VIRGILIO NOTIZIE A un 50enne ritirata per 7 volte
la patente
A camionista contestata la guida
in stato di ubriachezza
(ANSA) -BOLZANO, - A un camionista 50enne e’ stata ritirata la patente per la 7/a volta e sempre per guida in stato di ubriachezza. E’ accaduto in Alto Adige.Con l’ultimo ritiro del documento e’ stato anche denunciato per oltraggio, avendo invitato i carabinieri di Ortisei che lo avevano bloccato di andare a cercare spacciatori di droga invece di fermare lui. Nel ’95, per quella che definì una distrazione alla guida, centrò un pullman provocando 9 morti. Fu condannato a un anno e 8 mesi di carcere. ASAPS “L’alcol? Fa male, perché
pubblicizzarlo?” STRASBURGO, novembre 2006 – Il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, intervenuto a Strasburgo alla Conferenza del Gruppo Pompidou sulle politiche antidroga nei Paesi dell’Unione, ha espresso un pensiero che non possiamo che condividere. In sostanza, il ministro ha detto che l’alcol uccide. E allora, questa la sua domanda, perché continuare a fare spot? Perché non indicare sulle etichette che si tratta di sostanza psicoattiva, che induce assuefazione anche alle basse gradazioni e che uccide? “…di certo - ha detto Ferrero – andrebbe da subito abolita la pubblicità ingannevole, che vorrebbe dimostrare che chi beve ha la donna più bella, è più fico, quando invece è noto che l’alcol ha effetti deprimenti proprio sull’attività sessuale”. Dunque, secondo noi, il ministro è uno di quelli che ha finalmente capito. Nessuno nega all’alcol un ruolo importante nella nostra cultura, sempre più legata al turismo enogastronomico, e con un intreccio di professioni legate al vino davvero rilevante per il nostro prodotto interno lordo. Vorremmo capire se in quell’indotto dovremmo conteggiare anche il lavoro dei medici e degli infermieri, degli istituti di riabilitazione, delle assicurazioni, dei carrozzieri e dei ricambi auto. Permetteteci però una profezia: Paolo Ferrero sarà additato come nemico dell’economia per ciò che ha detto. E, siamo sicuri, il modello francese che il ministro ha indicato come quello da seguire in Italia non sarà adottato. Ci piacerebbe, lo confessiamo, ma temiamo che non sarà così. In Francia, le pubblicità degli alcolici sono vietate. È vietato far vedere che una bella ragazza si abborda più facilmente con un bicchierino di caldo brandy in mano… Comunque, al ministro, rivolgiamo la nostra anticipata solidarietà. IL GAZZETTINO (UDINE) TOLMEZZO Polizia al fianco degli studenti
con dialogo e informazione. I vertici del Commissariato ospiti dell’Isis
Linussio-Gortani Disagio giovanile, una sorta di
oasi
L’Alto Friuli riscontra solo rari
e isolati casi di bullismo e piccola criminalità minorile
Disagio giovanile, bullismo e piccola criminalità tra i
minori? L’Alto Friuli risulta ancora quasi incolume da episodi rilevanti. «La
situazione è sostanzialmente tranquilla, casi isolati e rari ci sono
(danneggiamenti ad auto, guida in stato di ebbrezza, spaccio, disturbo della
quiete pubblica a ora tarda): la prevenzione funziona ma occorre tenere gli
occhi sempre aperti. I segnali d’allarme che arrivano da realtà vicine quali
Udine o Gemona devono suggerire massima attenzione». Ed ecco, allora, che la Polizia di Stato si mette a
disposizione degli studenti e porge loro il guanto del dialogo e
dell’informazione. E, alle scuole, quello della collaborazione. Ieri il dottor
Alessandro Miconi, al vertice del Commissariato di Tolmezzo, è stato ospite
dell’assemblea d’istituto dell’Isis Linussio-Gortani dedicata al tema della
legalità. Quasi due ore di confronto al quale sono seguite richieste di
chiarimento da parte dei giovani studenti. Trattati i temi recenti delle violenze su altri compagni o
sulle donne (riprese poi con i videotelefonini), dell’abuso di alcolici, degli
stupefacenti, della micocriminalità di gruppo e delle nuove norme da rispettare
sulle piste da sci.«La curiosità riscontrata è molta, in particolare sul
fenomeno delle droghe visto il recente cambio di legislazione - ha spiegato
Miconi - Molte volte i ragazzi non sono a conoscenza della gravità di certi
comportamenti e sulle conseguenze a cui portano. Confronto e spiegazione delle
norme, accompagnati da un controllo attivo ma dai modi "soft", sono
le strade su cui puntiamo per mantenere la "quasi oasi" in
sicurezza». Sono già in atto contatti con altre scuole locali per ulteriori
incontri simili. David Zanirato IL GAZZETTINO (UDINE) Nessun allarme droghe C’è il
problema alcool
TOLMEZZO (d.z.) L’ultima ricerca sui giovani di montagna, elaborata dall’Ass 3 a inizio 2006, consegnava un Alto Friuli in controtendenza rispetto l’allarme nazionale sulla diffusione di droghe illegali fra adolescenti. Sigarette a parte, fra i giovanissimi locali la quasi totalità dell’uso di droghe riguarda cannabis mentre resta stabile e limitato l’uso delle "nuove droghe" (ecstasy e cocaina) per le quali in altre regioni del nord le frequenze sono mediamente 3-4 volte maggiori. I dati non evidenziano elementi di particolare allarme mentre l’alcolismo appare più grave e diffuso. Il quadro potrebbe però modificarsi nel tempo. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (CAPITANATA) Le proposte della «consigliera»
SAN MARCO IN LAMIS Maggiori spazi sociali e ricreativi, tutela ambientale, promozione culturale e sviluppo occupazionale i punti cardine dell’intervento di Valeria Ceddia la neo “mini consigliera” del consiglio comunale dei ragazzi, studentessa all’ultimo anno presso il locale Liceo Classico “Pietro Giannone”, che ha partecipato all’ultimo consiglio comunale presso Palazzo Badiale, offrendo agli adulti amministratori l’apporto in termini di idee, dei giovani della città. La giovanissima Ceddia ha cercato di dare delle indicazioni utili per la programmazione delle politiche giovanili. “Difficile e piena di insidie”, a suo modo di vedere, la condizione dei giovani sammarchesi, per i quali l’assenza di spazi di aggregazione (sportivi, ricreativi) favorirebbe i comportamenti devianti (abuso di alcool, droga, vandalismo). Ha fatto, insomma, la sua parte con grande competenza: un intervento che ha riscosso l’apprezzamento di tutti, quello della giovane “mini-consigliera” che pur non avendo diritto di voto, potrebbe rappresentare un canale di comunicazione con il mondo giovanile. REDATTORE SOCIALE CARCERE Suicida a 56 anni nell’infermeria
di Rebibbia. Garante: ’’Era evitabile’’ Alcolista e tossicodipendente, soffriva di cardiopatia e
parkinsonismo. Avrebbe potuto usufruire di misure alternative, ma non avendo un
posto dove vivere, era sempre rimasto in carcere ROMA - "Da tempo Giampiero, doveva essere da
tutt’altra parte. avrebbe potuto godere di misure alternative alla detenzione,
ma non aveva un posto dove andare. abbiamo segnalato più volte il suo caso,
ricevendo solo risposte burocratiche, silenzio e indifferenza”. Lo ha detto il
Garante regionale dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni commentando il
suicidio di un detenuto di 56 anni nell’infermeria del carcere di Rebibbia.
“Sulla sua cartella clinica venivano dichiarate diverse patologie tra cui
cardiopatia dilatativa, gastrectomia, parkinsonismo, il tutto dovuto alla sua
storia di alcolista e tossicodipendente”, ha detto Marroni. La notizia della
morte è stata divulgata dal Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti Angiolo
Marroni che si è detto “indignato per il modo prevedibile ma assolutamente
evitabile in cui si è chiusa questa tristissima vicenda. Occorre agire affinché
non si ripetano più casi di questo genere considerando che esistono, e sono
stati da me segnalati, altri detenuti che si trovano in simili condizioni” . A quanto risulta all’Ufficio del Garante l’uomo era recluso dal 2000, con fine pena 2010, per reati connessi alla droga e per lungo tempo ricoverato nei centri clinici delle carceri dove era stato ristretto. L’uomo non aveva famiglia ed era nullatenente avrebbe potuto godere di misure alternative alla detenzione ma non avendo un posto dove andare era rimasto sempre in carcere. Il suo caso era da tempo seguito dallo staff del Garante Regionale dei detenuti che aveva avviato le pratiche per fargli avere la carta di identità, necessaria per ottenere una pensione sociale e si era impegnato, cercando di coinvolgere le istituzioni preposte, nell’individuare una soluzione per consentire a Giampiero di scontare il residuo della sua pena in case di accoglienza o in strutture adeguate a questo tipo di problematiche. “Sono triste e indignato per il modo, assolutamente evitabile, in cui si è conclusa questa vicenda - ha detto il Garante Angiolo Marroni - Abbiamo più volte segnalato la drammaticità di questo caso ma in cambio abbiamo ricevuto solo risposte burocratiche, o, peggio ancora, indifferenza. Non posso fare a meno di notare che per un detenuto comune come Giampiero non c’è stato nessun eco mediatica, nonostante le nostre sollecitazioni ai mezzi di informazione. Purtroppo, Giampiero, ha pagato il fatto di non essere un detenuto eccellente e di non godere di una notorietà che forse gli avrebbe salvato la vita”. IL TEMPO Meno ipocrisia Strade più sicure
Leader politici, maestri di pensiero e cittadini hanno doverosamente ... ... affermato la necessità d’indignarsi e reagire allo
scandalo degli incidenti sul lavoro in Italia, che causano una media di 4 morti
al giorno. Tuttavia, analoghe indignazioni e reazioni mancano per lo scandalo –
non minore – costituito dalla media giornaliera di 615 incidenti stradali, con
ben 15 morti e 863 feriti (dati 2004). Tali stragi stradali avvengono nella
tendenziale indifferenza, a causa – soprattutto – di guidatori imprudenti,
spericolati, ubriachi, drogati – poco o punto puniti – nonché d’una rete viaria
insufficiente e pericolosa (che la partitocrazia progressista e ambientalista
non adegua al forte incremento di traffico, oppure lo fa con lentezze e ritardi
imperdonabili). Il conformismo, il dogmatismo e la correttezza politica
"progressista" rischiano di strumentalizzare alcune tragedie – e non
altre – a fini di parte: preferiscono scaricare implicitamente ogni colpa sul
"capitalismo" e sul "padrone bieco e sfruttatore, motivato dal
vile denaro", che economizza sulla prevenzione, onde massimizzare la
"lebbra del profitto" (le locuzioni ironiche "La colpa è del
capitalismo" e "lebbra del profitto" si trovano in: Luigi
Einaudi, Prediche inutili, Einaudi, 1974, p. 173, passim). Anche il dovere del
ricordo e della pietà per i martiri e le vittime del nazifascismo rischia
doppiopesismo e strumentalità di parte quando scorda gli ammazzati dal
comunismo: la mezza verità è quasi menzogna. Gianfranco Nìbale L’ADIGE Pizzicato anche un
giovane con un tasso alcolico quattro volte oltre il limite Super brilli al volante
Imprenditore con valori cinque
volte superiore
L’andatura dell’automobile non lasciava molti dubbi sulle conduzioni del conducente. Ma per i carabinieri del radiomobile di Trento non è stato semplicissimo fermare il veicolo, che procedeva a velocità piuttosto sostenuta ed aveva pure avviato una manovra di sorpasso. La spiegazione di quella guida sconsiderata è venuta dall’alcoltest: l’uomo aveva infatti valori cinque volte oltre il limite consentito dalla legge. Il conducente, un imprenditore cinquantenne di Folgaria, è stato fermato martedì sera in via Brennero, all’altezza del negozio Bermax. L’uomo, verso le 22.40, era stato notato mentre percorreva a zigzag la statale, diretto a Lavis. La pattuglia dei carabinieri, poco dopo, lo ha visto mentre scendeva in direzione opposta. Con qualche fatica i militari del radiomobile sono riuscita a farlo fermare: il veicolo aveva pure una gomma a terra e dunque l’andatura era alquanto difficoltosa. Sceso dalla macchina, l’uomo era piuttosto malconcio. Del resto, sottoposto all’etilometro, aveva un tasso alcolico di 2.60, ovvero più di cinque volte superiore al limite (0,50). Per l’uomo sono scattati il ritiro della patente e la denuncia per guida in stato di ebbrezza. Qualche ora dopo, alle 3.50, ad incappare nei controlli dei carabinieri è stato un 28enne di Calceranica, fermato all’altezza del ponte di San Lorenzo. Anche in questo caso ad attirare l’attenzione dei militari era il procedere piuttosto singolare dei veicolo. Il giovane, che guidava una potente automobile, è stato sottoposto ad alcoltest. Anche in questo caso i valori registrati erano ben al di sopra del consentito della legge. Il 28enne aveva infatti un valore vicino all’1,90, dunque quasi quattro volte più alto. Anche per il giovane sono scattati denuncia e ritiro della patente. In entrambi i casi i militari hanno pizzicato dei conducenti che si erano messi alla guida dopo aver bevuto decisamente troppo, mettendo così a rischio la propria incolumità ma anche quella degli altri automobilisti. Da tempo ormai le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli volti a prevenire la guida in stato di ebbrezza, ma purtroppo quasi ogni giorno incauti automobilisti con troppo alcol in corpo vengono fermati e denunciati. IL GAZZETTINO (TREVISO) SARMEDE Trovato in stato d’ebbrezza,
assolto
I Carabinieri lo trovarono la sera del 3 gennaio 2003 a Montaner ubriaco e appoggiato a un motorino lungo la strada; il gip lo condannò a pagare 700 euro di ammenda per guida in stato di ebbrezza e rifiuto di sottoporsi all’alcoltest. Ieri il giudice Deli Luca ha ribaltato la sentenza assolvendo perché il fatto non costituisce reato il 32enne Denis De Martin, che si era opposto al provvedimento del gip. Il giovane infatti non era stato trovato ebbro alla guida del mezzo, ma a piedi. IL GAZZETTINO (BELLUNO) Due anni di reclusione e una multa di 600 euro per tentata
rapina. L’arma giocattolo aveva perso il tappo rosso Al pronto soccorso con la pistola,
condannato
Condannato a due anni di reclusione e a 600 euro di multa per tentata rapina a mano armata. Si è concluso ieri davanti al collegio giudicante (Toppan, Coniglio e Benatti), il processo di primo grado contro M.P., 40 anni, bellunese di origini svizzere, difeso dagli avvocati Alessandro Azara e Alvise Antinucci. Il Pm aveva chiesto 4 anni e 800 euro. Alla pena si applica comunque l’indulto, e cessa pure l’obbligo di firma inflitto all’imputato all’epoca dei fatti. L’uomo, la notte del 13 ottobre 2005, aveva fatto scoppiare il pandemonio al pronto soccorso dell’ospedale di Belluno poco dopo l’una dove reclamava morfina per calmare forti dolori. Medici e infermieri, che lo conoscevano bene, gli opposero un rifiuto. L’uomo allora mostrò una pistola che, munita di tappo rosso, apparve ai sanitari giusto come il giocattolo che era. L’uomo però non si arrese. Giunto già ubriaco in ospedale, vagò per alcune ore fra il pronto soccorso e l’ortopedia, fino a ritornare in astanteria poco dopo le quattro, stavolta incattivito dal dolore e dall’astinenza, a reclamare di nuovo un antidolorifico. Ci fu una colluttazione con un infermiere, l’uomo minacciò «con cattiveria», come ha riferito un testimone in aula, un dipendente dell’ospedale, con la pistola che nel frattempo aveva perduto il tappo rosso. Ci furono attimi di paura tanto che fu chiamata la Polizia che intervenne arrestando l’uomo. IL GAZZETTINO (VENEZIA) Venezia
Dopo le urla arrivano anche le
minacce
Vorrei denunciare una situazione incresciosa che si protrae da troppi anni. Io abito vicino al Casinò di Venezia, dove da circa 10 anni verso sera si presentano persone di strada che chiedono l’elemosina. Tali persone, però, sono alcolizzate e quindi si comportano in modo del tutto incivile, urlando, in preda ai fumi dell’alcool fino al mattino, facendo escrementi dove capita, malmenandosi tra loro. La polizia è stata chiamata più volte, ma dice che una volta rilasciati questi sono liberi di tornare! Noi non dormiamo più e quando gli chiediamo di smettere di urlare minacciano di farci del male e di bruciarci la casa. Mia madre purtroppo è ammalata e sottoposta a pesanti terapie; non è ammissibile che sia privata del riposo e che alle due del mattino sia costretta ad alzarsi per pregare questi balordi di smettere di far baldoria! Io ho sempre avuto il massimo rispetto per queste persone disagiate, gente che soffre, ma vedendo come questi si comportano, non ho più nessun sentimento per loro. Mi chiedo se è giusto aspettare che succeda qualcosa, visto le numerose minacce ricevute, prima di prendere provvedimenti.. IL MESSAGGERO (ABRUZZO) Molesta i passeggeri e l’autista
del bus: marocchino in cella
Gli agenti della Volante hanno arrestato Mohamed Nasser,
22 anni, marocchino, clandestino, con l’accusa di violazione delle norme di
soggiorno e per resistenza a pubblico ufficiale. Martedì sera. ubriaco fradicio secondo la Polizia, si era posto dinanzi la porta d’ingresso di un autobus dell’Arpa diretto a Pianella e da lì molestava viaggiatori e conducente del mezzo. Lo straniero che, poco prima, a bordo del pullman, aveva anche aggredito, senza alcun motivo, un passeggero, veniva bloccato dagli agenti intervenuti e tratto in arresto. E’ stato condotto nel carcere di ”San Donato”. IL MESSAGGERO (UMBRIA) FLAMINIA Guida ubriaco finisce
fuoristrada
Guida ubriaco e finisce fuori strada: è successo la scorsa
notte a Terni, dove un uomo di 44 anni, residente a Montefalco, è stato
denunciato dai carabinieri. L’ uomo, alla guida della propria Y 10, stava percorrendo
la Flaminia in direzione Spoleto-Terni quando, nei pressi del bivio per
Battiferro, la vettura è sbandata, è andata a sbattere contro le rocce sul lato
destro della carreggiata e infine si è ribaltata per due volte finendo al
centro della strada. Il conducente è rimasto illeso. Sul posto sono giunti i carabinieri e una ambulanza del
118. L’ uomo, in evidente stato di ubriachezza, è stato soccorso ed accompagnato all’ ospedale. Si è però rifiutato di sottoporsi al controllo per rilevare il tasso alcolico per cui è stato denunciato e gli è stata ritirata la patente con la decurtazione di dieci punti. IL MESSAGGERO (MARCHE) Quattro patenti di guida sono
state ritirate a altrettanti ... Quattro patenti di guida sono state ritirate a altrettanti giovani che sottoposti all’esame dell’etilometro sono tati sorpresi ubriachi alla guida delle loro auto. Lo hanno fatto i carabinieri nel corso dei consueti controlli del fine settimana effettuati con il preciso scopo di impedire le cosiddette stragi del sabato sera. Nel corso dei medesimi controlli i militari hanno anche segnalato altri due giovani all’autorità giudiziaria per il possesso di modiche quantità di hashish e cocaina. IL GIORNALE DI VICENZA.IT «Costretta a fumare uno spinello e
poi a subire un rapporto sessuale» Il drammatico racconto di una quindicenne. La polizia ha
denunciato due studenti di 18 anni di Diego Neri Costretta prima a fumare uno spinello e poi, stordita, a
subire violenza sessuale. È il drammatico racconto di una ragazzina che solo
dopo molti mesi, stanca di essere derisa dai suoi aguzzini e da altri giovani,
è riuscita a confessare alla madre quanto le era accaduto durante la sagra del
paese. Del suo dramma si sono occupati prima una psicologa e quindi la polizia,
che nei giorni scorsi ha denunciato per violenza e atti sessuali i suoi due
compaesani. Lei, all’epoca dei fatti, era una studentessa di 15 anni. Loro, di
17. Sono diventati maggiorenni da qualche settimana e frequentano un istituto
superiore. La vicenda risale al luglio 2005. Elisabetta (il nome è di
fantasia) vive in una piccola frazione di un Comune sui colli Berici, che non
indichiamo perché altrimenti fra i suoi compaesani sarebbe facilmente
riconoscibile. In paese c’era la sagra e i suoi genitori l’avevano lasciata
andare a passare qualche ora di relax con i suoi coetanei. In base al suo
racconto, la ragazzina bevve qualche birra fra gli stand, che le crearono una
certa euforia. Mentre chiacchierava con gli amici, tre maschi di qualche anno
più grandi la invitarono a fare una passeggiata fuori dal caos della piazza.
Lei li conosceva bene tutti e tre e decise di assecondarli. Durante il tragitto verso l’argine di un torrente che
passa in zona, però, uno dei tre maschi intuì che c’era qualcosa di strano e
preferì allontanarsi, tornando dagli amici in piazza. Elisabetta proseguì con
gli altri due. Il terzetto giunse all’argine, in una zona buia e non
frequentata. I due ragazzi avevano in tasca il necessario per rollare uno
spinello. Lo prepararono e ne diedero da fumare alla giovane che fu invitata
caldamente a “provare”. L’alcol e l’effetto della canna attenuarono molto le
capacità di reagire della ragazzina, che non riuscì a sottrarsi ai due. Anche
questi, probabilmente, erano parecchio su di giri e decisero di esagerare. Elisabetta, in base a quanto ha riferito, fu costretta a
un rapporto orale con ciascuno dei due. Quindi i maschi si allontanarono, non
prima di averla minacciata di non parlare con nessuno, e rientrarono alla
sagra. Lei, sconvolta, tornò a casa. La ragazza tenne per sè l’incubo di quella violenza e non
ne fece parola con nessuno, sia per le minacce, sia per la vergogna di
raccontare quanto era stata costretta a fare. Non aprì bocca per mesi, fino a
quando qualcuno non iniziò a deriderla per quello che era successo. Subita l’onta, però, non poteva sopportare anche le
malelingue e decise di confidarsi alla madre. Fu una confessione angosciante ma
che la liberò di quel peso. La mamma, intelligentemente, ha accompagnato la figlia da
una psicologa per aiutarla a superare il trauma. Elisabetta confidò anche
all’esperta quanto le era successo e la professionista ha inviato una
dettagliata relazione alla polizia. Era l’agosto scorso. L’ufficio minori della questura, comandato dal primo
dirigente Osvaldo Sembiante, ha avviato subito gli accertamenti sul grave
episodio. Come primo passo, d’accordo con la procura dei minorenni di Venezia,
i detective hanno organizzato l’audizione protetta di Elisabetta, che ha
riferito della violenza subita. Quindi i poliziotti dell’ispettore capo Serafino Santoro
hanno cercato conferme di quel racconto. In queste ultime settimane sono stati
numerose le persone ascoltate in questura. Fra queste il terzo amico, quello
che si era allontanato all’ultimo momento, che ha spiegato anche di aver
chiesto agli altri due cosa fosse successo sull’argine: ma gli altri erano scoppiati
in una risata. Ancora, sono stati sentiti alcuni amici, che hanno precisato che
quei tre la sera della sagra erano spariti. «Cercammo Elisabetta, ma non
riuscimmo a trovarla». Anche altri testimoni hanno fornito conferme. I poliziotti, a quel punto, hanno deciso di denunciare per violenza sessuale in seguito allo squallido comportamento della sera della sagra M. S. e D. G., entrambi residenti con le famiglie nello stesso Comune del Basso Vicentino dove abita Elisabetta. Non hanno chiesto misure restrittive sia perché si tratta di ragazzi molto giovani, che fino a quella sera non avevano mai avuto problemi con la giustizia, sia perché è passato più di un anno dall’episodio contestato. Entrambi ora potranno essere interrogati dal pm Dal Pozzo che coordina l’indagine e difendersi. BRESCIA OGGI Due bresciani e un milanese sorpresi alticci dalla
Polstrada
Troppo alcol, ritirate tre patenti
Erano diretti a casa dopo la notte trascorsa a bere con
gli amici in pub o birrerie del Bresciano. A casa sono tornati, ma senza
patente e accompagnati da chi l’auto poteva guidarla essendo risultato sobrio. I tre automobilisti, un 42enne di Trezzo d’Adda, un 23enne
di Gussago e un 49enne di Collio, in Valtrompia, sono stati fermati nella notte
tra martedì e mercoledì in via Orzinuovi da una pattuglia della polizia
stradale di Iseo impegnata in un normale controllo in città intensificato tra
le tre e le cinque del mattino in via Orzinuovi, una delle arterie in uscita da
Brescia, proprio per evitare incidenti e sorprendere e punire con sanzioni
amministrative e la decurtazione di punti dalla patente chi viola il codice
della strada o guida alterato per il bere o sotto l’effetto di stupefacenti. I tre automobilisti, sottoposti alla prova
dell’alcol-test, avevano ecceduto con il bere tanto che il tasso di alcol è
risultato superiore all’1.20%, più del doppio del consentito in Italia.
Inevitabili le sanzioni. Patente sospesa con durata minima di 15 giorni, denuncia penale, e sottrazione di dieci punti. LA PROVINCIA DI SONDRIO L’analisi dei dati forniti I reati
di furto e danneggiamento sono i più diffusi nel Tiranese TIRANO (m.na.) «Dall’incontro non sono emersi grossissimi problemi. Più che altro abbiamo avuto una conferma di quello che già in parte conoscevamo e cioè che, oltre al problema dell’alcol, abbiamo purtroppo un aumento di diffusione della droga, contro cui continuerà a sarà intensificata l’azione delle forze dell’ordine». Così il prefetto di Sondrio, Sante Frantellizzi, al termine della riunione convocata ieri a Tirano del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, durante la quale sono stati illustrati anche i dati dei delitti commessi nel corso del 2005 e nei primi sei mesi del 2006 nei dodici comuni del mandamento. I reati più diffusi nel 2005 sono stati ovunque i furti e i danneggiamenti, mentre fortunatamente risultano praticamente assenti delitti di maggiore gravità, come omicidi, tentati omicidi e violenze sessuali (eccetto due episodi che avevano riguardato due turiste in Aprica). Il comune con il numero più alto di reati è, ovviamente, Tirano: nel 2005 ne sono stati commessi 224. Nella maggior parte dei casi si è trattato di furti (81) e danneggiamenti (42). Tra i delitti commessi, però, anche truffe e frodi informatiche (18), produzione, traffico e spaccio di stupefacenti (6) e contrabbando (3). In un caso solo si è trattato di una rapina. La stessa tendenza si è avuta nei primi sei mesi del 2006, con una significativa variazione in peggio per i reati connessi alla droga. Nel primo semestre di quest’anno sono stati commessi, infatti, 109 reati, tra cui 29 furti, 23 danneggiamenti, 5 truffe e frodi informatiche. Due gli episodi di contrabbando e uno di rapina. Per quanto riguarda il traffico e lo spaccio di stupefacenti, invece, da gennaio a giugno di quest’anno sono stati commessi già 7 delitti, contro i 6 di tutto l’anno scorso. Nella classifica dei comuni più criminosi, dopo Tirano vengono Teglio (con 180 delitti commessi nel 2005 e 55 nella prima metà del 2006), Aprica (70 e 40), Grosio (62 e 27), Villa di Tirano (42 e 13), Grosotto (23 e 14), Bianzone (19 e 6), Mazzo (16 e 15), Lovero (10 nel 2005 e 0 nei primi mesi del 2006), Sernio (4 e 3) e Vervio (2 e 0). Chiude l’elenco Tovo, con un solo furto nel 2005 e un reato registrato nel primo semestre del 2006. IL GIORNALE.IT Nel vino rosso di Nuoro c’è
l’elisir di lunga vita
- di Redazione - da Nuoro Il segreto è nella tradizione, nel clima, nelle qualità
delle uve scelte. Fatto sta che il vino della provincia di Nuoro e quello
dell’Ogliastra, il famoso Cannonau, è un vero e proprio elisir di lunga vita.
Non solo dicerie e voci popolari, ma adesso lo dice anche la scienza. Più
precisamente, il nuovo numero della rivista scientifica Nature, che esce oggi e
che riferisce i risultati ottenuti dai ricercatori dell’Istituto William Harvey
dell’ospedale Queen Mary di Londra. Gli studiosi, dopo leggende metropolitane, indagini più o
meno affidabili, annacquate sarebbe il caso di dire, ora hanno cercato di fare
un po’ di chiarezza. I medici hanno esaminato le cellule endoteliali - le
cellule delle arterie su cui i polifenoli hanno effetti positivi - e hanno
scoperto che i più efficaci in termini medici sono i procianidi, elementi
sempre della famiglia dei polifenoli presenti anche nel cioccolato. Poi hanno
analizzato i vini della provincia di Nuoro e del dipartimento di Gers, sul
versante francese dei Pirenei, entrambi
famosi per la longevità delle sue popolazioni. In Ogliastra in particolare,
zona centro-orientale dell’Isola e dove si produce, a Jerzu per la precisione,
il Cannonau, c’è il record di centenari della Sardegna. Non c’entra solamente
il Dna, ma evidentemente anche il buon bicchiere di vino rosso a pasto. Detto
nei termini più astrusi della scienza, si è scoperto che i vini di queste zone
contengono livelli di procianidi spesso da cinque a dieci volte superiori
rispetto ai vini australiani, americani o sudafricani presi in esame. Perché
proprio il Nuorese? Secondo gli enologi locali, molto dipende dal microclima
ogliastrino (un’isola nell’isola), dall’esposizione dei vitigni, dal connubio
mare- montagna, qui in simbiosi come in nessuna parte della Sardegna. Il segreto, a quanto si legge nell’articolo di Nature, non è solo nelle particolari qualità di uve, per esempio la Tannat cresce quasi solo a Gers, ma anche nel rispetto dei tempi di maturazione. «I metodi di produzione tradizionali usati nel Nuorese e nel Sudovest della Francia assicurano che i benèfici procianidi siano estratti nel modo dovuto», ha spiegato Robert Corder, medico al Queen Mary e coautore della ricerca. «Questo potrebbe spiegare il forte legame tra il consumo di vini tanninici tradizionali con un generale benessere che ha come conseguenza la longevità», ha sottolineato ancora. Ha ragione allora Tzia Raffaela Monni di Arzana, che dall’alto dei suoi 108 anni (è la nonnina d’Italia) consiglia per vivere più a lungo un sorso di Cannonau. Ovviamente, d’Ogliastra. IL TEMPO Nasce una birra giallorossa (*)
Il toscano prova Montella dietro a VucinicTonetto
out, tocca a Panucci e Mexes. In campo dall’inizio Curci e Rosi di ALESSANDRO AUSTINI CHE la Coppa Italia interessi quasi
a nessuno è un dato di fatto. Figurarsi, poi, agli ottavi di finale e se
l’avversario si chiama, con tutto il rispetto della squadra di Agostinelli,
Triestina. Oggi sarà comunque una serata di esperimenti per Spalletti. L’1-2
conquistato a Trieste dovrebbe mettere a riparo la Roma da sgradevoli sorprese.
Per giunta, i giuliani si presenteranno in formazi one largamente rimaneggiata.
Nella seduta di ieri mattina a Trigoria, il tecnico giallorosso ha provato una
soluzione inedita: Virga e Taddei larghi sulle fasce, Montella trequartista
dietro a Vucinic. Finora con la Roma il montenegrino ha giocato nel suo ruolo
naturale solo per pochi minuti a Udine. Ma anche oggi dovrebbe partire come
esterno di sinistra, con l’«Aeroplanino» centravanti e Taddei dietro di lui.
Virga non è al meglio per una botta rimediata nell’allenamento di lunedì: in caso
di forfait, giocherà Mancini. Tonetto è ancora indisponibile: proverà a
recuperare per la gara di sabato con l’Atalanta. A sinistra si rivedrà Rosi,
mentre dalla parte opposta verrà nuovamente impiegato Cassetti. Dubbi al
centro, dove Mexes partirà dall’inizio al fianco di uno tra Panucci e Chivu,
entrambi acciaccati. Spalletti sembra orientato a risparmiare il romeno. In
porta spazio a Curci. L’undici titolare sarà completato dal duo di mediani
Pizarro e De Rossi che saranno costretti agli straordinari. In panchina anche
due campioni del mondo: Totti e Perrotta. Come previsto, non c’è stato il
ritiro pre-partita a Trigoria: i giocatori si ritroveranno stamattina e lo
stesso accadrà anche sabato. Intanto è sempre una Roma a tutta birra. Nel vero
senso della parola: ecco la creazione di una birra chiara che porterà impresso
il marchio giallorosso. Si tratta di un contratto di licenza in accordo con la
Spring di Falciano (Repubblica di San Marino), per la realizzazione di una
«bionda» destinata al target dei tifosi giallorossi. Il contratto di licenza
non è una sponsorizzazione, ma permette l’utilizzo del marchio, come è stato in
occasione delle merendine della Montebovi. (*) Nota: nel tentativo di arginare la violenza negli stadi gli alcolici vengono quasi sempre banditi in occasione di partite di calcio. La birra giallorossa fa venire in mente la Drivebeer, “la birra in regola con il codice della strada”. Staremo a vedere se l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria interverrà allo stesso modo. PUNTO INFORMATICO Progetto pilota per la PreCrimine
inglese
Scotland Yard pensa ad un database di probabili
criminali, in modo da poter prevenire i loro intenti delittuosi. Non sarà la
polizia preventiva di Minority Report, ma la sua utilità è garantita, dicono i
responsabili Londra - La polizia metropolitana di Londra ha iniziato la
sperimentazione, in cinque quartieri della città, dell’utilizzo di un database
di delinquenti altamente pericolosi, con l’intento di poter prevenire i delitti
prima ancora che essi avvengano Il progetto, che verrà esteso all’intera area urbana della
capitale inglese qualora dimostrasse la sua reale efficacia, si basa sulla
creazione di una lista dei 100 peggiori "soggetti a rischio" per la
società e i cittadini londinesi: i profili, contenenti informazioni
psicologiche particolareggiate, dovrebbero secondo le intenzioni servire da
"mappa" dei possibili casi a rischio per i poliziotti, permettendo di
agire prima ancora che gli elementi schedati decidano di colpire con il loro
sordido agire. L’idea alla base di questa sorta di PreLista è avere uno
strumento di valutazione ritagliato su misura per i peggiori elementi della
città, personaggi poco raccomandabili quali l’assassino seriale Ian Huntley, lo
stupratore Richard Baker e criminali di simile risma da tenere costantemente
sotto sorveglianza con analisi incrociate dei rapporti di salute mentale e dei
delitti di cui si sono già resi protagonisti in passato. La lista serve insomma a "provare a beccare Ian
Huntley prima che esca e commetta un nuovo omicidio", stando a quanto
dichiara al Times la criminologa Laura Richards in forze alla Unità di
Prevenzione degli Omicidi di Scotland Yard, "In questo modo potremo avere
l’opportunità di fermare qualcosa prima ancora che essa si trasformi in un evento
irreparabile". L’idea non è nuova: a parte Dick e Spielberg, nella realtà
ha già provato Singapore a varare una PleClimine dagli ampi poteri
previsionali, e per quanto in maniera ridotta il progetto inglese ricorda molto
da vicino quel Total Information Awareness dell’ammiraglio John Poindexter,
bocciato dal Congresso e tornato in auge dal buco della serratura con il nuovo
nome di Tangram. Di fatto, la PreCrimine metropolitana è una iniziativa che
allarma e preoccupa le organizzazioni di difesa della privacy e delle libertà
civili fondamentali: Simon Davies, direttore di Privacy International, ha
espresso la propria perplessità a riguardo: "È giusto che la polizia
adoperi strumenti di intelligence sui sospetti criminali, ma è osceno suggerire
che dovrebbe esserci una lista di potenziali criminali". Secondo alcuni rapporti, l’improvvisa impennata di omicidi
fatti registrare nella città di questi tempi sarebbe dovuta alle liti finite in
violenza e sparatorie condite con alcool e uso di sostanze stupefacenti, e non
invece agli assassini seriali che la PreLista avrebbe il compito di tenere
sotto controllo. Per non parlare degli omicidi passionali o quelli non
premeditati, impossibili da prevedere se non usando appunto tecnologie e
soggetti scaturiti dalla fantasia dei maggiori autori sci-fi del secolo scorso. Dubbia rimane inoltre l’efficacia della pervasività degli
strumenti di sorveglianza nella società inglese nel ruolo di prevenzione dei
crimini. Le telecamere a circuito chiuso, piazzate per ogni dove per le strade
di Londra proprio con il compito di individuare improvvise esplosioni di
violenza casuale (erano 4 milioni in tutta l’Inghilterra già nel 1994), per
quanto dotate di software avanzati di riconoscimento delle forme e microfoni in
grado di individuare i toni di voce fuori posto, hanno finora dimostrato di non
essere in grado di fare molto più di quanto i "bobby" in giro per la
città non facessero già da soli: le statistiche criminali dicono che la
percentuale di omicidi è rimasta sostanzialmente costante. La domanda fondamentale da porsi è quindi quanta utilità
possa avere l’idea di una sorveglianza speciale nella riduzione dei crimini
efferati, se già quella ordinaria ha dimostrato, finora, di non funzionare un
granché. Alfonso Maruccia SALUTE (LA REPUBBLICA)
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