(ASAPS) STRASBURGO, novembre 2006 – Il ministro della
Solidarietà sociale Paolo Ferrero, intervenuto a Strasburgo alla Conferenza del
Gruppo Pompidou sulle politiche antidroga nei Paesi dell’Unione, ha espresso un
pensiero che non possiamo che condividere. In sostanza, il ministro ha detto
che l’alcol uccide. E allora, questa la sua domanda, perché continuare a fare
spot? Perché non indicare sulle etichette che si tratta di sostanza
psicoattiva, che induce assuefazione anche alle basse gradazioni e che uccide?
“…di certo - ha detto Ferrero – andrebbe
da subito abolita la pubblicità ingannevole, che vorrebbe dimostrare che chi beve ha la
donna più bella, è più fico, quando invece è noto che l’alcol ha effetti
deprimenti proprio sull’attività sessuale”. Dunque, secondo noi, il ministro è
uno di quelli che ha finalmente capito. Nessuno nega all’alcol un ruolo
importante nella nostra cultura, sempre più legata al turismo enogastronomico,
e con un intreccio di professioni legate al vino davvero rilevante per il
nostro prodotto interno lordo. Vorremmo capire se in quell’indotto dovremmo
conteggiare anche il lavoro dei medici e degli infermieri, degli istituti di
riabilitazione, delle assicurazioni, dei carrozzieri e dei ricambi auto.
Permetteteci però una profezia: Paolo Ferrero sarà additato come nemico
dell’economia per ciò che ha detto. E, siamo sicuri, il modello francese che il
ministro ha indicato come quello da seguire in Italia non sarà adottato. Ci
piacerebbe, lo confessiamo, ma temiamo che non sarà così. In Francia, le pubblicità
degli alcolici sono vietate. È vietato far vedere che una bella ragazza si
abborda più facilmente con un bicchierino di caldo brandy in mano… Comunque, al
ministro, rivolgiamo la nostra anticipata solidarietà. (ASAPS) |
|
|
© asaps.it |