(ASAPS) BRUXELLES, dicembre 2006 – Ci sono novità in vista sul fronte delle emissioni: si tratta di novità serie, perché vengono dritte dalla Commissione Europea, che ritiene evidentemente di dare un contributo significativo ai protocolli di Kioto anche da una regolamentazione tecnica più restrittiva relativamente alla circolazione stradale. Nel mirino ci sono i veicoli commerciali pesanti e quelli adibiti a trasporto pubblico, i cui produttori dovranno presto ingegnarsi a progettare motori unici per tutti i principali mercati mondiali, secondo le linee guida imposte dalla Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Europa (UN/EC), riunitasi alcuni giorni fa a Ginevra e nel cui ambito è nata una nuova Regolamentazione Tecnica Globale (GTR). Il vero successo della neonata GTR è che anche paesi storicamente più restii a sottoscrivere i protocolli per limitare le emissioni inquinanti – primo fra tutti il già citato protocollo di Kioto – hanno dato il proprio via libera, aprendo così la strada a precise limitazioni che dovranno essere rispettate da tutti. Stiamo parlando di un inedito banco di prova, per il quale sono già stati fissati limiti universali standard per tutti, e così il veicolo commerciale messo in strada in Europa, sarà virtualmente lo stesso anche in Cina, in Giappone e perfino negli Stati Uniti, paesi additati dalle forze ambientaliste come i principali “stati canaglia ecologici”. Ma le novità non si limitano alle sole emissioni, tanto che in una seduta complementare dei lavori della Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Europa, è stato approvato un secondo GRT per la realizzazione di un sistema elettronico diagnostico di bordo per i veicoli pesanti comune per tutti: su questo specifico argomento però, i lavori sono ancora ad una fase iniziale, anche se la Commissione Europea è già stata incaricata di raccogliere le controdeduzioni e le eventuali proposte da emendare nei lavori successivi di Ginevra. È dunque arrivata una svolta importante nel settore, rendendo finalmente obsoleta la logica locale, secondo la quale ogni stato lavorava con criteri propri. In attesa dell’idrogeno, che sembra sempre più avvicinarsi al suo debutto in chiave popolare, qualche passo avanti per salvare il pianeta dalla politica suicidaria delle lobby economiche e politiche – tanto per usare lo slang di molti scienziati – è stato fatto, con immediati vantaggi anche da un punto di vista finanziario. Il perché ed il come questa scelta potrà contribuire anche all’aspetto economico, è stato spiegato dal vice presidente della Commissione Europea, Gunter Verheugen, ministro europeo all’industria. “Il fatto di aver sostituito gli standard europei con quelli universali delle Nazioni Unite – ha detto a margine dei lavori a Ginevra – è un altro esempio pratico di buona amministrazione e regolamentazione. Le industrie possono fare affidamento su un solo test valido a livello globale. Il nuovo GRT sicuramente apporterà una riduzione dei costi ascrivibili all’attività di verifica dei veicoli pesanti, favorendo, così, la competitività delle imprese europee”. Il GRT prevede infatti che i test ai quali dovranno essere sottoposti i propulsori di nuova generazione, dovranno simulare il più fedelmente possibile i regimi e le sollecitazioni sulle strade di tutto il mondo: in una highway australiana come nelle sfiancanti salite melmose della Bolivia, nel traffico caotico di Pechino come sul valico del Gran San Bernardo, ottenendo standard produttivi e tecnici tali da raccordare le procedure di verifica per la misurazione delle emissioni dei motori dei veicoli pesanti presenti e futuri. Per i più tecnici, tra i nostri lettori, aggiungiamo che la Regolamentazione tecnica globale si fonda sulla comparazione di alcuni cicli di marcia: un primo ciclo di test comprende i requisiti per la partenza (ovviamente dall’accensione) a motore freddo ed a caldo, mentre una seconda sequenza prevede l’esecuzione di test in condizioni di partenza a caldo in stato stazionario. Nello stesso ambito, è stato deciso inoltre l’apporto di tecnologie di ultima generazione che rileveranno le sostanze inquinanti nelle emissioni gassose dei futuri motori a bassa emissione. Il protocollo uscito dai lavori della conferenza di Ginevra potrà dunque: - Essere un valido elemento rappresentativo delle attività e del funzionamento dei veicoli stradali nel mondo; - Essere in grado di provvedere il più alto grado di efficienza nell’attività di controllo delleemissioni su strada; - Corrispondere alle tecnologie più avanzate ed all’avanguardia relative alla verifica, raccolta di campioni e misurazione delle emissioni; - Applicare alle tecnologie esistenti e prevedibili che tendono all’abbattimento dell’emissione di sostanze nocive; - Essere capace di fornire una affidabile graduatoria dei livelli di emissione di gas di scarico in base alle diverse tipologie di motori. Il documento 2006/128, è disponibile in inglese sul sito internet della Commissione Europea, www.ec.europa.eu. 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