di ELENA PANARELLA e FABIO
ROSSI
Le
cattive abitudini fanno il giro del mondo. E ormai anche su alcune guide
turistiche di Roma, alla voce “pericoli e contrattempi” si consiglia a chi viene nella Città eterna di fare molta
attenzione ad attraversare le strade: passare sulle strisce pedonali non sempre
è una garanzia di incolumità, anzi. Secondo i dati della polizia municipale,
tra il 2001 e il 2005 gli incidenti stradali, nel territorio della Capitale,
hanno mietuto 703 vittime: 252 di queste, oltre un terzo, erano pedoni. E nel
2005 gli incidenti che hanno coinvolto, loro malgrado, persone che si muovevano a piedi, hanno superato
(2.214 a 2.167) le multe elevate per violazione dell’articolo 191 del Codice
della strada. Quello, per intenderci, che regola i «comportamenti dei
conducenti nei confronti dei pedoni». E che prevede per i trasgressori una
multa di (almeno) 138 euro e una decurtazione di cinque punti dalla
patente. Secondo il presidente
dell’Associazione diritti dei pedoni (Adp), Vito De Russis, il problema sta
anche nella cattiva gestione della segnaletica stradale: «Nel Lazio la
situazione è drammatica, e a Roma va sempre peggio - spiega De Russis - Le
strisce pedonali col tempo sbiadiscono, non vengono rifatte e il pedone perde
ogni punto di riferimento». Gli esempi sono tanti: da Monte Sacro - per esempio
davanti all’ufficio postale di via Pantelleria o la scuola elementare - al
centro storico, dove i sampietrini
contribuiscono a rendere le “zebre” ancora più volatili. «Sul selciato le
strisce durano al massimo quattro mesi - conferma il presidente del I Municipio, Giuseppe Lobefaro
- Ma nel nostro bilancio i fondi per la segnaletica stradale, verticale e
orizzontale, si sono ridotti al lumicino. Noi rifacciamo le strisce fino a dove
arriviamo con i soldi, dando priorità agli attraversamenti davanti a scuole e
ospedali». Intanto i dati sono sempre più preoccupanti. Nel 2005, a Roma, sono
morte 186 persone in 180 incidenti stradali: di queste 105 erano conducenti dei
veicoli coinvolti, 18 passeggeri e 63 pedoni. E Giordano Biserni, presidente
dell’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale (Asaps),
rincara la dose: «Secondo una nostra indagine il Lazio risulta la regione con
il maggior numero di vittime - argomenta Biserni - E nella conta delle vittime
il prezzo lo pagano i più deboli: gli anziani». Secondo L’Asaps, inoltre, il
periodo natalizio è quello più a rischio: i mesi con il numero più alto di incidenti in città sono quelli che vanno
da novembre a gennaio. Tra le diverse aree di Roma, il centro storico si
conferma la zona più a rischio per i pedoni, superando nettamente i Municipi IX
(Appio-San Giovanni), XVI (Aurelio-Boccea), XVII (Borgo-Prati) e II
(Parioli-Salario): insomma, più ci si avvicina al cuore della città più andare
a piedi diventa rischioso. Che fare? «Al momento stiamo puntando
sull’installazione di colonnotti per proteggere il passaggio dei pedoni nelle
strade senza marciapiedi, a partire dai rioni Trastevere e Monti», sottolinea
Lobefaro. E i vigili? Carlo Buttarelli, da inizio novembre comandante del I
gruppo della polizia municipale, un’idea se l’è fatta: «Una delle cause
principali degli incidenti che coinvolgono i pedoni risiede nella soste
selvaggia delle auto sui marciapiedi e sulle strisce pedonali - sottolinea
Buttarelli - Questa cattiva abitudine riduce la visibilità in corrispondenza
degli attraversamenti, costringe i pedoni a camminare in mezzo alla strada e,
spesso, li porta ad attraversare fuori dalle strisce». I rimedi? «Organizzerò
servizi mirati proprio per contrastare la sosta selvaggia, pur considerando il
fatto che nel centro storico c’è un’obiettiva carenza di parcheggi - risponde
il comandante del I gruppo - Poi cercheremo di capite quali sono le strade a
maggior rischio, e dedicheremo alcune pattuglie a un’attività di prevenzione proprio
in questi punti». Maggiori controlli sono legati anche a un incremento
degli organici della polizia
municipale: «Servono più vigili, certo, ma non è l’unico problema - sostiene
Susi Fantino, presidente del Municipio IX - Nella nostra zona insistono due
grandi arterie come l’Appia e la Tuscolana, e c’è un’importante area a
vocazione commerciale. Per questo stiamo lavorando per aumentare i parcheggi
sotterranei e limitare il fenomeno della sosta selvaggia in superficie». |