONOMIA ITALIANA, NELL’INTERVISTA SU WINENEWS.TV, RIVENDICA
PR
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