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Editoriali 24/11/2006

Europa dacci regole della strada uguali per tutti

Limiti di velocità, valori alcolemici, tempi di guida e limiti di portata oggi troppo diversi, serve uniformità e chiarezza. Stesse modalità anche per il rilascio delle patenti



Non lo nascondiamo, abbiamo una fiducia sconfinata verso l’Europa, quasi fanciullesca. Anche per la parte relativa alle regole della strada e per il contrasto agli incidenti, l’Ue fissa solitamente regole o formula raccomandazioni più severe di quelle che vorrebbero molti singoli Stati. Impone obiettivi rigidi, come la diminuzione degli incidenti e delle vittime del 50% entro il 2010, un compitino in classe non facile da svolgere per alcuni paesi, compreso il nostro. L’Ue sa solitamente vedere con anticipo alcuni peculiari aspetti della mobilità: severissima nel giudicare l’importanza del fattore velocità e del rispetto dei limiti, severissima anche sui rischi dell’alcol, e sulle modalità di controllo dei tempi di guida. Poco incline ad ascoltare le interessate osservazioni contrarie di molte potenti lobby. Insomma l’immagine che ne ricaviamo è di grande stima e affidamento.

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Abbiamo talmente stima e fiducia che ci vorremmo permettere di chiedere all’Europa un ulteriore passo verso l’uniformità delle regole non tanto delle sanzioni per i violatori delle norme della strada (sarebbe proprio bello ora che in quasi tutti i paesi c’è l’Euro), un aspetto questo nel quale la sovranità dei singoli stati verrebbe sventolata con la tipica forza degli sbandieratori di contrada, ma almeno un riordino dei vari limiti per i conducenti di veicoli. Cerchiamo di spiegarci meglio. In Europa esistono 5 diversi limiti di velocità nelle autostrade, 7 sulle statali e 3 limiti diversi nei centri abitati (vedi tabella a fianco). Dei 24 paesi che hanno fissato limiti autostradali (Malta non li prevede perché non ha ed esclude di avere autostrade), 12 hanno un limite pari a 130 Km/h e 12 un limite inferiore che va dai 120, ai 110 o 112 come in Inghilterra. Lo stesso discorso potremmo farlo per i limiti dei valori alcolemici, per la maggior parte fissati a 0,5 g/l, ma alcuni paesi hanno ancora il limite a 0,8 g/l, come Inghilterra e Irlanda, altri, Svezia e Polonia, hanno il limite a 0,2 g/l, altre new entry come l’Ungheria e l’Estonia hanno il valore fissato a 0 assoluto. Potremmo continuare ancora con i limiti di portata degli autocarri che possono viaggiare a pieno carico, a seconda dei paesi, sotto o ampiamente sopra alle canoniche 44 t. previste da noi. Anche sui tempi di guida esistono condizioni diverse da paese a paese, come se la stanchezza avesse la carta d’identità o il passaporto (per non parlare dei giorni di divieto) con grande confusione per gli autotrasportatori. La società della mobilità per eccellenza si trova ad avere in Europa una rete autostradale di oltre 50.000 Km e milioni di veicoli a motore circolanti, regolati però da limiti e norme completamente diversi. Oggi un conducente deve adeguare la velocità a seconda dei confini. Se beve e supera 0,5 g/l è ebbro in molti paesi ma non in Inghilterra, se è in regola in Italia, non lo è in Ungheria o Polonia. Un autocarro che viene dalla Grecia e sbarca a Brindisi, per andare in Olanda, attraversa l’Europa, spesso senza fare frontiera, ma dovrà attenersi a regole molto diverse sui tempi di guida, sul peso, i volumi e la qualità del carico trasportato. Se non riusciremo a fissare sanzioni amministrative e penali, anche accessorie uguali per tutti (perché si tratta di una prerogativa troppo alta da scalare) almeno fissiamo i delicati limiti dei comportamenti e delle portate in modo uniforme. Sarebbe un notevole contributo alla sicurezza stradale. Anche sul rilascio delle patenti ai cittadini europei e a quelli che arrivano in Europa da fuori, si dovrebbero prevedere uguali modalità di preparazione, di esami e di validità del documento. L’Unione Europea su tutto questo ha ancora molto da fare. Ma noi abbiamo fiducia.


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 * Presidente Asaps  


© asaps.it

Di Giordano Biserni

Venerdì, 24 Novembre 2006
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