Abbiamo talmente
stima e fiducia che ci vorremmo permettere di chiedere all’Europa un ulteriore
passo verso l’uniformità delle regole non tanto delle sanzioni per i violatori
delle norme della strada (sarebbe proprio bello ora che in quasi tutti i paesi
c’è l’Euro), un aspetto questo nel quale la sovranità dei singoli stati
verrebbe sventolata con la tipica forza degli sbandieratori di contrada, ma
almeno un riordino dei vari limiti per i conducenti di veicoli. Cerchiamo di
spiegarci meglio. In Europa esistono 5 diversi limiti di velocità nelle
autostrade, 7 sulle statali e 3 limiti diversi nei centri abitati (vedi tabella
a fianco). Dei 24 paesi che hanno fissato limiti autostradali (Malta non li
prevede perché non ha ed esclude di avere autostrade), 12 hanno un limite pari
a 130 Km/h e 12 un limite inferiore che va dai 120, ai 110 o 112 come in
Inghilterra. Lo stesso discorso potremmo farlo per i limiti dei valori
alcolemici, per la maggior parte fissati a 0,5 g/l, ma alcuni paesi hanno
ancora il limite a 0,8 g/l, come Inghilterra e Irlanda, altri, Svezia e
Polonia, hanno il limite a 0,2 g/l, altre new entry come l’Ungheria e l’Estonia
hanno il valore fissato a 0 assoluto. Potremmo continuare ancora con i limiti
di portata degli autocarri che possono viaggiare a pieno carico, a seconda dei
paesi, sotto o ampiamente sopra alle canoniche 44 t. previste da noi. Anche sui
tempi di guida esistono condizioni diverse da paese a paese, come se la
stanchezza avesse la carta d’identità o il passaporto (per non parlare dei
giorni di divieto) con grande confusione per gli autotrasportatori. La società
della mobilità per eccellenza si trova ad avere in Europa una rete autostradale
di oltre 50.000 Km e milioni di veicoli a motore circolanti, regolati però da
limiti e norme completamente diversi. Oggi un conducente deve adeguare la
velocità a seconda dei confini. Se beve e supera 0,5 g/l è ebbro in molti paesi
ma non in Inghilterra, se è in regola in Italia, non lo è in Ungheria o
Polonia. Un autocarro che viene dalla Grecia e sbarca a Brindisi, per andare in
Olanda, attraversa l’Europa, spesso senza fare frontiera, ma dovrà attenersi a
regole molto diverse sui tempi di guida, sul peso, i volumi e la qualità del
carico trasportato. Se non riusciremo a fissare sanzioni amministrative e
penali, anche accessorie uguali per tutti (perché si tratta di una prerogativa
troppo alta da scalare) almeno fissiamo i delicati limiti dei comportamenti e
delle portate in modo uniforme. Sarebbe un notevole contributo alla sicurezza
stradale. Anche sul rilascio delle patenti ai cittadini europei e a quelli che
arrivano in Europa da fuori, si dovrebbero prevedere uguali modalità di preparazione,
di esami e di validità del documento. L’Unione Europea su tutto questo ha
ancora molto da fare. Ma noi abbiamo fiducia.
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