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Rassegna stampa Alcol e guida del 27 novembre 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

LA STAMPAWEB

Incidenti, ogni giorno 15 morti

Nel 2005 gli incidenti complessivamente sono stati 225.078 e hanno causato il decesso di 5.426 persone

Ogni giorno sulle strade italiane muoiono 15 persone e ne rimangono ferite 860 a causa dei numerosi incidenti stradali, 617 al giorno. È quanto emerge dalla rilevazione dell’Istat, svolta in collaborazione con l’Aci di tutti gli incidenti stradali verificatisi sul territorio nazionale nel 2005. Gli incidenti complessivamente sono stati 225.078 e hanno causato il decesso di 5.426 persone, mentre altre 313.727 hanno subito lesioni di diversa gravità. Rispetto al 2004 comunque, si riscontra una diminuzione del numero degli incidenti (-1,8%), del numero dei morti (-4,7%) e del numero dei feriti (-2,7%).

L’analisi dell’incidentalità infatti, nel lungo termine evidenzia, anche se con qualche oscillazione, un andamento crescente del numero degli incidenti e dei feriti nel periodo 1991-2002. A partire dall’anno 2003 invece, inizia un trend discendente, attribuibile, secondo l’istituto di ricerca, anche in parte all’entrata in vigore del decreto legge che ha introdotto la patente a punti e nuove regole in tema di codice della strada.

Nel complesso emerge, inoltre, una costante riduzione della gravità degli incidenti, evidenziata dall’indice di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti) che si attesta al 2,4% del 2005 contro il 4,4% del 1991 e dall’indice di gravità che passa da 3,0 a 1,7 decessi ogni 100 infortunati.

Le città si confermano i luoghi dove si riscontrano la maggior parte di incidenti e di feriti. Secondo quanto rileva l’Istat, nel 2005, sulle strade urbane si sono verificati 172.422 incidenti (il 76,6% del totale degli incidenti) che hanno causato 228.109 feriti (pari al 72,7% sul totale). Il numero dei morti sulle strade urbane è pari al 44,5% (2.417 in valore assoluto).

La casistica evidenzia anche il periodo più a rischio. Maggio risulta essere il mese in cui si verifica il maggior numero di incidenti stradali (22.562 in valore assoluto), mentre giugno quello con la media giornaliera più alta (735). Al contrario, febbraio è il mese con il più basso numero di incidenti in valore assoluto (14.905) mentre gennaio è il mese avente la media giornaliera più bassa (503).

Per quanto riguarda il numero di morti, luglio è il mese in cui tale valore risulta massimo: 603 in valore assoluto e 19 in media giornaliera. Mentre il tasso di mortalità più elevato si registra nel mese di agosto. Quanto al giorno della settimana con maggior numero di incidenti, dall’analisi Istat-Aci risulta che è il venerdì: 34.918, pari al 15,5% del totale. La frequenza più elevata di morti si osserva la domenica (1.014 decessi pari al 18,7%), mentre è il sabato il giorno in cui si registra il valore massimo dei feriti (48.871 pari al 15,6%).

È la notte il momento in cui gli incidenti presentano il più elevato tasso di mortalità, anche se il numero di sinistri è più basso. In questo arco temporale, l’indice di mortalità registra il valore massimo intorno alle 5 del mattino (6 morti ogni 100 incidenti). La maggior parte degli incidenti stradali è rappresentata da uno scontro tra due o più veicoli (76,7%); soltanto il 23,3% degli incidenti avviene tra veicoli isolati.

Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata costituiscono da sole il 50% dei casi.

Lo stato psico-fisico alterato, pur non rappresentando una percentuale elevata del totale dei casi (2%), va segnalato per la gravità degli eventi ed il fatto che essi coinvolgono di più i giovani. Le cause principali che rientrano in tale categoria sono: l’ebbrezza da alcool, il malore improvviso, l’ingestione di sostanze stupefacenti o psicotrope ed il sonno. Inoltre, l’analisi istat-Aci rileva che nel complesso, la fascia più colpita dalle conseguenze degli incidenti stradali è quella tra i 25 e i 29 anni, con 637 morti e 41.230 feriti. (*)

I conducenti morti a seguito di incidente stradale, infatti, presentano il valore massimo in corrispondenza della fascia di età compresa tra 25 e 29 anni (504 decessi in valore assoluto), seguiti dalla fascia di età 30-34 anni (401 morti) e dalla fascia 21-24 anni (371 morti). Per quanto riguarda i conducenti rimasti feriti le fasce di età più colpite risultano quelle di 25-29 anni (31.859 feriti in valore assoluto), di 30-34 anni (30.952 feriti) e quella di 35-39 anni (25.572 conducenti feriti).

 

(*) Nota: ci siamo già imbattuti altre volte in questa strana statistica nella quale l’alcol, come causa di incidenti stradali, sarebbe solo una componente di quel 2% rappresentato dagli stati di alterazione psico-fisica. C’è qualcosa che non va, o nel definire lo stato di alterazione psico-fisica, o nella determinazione del rapporto causa effetto. Gli analisti dell’Istat dovrebbero spiegare in quale casistica rientra un incidente causato da un guidatore in stato di ebbrezza, che guida distrattamente e troppo veloce.


 

MARKETPRESS.INFO

IN TOSCANA QUINDICENNI MENO "BULLI" RISPETTO AI PAESI OCSE PRESENTATI A FIRENZE IL RAPPORTO 2005 SULL´ISTRUZIONE IN TOSCANA E UN´INDAGINE OCSE

 

Firenze, - Fra i quindicenni toscani il consumo di bevande alcoliche è inferiore al dato riferito ai Paesi Ocse (il 6% contro il 10%); i fenomeni di bullismo si fermano a quota 5% per la Toscana contro un 15% nei Paesi Ocse; in Toscana si registrano successi nel cammino verso l´obiettivo, tracciato a Lisbona, di incrementare i laureati in matematica, scienze e tecnologia (la variazione toscana 2000/2004 è del 62% mentre l´obiettivo di Lisbona si contenta del 15%). Sono alcuni dei molti spunti di lettura rispetto all´edizione 2005 del "rapporto annuale sull´istruzione in Toscana" realizzato da Irre Toscana (Istituto di ricerca educativa) per conto di Regione Toscana e presentato questa mattina a Firenze - insieme a una indagine campionaria triennale sui quindicenni nei Paesi Ocse per misurarne conoscenze e abilità - con conclusioni dell´assessore regionale Gianfranco Simoncini: una radiografia (270 pagine) sullo stato di salute della scuola toscana. Collocato a metà strada nel cammino previsto dalla strategia di Lisbona che indica al 2010 la realizzazione, in Europa, di significativi obiettivi nel campo dell´istruzione e della formazione, il Rapporto è diviso in tre capitoli affidati a Irpet (il sistema formativo toscano), Osservatorio scolastico regionale (i dati generali), Irre Toscana (il punto sui processi di autonomia). Ne hanno parlato presidente e direttore di Irre, Franco Cambi e Sandra Landi, nonché le ricercatrici Gloria Bernardi e Laura Nuti. "Un rapporto che testimonia un sostanziale buono stato di salute della scuola toscana - ha detto Simoncini - che però vogliamo ancora migliorare intervenendo, ad esempio, per abbassare gli indici di abbandono scolastico che, pur in linea con quelli nazionali restano ancora lontani dagli obiettivi di Lisbona". Simoncini ha poi espresso "attenzione per i primi importanti segnali di svolta nelle politiche nazionali per la scuola e per le prime significative novità registrate nella Finanziaria su edilizia scolastica, piano di intervento sui precari, obbligo dell´istruzione a 16 anni, svolta in favore dell´autonomia. C´e davvero bisogno che si punti con forza sulla scuola sostenendone il ruolo cardine per la crescita del Paese e restituendole centralità anche per rispondere con i fatti alle polemiche di questi giorni. Il Rapporto sull´istruzione toscana presenta una scuola viva, con importanti processi di innovazione e di qualità". L´assessore si è detto lieto per la conferma della centralità assegnata a Firenze che ospiterà l´Agenzia nazionale per lo sviluppo dell´autonomia scolastica. "Prendiamo atto che si abolisce il sistema attuale, basato su Indire e sui 20 istituti regionali, per costituire questo nuovo organismo unico destinato a un forte rilancio nelle azioni di ricerca su educazione, pedagogia, formazione del personale scolastico, sinergia con regioni ed enti locali. Ma auspichiamo anche - ha aggiunto Simoncini - un rapporto sempre più stretto con le Regioni, certi che non ci saranno margini per ritorni di antico centralismo". Nel Rapporto non mancano, riferite alla Toscana, indicazioni di criticità. Il fenomeno dell´abbandono scolastico, ad esempio, è in netta riduzione (-21% dal 1999 al 2004) ma questa dinamica non è ancora in grado di garantire l´obiettivo posto a Lisbona: il dimezzamento, nel 2010, dell´abbandono rispetto al valore del 2000. Il tasso di interruzione degli studi presente in Toscana (21,9%) è dunque ancora piuttosto elevato anche se inferiore al dato nazionale (22,3%). Ed è proprio nella lotta alla dispersione scolastica che operano molte delle 100 reti di scuole attive in Toscana. "Il dato più importante che emerge in Toscana - ha sottolineato Sandra Landi - sta nel positivo rapporto tra scuola e territorio con notevoli livelli di investimento da parte degli enti locali. Il Rapporto disegna una scuola in cammino che ha bisogno di sostegno e incoraggiamento: una scuola dove gli studenti stanno sperimentando nuovo protagonismo e gli insegnanti ridefinendo ruoli e funzioni; una scuola dove non mancano problemi, ma che non merita quel catastrofismo sulla scarsa qualità in cui si esercitano soloni di varia appartenenza".


 

ASCA

SALUTE: CECCHINI, ALLARMANTE BILANCIO CENTRO PROVINCIALE ALCOOL 

(ASCA) - Roma, - ’’Abbiamo voluto fare il punto sull’attivita’ del Centro diurno provinciale per l’alcolismo, che abbiamo realizzato per rispondere alla sempre piu’

urgente richiesta di sostegno e di intervento, a Roma e provincia, dei cittadini e delle cittadine che si trovano coinvolti con problemi e patologie alcol correlate.

Dall’ottobre 2005 all’ottobre 2006 abbiamo accolto e assistito in regime diurno 481 persone con un eta’ compresa tra i 33 ei 62 anni. Tra questi il 74,4 % sono uomini, il 25,6 donne con una maggioranza di italiani l’89% e l’11% di stranieri, sia comunitari che extra-comunitari’’. E’ quanto hanno dichiarato l’assessore provinciale alle Politiche Sociali, Claudio Cecchini e il responsabile scientifico del Centro provinciale per l’Alcolismo, il professor Mauro Ceccanti, che hanno presentato questa mattina a Palazzo Valentini, al convegno ’’Il trattamento dell’alcolismo nella Provincia di Roma. Integrazione pubblico e privato’’, i dati di un anno di attivita’ del Centro diurno provinciale di via Monte delle Capre a Roma, ed e’ aperto dal lunedi’ al venerdi’ dalle ore 9 alle ore 17. Alla realizzazione del polo provinciale per l’alcolismo collaborano il CRAL, Centro di Riferimento Alcologico Regione Lazio, l’Universita’ degli studi ’’La Sapienza’’, l’azienda Policlinico ’’Umberto I’’, la cooperativa sociale ’’Parsec’’ e il Comune di Roma. ’’Altro dato significativo - ha spiegato Cecchini - e’ che il livello medio di istruzione dei pazienti e’ alto, il 45,5 % e’ composto da diplomati o laureati. Il 42,7 % e’ coniugato, mentre il 54,8% e’ nubile o separato o divorziato. Un dato importante che lega l’uso di alcool alla solitudine. Altra vittima indiretta dell’alcol e’ la famiglia. Infatti, oltre il 58% delle persone, che si sono rivolte a noi, ha figli e abbiamo notato che la dipendenza dall’alcol rischia di stravolgere l’assetto e l’armonia familiare. A rischio anche l’occupazione, il 38,7 % e’ senza lavoro. Purtroppo alla dipendenza dall’alcol corrisponde anche un degrado della vita sociale, infatti il 19,4 % ha precedenti penali o esperienze di detenzione’’.

’’Nel nostro Centro - ha concluso Cecchini - al trattamento medico e psicologico cerchiamo di abbinare anche il reinserimento sociale. Infatti, oltre 60 persone hanno avuto accesso a corsi di formazione e di inserimento lavorativo con 300 ore di lezione per ogni utente’’.

res-rus/cam/lv


 

CORRIERE ADRIATICO

Il clou segnalato verso le tre all’uscita dei locali notturni La grave realtà emerge dai controlli fatti la scorsa notte sul litorale Cento controlli, 21 patenti ritirate

Un giovane su cinque sorpreso ubriaco alla guida dell’auto

FERMO - Ventuno patenti ritirate nel giro di qualche ora per guida in stato di ebbrezza. Altrettante le denunce. Considerato che 104 sono stati i veicoli controllati, praticamente un ragazzo su cinque era alla guida della propria auto ubriaco. Ventisei le contestazioni effettuate complessivamente, 121 le persone identificate. Tre sono state invece le carte di circolazione ritirate.

Numeri questi da brivido se si considera che è il bilancio complessivo di una sola notte di controlli effettuati da parte della Polizia Stradale lungo le strade della costa.

Tre le pattuglie che hanno agito sul litorale. E hanno avuto un bel da fare gli agenti, etilometro alla mano, visto che, da parte di qualcuno di quelli fermati, non sono mancate neppure rimostranze.

Nonostante infatti il tasso di alcol superasse e non di poco in ben più di un caso, ventuno almeno, il tasso consentito dalla legge c’è stato anche chi ha avuto da ridire e molto sulle sanzioni.

Quasi come se, nel torto, non fosse chi cerca di far rispettare la legge bensì colui che la infrange. E’ volata anche qualche parola di troppo, c’è stato chi ha alzato la voce e magari, mentre protestava, a malapena riusciva a tenersi in pieni. Veramente paradossale.

Le pattuglie della polizia stradale, uscite per i controlli di rito, quelli finalizzati a contrastare il fenomeno delle stragi del sabato sera, si sono messe in strada intorno all’una di notte e piazzate poi nei tratti a rischio della costa.

I controlli sono andati avanti fino alle sei del mattino circa. Ma, principalmente, è stato intorno alle 3.00 che si sono concentrati maggiormente i controlli.

All’uscita dei locali, il cosiddetto popolo della notte, si è rimesso sulla strada per tornare a casa. E, proprio sulla via di casa, che molti si sono trovati davanti la paletta degli agenti della polizia stradale. Uno stop forzato complessivamente per 104 auto. Con la prova dell’etilometro è emersa anche la grave realtà. Un ragazzo su cinque, mano sul volante, era ubriaco. Inevitabili i provvedimenti.

Ventuno patenti ritirate e altrettante le denunce. Tre le carte di circolazione ritirate. 121 in tutto le persone identificate. Un’operazione di controllo e prevenzione massiccia. Ripetere ogni volta che non ci si deve mettere alla guida dopo aver bevuto sembra essere il solito ritornello. Sembra. Perché, quando c’è di mezzo la propria vita e quella degli altri, non si può far finta di niente, liquidare tutto con un’alzata di spalle perché è una solo storia già sentita e passare oltre. O peggio credere che capita sempre agli altri. O, addirittura, prendersela con gli agenti, non nuovi tra l’altro a certe scenette che non solo stanno facendo il proprio lavoro ma sono lì per evitare che qualcuno perda la propria vita perché ha alzato il gomito e perché c’è chi, ubriaco, ha finito per schiantarsi e coinvolgerlo in un incidente.

Gli enti locali intanto, basti pensare al progetto portato avanti dall’Ambito territoriale di cui fanno parte anche Fermo e Porto San Giorgio, continuano la campagna di prevenzione contro gli abusi nell’uso di alcol.

In effetti c’è la speranza che infine il messaggio salutista, per sè e per gli altri, riesca a passare e a rendere tutti più lucidi specie quando nel cuore della notte ci si mette alla guida di un’auto senza mettere nel debito conto i rischi cui si va incontro quando si è imbottiti di alcol e si è anche stanchi.


 

IL GAZZETTINO (PADOVA)

VIA D’ACQUAPENDENTE

Operaio romeno guida ubriaco È stato denunciato

Era talmente ubriaco che viaggiava in moto di traverso sulla strada. Tanto è che gli altri automobilisti hanno dovuto telefonare al 113 per bloccarlo. Protagonista è un operaio romeno trentottenne, in Italia con regolare permesso di soggiorno, che è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza.

Il fatto è accaduto sabato pomeriggio in via D’Acquapendente. Erano le 18 quando è arrivata la telefonata al 113. Un individuo percorreva la strada in sella ad uno scooter zigzagando pericolosamente. È stata mandata una pattuglia delle Volanti che ha raggiunto e fermato lo straniero. L’uomo era in sella ad un Malagutti 125. Ai controlli sul tasso alcolico è risultato ubriaco fradicio. Ed è stato denunciato.


 

CORRIERE ADRIATICO

L’incidente e le patenti ritirate

Ubriachi in auto Il sabato folle

Ancona - Ha perso il controllo dell’auto, ha sbandato ed è finito contro una macchina in sosta. Sul momento si è pensato al peggio. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per tirare fuori il ragazzo dalle lamiere del veicolo. Scongiurato il peggio, il ragazzo è stato ricoverato all’ospedale di Torrette per un trauma facciale. E’ accaduto tutto tra le undici e mezzo e mezzanotte, tra sabato e domenica. Il giovane, Andrea M., era al volante di una Peugeot in via Benedetto Croce. La sbandata, lo schianto, la corsa in ospedale con l’ambulanza del 118. Sul posto la polizia stradale di Senigallia. Codice di media gravità, dovuto al trauma riportato. All’origine della perdita di controllo del mezzo, a quanto pare, la guida in stato di ebbrezza.

Un altro sabato notte troppo intenso e soprattutto troppo passato ad alzare il gomito. E’ la constatazione fatta dai carabinieri che durante i controlli del weekend sono stati costretti a ritirare quattro patenti ad altrettanti giovani automobilisti perché si erano messi al volante dopo aver bevuto pesantemente. Gli uomini dell’Arma hanno effettuato controlli a nord e a sud della città. Una delle patenti è stata ritirata durante le verifiche con l’etilometro all’altezza di Torrette. Altre due patenti sono state ritirate durante i controlli effettuati alla Baraccola. L’ultima è stata ritirata ad Ancona sud, nella zona dell’Aspio. I controlli sono stati effettuati nella fascia oraria che va dalle due alle cinque, quella del rientro dalla discoteca o dalla serata passata in compagnia degli amici al pub o comunque in uno dei luoghi di ritrovo per l’after dinner.

Appena due settimane fa, ancora un sabato sera terribile. Allora lo scenario fu quello della statale 16 tra Baraccola e Aspio. Un’Alfa lanciata da un giovane, alticcio, a velocità sostenuta e la carambola. E come se non bastasse un altro automobilista, anche lui in preda agli effetti dell’alcol, che per non perdersi lo spettacolo, imbocca la statale contromano, dall’incrocio maledetto. Erano le tre di un sabato notte. E per poco è stato scongiurato il peggio.


 

LA GAZZETTA DI PARMA

Tre chilometri in autostrada In bicicletta e contromano

IERI MATTINA NEI PRESSI DELLO SVINCOLO DELL’A15

 IL CASO IERI MATTINA NEI PRESSI DELLO SVINCOLO DELL’A15 Tre chilometri in autostrada In bicicletta e contromano Uno studente spagnolo ubriaco imbocca in sella l’A1: lo salva la Stradale Luca Pelagatti II Quando l’agente della Strada­le, con il fiato in gola, è riuscito finalmente a fermarlo tra tutte le spiegazioni possibili si è sentito propinare quella più incredibile: «Scusi, cosa ho fatto di male? Sto solamente andando a Parma perchè devo restituire ad un mio amico la bici che mi ha presta­to ». Ieri mattina, poco dopo le 8 del mattino. Sull’autostrada, a poca distanza dallo svincolo con l’A15, il traffico era scarso e c’era il sole. Ma qualcuno tra coloro che stavano viaggiando in dire­zione nord ha pensato di avere i miraggi. Perchè, altrimenti, co­me si spiega la presenza di un giovane che pedala di buona le­na in terza corsia, per di più con­tromano? Appunto con le allu­cinazioni o, forse meglio, con una dose di alcool talmente sconsiderata da trasformare l’autostrada in una rilassante pi­sta ciclabile. Tanto che le auto che passano fanno quasi com­pagnia. E’ appunto così è andata ieri mattina quando un ragazzo spa­gnolo ventiquattrenne, nella no­stra provincia per un periodo di studi, è salito in sella e ha iniziato a spingere sui pedali


VARESENEWS

Gallarate

Il diciasettenne ha prima molestato una ragazza italiana, poi ha minacciato un giovane marocchino con una bottiglia rotta e infine ha insultato gli agenti accorsi

Minorenne ubriaco e molesto crea scompiglio in stazione

La Polizia di Gallarate ha arrestato M.B., cittadino marocchino di 17 anni, residente in città, in manette per resistenza a pubblico ufficiale, nonchè per lesioni personali e minacce gravi nei confronti di suo connazionale. Il minore, alle 23 di sabato 25 novembre, all’interno della stazione FS di Gallarate, evidentemente ubriaco, aveva molestato una giovane ragazza italiana, in compagnia di un altro giovane marocchino, che, subito accorso, veniva dapprima aggredito verbalmente e poi con una serie di pugni. Con il collo di una bottiglia vuota di birra, inoltre, il minorenne ha minacciato il suo connazionale tentando di colpirlo, fortunatamente senza riuscirci. All’arrivo della Volante, il ragazzo minorenne ha gettato la bottiglia di vetro a terra iniziando ad insultare gli agenti, prima in italiano e poi in arabo, tentando di aggredirli con dei pugni. Immobilizzato e rso inoffensivo in breve tempo, è stato poi accompagnato negli uffici del Commissariato: ora è indagato a piede libero dal Tribunale per i minorenni di Milano.


 

LA SICILIA

Tre senegalesi in manette Il blitz di sabato. 

La polizia ha setacciato il centro storico per diverse ore per riportare l’ordine 

E’ di tre persone arrestate il bilancio del blitz effettuato sabato sera dai poliziotti della sezione volanti in via Pirandello, piazza Stazione, via Atenea e via Gioeni.

A essere ammanettati sono stati tre senegalesi, venditori ambulanti trovati senza il necessario permesso di soggiorno. A loro carico c’erano altrettanti decreti di espulsione che, evidentemente, non erano stati rispettati al momento della notifica da parte della questura. Gli agenti, coordinati dal dirigente Aurelio Metelli, hanno verificato la posizione dei tre extracomunitari dopo averli accompagnati nella caserma Anghelone.

E’ bastato spulciare negli archivi per accorgersi che i tre africani non potevano rimanere in Italia e per questo sono stati arrestati. Questo è quanto prevede la legge Bossi-Fini.

I tre arresti sono stati solo il risultato più evidente della massiccia attività di controllo del territorio disposta dal questore Nicola Zito, coordinata dal dirigente Metelli e richiesta dalla popolazione.

Chi ogni giorno transita soprattutto dalle vie Pirandello e Atenea ha visto almeno una volta negli ultimi mesi una o più risse in luoghi in cui la serenità dovrebbe essere normale. Purtroppo, tutto ciò non è consuetudine, tanto che le stesse forze dell’ordine sono state chiamate a intervenire a «botte in corso», oppure quando i maneschi protagonisti delle risse erano già fuggiti.

Sabato scorso l’obiettivo della polizia di Stato era lanciare un segnale forte a chi ritiene le adiacenze del salotto di Agrigento una sorta di terra di nessuno, dove tutto è lecito.

Alcuni giorni fa, senza andare troppo indietro con il calendario, un giovane immigrato venne pestato a sangue da alcuni connazionali palesemente ubriachi dinanzi agli occhi di attoniti passanti costretti a scappare per non essere coinvolti nel tumulto. Probabilmente gli stessi passanti sabato sera hanno gradito la folta presenza di agenti di polizia che, con tanto di cani antidroga al seguito, hanno presidiato la zona.

Non è da escludere che nelle prossime settimane l’operazione possa essere ripetuta, sempre a sorpresa, alla ricerca di altri irregolari e per restituire serenità al quartiere che in questo periodo soffre per i numerosi fatti criminosi che si verificano.

Francesco Di Mare


 

IL GAZZETTINO (PORDENONE)

I controlli anti-stragi della Polizia stradale hanno appiedato diversi automobilisti 

Ritirate tredici patenti 

In 11 avevano esagerato con l’alcol. Una "freccia" a Fiume

Il bilancio del weekend è significativo: 13 patenti ritirate ad altrettanti automobilisti del Friuli Occidentale, colpevoli di aver alzato un po’ troppo il gomito (la massima parte di loro) o di aver pigiato eccessivamente il piede sull’acceleratore (in due casi). Nel complesso, quelle tra venerdì e sabato e tra sabato e domenica si sono rivelate due notti piuttosto impegnative per gli agenti della Polizia stradale di Pordenone e Spilimbergo, mobilitati con 5 pattuglie (munite di Autovelox e Telelaser) nella prevenzione degli schianti.

Per la verità, in tre circostanze il ritiro della patente è maturato proprio in seguito a un piccolo incidente stradale. Gli agenti, giunti sul posto, come da prassi in queste situazioni hanno misurato con l’etilometro la presenza di alcol nel sangue degli automobilisti, trovando subito riscontri positivi. Nel dettaglio, sono risultati ben 11 i documenti ritirati per questo motivo. Tutti a maschi, in prevalenza sotto i 30 anni di età, e non necessariamente nel cuore della notte. Come dire: si comincia a bere molto presto. Quasi tutti sforavano ampiamente il limite di 0.50 grammi per litro, posizionandosi tra gli 1.50 e gli 1.94. Automatico il reato di guida in stato d’ebbrezza, con relativa drastica diminuzione del monte-punti.

In due situazioni la patente è stata invece ritirata per l’eccesso grave di velocità, ossia per il superamento del limite di oltre 40 chilometri orari. In un caso, nel raccordo tra la rotonda Moro e l’ingresso in autostrada all’altezza di Cimpello di Fiume Veneto, una "freccia" filava a 174 chilometri all’ora dove il limite è di 90. Le 5 pattuglie si sono mosse in un territorio ampio: Chions, Sequals, Spilimbergo, Domanins di San Giorgio della Richinvelda, Fiume Veneto e Cusano di Zoppola.


 

BRESCIA OGGI

Durante i controlli del fine settimana effettuati sabato notte a Rovato, la polizia ha ritirato 26 documenti

Patente sospesa per alcol: è la quinta volta

Nel Bresciano il record è detenuto da un iseano, con sette sospensioni

Ha quarant’anni è bergamasco e abita a Seriate. Detiene un primato poco invidiabile. Per ben cinque volte la polizia lo ha fermato per un controllo trovandolo positivo all’alcol con conseguente sospensione della patente di guida. Nelle prime ore di domenica mattina nella zona di Rovato gli agenti della polstrada di Iseo lo hanno controllato in prossimità del casello autostradale. Tasso 1.02%, più del doppio del consentito. Patente quindi sospesa, denuncia penale e decurtazione di altri dieci punti.

Inserendo il nominativo al terminale è emerso che in precedenza la patente di guida gli era stata sospesa altre quattro volte e sempre per alcol.

Il record bresciano lo detiene un trentenne iseano. La polizia stradale lo ha fermato sette volte trovandolo ubriaco ed è scattata ogni volta la sospensione del documento che mai gli è stato ritirato definitivamente. Ha avuto anche pesanti sanzioni amministrative, con decurtazione di decine di punti per eccesso di velocità e infrazioni al codice della strada, come ricorda la polizia. Ma continua a guidare.

Nella notte tra sabato e domenica quattro pattuglie di Brescia, Iseo, Chiari e Darfo Boario hanno effettuato controlli dalla mezzanotte sino all’alba nell’Ovest bresciano. Servizi intensificati a Rovato tra le due e le quattro del mattino, considerato statisticamente orario a rischio incidenti per via degli spostamenti.

Ventisei le patenti ritirate per alcol, quattro le ragazze e 22 i maschi con età media tra i 23 e i 32 anni. Complessivamente la polizia, impegnata con i consueti servizi «antistragi» del sabato sera ha fermato 245 auto e identificato le 320 persone a bordo, principalmente giovani diretti a casa dopo la notte in birreria, discoteca o al night. Il tasso più elevato di alcol è stato di 2.50%, cinque volte il limite. Praticamente un conducente su dieci aveva ecceduto con il bere. Dall’inizio dell’anno sono oltre 1.500 le patenti di guida ritirate e quindi sospese nel Bresciano per eccesso di alcol.

f.mo.


 

IL TEMPO

La tragedia nella villetta della vittima a Ladispoli al termine di un violento litigio

di DANILA TOZZI

È finita in tragedia, l’altra notte, l’ennesima lite tra due fratelli di Ladispoli, Giulio e Stefano Foglia, rispettivamente di 38 e 33 anni. Era intorno all’1 di notte quando il maggiore ha sferrato un’unica terribile coltellata al minore, colpendolo al cuore ed uccidendolo sul colpo. Il fatto è avvenuto in una villetta di via Positano, al centro della cittadina, dove la vittima viveva con la mamma vedova di 57 anni. Il fratello Giulio si era recato nell’abitazione per un «chiarimento» su una questione ancora da accertare. In realtà i dissapori tra i due erano di vecchia data e i rancori mai sopiti più volte li avevano portati alle mani tanto che in diverse occasioni erano dovuti intervenire i carabinieri. Forse anche la troppa familiarità con l’alcol potrebbe aver giocato un ruolo determinante nel far compiere un gesto tanto terribile al più grande dei due. Cronaca di una morte annunciata verrebbe quasi da dire. Certo è che nessuno avrebbe immaginato un epilogo tanto tragico e cruento. Giulio, sposato due figli, si presenta a casa della vittima perché deve parlargli. Quasi subito però nasce una violenta colluttazione, dopo un’accesa discussione come sempre accadeva per futili motivi, l’uomo vibra un unico fendente mortale al fratello Stefano, colpendolo appena sotto le costole, e spira quasi istantaneamente. Le grida della vittima svegliano la madre che dorme nella stanza vicino e chiama l’ambulanza. Nel giro di pochi muniti, avvertiti dai vicini allarmati dalle urla, sul posto intervengono i carabinieri della locale stazione e i colleghi del R.I.S di Roma, per i rilievi tecnico-scientifici. Agghiacciante è stata la scena che si è presentata agli occhi degli investigatori e degli operatori del 118. C’era sangue dappertutto: sul pavimento, sulle pareti, sulla rampa delle scale, dove l’uomo forse si era rifugiato per sfuggire, in un ultimo disperato tentativo, all’ira omicida del fratello e dove l’hanno ritrovato i carabinieri ormai privo di vita piegato su un fianco, con una profonda ferita da taglio. La dinamica dell’omicidio è stata interamente ricostruita dai militari, coordinati dal comandante Penna, i quali hanno avviato le indagini acquisendo decine di testimonianze, procedendo al sequestro di numerosi oggetti contundenti e da punta e taglio, compatibili con l’arma che avrebbe colpito Stefano Foglia e raccogliendo gravi e concordanti indizi di colpevolezza nei confronti dell’omicida. L’uomo dopo aver colpito il fratello si trovava ancora nei paraggi della casa e vagava in stato confusionale, finché non è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato. I due fratelli, che collaboravano con la madre venditrice ambulante al mercato, proprietaria di un banco di generi alimentari, a Ladispoli erano conosciuti per il loro carattere violento e turbolento, spesso aggravato dalla tendenza ad alzare spesso il gomito: circostanze che li avevano portati a compiere numerosi piccoli reati. Ora il presunto assassino è chiuso in una cella nel carcere di Civitavecchia e appare ancora sotto choc, in attesa di essere interrogato dal magistrato. Domani sarà disposta l’autopsia del cadavere, titolare dell’inchiesta il dottor Pantaleo Polifemo.


 

IL MESSAGGERO (ABRUZZO)

Una parola di troppo, poi le coltellate 

Arrestato un giovane di Rosciolo per l’assassinio dell’operaio marocchino 

di MARCELLO IANNI e PINO VERI

L’AQUILA - Non ci hanno messo molto i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo ed il pool dei tre magistrati avezzanesi a capire che l’assassino dell’extracomunitario freddato l’altra sera in Marsica con tre coltellate era a Magliano, e faceva parte di quel gruppo di ragazzotti di Rosciolo che sono stati messi sotto torchio in caserma.

Erano ubriachi, ma uno di loro aveva precedenti, e tutti lo conoscevano perché non era solito farsi sbeffeggiare in pubblico. Francesco Nanni, 25 anni di Rosciolo, installatore di impianti a gas, avrebbe indirettamente ”confessato” ad un suo amico al telefono di aver «fatto fuori con una botta sola» Imadi El Mokh, marocchino di 26 anni, muratore con regolare permesso di soggiorno, nella notte tra il 24 ed il 25 novembre poco fuori il pub ”La tana del luppolo” a Magliano dei Marsi.

Con lui, indagato per rissa aggravata ed omicidio doloso, è finito A.T., di 43 anni, anch’egli di Rosciolo, che secondo gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo ”attivo” nell’aggressione dell’extracomunitario.

A fare luce su quanto è accaduto quella notte è stato ieri, nel corso di una conferenza stampa tenuta all’Aquila, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Amedeo Specchia, assieme al comandante del Reparto operativo e del Nucleo operativo (sempre del Reparto) maggiore Giovanni Di Niso, ed al capitano Massimiliano De Luca, coadiuvati dal capitano Benedetto Iurlaro, comandante della Compagnia di Tagliacozzo e dal maresciallo Augusto Pellecchia, comandante della stazione carabinieri di Magliano dei Marsi.

A stare alla ricostruzione dell’omicidio, la lite tra i due amici sarebbe stata originata da futili motivi. Nanni ed il marocchino, avrebbero trangugiato in un altro locale un numero impressionante di bicchieri di liquore, insieme, da buoni amici. L’alcol ha offuscato ovviamente ai due i lumi della ragione e per chissà quale remota causa il marocchino avrebbe dato del ”deficiente” al suo amico italiano. Nanni non ci ha visto più: nonostante i due fossero arrivati al pub abbracciati non ha esitato a ricoprirlo di botte, aiutato in questa opera miseranda dal suo amico 43enne del quale abbiamo parlato in apertura. Quando sul posto sono arrivati i carabinieri ed il personale del 118, Imadi El Mokh era in fin di vita: era coperto dal sangue che perdeva vistosamente da sotto l’ascella. Il resto è storia nota: tre ferite da arma da taglio lo hanno stroncato durante il trasporto in ospedale.

I carabinieri della compagnia di Tagliacozzo e quelli del Reparto operativo, coordinati dai Sostituti Maurizio Maria Cerrato, Stefano Gallo e Federica De Maio, non hanno perso tempo, e aiutati anche dalla testimonianza dei residenti e degli extracomunitari «che -ha detto lo stesso Iurlaro- hanno fatto fronte comune per assicurare alla giustizia i responsabili dell’omicidio» sono riusciti a stringere il cerchio su Nanni, incastrato dagli ”incroci” effettuati sulle deposizioni di circa 40 testimoni, uno dei quali avrebbe raccontato agli investigatori della telefonata ricevuta da Nanni, subito dopo il delitto. Quest’ultimo, poi, sottoposto ad un primo interrogatorio, avrebbe ammesso di aver picchiato il marocchino ma non di averlo ucciso.

Sul luogo del delitto i carabinieri hanno rinvenuto parte di un coltello da cucina al quale manca la punta. Nella sua abitazione sono stati sequestrati quattro coltelli e vestiti vari che saranno sottoposti al vaglio della Scientifica.

Nanni, che è noto alle forze dell’ordine «è conosciuto a Magliano -ha detto Iurlaro- per la sua personalità ”frizzante”»: evidentemenete ha giudicato troppo grave l’essere stato insultato in pubblico davanti a tutti.

Per concludere: proprio un anno fa in zona si era consumato l’altro terrificante omicidio di Roberto Manni, il commerciante di Tagliacozzo ucciso a Villa San Sebastiano.


 

MARKETPRESS.INFO

DALLA PARTE DELLE DONNE CONTRO LA VIOLENZA 

Milano, - "Mi impegno a promuovere una campagna contro gli stereotipi, ancora troppo diffusi, che presentano la donna come oggetto sessuale e inoltre mi impegno a richiedere che nel bando Fse (Fondo Sociale Europeo) la lotta contro la violenza sulle donne figuri tra gli obiettivi, in modo da poter realizzare progetti in questo settore". E´ quanto ha detto il sottosegretario alla presidenza della Regione Lombardia, con delega ai diritti del cittadino e alle pari opportunità, Antonella Maiolo, aprendo il 24 novembre i lavori della Tavolo Rotonda "Dalla parte delle donne contro la violenza", che si è tenuta in Regione in occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne. "Le donne - ha detto il vicequestore aggiunto della Polizia di Stato, Alessandra Simone - subiscono violenza soprattutto dagli uomini che conoscono: mariti, fidanzati, amici. Quello che preoccupa infatti è la violenza domestica. Il numero delle violenze di strada non è in aumento e nel 90% dei casi i colpevoli vengono arrestati. Le violenze tra le mura domestiche invece sono più subdole e le donne faticano ancora a trovare il coraggio di chiedere aiuto e di denunciare lo stupratore". "Negli ultimi dieci anni infatti - ha precisato Alessandra Kustermann, direttrice del Centro di Soccorso Violenza Sessuale dell´Ospedale Maggiore di Milano - abbiamo però assistito ad una maggior capacità delle donne di chiedere aiuto: siamo infatti passati dalle 298 donne che si sono rivolte al centro nel triennio 97-99 alle 444 degli ultimi tre anni. Il problema resta ancora la difficoltà delle donne di sporgere denuncia. Su tre donne che subiscono violenza una non lo farà mai sapere, e delle altre due, che chiedono aiuto, solamente una poi presenterà denuncia. Per far uscire queste donne dal sommerso è necessario che possano contare su una rete di assistenza dal punto di vista legale, psicologico e materiale". A questo proposito esistono in Lombardia 12 Centri antiviolenza che hanno assistito in questi anni oltre 17. 500 donne. "Dall´inizio dell´anno - ha spiegato Marisa Guarneri presidente della Casa di accoglienza delle Donne maltrattare - abbiamo avuto oltre 600 richieste di aiuto e negli ultimi due anni abbiamo ospitato, in quattro case ad indirizzo segreto, 32 donne e 22 bambini. Nei nostri centri abbiamo registrato un abbassamento dell´età delle donne che vi si rivolgono (tra i 25 e i 35) a dimostrazione che forse si decidono a chiedere aiuto già dai primi episodi di maltrattamento. Se qualcosa sta cambiando è necessario però che anche le istituzioni si muovano: ci vuole una legge antiviolenza della Regione Lombardia". "Se ne può parlare - ha detto il sottosegretario Maiolo - anche se trovo la proposta scarsamente efficace per incidere su questa realtà che credo invece debba essere affrontata soprattutto dal punto di vista del cambiamento culturale". Sulle violenze di strade e quelle, tra le mura domestiche, che approdano alle forze dell´ordine si è centrato l´intervento del colonnello Paolo Ferrarese comandante del comando regionale dei carabinieri di Milano. "Le categorie più a rischio sono i minori e le donne poco tutelate. Il fenomeno è trasversale a tutte le categorie sociali. E´ aumentato il numero delle denunce: il 60% delle donne è di provenienza straniera. La maggioranza ha un età compresa tra i 18 e 24". Il colonnello Ferrarese ha poi indicato alcuni comportamenti da tenere per evitare o affrontare una situazione di pericolo: "Non fidarsi delle apparenze, al primo sospetto cercare di attrarre l´attenzione su di sé, anche urlando, se si è in macchina staccare le chiavi dal cruscotto per impedire la fuga, non usare alcol o sostanze che facciano sottovalutare il pericolo. In ogni caso poi sporgere denuncia. Lo stupro è il reato in cui è più alta la percentuale di arresti dei colpevoli". . 


 

 

MARKETPRESS.INFO

CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA: RESPONSABILITÀ DEL VENDITORE DI BEVANDE  

Il 23 novembre 2006 la Seconda Sezione della Corte di giustizia delle Comunità europee ha pronunciato la sentenza relativa alla causa C-315/05 (Lidl Italia Srl / Comune di Arcole (Vr)) La Corte (Seconda Sezione) dichiarando che gli artt. 2, 3 e 12 della Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 20 marzo 2000 n. 2000/13/Ce, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l´etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità,

Martedì, 28 Novembre 2006
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