A fine
rassegna potete leggere il mio comunicato di ieri “Due supplementi dello
stesso giornale”, e una illuminante lettera di Andrea Mattei, grande amico
e ispiratore di questa rassegna, datata dicembre 2001, lettera che alla luce delle dichiarazioni del
ministro Ferrero e della reazione del Codacons, appare attualissima. Alessandro Sbarbada QUOTIDIANO.NET Ferrero:
’Bisogna vietare gli spot sull’alcol’ Il ministro per la Solidarietà
sociale invita a fare come in Francia, e da subito propone di abolite la
pubblicità ingannevole. Applausi dal Codacons STRASBURGO,
27 novembre 2006 - L’alcol uccide. Perché farne gli spot? E’ quello che si
chiede il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero, che invita il
nostro paese a fare come la Francia: ’’Ha abolito la pubblicita’ degli
alcolici: e’ una strada che si puo’ seguire’’. Di certo
andrebbe da subito abolita la pubblicita’ ’’ingannevole’’, continua il
ministro, che vorrebbe dimostrare ’’che chi beve ha la donna piu’ bella, e’
piu’ fico’’, quando invece ’’e’ noto che l’alcol ha effetti deprimenti
proprio sull’ attivita’ sessuale’’. Inoltre, come già succede per le sigarette, bisognerebbe ’’mettere sulle etichette l’avviso di nocivita’ dell’ alcol’’. (*) Quello dell’ alcol e’ un problema, che, continua Ferrero, in Europa e’ ancora piu’ forte di quello delle droghe. Basti pensare al consumo di ’’bevande-esca’’, a basso tenore alcolico che però possono portare all’ assuefazione. APPLAUSI
CODACONS la
proposta di Ferrero è stata subito ’promossa’ dal Codacons: ’’Si tratta di
un’ottima proposta tesa a tutelare la salute dei cittadini - afferma Carlo
Rienzi, presidente Codacons - soprattutto se si considera che in Italia ogni
anno si registrano circa 30 mila morti causati direttamente dall’alcol ed
altrettanti come morti indiretti per guida in stato di ebbrezza, suicidi,
omicidi. La pubblicita’ dei prodotti alcolici e’ del tutto immorale, perche’
vorrebbe enfatizzare improbabili effetti positivi dell’alcol’’. Il Codacons
ha inoltre chiesto a Ferrero un ’’giro di vite contro le cosiddette bevande
alcopop, a gradazioni alcolica compresa tra i 5 e i 6 gradi travestite da
innocui succhi di frutta, diretti a colpire i piu’ giovani e a creare
assuefazione’’. (*) Nota:
a proposito di etichette (e di Codacons) vi suggerisco un’attenta lettura della
lettera di Andrea Mattei del dicembre 2001, che trovate a fine rassegna. Sollecitiamo il coraggioso ministro a portare avanti questo suo progetto, ma possiamo già anticipargli che gli renderanno la vita molto dura (come dimostra anche la lettera di Andrea): sarà un caso, ma nella precedente legislatura il ministro Sirchia non ha fatto in tempo ad annunciare di voler mettere mano al problema alcol che l’hanno fatto subito fuori. LA STAMPA “Clooney
con la bottiglia non fa male a nessuno” 5 domande
a Valeria Monti direttore UPA Che
cosa pensa UPA, l’associazione delle aziende che fanno pubblicità, della
proposta del ministro Ferrero? “Se si
tratta di uniformare la normativa italiana a quella degli altri paesi
dell’Ue, in genere meno permissivi sulla pubblicità degli alcolici, la
proposta di Ferrero ha un senso. Un divieto assoluto, però, sarebbe un errore”. Questi
spot non favoriscono il consumo di alcol tra i giovani? “La
pubblicità ha meno potere di quanto si creda. In Scandinavia la legislazione in
materia è molto restrittiva e non sono certo astemi.” Quindi
vale tutto? “Conta
quello che lo spot lascia intendere. Se alla bottiglia di rum o birra affidi
aspettative di euforia o di benessere, trasmetti un messaggio pericoloso. Ma
Clooney con lo spumante in mano non fa male a nessuno”. (*) In
Italia ci sono già dei controlli sui contenuti? “E’
l’Istituto di autodisciplina a dettare le regole. I limiti non mancano.” Che
cosa rappresenterebbe un divieto del genere per le aziende e per i
pubblicitari? “Un grave
danno. Gli alcolici occupano una fetta importante del mercato pubblicitario (**),
specie in alcuni periodi dell’anno. Finirebbero per ridimensionarsi tutti.” (F.FUR.) (*) Nota:
io penso che proprio una pubblicità come quella di Clooney (“No Martini, no
Party”) sia quanto di più culturalmente pericoloso si possa proporre,
perché trasmette il messaggio che senza alcol non si fa festa. (**) Nota: se l’industria dell’alcol investe tanto denaro nella pubblicità è perché sa che è importante, e li aiuta a vendere di più. L’ECO DI
BERGAMO Alla
guida ubriachi: allarme per i giovani delle discoteche La metà
non beve o comunque beve poco, rimanendo sotto la soglia del limite previsto
dal Codice della
strada (0,50 milligrammi ogni 100 millilitri di sangue). Ma l’altra metà ci dà
dentro, tanto che il tasso alcolico medio riscontrato tra chi beve sale già a
0,62 mg/100 ml, il che sta a significare che almeno il 30% oltrepassa
abbondantemente questo limite, arrivando addirittura a superare il livello di
1,51 mg/100 ml. Sono i
giovani che animano i locali notturni della Bergamasca, così come appaiono al
termine di Monytour, il progetto provinciale di monitoraggio dei policonsumi
(di alcol e di droghe) promosso dall’Asl e dalla cooperativa «Alchimia» di
Torre Boldone per tracciare un identikit credibile di chi, soprattutto nei fine
settimana, frequenta discoteche e dintorni. Lo studio è durato un anno (dal
luglio 2005 al luglio di quest’anno), coinvolgendo 309 persone tra i 14 e i 47
anni (età media 21 anni) e dieci locali del divertimento notturno della nostra
provincia. Numeri forse piccoli», ma risultati assolutamente indicativi non
soltanto per la serietà con cui il lavoro è stato portato avanti, ma anche per
le caratteristiche metodologiche seguite e l’arco di tempo lungo il quale si è
protratto. Premesse che potrebbero far ritenere il quadro complessivo emerso
come la punta di un iceberg dalle dimensioni preoccupanti. Per
restare nell’ambito dei consumi di alcolici devono far riflettere alcuni dati
emersi dallo studio. Tra
questi, la bassa percezione del proprio stato di ebbrezza da parte di chi ha
livelli di alcol nel sangue oltre i limiti stabiliti dal Codice della Strada e
il fatto che almeno un terzo di chi dovrà guidare un’auto per far ritorno a
casa (trasportando con sé altri amici) è tra l’alticcio e l’ubriaco. La
ricerca mostra infatti un buon livello di percezione degli intervistati
rispetto al loro effettivo tasso alcolico per valori nulli o comunque al di
sotto dello 0,50 mg/100 ml. In entrambi i casi, infatti, rispettivamente per il
90% e il 42% degli intervistati, si rilevano rispondenti agli intervalli pensati. Tuttavia
la percentuale di correttezza nelle previsioni del proprio valore alcolimetrico
scende per i valori al di sopra del limite legale: dal 26% per i valori entro
lo 0,80 mg/100ml, al 31% per i tassi compresi fra lo 0,81 e l’1,50 mg/ 100ml,
fino a scendere al 14% per valori superiori all’1,50 mg/100ml. Un’altra
riflessione va fatta rispetto alla conoscenza dei livelli di alcolemia
consentiti per chi è alla guida. Alla domanda «Quale pensi sia il limite
attuale di alcolemia consentito dal Codice della Strada? », la maggioranza
degli intervistati ha risposto correttamente (74%), il 12% lo ha collocato
su un valore più basso (0,20 mg/100ml) e solo il 14 % ha pensato fosse uguale o
superiore al valore di 0,80 mg/100ml. La media
dei valori rilevati si mostra sensibilmente al di sotto del limite legale per
chi è investito della responsabilità di tornare a casa guidando una moto (0,25
mg/100ml) o un’auto (0,37 mg/100ml) e si alza fino a raggiungere il valore
massimo di 0,50 mg/100ml solo per chi viaggia in automobile come passeggero. Se però
si analizzano le risposte dei soggetti intervistati alla domanda «Chi guida nel
viaggio di ritorno? », si nota che se da un lato l’alcolemia della metà dei
giovani che dichiara di mettersi in prima persona alla guida si attesta su
valori nulli (31%) o bassi (20%), dall’altro emerge che in un terzo di questi
stessi soggetti sono stati rilevati, con uguali frequenze e percentuali, valori
medio/alti (16%) e alti (16%). Ma
identiche percentuali per queste due ultime classi di valori sono state
registrate anche per la risposta «altri». I dati,
quindi, mostrano come non esista alcuna sostanziale differenza tra il ruolo di
guidatore e quello di passeggero per i tassi alcolici elevati, compresi fra
0,51 e 1,50 mg/100ml. Tra i soggetti rilevati con un valore alcolimetrico
maggiore di 1,51 mg/100ml, nessuno ha dichiarato che avrebbe guidato nel
viaggio di ritorno: il 5% ha affermato che sarebbero stati «altri» e l’8% non
aveva certezza su chi si sarebbe fatto carico della responsabilità del rientro. La
maggior parte dei soggetti intervistati giunge comunque al locale da un bar
(32%) o dalla propria abitazione
(31%), qualcuno proviene da un altro locale di divertimento (12%) o da
un’abitazione che non è la propria (9%). La minoranza da un ristorante o dal
luogo di lavoro o di studio (entrambi 4%). Il 65% dei soggetti arriva perciò al
locale notturno da altri luoghi di aggregazione, confermando la tendenza a
vivere serate lunghe con molteplici spostamenti e in cui i consumi non sono mai
associati a un solo locale, ma si protraggono e si sommano nel corso di
un’intera nottata. Il 91%
degli intervistati è giunto in discoteca in automobile, il 38% come conducente
ed il 53% come passeggero. L’auto resta quindi il mezzo di trasporto privilegiato dai
frequentatori dei locali notturni a conferma di serate caratterizzate da più
spostamenti nella notte. Alberto Ceresoli L’ECO DI
BERGAMO BERGAMO
L’Asl traccia un identikit del «popolo delle discoteche» BERGAMO —
Lo spinello resta lo «sballo» più gettonato. Ma crescono i consumi di cocaina e
di anfetamine. Con una aggravante: spesso l’assunzione di stupefacenti è
preceduta da qualche bevuta di troppo. Non sono certo rassicuranti i risultati
di Monytour, progetto di monitoraggio dell’uso di alcol e droga varato dall’Asl
di Bergamo che ha visto tenere sotto controllo per un anno (luglio 2005-luglio
2006) dieci tra i principali locali notturni della provincia. In particolare,
sono state raccolte informazioni su 309 soggetti, pari a circa il 30 per cento
delle persone che sono entrate in contatto con gli «Infopoint» appositamente
allestiti nei luoghi di ritrovo. Ne è
emerso un quadro che dimostra come sia sempre più diffuso, e raggiunga età
sempre più verdi, il consumo di sostanze che aiutano a rendere particolarmente
eccitante la serata. L’identikit del consumatore medio è chiaro: maschio, di
età compresa tra i 20 e i 25 anni, spesso disoccupato, di cultura medio bassa. Abbonda
con l’alcol (si parte con la birra e si passa ai superalcolici) e poi vi
associa sostanze stupefacenti. Scandagliando i dati raccolti dall’Asl affiorano
molte curiosità. I tassi alcolici più elevati, per esempio, si riscontrano
tra i giovani attorno ai vent’anni, spesso neopatentati (ecco un possibile
collegamento con le stragi del sabato sera). Ancora, solo l’11 per cento
degli intervistati nei locali notturni non aveva bevuto una goccia di alcol.
Per quanto riguarda le droghe, invece, il 39 per cento di quanti hanno
ammesso di far uso di cocaina aveva un’età compresa tra i 14 e i 19 anni. La
percentuale sale al 45 per cento se si analizza il consumo di anfetamine. Il dato
che fa più impressione è che il 16 per cento del campione ha dichiarato di far
ricorso a più di una sostanza contemporaneamente. L’unica consolazione, se così
si può dire, è che il consumo combinato diminuisce con il crescere dell’età. Ma
resta la drammaticità di una situazione che Monytour conferma con la forza dei
numeri. (*) L’ARENA.IT Operazione
della polstrada. Nonostante i segnali positivi rispetto agli scorsi anni, ancora
in tanti si mettono in auto dopo aver bevuto Ubriachi
al volante, raffica di multe Ritirate 22 patenti su 150
controllate, tutti i conducenti hanno meno di 30 anni Un
ragazzo in evidente stato di alterazione scambia la pattuglia per un gruppo di
coetanei, si ferma a chiedere informazioni e finisce inevitabilmente nei guai I
posti di controllo hanno interessato la zona nord-ovest di Enrico Santi «Sapete
dirmi dov’è la discoteca?». Vedendo del movimento a bordo strada e alcune
automobili ferme, il venticinquenne arrivato da Legnago pensava di essere ormai
arrivato vicino alla meta, dopo una breve arrampicata sulle Torricelle. Dopo
essere sceso dalla sua auto si è quindi avvicinato a quel gruppetto. Senonché,
quelle persone erano gli agenti della polizia stradale impegnati ad effettuare
controlli sugli automobilisti di passaggio che, vedendolo avvicinarsi
barcollante e in uno stato euforico, non hanno dovuto fare uno sforzo di
fantasia per capire in che condizioni si trovava il giovane. Sottoposto al
controllo con l’etilometro, il legnaghese ha rivelato un tasso alcolico nel
sangue di 2,70; ben superiore al limite di 0,50 stabilito dalla legge,
quindi. Per
rimandarlo a casa sano e salvo, dopo il verbale di sequestro del mezzo su cui
viaggiava, una vera e propria «bomba» ambulante date le sue condizioni,
i poliziotti hanno chiamato un taxi. Ma il conducente, dopo qualche minuto li
ha richiamati per informarli che il giovane legnaghese, al primo stop, ne aveva
approfittato per scendere dall’auto e allontanarsi a piedi nonostante le sue
condizioni. È stato,
questo, il caso più clamoroso di quelli rilevati dalle cinque pattuglie della
stradale, impegnate dalla mezzanotte di sabato fino alle 7 di domenica in un
servizio di prevenzione delle tragedie stradali per guida in stato di ebbrezza,
le cosiddette stragi del sabato sera. Nella rete dei controlli, coordinati dal
comandante della stradale, Daniele Giocondi, coadiuvato dal sostituto
commissario Antonio Di Ruzza, sono passati 150 automobilisti, a 22 dei quali,
tutti giovani dai 18 ai 27 anni, è stata ritirata la patente per guida in stato
di ebbrezza. (*) Tra questi anche quattro donne, di età compresa tra i 20 e i
25 anni, e due stranieri: un brasiliano e un macedone, entrambi di 22 anni. I posti
di controllo sono stati istituiti a San Massimo, in via Stanga, lungo la
statale 11, in Basso Acquar e sulle Torricelle. Improntate a rabbia,
incredulità e rassegnazione le reazioni degli interessati. «Se mi ritirate la
patente vi invito al mio funerale, perché mio padre senz’altro mi ammazzerà
quando glielo dirò», ha esclamato un altro ragazzo, coprendosi il viso con le
mani per la disperazione dopo che l’implacabile macchinario installato sulle
vetture della polizia, aveva appena rilevato, attraverso l’analisi di un
campione di saliva, che stava guidando con troppo alcol in corpo. I servizi
di prevenzione da parte della polizia hanno evidenziato, ancora una volta, il
malcostume da parte di molti, soprattutto giovani, di mettersi al volante dopo
aver alzato il gomito, se non addirittura ubriachi. Ma la nota positiva è che,
rispetto a un numero analogo di automobilisti controllati in precedenza negli
stessi luoghi, le patenti ritirate sono diminuite di circa il 20 per cento. (*) Nota:
in questa rassegna, ci è capitato di trovare articoli che raccontavano di
territori dove 22 patenti per guida in stato di ebbrezza vengono ritirate sì e
no in un anno. A Verona sono state ritirate in una sola sera. Non è che a Verona guidano tutti ubriachi e in altre zone guidano tutti sobri, la gran parte della differenza la fa chi controlla. A Verona evidentemente stanno lavorando bene. L’ARENA.IT NOGARA.
Iniziato il processo per omicidio colposo Nogara. A
due anni esatti dalla morte di Davide Silvestrini, il venticinquenne figlio di
Claudio Silvestrini, gestore prima di una discoteca e poi della sala Bingo del
paese, si fanno i conti sulle responsabilità dell’incidente in cui si
scontrarono l’auto del ragazzo, una Golf, con il furgone Fiat Iveco di B.H., un
autista di Pontelongo, Padova. Quest’ultimo infatti è stato accusato di
omicidio colposo: la procura, infatti, dopo aver esaminato gli atti allegati
all’incidente mortale, ha ravvisato nel comportamento del padovano la
responsabilità dello scontro. Naturalmente l’ultima parola spetta al giudice,
ma intanto in tribunale si stanno valutando tutti gli elementi che possano
chiarire cosa sia realmente successo la notte tra il 17 e il 18 novembre di due
anni fa. Il primo
a testimoniare è stato il carabiniere Vito Convertini che intervenne nel luogo
del tragico incidente. Preciso e chiaro, il militare ha spiegato che la Golf
proveniva da via Faval a Venera e si era immessa sulla regionale 10 in
direzione di Sanguinetto. La Golf non avrebbe rispettato la precedenza a destra
ma quella sera c’era la nebbia ed una delle teorie che si pare farsi largo
nel processo è quella che Silvestrini non abbia visto arrivare il furgone.
Si tratta quindi di capire se B.H., l’imputato, trovandosi in prossimità di un
incrocio avrebbe dovuto guidare ad una velocità che gli permettesse di frenare
ed evitare perciò un impatto che invece è stato violentissimo. Sempre secondo i
dati ottenuti dai carabinieri, infatti, l’Iveco è stato trovato, rovesciato su
un fianco, a 27 metri e 60 oltre il punto di impatto con la Golf: una distanza
notevole, che farebbe pensare che B.H. procedesse a velocità elevata. Assistito
dall’avvocato Mario Vittore De Marzi - mentre per Silvestrini era presente,
come parte offesa, l’avvocato Leonardo Pasetto - l’imputato ha voluto rendere
la sua testimonianza già nella prima udienza. «L’auto mi ha tagliato la
strada», ha riferito il padovano, «me la sono vista davanti al muso senza
possibilità alcuna di frenare». Diversa anche la versione sulla visibilità
che ha fornito l’imputato: secondo lui, infatti, non c’era nebbia ma solo
«foschia» e l’incrocio dalla quale proveniva Silvestrini era visibile. «Secondo
me», ha riferito ancora B.H., «l’automobilista non ha fatto alcuna manovra di
svolta a sinistra, ma ha tirato dritto allo stop». Esaminato con l’alcool
test, l’autista è risultato negativo mentre Silvestrini era positivo, ma
di pochissimo. Non abbastanza, quindi, per supporre che l’alcool possa aver
influito sul suo stato di conducente. (*) Nella prossima udienza parleranno
i periti. (d.a.) (*) Nota: bisogna vedere che cosa significa “era positivo, ma di pochissimo”. Se significa che era di poco sopra lo 0,0 effettivamente l’incidenza dell’alcol può essere stata minimale, se significa che era di poco superiore allo 0,5 l’influenza dell’alcol potrebbe essere stata determinante. IL
MESSAGGERO (ABRUZZO) Marsica
violenta, vertice in Procura Intanto il presunto assassino
continua a negare di aver ucciso il marocchino di
MANLIO BIANCONE AVEZZANO - Ieri vertice in Procura ad Avezzano tra i sostituti procuratori Maurizio Cerrato, Stefano Gallo e Federica De Maio e i carabinieri del Nucleo operativo dell’Aquila, Avezzano e Tagliacozzo, con i rispettivi comandanti, per fare il punto sulle indagini dopo l’arresto del giovane di Rosciolo accusato di omicidio e l’attentato al bulgaro a Cerchio. Per Francesco Nanni, 25 anni, accusato di aver ucciso con tre coltellate il marocchino Imadi El Mokh, 26 anni, muratore, davanti al pub di Magliano dei Marsi ”La tana del Luppolo”, mercoledì prossimo alle 10,30 è previsto l’interrogatorio per la convalida dell’arresto davanti al Gip Alfredo Amodio. L’accusato, a detta del suo avvocato di fiducia Secondo Cesarini di Civitella Roveto, continua a negare di aver ucciso il marocchino. Ammette solo di aver riempito di botte l’immigrato e di avergli sferrato un pugno al petto per averlo offeso, ma nega di averlo accoltellato. Sul luogo del delitto è stato rinvenuto un coltello da cucina spuntato, ma non è stato ancora accertato se è quello usato per l’omicidio. Saranno gli esami della Scientifica a stabilire se è quella l’arma usata dall’omicida. Nei prossimi giorni, intanto, si procederà all’autopsia. L’esame è ritenuto particolarmente importante dagli inquirenti perchè solo allora si potranno stabilire le modalità dell’accoltellamento e le cause della morte. Ieri il capitano della Compagnia di Tagliacozzo, Benedetto Iurlaro, ha continuato gli interrogatori delle persone che hanno assistito alla lite tra i due ”amici” che quella notte erano entrati nel pub già ubriachi. Nanni continua disperatamente a negare di aver ucciso il marocchino e a ripetere che dopo la lite iniziata nel locale sarebbe uscito fuori e qui sarebbe iniziata una rissa con la vittima e un amico. Durante la rissa sarebbero spuntati dei coltelli da parte degli extracomunitari e per questo avrebbe deciso di fuggire con la sua auto. Con lui, indagato per rissa aggravata ed omicidio doloso, è finito A.T. di 43 anni, anch’egli di Rosciolo, che secondo gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo ”attivo” nell’aggressione dell’extracomunitario. La lite sarebbe stata originata da futili motivi. Nanni ed il marocchino avrebbero trangugiato in un altro locale un numero impressionante di bicchieri di liquore, insieme, da buoni amici. L’alcool ha ovviamente offuscato ai due i lumi della ragione e il marocchino avrebbe dato del ”deficiente” al suo amico italiano: da qui la rissa che si è conclusa in un tragico omicidio. IL
GAZZETTINO (TREVISO) ROSA’ Ancora
condannato di nuovo fa ricorso Vicenza Il
tribunale gli dà torto, il Giudice di pace gli dà torto, ma egli testardo
insiste e obbliga il Comune a costituirsi in appello contro il suo ennesimo
ricorso. R.F. è un cittadino rosatese residente in una delle vie vicino alla
stazione dei carabinieri e alla nuova zona residenziale del Pep. Una sera,
facendo una manovra con l’auto, sarebbe andato a sbattere contro un’altra
vettura parcheggiata nella zona, provocando vivaci reazioni del danneggiato.
Richiamati dal clamore suscitato dall’episodio sul posto intervennero i vigili
urbani e dei militari dell’Arma. I vigili
avrebbero riscontrato violazioni del codice della strada e i carabinieri a loro
volta avrebbero riscontrato un tasso alcolico elevato dell’autista, fatti che
portarono al ritiro immediato della patente, con la denuncia alla magistratura.
Il protagonista dell’increscioso episodio una volta tornato del tutto lucido
contestò le infrazioni attribuitegli e fece ricorso. Sembra che tra i motivi
del ricorso ci fosse il fatto che egli non ricordasse niente dell’episodio,
fino a negarlo del tutto. Il
tribunale di Bassano però lo condannò e il giudice di pace nel giugno scorso
fece lo stesso, rigettando il suo ricorso contro il verbale dei vigili rosatesi
e confermando il ritiro della patente. Ora R.F. è ricorso in appello. La sua
situazione si è complicata anche perché solo una settimana dopo l’episodio
contestatogli ed il ritiro della patente sarebbe stato pizzicato dagli stessi
vigili rosatesi ancora alla guida della sua auto, senza patente. Contro il suo
ricorso l’amministrazione ha deciso nell’ultima seduta di Giunta di costituirsi
in giudizio d’appello per difendere l’operato dei suoi vigili, incaricando
l’avvocato Roberto Battaglini. Ha deciso di prelevare dal fondo di riserva del
bilancio comunale una cifra di 2.065 euro per destinarla al capitolo "Liti
e arbitraggi". Denominazione davvero appropriata questa volta. Silvano Bordignon IL
GAZZETTINO (TREVISO) IL
FRATELLO MINORE IN TERAPIA A VERONA In
Comunità per combattere l’alcolismo Oderzo Brian
Baldissin, 23 anni, avrebbe avuto problemi di alcolismo alcuni anni fa. Tanto
che, per questo motivo, sarebbe stato seguito da una comunità terapeutica di
Verona. Era la mamma Graziella, colei che è stata barbaramente assassinata, ad
accompagnarlo nella grande città veneta. Perchè il padre Claudio in quel
periodo lavorava a Milano. A raccontarlo è una vicina di casa alla quale
Graziella, così restìa a parlare delle sue vicende familiari, aveva accennato
ai problemi del suo figliolo. «Un giorno - dice la donna - Graziella ha
incontrato mia mamma qui al cimitero di Faè. Le ha chiesto come andava, e lei
ha risposto: mica tanto bene. E le ha confidato che Brian aveva problemi di
alcolismo e che lo portava in una comunità. Andava su e giù lei da Oderzo a
Verona, perchè all’epoca il marito lavorava distante». Dunque è una vicenda che
risale a qualche anno fa. «E’ vero - conferma la madre, che si chiama Pia - Graziella
si era impegnata molto per quel ragazzo, non voleva che prendesse il vizio di
bere. Certo non avrei mai e poi mai immaginato che sarebbe finita così. Ricordo
che, qualche anno fa, un giorno sono andata a casa loro e Claudio ha insistito
affinchè Graziella mi facesse vedere l’abitazione. Era molto orgoglioso della
casa. Mi erano sembrati una coppia unita». Una parente ricorda che in tempi più
recenti sia Benjiamin che Brian erano seguiti a una psicologa per aiutarli nei
loro problemi. «Graziella era contenta - ricorda - perchè Brian aveva accettato
di seguire la terapia prescritta». «Mi pare ovvio che Graziella non volesse
lasciare la casa - continua la giovane vicina - perchè ci aveva lavorato pure
lei per costruirla. Mi ricordo benissimo il cartello con su scritto
"lavori in economia", e lei che portava carriole piene di mattoni o i
secchi della malta». Non si sapeva in giro neppure che lui avesse un’amante.
«Era sempre così preso dal lavoro - e quand’era a casa non si muoveva. Da
qualche mese però lo vedevo passare sempre a una certa ora, tutto tirato a
lucido. E mi sono detta: vuoi vedere che ha un’altra?». «Graziella ai figli
voleva bene - racconta un’altra donna -. Quando Benj si è fatto male al
braccio, lei andava a trovarlo tutti i giorni in ospedale. Gli portava le cose,
lo accudiva. È troppo grande quello che hanno fatto. Devono rinchiuderli in
prigione e buttar via le chiavi». Annalisa Fregonese IL
GAZZETTINO (PADOVA) RIESE
PIO X Bloccato
ubriaco alla guida di un pesante bilico (G.Z.) Ubriaco al volante di un bilico voleva andare...in piazza a Castelfranco; fermato rischia la revoca della patente. Il tutto è successo domenica pomeriggio a Riese Pio X dove stava effettuando dei servizi di controllo e prevenzione una pattuglia della Polizia stradale di Castelfranco. Ad un certo punto proveniente da Asolo e diretto verso Castelfranco, gli agenti hanno scorto un grosso autoarticolato che stava procedendo tranquillamente nonostante il divieto di circolare la domenica. Ed altrettanto tranquillamente il conducente non ha osservato le indicazioni a fermarsi da parte degli agenti della Polstrada che hanno dovuto inseguire il mezzo ed in qualche maniera bloccarlo. Quando hanno avuto modo di parlare al conducente hanno capito il perchè di questa situazione. L’uomo infatti, un quarantenne di Asolo dava evidenti segni di ebbrezza confermata poi anche dalla prova dell’etilometro che ha fatto segnare un 2.34 su un massimo consentito di 0.50. Alla richiesta degli agenti se avesse qualche cosa da dichiarare, l’uomo in tutta tranquillità ha risposto che... "devo arrivare in piazza a Castelfranco", a fare cosa però non l’ha specificato. A questo punto gli agenti hanno provveduto a far recuperare il mezzo e a ritirare il libretto e la patente sia per guida in stato di ebbrezza sia perchè circolava la domenica. Soprattutto la guida in stato di ebbrezza del pesante mezzo potrebbe costargli anche la revoca della patente stessa. IL
GAZZETTINO (PADOVA) Ubriaco
si diverte a strisciare le fiancate delle macchine in sosta in via Vittorio
Emanuele In preda ai fumi dell’alcol ha preso a calci e strisciato con una punta metallica cinque macchine e uno scooter. Autore degli atti di danneggiamento è un venticinquenne moldavo, V.C., clandestino. È stato bloccato dall’equipaggio di una "volante" e portato in Questura. Ha rimediato una denuncia ed è stato rimesso in libertà, sobrio. Erano le quattro e mezza di domenica pomeriggio quando la segnalazione è giunta alla centrale operativa del "113". Un immigrato ubriaco gironzolava barcollando in via Vittorio Emanuele scaricando sulle auto in sosta l’ira alcolica. Sul posto è stata inviata una "pantera". Gli agenti poco dopo hanno intercettato il giovane moldavo intento a strattonare la maniglia di una Seat Ibiza. E siccome la portiera non si voleva aprire, ha preso dalla tasca un accendino usa e getta e con la testina rotante ha lasciato a mo’ di firma uno striscio trasversale sulla fiancata. I poliziotti lo hanno agguantato. Un testimone ha riferito di avere visto poco prima l’extracomunitario prendere a calci e pugni una Vespa. Data un’occhiata allo scooter gli agenti hanno accertato che il bauletto era stato forzato. Non solo. Altre quattro macchine parcheggiate sulla strada recavano i segni del passaggio del giovanotto brillo: un’Audi A6, una Mercedes A170, Una Renault Clio e una Hyundai. IL
GAZZETTINO (PADOVA) AL
"LIMBO" Si
rifiuta di pagare e guadagna le manette Annebbiato dall’alcol pretendeva di entrare in discoteca senza pagare il biglietto. Ha opposto resistenza ai carabinieri e così ha guadagnato un ingresso per il Due Palazzi, dove suonano musica d’altro genere e il biglietto non serve. Protagonista dello show è un trentatreenne nigeriano, in possesso di regolare permesso di soggiorno, che domenica notte ha fatto il diavolo a quattro davanti alla discoteca "Limbo" di via San Fermo guadagnandosi un paio di manette. Erano quasi le due quando Patric Asielue Iwwenja Nkem, domiciliato in Lungargine Ziani, probabilmente reduce da un’abbondante bevuta, ha preteso di entrare nel locale senza pagare il biglietto. Ha minacciato i buttafuori che non volevano farlo passare. Vista la stazza, i custodi hanno preferito chiamare i carabinieri. Pochi minuti dopo è giunta una "gazzella". Davanti ai militari l’africano si è incavolato ancora di più, opponendo resistenza. Hanno dovuto portarlo in carcere. IL
GAZZETTINO (VENEZIA) Quando
i vigili lo hanno trovato ... Quando i vigili lo hanno trovato era steso a terra, quasi in coma etilico. Per fortuna F.B., quarantacinquenne della provincia di Padova, è stato soccorso in tempo e ora si trova in ospedale. È accaduto l’altra sera in una delle calli vicine al casinò di San Marcuola, dove recentemente si sono verificati numerosi episodi di schiamazzi e ubriachezza molesta. Tanto da indurre alcuni residenti a presentare una denuncia. L’altra sera, però, qualcuno avrebbe esagerato e i residenti hanno chiamato la polizia la quale a sua volta ha "girato" la richiesta alla polizia municipale. La pattuglia è arrivata circa alle 22 e ha trovato un uomo steso a terra. Si trattava di una persona già nota perché abituale frequentatore delle mense gestite dalla Caritas. Se la caverà con un po’ di riposo e la prescrizione di non alzare troppo il gomito in futuro. IL
MESSAGGERO (ABRUZZO) STRANIERI Aggredita
da un marocchino In ospedale donna ucraina Lite tra
extracomunitari in Piazza della Repubblica. Il fatto è accaduto intorno alle
20,15 di domenica. Sul posto é intervenuta la Volante, chiamata da un passante.
La persona aggredita é una badante ucraina di 35 anni, H. R. L’aggressore, un
marocchino di 37. La
badante, che mostrava uno stato di evidente ebbrezza alcolica e presentava una
vistosa ferita all’arcata sopraciliare sinistra, riferiva che, mentre si
trovava nei giardinetti con un gruppo di suoi connazionali, per festeggiare il
compleanno di una sua amica, veniva avvicinata da due marocchini uno dei quali,
ubriaco, la malmenava, causandole la ferita sull’occhio (prognosi di dieci
giorni). Le indicazioni fornite dalla badante consentivano agli agenti del 118 di rintracciare in Piazza Sacro Cuore l’aggressore identificato per C.A., cittadino marocchino di 37 anni che, pertanto, è stato denunciato alla magistratura per procurate lesioni. IL
MESSAGGERO (UMBRIA) Con
l’auto finisce contro un muro I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile lo hanno denunciato per guida in stato di ebbrezza alcolica. Un ternano di 30 anni con la sua Volkswagen Polo, nell’entrare in un parcheggio sotterraneo, in via della Bardesca, ha urtato violentemente contro un muro in cemento armato che ne delimita l’ingresso. Sono stati chiamati i carabinieri i quali hanno constatato che l’uomo era ubriaco. Oltre alla denuncia gli è stata ritirata la patente con la decurtazione di 10 punti. REDATTORE
SOCIALE DROGHE
Accordo
di cooperazione tra Agenzia nazionale antidroga rumena e Fict Lo
scopo è lo sviluppo di programmi per la prevenzione del consumo di droga,
alcool, tabacco e altro genere di dipendenze. Entro il 2009, prevista la
costituzione nel territorio rumeno di 9 Comunità terapeutiche ROMA - Il
24 Novembre 2006, a Bucarest, è stato firmato da Mimmo Battaglia, presidente
della Fict, e il prof. Pavel Abraham, presidente dell’Agenzia Nazionale
Antidroga Rumena, un accordo triennale di cooperazione. “L’accordo nasce dalla consapevolezza del
radicamento dei fenomeni di disagio sociale, in modo sempre più allarmante sia
nell’Europa dell’Est e dell’Ovest, e dalla necessità di creare un mutuo scambio
di pratiche sociali tra governi nazionali e reti di organismi no profit”,
afferma la Fict. Lo scopo
è lo sviluppo di programmi per la prevenzione del consumo di droga, alcool, tabacco
e altro genere di dipendenze, tramite: l’organizzazione di azioni di sistema a
livello nazionale nell’ambito delle politiche sociali (progetti di prevenzione
sociale, di inserimento socio-lavorativo, di riduzione del rischio e del danno,
di cura e riabilitazione e di inclusione sociale); la realizzazione di percorsi
di formazione per operatori sociali e target group svantaggiati per
l’acquisizione di competenze diversificate nell’ambito dell’esclusione sociale;
assistenza tecnica ed accompagnamento nell’approccio ai futuri fondi comunitari
di area sociale (utilizzando il Fondo Sociale Europeo, il Fondo Europeo di
Sviluppo); strutturazione di modelli sociali e terapeutici nel settore della
droga; interscambio di esperti, formatori, ricercatori per condurre attività
congiunte di ricerca, progettazione e costruzione di modelli sociali;
articolazione congiunta di eventi internazionali su tematiche del disagio
sociale. Entro il
2009, poi, si prevede la costituzione, nel territorio rumeno, di 9 Comunità
terapeutiche che ospiteranno oltre 200 ragazzi. “Tutti gli interventi sono tesi
a sensibilizzare i cittadini sulle problematiche delle dipendenze e di
esclusione sociale”, afferma ancora la Federazione. La convenzione rappresenta per la Fict “un passo significativo per offrire le proprie capacità e competenze anche nei Paesi dell’Est Europa”. CORRIERE
ADRIATICO Il
comandante regionale della Polizia stradale La
visita di Italo D’Angelo FERMO - Il comandante regionale della Polizia stradale Italo D’Angelo ha fatto visita ieri pomeriggio al distaccamento della Polstrada di Fermo. Una visita rituale che D’Angelo svolge periodicamente presso le varie sedi della Stradale (Stradale che nelle Marche ha quattro sezioni, due sottosezioni e tredici distaccamenti) per controllare l’operato dei “suoi” uomini e dare nuove indicazioni. Il comandante di Fermo Adagio gli ha mostrato ieri i numeri relativi ai ritiri di patente per guida in stato di ebbrezza. D’Angelo si è complimentato per la corposa mole di lavoro svolto. BRESCIA
OGGI BAGNOLO
MELLA. I carabinieri sono dovuti intervenire per riportare la calma in una
pizzeria di viale Italia Prima i
complimenti pesanti a una cameriera, poi la zuffa con altri clienti intervenuti
per difendere la ragazza. Infine l’interveto dei carabinieri che per riportare
la calma hanno dovuto immobilizzare e arrestare un operaio di Brescia che gli
aveva aggrediti. L’episodio è avvenuto venerdì sera nella pizzeria il
«Saraceno» di Bagnolo Mella. Erano circa le 22 quando un cliente ha telefonato
ai carabinieri segnalando che nel locale di viale Italia si era accesa una
rissa. In realtà si trattava di un gruppo di persone che cercava di difendere
una cameriera dalle pesanti attenzioni di una compagnia di giovani. Sono volati
spintoni e schiaffi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Bagnolo e un
equipaggio del Nucleo Radiomobile di Verolanuova impegnato in un servizio di
prevenzione rapine. L’arrivo dei militari ha riportato apparentemente la calma
ma al momento di identificare gli avventori coinvolti nella zuffa, P.E., 28
anni ha cercato di aggredire i carabinieri. Una carica di violenza
accentuata dalla quantità di alcolici bevuti durante la cena. L’operaio è
stato immobilizzato e arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico
ufficiale. Tre clienti hanno invece dovuto ricorrere alla cure dei sanitari del
Pronto soccorso di Manerbio: le prognosi vanno da 5 a 15 giorni. f.pio. IL DENARO francia,
parigi Ocse:
Spesa sanitaria in Italia, più efficiente rispetto all’Ue
In Italia
la spesa sanitaria pro-capite è inferiore a quella della maggior parte dei
Paesi europei, ma i risultati in termini di salute sono migliori di quelli
raggiunti dalle altre nazioni europee. Lo evidenzia il rapporto "Salute e
sanità a confronto: indicatori Ocse 2005", elaborato a Parigi
dall’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica e presentato
ieri all’Università Bocconi. "Il sistema sanitario italiano, confrontato
con quello degli altri Paesi sviluppati, dimostra ancora un buon rapporto
qualità/prezzo", sintetizza un comunicato emesso al termine della
presentazione. Consultando le tabelle del rapporto, la spesa sanitaria pro
capite in Italia risulta leggermente inferiore alla media Ocse (2.258 dollari
contro 2.394), in linea con quella britannica (2.231) e decisamente più bassa
rispetto a Germania (2.996) e Francia (2.903). Dei Paesi europei comparabili,
la sola Spagna (1.835) spende di meno. Nonostante ciò, il tasso di mortalità
italiano (534 decessi l’anno per 100mila abitanti) è più basso di quelli di
Spagna (560), Francia (569), Germania (621), Regno Unito (645) e Ocse (650). Altrettanto
positivi sono i dati sulla vita media, sulla riduzione del fumo e dell’alcol (*)
e sull’obesità, che interessa l’8,5 per cento della popolazione, un dato vicino
a quello della Francia (9,4 per cento), ma nettamente inferiore a Germania
(12,9 per cento), Spagna (13,1 per cento) e Gran Bretagna (23 per cento). (*) Nota:
calano i consumi di fumo e di alcol, e la vita media si allunga. Alla
faccia di chi dice che “Chi beve vino campa cento anni”. Anche se il TG1 forse non lo sa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità spiega che, per la salute umana, meno alcol si beve e meglio è (“Less is better”). MERATEONLINE.IT Barzanò:
furto di denaro e alcolici al bar ``Cafè mania`` L’ennesimo
furto ai danni del bar barzanese “Cafè Mania” si è consumato nella notte fra
venerdì 24 e sabato 25 novembre, probabilmente dopo la chiusura del locale.
Ignoti sono infatti riusciti a penetrare all’interno dell’esercizio
commerciale, meta serale di moltissimi giovani della zona. Indisturbati
sembrano aver poi prelevato l’incasso lasciato in cassa, dopo aver scassinato
il registratore, e asportato anche il denaro contenuto nelle macchinette da
gioco. Pare che i ladri,
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