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Il tasso alcolemico era triplo rispetto al consentito.
Condonata anche la sospensione della patente Svizzero ubriaco fradicio in autostrada, lo salva l’indulto

La passano liscia anche gli svizzeri che hanno violato la legge italiana prima del due maggio 2006: l’indulto vale pure per gli stranieri e chissà se lo sapranno mai. Ma un 25enne del Canton Soletta, Michael Luscher, avrà un motivo in più per dire che il nostro è un Bel Paese. Non gli darà nessun pensiero, perchè subito condonata, la condanna che gli è stata inflitta ieri in Tribunale per guida in stato d’ebbrezza, 15 giorni d’arresto e 300 euro d’ammenda e tanti saluti per la pena accessoria, due mesi di sospensione della patente. Infatti, il giovane aveva un tasso alcoolemico di 1,63 grammi, il triplo del consentito, 0,50. Ma non aveva la patente con sé. Pertanto, non gli è stata ritirata e adesso non si sa se la sentenza, per la parte accessoria, sarà trasmessa in Svizzera e come andrà a finire. Si sa com’è incominciata, perchè l’ha riferito ieri al pm Ferdinando Spanò e al giudice Alessandro Bianchi, un agente della polizia stradale: alle due di notte, dalla barriera autostradale di Grandate, in direzione nord, è passata un’automobile ad andatura brillante. Era il 30 di ottobre 2005, i due agenti hanno inseguito la macchina, targata Canton Soletta, che procedeva a zig zag e fosse su una sola corsia. Procedeva a zig zag, ma sulla mezzeria, un po’ qua e un po’ là e non c’era neppure modo di farla fermare in sicurezza. Non riuscivano neanche a starle dietro, ma ad un certo punto, ce l’hanno fatta: l’automobile s’è fermata, il conducente aveva perfino lo sguardo liquido e sopratutto non si reggeva in piedi. Hanno tentato di sottoporlo alla prova con l’etilometro, ma non riuscivano a convincerlo, diceva che era svizzero, non capiva l’italiano. Per sua sfortuna, l’agente parlava benissimo il tedesco e l’ha edotto sulla procedura del caso. La prima prova, dopo venti tentativi, è andata, la strisciata è uscita con il tasso triplo; per la seconda, niente da fare. Non si conosce il seguito: si è solo intuito che gli agenti della Polstrada hanno fatto da balìa al giovanotto, finchè s’è rimesso. Di solito, le denunce per guida in stato d’ebbrezza si concludono con un decreto penale. Stavolta, il caso è finito direttamente a giudizio e così s’è saputo che quello dello svizzero brillo in autostrada non è un caso isolato: a volte, la Polstrada ne becca venti o trenta per notte, tutti a protestare che hanno bevuto un bicchiere solo, tutti a dire che non è giusto essere perseguitati dalle forze dell’ordine, non si contano le sceneggiate da ubriachi in autogrill, i “lei non sa chi sono io” e i “mio cugino è generale”, quelli da far accompagnare a casa e quelli che comprano l’etilometro a 30 euro e non lo usano. La difesa di Federico Dotti, ieri mattina, non ha potuto che limitarsi a chiedere il minimo della pena, dopo la richiesta del pm accolta dal giudice. «L’abbiamo fermato per salvargli la vita - ha commentato l’agente - fermiamo tutti per questo».

Maria Castelli

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Da “La Provincia di Como” del 24 novembre 2006
La storia
Lunedì, 27 Novembre 2006
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