SALUTE di Repubblica A tavola Se il Tg1 dice che il vino fa
vivere 100 anni
di Eugenio Del Toma L’informazione nutrizionale è ormai un problema
medico-sociale così grave da non meritare la stessa ingenuità culturale che la
tv dedica agli oroscopi. Mi riferisco, in particolare, al pessimo servizio che
il tg1, il 2 novembre, ha dedicato al vino intitolandolo "chi beve vino
campa cent’anni". Premetto di essere, come molti italiani, un normale
consumatore di vino e di non avere quindi la passionalità ed il risentimento
(giustificati) di chi si occupa di etilismo e delle penose conseguenze
cliniche, ma anche infortunistiche, imputabili agli eccessi alcolici
occasionali o cronici. Chi ha scelto di fare informazione alimentare in forma
sintonizzata sulle raccomandazioni degli esperti internazionali, vede il suo
impegno e quello dei pochi colleghi impegnati nella divulgazione, distrutto
dalla presunta autorevolezza e purtroppo dall’audience di un telegiornale
nazionale che distorce la realtà di un esperimento scientifico traendone
conclusioni indebite. Il servizio ha esordito con la frase "Vino rosso
sempre più prezioso per la nostra salute" rifacendosi a uno studio
americano, pubblicato su Nature, sugli effetti positivi del resveratrolo
somministrato a dei topi. Il fatto grave, però, è che la ricerca non parla
assolutamente di vino. Il resveratrolo è una sostanza presente in almeno
settanta vegetali (arachidi, pomodori, olive, mirtilli, uva, ecc.) e per
totalizzarne con il vino rosso quanto, in altra forma, è stato dato ai topi,
servirebbero dosi improponibili per la sopravvivenza stessa dei topi ma anche
degli uomini. Un secondo errore è stato ipotizzare che il vino possa essere un
possibile e presunto rimedio dell’obesità. Pura follia: per gli obesi sarebbe un
mezzo per ingrassare ulteriormente ed i vantaggi sarebbero solo per i
produttori. In una delle tante critiche indirizzate al direttore del
tg1 per questo sciagurato siparietto di controinformazione, c’è stato chi ha
suggerito spiritosamente che sarebbe altrettanto illogico invitare gli obesi a
mangiare torte alla crema farcite di mirtilli che, oltretutto, contengono ben
più resveratrolo (probabilmente anche meglio assimilabile) di quello del vino.
Si potrebbe infierire ancora se non fosse che tre giorni più tardi, su un’altra
rete, è andato in onda un servizio che ha smentito, in maniera inequivocabile,
la leggenda del "vino che fa bene". Per parte mia non ho difficoltà a "concedere" un bicchiere di vino anche a chi teoricamente dovrei proibirlo, ma questo fa parte di una "trattativa" in cui non posso solo pretendere limitazioni o proibizioni senza compromettere la "compliance", ovvero l’effettiva capacità dei pazienti di adeguarsi, per un tempo illimitato, alle raccomandazioni dietetiche. Tutti o quasi possono bere un bicchiere di vino o birra per il solo piacere e per un modesto contributo alla serenità di chi ha già troppi motivi di insoddisfazione, ma non con l’alibi del far bene. Perciò, non dimentichiamo che l’alcol è e resterà un tossico per tutti gli organi, quindi niente promozioni del vino con la scusa del resveratrolo, anche se la maggior parte dei medici non teme problemi quando accetta l’abitudine dei pazienti di berne un bicchiere a pasto. IL GAZZETTINO (BELLUNO) ZOLDO ALTO Educazione alla salute per
prevenire l’ alcolismo
(a.s.) Approda anche nella Valle di Zoldo il progetto
ideato dalla Regione Veneto che ha per titolo "Un elefante non è una
rosa". È questa un’iniziativa promossa grazie all’interessamento
dell’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Zoldo Alto retto da Libera De
Villa. Si tratta di un progetto formativo per le scuole
alcologiche territoriali di terzo modulo, finanziato dal Comitato di gestione
regionale del fondo speciale per il volontariato. Un programma che sta avanzando
in tutta la regione. «L’obiettivo - spiega l’assessore De Villa - è quello di
costruire insieme, Comuni, associazioni e popolazione, una rete di promozione e
protezione della salute, così da prevenire i problemi alcolcorrelati, che
interessano anche la nostra popolazione». La scorsa settimana, nella sala del cinema di Dont, ad una
prima riunione erano stati invitati i rappresentanti di tutte le associazioni
di volontariato operanti in Valle. Stasera l’invito è rivolto a tutti i cittadini e l’incontro si svolgerà alle ore 20 nella sala del Centro congressi di Fusine a Zoldo Alto. IL MESSAGGERO (PESARO) Birra e cocktail di sera la
sbornia degli anni verdi
di GIAMPAOLO MILZI Alcuni coltivano quell’hobby pericoloso comodamente, nella cantina personale sotto casa. Per altri adulti l’abuso di alcolici è abitudinario in luoghi pubblici e privati. Sempre più numerose le donne, casalinghe col bicchiere pieno di vino in cucina, ma anche donne in carriera: cominciano con l’aperitivo di mezzogiorno, bevono a margine di un convegno, poi esagerano a una cena di lavoro. E i giovani e i giovanissimi? Alzano il gomito anche loro in numero crescente, sono protagonisti del “Binge drinking”, un consumo in bar, pub e discoteche, itinerante, al calar del sole, e culminante nella sbornia del sabato sera a base di birra e cocktail. «Ma i ragazzi vengono ancora molto poco, spontaneamente, qui in ambulatorio - spiega Carla Pierini, dirigente medico-psichiatra del Centro di alcologia clinica del Dipartimento delle dipendenze (ex Sert) della Ausl di Ancona - Fino al 2004, in base alla legge, le prefetture ce ne inviavano tanti, quelli fermati alla guida in stato di ebbrezza. Ma dopo i controlli sparivano». Lo “zoccolo duro” degli alcolisti in carico al Dipartimento? Da sempre persone su con gli anni. Con un grosso incremento delle bevitrici incallite. Parte della impennata registrata dai dati: nel 1995 le persone con dipendenza accertata da alcool seguite dall’equipe erano 65, il 12.7% del totale del Sert, comprensivo anche e soprattutto dei tossicodipendenti; nel 2000 il salto al 16,4% con 126; poi al 24% con 232 soggetti nel 2004; trend stabile nel 2005 con 24,2% e 224 persone, previsto ancora in lieve crescita nel 2006. Più alti, fino al 2004, i numeri del totale di soggetti che si presentavano almeno una volta al Centro di alcologia, gonfiato soprattutto, come osservato, dai giovani privati di patente perché brilli o ubriachi, e in piccola parte da richieste di aiuto e consulenze: 155 nel 1995, 444 nel 2000, 855 nel 2004. Le donne fequentano gli alcolici in modo sempre più scoperto. «Nel territorio di riferimento del Centro (Sirolo, Numana, Ancona, Osimo, Chiaravalle, ndr.) le alcoliste sono il 25% degli alcolisti, come nella media italiana. Età prevalente tra i fine 30 e fine 40 anni», spiega la Pierini, che domani alle 16.30 relazionerà al convegno organizzato alla Loggia dei Mercanti dal Gruppo Alcolisti Anonimi. IL GAZZETTINO (PORDENONE) GIOVANI E ALCOL
Concerto gratis per i sobri
Dopo il Deposito Giordani anche Azalea promotion aderisce alla campagna di prevenzione alcologica. In occasione dei grandi concerti organizzati a Pordenone, con protagonisti Fabri Fibra (questa sera al Palasport), Tiziano Ferro (27 gennaio), Elisa (18 gennaio) e Claudio Baglioni, verranno messi in palio 10 biglietti omaggio a concerto, per gli autisti con tasso alcolico pari a zero e con almeno 2 persone a bordo della loro auto. Utilizzando l’etilometro messo a disposizione dall’Ass 6 Servizio di Alcologia dell’Azienda, i giovani volontari della Croce rossa di Pordenone inviteranno i giovani a sottoporsi all’alcol-test volontariamente. Il conduttore di un’auto con almeno altre 2 persone a bordo che presenterà un valore di alcolemia pari a zero (secondo il Codice della strada il limite legale della concentrazione di alcol nel sangue non deve superare i 0.5 grammi per litro), dimostrando dunque di non aver bevuto alcolici, sarà premiato con un biglietto omaggio per il concerto successivo. IL GAZZETTINO (TREVISO) Incidenti in calo, ma aumentano le
vittime "deboli"
Il procuratore Fojadelli: «Pedoni
e ciclisti bersagliati, la metà dei sinistri è collegata all’abuso di alcol» «È pazzesco che le vittime di conflitti armati che durano
anni e anni si contino in centinaia, e che invece ogni anno, in Italia, ci
siano quasi diecimila morti in incidenti stradali».È il Procuratore della
Repubblica Antonio Fojadelli che commenta la ricerca continua di strategie
comuni alle forze dell’ordine e a quelle politiche, per far cessare la strage
continua di vite, oltre al disastro di chi riporta gravi lesioni permanenti,
con condanne a vita e spese a non finire. Lo stesso Prefetto, nei giorni scorsi, ha invitato i
tutori della legge a vegliare più sul traffico che sui parcheggi vietati. Nell’anno giudiziario cosiddetto (per le statistiche si va
da giugno a giugno), fra estate 2005 ed estate 2006 ci sono stati 115 omicidi
colposi solo nella provincia di Treviso, e il Procuratore dice che sono in
calo. Grazie a che cosa? «Grazie alla viabilità migliorata e alle caratteristiche
tecniche delle auto. Però aumentano i morti tra i più deboli, cioè pedoni o
ciclisti». Un calo per merito dei guidatori no? «Non mi illudo, ma spero. Spero di ritrovare fiducia nei
miei concittadini. Ora le cosa più urgenti da fare sono educare, informare,
stangare senza pietà». In che casi stangare? «Quando alla guida si trovi gente ubriaca, drogata o in
eccesso di velocità. Le pene per l’omicidio colposo sono molto variabili, ma
arrivano a cinque anni. Quando si tratta di eventi colposi, certamente sono
cose che possono capitare a chi guida; ma se ci sono aggravanti dovute ad
alterazioni psicologiche o fisiche, allora il giudizio deve essere molto
severo». È una vecchia storia che il test sul livello alcoolico è
facile e a oggi si può eseguire su strada e in pochi minuti, ma quello sulla
presenza di sostanze tranquillanti o stupefacenti nella persona è spesso
impossibile da rilevare su strada. «L’educazione - specifica Fojadelli - è proprio questa:
non si deve guidare se non perfettamente sobri». Che percentuale c’è di ubriachi nei rilievi di incidenti? «Non è facile fare valutazioni, ma possiamo stabilire che
circa la metà dei sinistri avviene in stato di ubriachezza». La Procura di Treviso da anni sostiene la lotta
all’infortunistica stradale: certo un gran passo avanti l’ha fatto Luca Zaia
con la costruzione di molte rotonde, ovunque si potesse; ma la nostra è una di
quelle province in cui i mezzi di chi guida ubriaco vengono messi sotto
sequestro per impedire che il reato di guida in stato di ebbrezza venga
commesso di nuovo. Un deterrente in più. Antonella Federici IL GAZZETTINO (TREVISO) Il comandante della Polizia
stradale Giovanni Battista Scali: «Le nuove direttive non ci colgono
impreparati» «Siamo inflessibili con chi sgarra» Aumenterà la frequenza dei
controlli soprattutto sul rispetto dei limiti di velocità
"Inflessibili con chi sgarra alla guida. E’ questa la linea che la Polizia stradale segue da sempre, recependo le direttive compartimentali che vengono impartite". A parlare è il nuovo comandante della Polizia stradale di Treviso, Giovanni Battista Scali, che la settimana scorsa è subentrato al comando della sezione di Treviso. Sulla "tolleranza zero" con i trasgressori del codice della strada, proclamata dal prefetto reggente Aldo Adinolfi e raccolta senza tentennamenti dal procuratore Antonio Fojadelli, il nuovo Comandante si trova in perfetta sintonia. Il proclama, giunto nella giornata di mercoledì, nel quale prefetto e procuratore chiedono alle forze dell’ordine di inasprire la lotta ai comportamenti pericolosi da parte degli automobilisti, sfonda una porta aperta in via Brigata Marche dove ha sede il Comando della Polstrada. "Il nostro è un servizio mirato a questo tipo di prevenzione - spiega il comandante Scali - con le infrazioni alla guida non siamo mai andati leggeri. Il nostro occhio è vigile proprio rispetto a quei comportamenti che alla guida sono ritenuti tra i principali responsabili di incidenti gravi sulle strade. In particolare, ad esempio, l’alta velocità. E’ un raggio d’azione, il nostro, che non lascia troppo spazio alla comprensione. Per questo motivo non posso che trovarmi in linea con quanto affermato in questi giorni dal prefetto, che per noi non rappresenta certo una novità. Il nostro ruolo non è quello di sanzionare comportamenti "indisciplinati", come il parcheggio in sosta vietata. Quello non è un ruolo di nostra competenza". Un punto quest’ultimo toccato anche dal prefetto Adinolfi che aveva dichiarato: "Meno divieti di sosta e più controlli sulle violazioni che portano ad incidenti mortali o che aggravano le conseguenze dei sinistri". Un monito il suo cui aveva fatto seguito l’impegno del procuratore Fojadelli a dialogare anche con i giudici di pace perché siano comminate pene certe e severe a chi commette reati di qualunque genere sulla strada. I dati parlano chiari: l’80 per cento degli incidenti mortali è dovuto ad alterazioni da abuso di droga ed alcool e le conseguenze dei sinistri su chi ne è vittima sono sempre più gravi. "Siamo inflessibili rispetto agli eccessi di velocità - conclude il comandante Scali - quello che da parte nostra è possibile fare, e che stiamo già mettendo progressivamente in atto, riguarda il potenziamento dei controlli e della frequenza. Ad esempio quest’oggi (ieri per chi legge ndr) abbiamo in campo due pattuglie straordinarie di supporto".el.fa. IL GAZZETTINO (PADOVA) LO SFOGO DEL GESTORE DEL L’OSTERIA "FRADEI
KEMPES" IN RIVIERA TITO LIVIO «Il bar? Dopodomani non lo aprirò» Le troppe limitazioni alle attività commerciali, rendono
gli esercenti del centro storico sempre più scorati e decisi ad abbandonare.
L’ultimo ostacolo al business in ordine di tempo è la prossima domenica
ecologica. A sottolineare le avversità dei negozianti è Andrea Camporese,
titolare dell’osteria "Fradei Kempes" in riviera Tito Livio. "Circa tre mesi fa - ha raccontato Camporese -
attraverso una lettera dell’Appe, mi si invitava a tenere aperto il locale con
lo scopo di favorire il turismo a Padova. Bene ho accettato, ma se dopo
arrivano le domeniche ecologiche come può il Comune pensare che ristoranti e
botteghe si riempiano di persone che non possono usufruire di auto per arrivare
in città. Ridicolo. Tanto che ho deciso per questa domenica di rimanere chiuso.
L’amministrazione comunale, poi, - ha proseguito Camporese - sembra non
ricordarsi di quante situazioni poste in essere da palazzo Moroni, disturbano
la normale attività degli esercizi del centro storico. Ad esempio, per quanto
mi riguarda, sono in una zona dove i varchi elettronici sono attivi 24 ore su
24 e dove le biciclette, causa metrotram, non possono circolare. Ricordo, che
diversi dei miei clienti sono studenti universitari che si spostano in bici.
Subiamo troppe restrizioni e questo non è giusto. Quando entrano in vigore le
giornate a targhe alterne, i miei introiti si dimezzano. Senza dimenticare i
disagi che ci hanno creato i cantieri del tram su gomma. Insomma, o il Comune
inizia a venirci incontro oppure sposteremo le nostre attività fuori dal centro
storico e Padova comincerà lentamente a morire". Lo sfogo dell’oste è in
grande stile e non si limita solo ad analizzare il lato economico, ma punta
dritto sul sociale. "Basta camminare per il centro - ha chiosato
Camporese - per notare quanti negozi stanno chiudendo. Il cuore della città si
sta lentamente svuotando e palazzo Moroni non interviene. Io, che con il
fenomeno dello spritz non ho nulla a che spartire, devo subire un’ordinanza
prefettizia che mi vieta nei giorni di mercoledì, venerdì e sabato dopo le 20
di vendere alcolici. Il che significa che se entra un cliente e vuole
acquistare una bottiglia di vino, non posso vendergliela. Altra limitazione,
perchè la mia non è solo osteria ma anche enoteca. Resistere ormai è diventata
un’autentica impresa". "Tornando sugli spritz - ha concluso Camporese - è
veramente incomprensibile come l’amministrazione comunale non sia riuscita a
trasformare un fenomeno come il rito dell’aperitivo in qualcosa di positivo e
in un affare per tutta la città. Basterebbe che il Comune, in piazza delle
Erbe, installasse un suo gazebo per la distribuzione controllata di spritz. Magari
ai ragazzi che vogliono bere gli si dà con una cauzione di 5 euro un bicchiere
e se non lo riportano indietro le casse comunali ci guadagnano pure. In questo
modo, i giovani si ubriacherebbero di meno, sarebbero molto più controllati e
non sporcherebbero per terra". Marco Aldighieri Il bar Mokita in via Sant’Angelo ... Il bar Mokita in via Sant’Angelo dovrà abbassare di nuovo le serrande. Lo ha disposto il questore Filippo Lapi che ha emesso nei confronti dei gestori dell’esercizio pubblico - una famiglia di nazionalità cinese, residente a Padova - un provvedimento di sospensione della licenza per dieci giorni a decorrere da mercoledì scorso. Si tratta di un locale che non è nuovo a provvedimenti di questo genere: non più tardi di un mese fa, infatti, sempre il questore, a seguito dei controlli condotti dagli agenti delle Volanti nel locale, aveva emesso un precedente provvedimento di sospensione della licenza per la somministrazione di alcolici e i giochi leciti. Secondo quanto emerso dai controlli dei poliziotti, il locale risulterebbe mal frequentato: in occasione di tutti i controlli, infatti, all’interno del bar si trovavano noti pregiudicati. In due occasioni, inoltre, gli agenti hanno rinvenuto occultati, rispettivamente nella toilette e nel calcio balilla, quattro e sei grammi di hashish. A fare traboccare il vaso, l’episodio della rissa tra cittadini extracomunitari, avvenuta lo scorso diciannove novembre, in cui un moldavo fu violentemente picchiato davanti al locale. IL GAZZETTINO (NORDEST) MIRA FUGGONO E FINISCONO IN CANALE
Due trentenni di Marghera (Venezia), a bordo di un’automobile, sono fuggiti alla vista di una pattuglia dei carabinieri ma, nell’allontanarsi precipitosamente, sono finiti con la vettura in un canale e sono stati salvati dagli stessi militari che li inseguivano. È accaduto a Malcontenta di Mira (Venezia). Il conducente, M.B., che aveva preso l’automobile del padre, è risultato positivo a cannabis e cocaina e con un tasso alcolico superiore al consentito. La sua patente, ancora bagnata, è stata ritirata. LA SICILIA Ubriaco movimenta la mattinata in largo Aosta Si sdraia per terra, traffico in tilt
(c.v.) In preda ai fumi dell’alcool si è disteso per terra bloccando il traffico veicolare e provocando parecchi disagi agli automobilisti. E’ accaduto ieri mattina nel centralissimo Largo Aosta. Protagonista un uomo, G.M., che da tempo vive in stato di indigenza. Nonostante gli inviti da parte degli automobilisti ad alzarsi e lasciare libero il passaggio ai mezzi motorizzati l’uomo non ne ha voluto sapere mandando letteralmente il traffico in tilt. Largo Aosta, infatti, è una zona molto frequentata della città perché transitando per quella strada si accede ad altre parti della citta. Ed ancora per la presenza di negozi, uffici e poco distante anche del terminal dei pullman urbani ed extraurbani meta di tantissimi pendolari. Capito che non c’era nulla da fare per convincere l’ubriaco ad alzarsi e andare via qualcuno ha pensato bene di avvertire i vigili urbani. Sul posto è arrivata una pattuglia della polizia municipale la quale ha provveduto a disciplinare il traffico veicolare anche perché nel frattempo si era formata una lunga fila e ad avvertire una ambulanza dell’ospedale Barone Lombardo. Sul posto dopo pochi minuti è giunto il mezzo di soccorso il quale dopo aver convinto G.M ad alzarsi lo ha caricato sull’ambulanza trasferendolo al pronto soccorso dell’ospedale canicattinese. Giunto presso la struttura sanitaria di contrada Giarre ci hanno pensato poi i medici in servizio a fare smaltire all’uomo i fumi dell’alcool. CORRIERE ADRIATICO File di auto e trambusto in piazza
della Libertà, Filippo Messi finisce davanti al giudice
Blocca il traffico in centro, processato MACERATA - Ancora una grana giudiziaria per Filippo Messi, 49 anni, residente a Macerata. Questa volta l’uomo è finito sotto processo per fatti risalenti al 2002. Erano circa le 23 quando un carabiniere, in abiti civili, mentre passeggiava in via Gramsci, è stato attirato da alcune grida di passanti che circondavano un Ape Piaggio che viaggiava contro mano in direzione di piazza della Libertà. Quelle persone, in realtà, altro non erano che i conducenti delle auto che, transitando in via Gramsci, erano rimaste bloccate dal ciclomotore di Messi, il quale aveva causato una fila di veicoli lunghissima. A quel punto il carabiniere, nonostante non fosse in servizio, ha invitato l’uomo a fermarsi. Ma questi, al contrario, ha proseguito la sua marcia costringendo il militare a spostarsi per non essere investito. A quel punto ha inserito la retromarcia nel tentativo di dileguarsi. Il carabiniere non si è però perso d’animo: ha inseguito Messi e, all’altezza del bar Venanzetti, lo ha invitato ad uscire dall’abitacolo dell’Ape. L’uomo era visibilmente su di giri, tant’è che alla fine nei suoi confronti è scattata anche la contestazione di guida in stato di ebbrezza. A seguito della denuncia sporta dall’Arma, la Procura di Macerata ha aperto un’inchiesta, culminata con il decreto di citazione diretta a giudizio firmato dal sostituto procuratore Andrea Laurino. Ieri si è tenuta un’udienza del processo davanti al giudice Giovanni Iannielli. L’imputato è difeso dall’avvocato Massimo Pistelli. IL GAZZETTINO (BELLUNO) L’UOMO DI
CONEGLIANO E’ STATO DENUNCIATO PER GUIDA IN STATO DI EBREZZA A zig zag dall’Alpago a Belluno:
era ubriaco
Puos d’Alpago Una ventina di chilometri fatti tutti sul filo del pericolo. L’uomo al volante di una Fiat Punto, in preda ai fumi dell’alcol, mercoledì pomeriggio ha messo a repentaglio soprattutto l’incolumità degli altri tanto che in ben tre occasioni è quasi finito contro i veicoli che incrociava. Fermato dalla polizia, è stato denunciato per guida in stato di ebrezza. La Punto che procedeva zigzagando in modo pericoloso era stata segnalata alla polizia in Alpago. Un automobilista infatti, aveva telefonato al 113, preoccupato per come guidava l’uomo al volante dell’auto che gli stava davanti. La segnalazione, che era stata subito diramata alle Volanti, permetteva di rintracciare F.U. di 51 anni, residente a Conegliano. Il trevigiano, diretto verso Belluno, era stato fermato nel piazzale antistante la pizzeria La Rossa. Gli agenti venivano avvicinati dalla persona che aveva segnalato il pericolo, la quale riferiva di aver seguito per un lungo tratto di strada la Punto, assistendo ad una condotta di guida alquanto pericolosa. F.U. veniva fatto scendere dall’auto e gli agenti notavano che era ubriaco, circostanza confermata dalla successiva prova effettuata con l’apposita apparecchiatura. La vettura su cui viaggiava il cinquantunenne veniva affidata ad un familiare fatto giungere sul posto, mentre a F.U. veniva ritirata immediatamente la patente; l’uomo è indagato per la guida in stato di ebbrezza. IL GAZZETTINO (PADOVA) VIA S. LUCIA Rapinato da un marocchino
Stava aspettando un’amica quando è stato avvicinato da un maghrebino ubriaco che prima gli ha chiesto da accendere e poi lo ha preso a calci rapinandogli il telefonino. Dopo un inseguimento, Radouane Elhafiane, marocchino ventottenne clandestino, è stato preso in consegna dagli agenti di una Volante dopo l’intervento di due passanti. È mezzanotte e mezza di mercoledì. Un ventiquattrenne padovano sta aspettando un’amica in via Santa Lucia. Viene avvicinato dall’immigrato, ubriaco, che gli chiede da accendere ottenendo una risposta negativa. A questo punto Elhafiane comincia a tirare calci e pugni e sfila il cellulare dalla tasca dei pantaloni del ventiquattrenne e scappa verso piazza Insurrezione. Il giovane lo insegue e lo raggiunge ma viene minacciato con il collo di una bottiglia rotta. Intervengono due passanti. Il marocchino scappa tornando in via Santa Lucia ma viene bloccato e affidato agli agenti di una Volante. IL GAZZETTINO (VENEZIA) Nessun ferito, ma alla donna è
stata ritirata la patente
Ubriaca alla guida provoca un
incidente e tira dritto
Jesolo Provoca un incidente stradale, tira diritto come non fosse
successo nulla, viene fermata dalla polizia e si scopre che la conducente era
completamente ubriaca. La brutta avventura è capitata nella tarda serata di
mercoledì ad uno jesolano, che si è visto venire addosso un’auto e poi è
rimasto perplesso nel vedere che questa se ne è andata via come niente fosse.
Il fatto è accaduto verso le 23.30 in via Levantina, poco dopo l’ospedale.
L’uomo, che viaggiava a bordo della sua Opel Astra, a un certo punto non ha potuto
evitare l’impatto con l’auto che veniva dal senso opposto di marcia; si
trattava di una Volkswagen Polo, con a bordo due donne. Ha visto chiaramente
che la vettura man mano che procedeva verso di lui, si spostava verso il centro
strada, fino ad invadere la sua corsia. A nulla è valso il tentativo di
schivarla, se non evitare che il danno fosse maggiore. La Polo ha colpito
l’Astra sulla parte sinistra anteriore e lungo tutta la fiancata, per poi
proseguire. Un po’ più avanti ha scaricato una donna ed ha poi proseguito verso
piazza Milano. Lo jesolano l’ha inseguita mentre allertava le forze
dell’ordine. Una volante della polizia del locale commissariato l’ha
fermata ed ha sottoposto la donna, di origine polacca, di 37 anni, al test
dell’alcool. E’ risultato un tasso alcolico pari a 2,43 (il limite di legge è
di 0,51). Le è stata ritirata la patente ed è stata contravvenzionata per avere
procurato l’incidente, senza fermarsi; non le è stato contestato il reato di
omissione di soccorso per il fatto che lo jesolano non ha riportato ferite. F.Cib. IL GIORNALE DI VICENZA.IT Patente ritirata Si ferma per litigare con i vigili
era ebbro
(fe. ba.) I fumi dell’alcol lo inducono ad un autogol
davvero clamoroso. Nel tardo pomeriggio dell’altro ieri G. M., 45 anni, si è
praticamente auto denunciato agli agenti della polizia municipale che stavano
effettuando una serie di controlli con l’ausilio dell’autovelox. L’uomo non procedeva a velocità elevata ed infatti mai
sarebbe stato fermato dagli agenti. È stato lui, si sua spontanea volontà, a
parcheggiare l’auto in corrispondenza del posto di controllo e, dopo essere
sceso, ha criticato gli agenti filosofeggiando sulle modalità scorrette di quel
tipo di controlli. Il tono di voce animato ha fatto supporre che non fosse in
sè e così gli agenti lo hanno sottoposto alla prova dell’etilometro che ha
evidenziato una concentrazione di alcol superiore di più di due volte il limite
consentito. Nell’ambito dei controlli sono stati fermati anche E. S. 38 anni, che guidava in stato di ebbrezza (due volte sopra il limite) e Z. R. 42 anni. Sono stati segnalati all’autorità giudiziaria ed è stata ritirata loro la patente. La sanzione prevista dal codice della strada varia da 258 a 1032 euro. L’ADIGE Carambola nella notte. Conducente denunciato per
guida in stato di ebbrezza
Auto capotta, quattro feriti
DRO - Incidente stradale in località Lago tra Dro e Pietramurata ieri alle quattro di notte. Un’auto con quattro giovani a bordo è uscita di strada e ha cappottato. Tutti e quattro i ragazzi sono rimasti feriti. I più gravi sono Johan Potrich, 22 anni di Isera, e Francesca Bernardi, 22 anni di Calvino, giudicati guaribili rispettivamente in 30 e 14 giorni. Ferite più lievi per altri due amici, di Trento, 21 e 25 anni. Il conducente dell’autovettura è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza, all’alcol test sarebbe risultato positivo (0,7) con uno scarto minimo sopra il limite di 0,5. I quattro si stavano dirigendo a bordo della Peugeot in direzione di Trento quando a un certo punto, per cause ancora poco chiare, il conducente ha perso il controllo del mezzo che è sbandato per poi cappottarsi rovinosamente. È stato dato immediatamente l’allarme e sul posto sono arrivati i vigili del fuoco volontari di Dro, l’ambulanza del pronto soccorso e i carabinieri del nucleo radiomobile. I ragazzi in condizioni peggiori sono stati immediatamente trasportati all’ospedale di Arco e poi Potrich e Bernardi a Rovereto per accertamenti. IL GIORNALE DI VICENZA.IT (…) Il russo Andry Kinkevych, 36 anni, residente in città in contrà Garibaldi 14, è stato condannato per direttisima dal giudice onorario Enrico Pucci a tre mesi di reclusione. Difeso dall’avv. Matteo De Meo, era stato arrestato qualche giorno fa dalla polizia in città con le accuse di resistenza e violenza a pubblico ufficiale e danneggiamento per aver fatto il diavolo a quattro in questura dove era stato accompagnato per essere identificato. Quella sera il russo era ubriaco e gli agenti erano intervenuti dopo che aveva litigato con sua moglie. VIRGILIO NOTIZIE Uccide il fratello dopo una lite
La scorsa notte a Ladispoli,
l’omicida forse era ubriaco
(ANSA)-ROMA,- E’ finita in tragedia la scorsa notte l’ennesima lite tra due fratelli di Ladispoli, Giulio e Stefano Foglia, rispettivamente di 38 e 33 anni. Giulio ha sferrato una coltellata al cuore al fratello uccidendolo. E’ avvenuto in una villetta della cittadina balneare a nord di Roma dove la vittima viveva da solo. Il fratello si era recato nell’abitazione per un ’chiarimento’ su una questione ancora da accertare. L’omicida, forse ubriaco al momento del delitto, e’ stato arrestato dai carabinieri. SALUTE (LA REPUBBLICA) Sarà il secolo degli
ultracentenari
Oggi arriva a 100 anni un
occidentale ogni 10mila. Nel 2030 saranno circa un milione
di Massimo Pomponi * Attualmente, circa un occidentale ogni 10.000 arriva a 100
anni, ma per i prossimi decenni la situazione sembra che cambierà e in meglio.
Questo vecchio mondo poteva essere decimato dall’Aids, dalla Sars,
dall’influenza dei polli,... ma siamo ancora qua e parliamo di centenari, un
tempo solo una curiosità (i famosi e poco probabili centenari del Caucaso) e
oggi in continuo aumento; stime delle Nazioni Unite che indicavano in circa
180.000 gli ultracentenari nel mondo nel 2001, hanno previsto in circa un
milione il numero di ultracentenari per il 2030. I fattori che proteggono Un centenario vive circa 20 anni in più di quanto,
mediamente, ognuno di noi possa sperare. Per molti di loro questi anni passano
in buona salute. Cosa permette ad un centenario di evitare malattie
cardiovascolari, tumori e demenza senile? Sicuramente un intreccio ben riuscito
di fattori genetici ed ambientali. Pazienza per i fattori genetici, ma sarebbe
di grande interesse conoscere se questa centenaria resistenza alle malattie ha
basi ambientali (fattori nutrizionali, rapporti sociali, vita attiva e all’aria
aperta, numero di persone del nucleo familiare...), perché queste potrebbero in
parte essere una libera scelta. Cosa "genera" l’ambiente Una certa curiosità in proposito è una recentissima
ricerca sulla popolazione rurale polacca. In pratica i risultati, davvero unici
se confermati, hanno indicato che per ogni figlia nata la vita media di un
padre si allunga di circa 74 settimane; al contrario, la longevità delle madri
diminuisce di circa 95 settimane per ogni nato, maschio o femmina che sia. Una
donna con quattro figli mediamente vivrà 7 anni in meno; un uomo con quattro figlie
oltre 5 anni di più. I figli maschi non danno agli uomini né vantaggi né
svantaggi. Ovviamente questi dati sono riferiti ad un ambiente contadino dove
l’uomo gode ancora di grande rispetto ed attenzione. Queste osservazioni
sembrano in accordo con la più antica teoria stocastica dell’invecchiamento: il
corpo umano si consuma, decade per usura. Ma perché nelle campagne polacche si
consumano di più le donne? Evidentemente in una società patriarcale (come
generalmente sono le società contadine) gli uomini godono di qualche vantaggio
in più. Un’ulteriore considerazione sull’importanza dei fattori
ambientali deriva dall’analisi del sistema immunitario. è vero che questo è
sotto controllo genetico, ma le sue risposte possono adattarsi all’ambiente. Ad
esempio, fino alla scoperta degli antibiotici un sistema immunitario
ottimamente preparato per rispondere ad agenti infettivi era un vantaggio per
la riproduzione e la sopravvivenza, anche se il prolungato allarme immunitario
(infiammazione) causava un più veloce invecchiamento del sistema immunitario.
Oggi, il nostro sistema immunitario, e ancor più quello dei nostri figli e dei
nostri nipoti, deve affrontare carichi di antigeni artificiali (insetticidi,
inquinanti, allergeni di ogni tipo) che mai in passato aveva incontrato. Uno studio australiano ha mostrato come nel cordone
ombelicale di dieci neonati fossero presenti oltre 200 inquinanti diversi; in
un solo cordone ce ne erano quasi cinquanta. è molto probabile che i fattori
ambientali abbiano cominciato a riselezionare i fattori genetici
"vincenti" in questo nuovo habitat. Avere molti amici aiuta Un altrettanto sorprendente e recente studio cinese indica
che attività solitarie, sedentarie o meno, sono fortemente associate a
longevità. Per la verità, già anni fa uno studio svedese aveva messo in luce
un’associazione tra attività come il giardinaggio, la lettura, i lavori manuali
fatti per la casa ed una più lunga longevità. Qualche anno più tardi,
altrettanto fece uno studio della Harvard University, che indicò in attività
ricreative che non richiedevano particolare attività fisica una buona
alternativa per vivere più a lungo. La vecchia saggezza cinese ci ha permesso
di ricordare questi studi ormai dimenticati. Passeggiare, leggere un libro,
prendersi cura di un giardino... Perché mai non dovrebbe esserci un vasto
consenso nel ritenere che queste attività, seppur solitarie e sedentarie,
producano un benefico intreccio di fattori fisiologici e psicosociali,
permettendo di mantenere la mente attiva (ma per lo più priva di stress), di
distrarsi da ricordi dolorosi o spiacevoli, di alimentare l’autostima e dare
senso, attraverso dei compiti, alla propria giornata? Particolare
controcorrente è che questi studi riportavano che un più alto livello di
educazione scolastica non era associato ad alcun vantaggio. Morale, se pensiamo
di vivere più a lungo dei nostri nonni, perché siamo andati all’università,
scordiamocelo. Sorprendentemente, la partecipazione e il ruolo in
attività sociali (far parte di gruppi parrocchiali o socioculturali, far visita
agli amici, andare al cinema...) non sembra avere sempre lo stesso effetto,
come studi da più parti del globo hanno dimostrato. Tuttavia, anche gli
svizzeri concordano sul fatto che coppie ottuagenarie con una numerosa discendenza
e un numero ristretto di buoni amici sembrano più longeve. L’alimentazione non
c’entra Al momento non c’è molto per quanto riguarda correlazioni
certe tra longevità e fattori nutrizionali. Persino il famoso paradosso
francese (chi beve vino rosso vive più a lungo) non ha basi statistiche: esiste
solo una correlazione tra consumo di alcol e minor incidenza di malattie
cardiovascolari, ma la longevità non ne risente. * Professore di Biochimica Università del Sacro Cuore Ist. Biochim. facoltà di Medicina Roma REUTERS ITALIA Migliorano condizioni di Francesco
Nuti, è uscito dal coma
MILANO (Reuters) - L’attore toscano Francesco Nuti,
ricoverato dalla scorso settembre nel centro di rianimazione del Policlinico
Umberto I di Roma, sta meglio e ha superato lo stato di coma. Lo riferisce il
nosocomio in una nota, citando la dottoressa Donatella Dell’Utri. Nuti era stato ricoverato lo scorso 2 settembre dopo una
caduta in casa, era stato operato per un ematoma cranico e tenuto in coma
farmacologico. "L’attore è in attesa di essere trasferito presso un
centro specializzato, dove continuerà la riabilitazione neuro-motoria che ha
già iniziato nella nostra struttura", precisa ancora il comunicato diffuso
oggi. Nuti, già membro del trio comico i Giancattivi e famosi per film "Io, Chiara e lo scuro" e "Caruso Pascoski", al momento dell’incidente stava per tornare al cinema dopo un lungo periodo di depressione e alcolismo. LA GAZZETTA DI PARMA Quando la solidarietà ha le bollicine «BATTUTE» OLTRE 250
BOTTIGLIE BENEFICENZA «BATTUTE» OLTRE 250 BOTTIGLIE Quando la
solidarietà ha le bollicine Successo per l’asta a favore della ricerca sul
cancro (*) Francesca Lo
|