L’ha
investita a mezzanotte e mezza, tra domenica e lunedì,
su corso Vittorio, con la sua Lancia Ypsilon. Ha sbandato, frenato
e fatto marcia indietro: le è ripassato sopra e l’ha
agganciata all’auto, trascinando la poveretta per almeno
una decina di metri.
Lui è un diciottenne pescarese, Massimo Chiarieri. Era
ubriaco alla guida ed è stato arrestato dopo venti minuti
dagli uomini della Volante e della Stradale. Lei, giovane e sconosciuta
fino a ieri sera, è stata poi identificata per Florina
Jascu, romena di 19 anni. E’ ricoverata in Rianimazione in
condizioni gravissime.
Una prostituta, stando a quanto ritrovato nella sua borsetta.
«Ma non ci sono abbastanza elementi per dirlo, sappiamo
solo che alloggiava in un albergo» ha detto un agente della
Volante.
Storia terribile, cruda e drammatica. La storia di un ragazzino
fresco di patente trasformato in pirata della strada per colpa
di qualche bicchiere di troppo mandato giù in compagnia
degli amici a Pescara Vecchia. Ma, a dirla tutta, questa è
solo la ricostruzione dei fatti cui è arrivata la polizia
sulla base di tre testimoni oculari. Testimonianze decisive per
far scattare l’arresto del ragazzo.
Sì, perché la storia raccontata da Chiarieri è
profondamente diversa e arricchita di particolari inquietanti
e per molti versi incredibili. Non c’era lui alla guida dell’auto
pirata, ha sostenuto davanti agli agenti che l’hanno rintracciato
e fermato mentre mezzo nudo, dopo essersi ribaltato con l’auto,
se la dava a gambe sulla strada per Spoltore. C’erano altre
due persone in quella Ypsilon di colore scuro, due nomadi che
l’avevano minacciato costringendolo a salire sulla sua auto:
«Mi hanno rapinato di tutto, non ho più nulla»
ha detto il ragazzo alla polizia. «Uno di loro guidava mentre
io ero sul sedile posteriore, lui ha investito quella ragazza
che stava attraversando la strada su corso Vittorio» ha
dichiarato Massimo Chiarieri l’altra notte in evidente stato
di shock. Abiti strappati, vestito solo degli slip, niente portafoglio
né documenti. Tutto fedelmente riportato nella sua denuncia.
Massimo aveva il telefonino, però. O almeno - quando doveva
già essere stato minacciato, rapito e rapinato dai due
nomadi (e non è gente che ti lascia il telefonino) - lui
ha risposto alla chiamata della madre che, disperata, chiedeva
sue notizie: un attimo prima la signora aveva infatti ricevuto
la visita della polizia nell’abitazione di via Gobetti. La
donna aveva capito che suo figlio l’aveva combinata grossa.
«Sono dalle parti di Spoltore, ho riaccompagnato a casa
i miei amici» gli ha risposto lui. Lo aveva fatto davvero,
ma molto tempo prima: lasciati gli amici, Massimo era poi tornato
a Pescara da solo e qui, ha raccontato la dirigente delle Volanti,
la dottoressa Gabriella Falco, è successo il dramma. La
romena stava attraversando corso Vittorio Emanuele all’altezza
del civico 79 (tra il negozio Nanà da una parte e quello
di Gianni Guarini dall’altra, non sulle strisce pedonali).
Era mezzanotte e 25. Un’ombra e nulla più per il ragazzo
ubriaco alla guida. Sull’asfalto ieri mattina erano rimaste
le tracce di due soli metri di frenata, in direzione della stazione.
La poveretta è stata presa in pieno e trascinata dopo una
manovra dell’auto in retromarcia. Ha riportato traumi e ferite
gravissime.
Tre persone hanno visto tutto in due fasi distinte. Voci importantissime
per smentire e smontare la versione del diciottenne. Due ragazzi
l’hanno visto, solo in auto, investire la ragazza lasciata
sanguinante a terra: loro hanno chiamato il 118 e la polizia dando
il numero della targa. Una signora ha invece visto più
tardi la Ypsilon ribaltarsi sulla strada per Spoltore, in contrada
Frascone, «e da quell’auto è uscita una sola
persona, leggermente ferita alla testa: un ragazzo» ha dichiarato.
Chiarieri è stato quindi arrestato: deve rispondere di
lesioni personali gravissime, omissione di soccorso e guida in
stato di ebbrezza.