Un tragico investimento (foto archivio)
(ASAPS) MILANO, 5 dicembre 2006 – L’articolo 173 del
Codice della Strada (uso di particolari apparecchi durante la guida), recita
chiaro: i conducenti di veicoli di trasporto persone in conto terzi – un
autobus per esempio – possono fare uso del telefono durante la guida. Un vizio
del codice, per alcuni… Secondo noi un errore, un madornale errore, che nessuno
ha mai modificato. Si pensi che al conducente di un’ambulanza, non è consentito
nemmeno rispondere alla radio di servizio: a quello del pullman, invece, è
permesso eccome. Per questo motivo, le dichiarazioni dei passeggeri
dell’autobus n° 57, che domenica pomeriggio ha travolto e trascinato una donna
di 33 anni, probabilmente non avranno il valore che invece avrebbero avuto se a
causare la tragedia fosse stata una normale autovettura. Infatti secondo loro,
a leggere gli articoli di giornale, al momento in cui la giovane è stata
agganciata e strascicata, il tranviere era impegnato in una conversazione
telefonica, (domanda lecita: personale o di servizio…) e nemmeno il clacson di
un’auto di passaggio sarebbe riuscito a richiamare subito la sua attenzione.
Fatto sta che in via Procaccini, a Milano, la 33enne ha perso la vita sotto le
ruote del pesante bus: a prendere per buone alcune testimonianze, stava
attraversando la strada, quando il torpedone – il cui conducente non l’ha
evidentemente vista – l’ha letteralmente travolta, agganciandola e
trascinandola per una decina di metri. Solo gli accertamenti in atto, la disamina
degli elementi di prova, la valutazione della dinamica, tutto materiale nel
dossier affidato alla Polizia Municipale, potranno chiarire la causa del
sinistro: distrazione del conducente o imprudenza fatale da parte della
vittima. Ci sono testimoni che avrebbero confermato la circostanza secondo la
quale la giovane aveva luce verde al semaforo pedonale, contemporanea peraltro
in quel crocevia al transito dei mezzi provenienti dalla stessa corrente di
traffico dell’ATM n° 57, ma la cautela è d’obbligo. Certo è che il codice della
strada, in questo specifico articolo, deve essere cambiato. Un auricolare costa
10 euro, ed un professionista della strada è in fondo un essere umano come
tutti gli altri. Guidare un bus non è cosa facile: lo sterzo è più grande,
verticale, tanto che con una mano (nonostante l’idroguida) è estremamente
difficile da manovrare. Poi ci sono gli ingombri, le insidie, la visibilità. Le
normali e purtroppo consuete perdite di attenzione, dovute magari alle troppe
ore passate al posto di manovra. Da verificare poi se l’auricolare c’era, ma
l’episodio conferma che l’essere umano non può fare troppe cose insieme:
cambiare stazione alla radio, accendersi una sigaretta, distrarsi per un
cartellone pubblicitario. L’incidente è avvenuto tra via Procaccini e via Pier
della Francesca: il conducente di un’auto ha visto tutto ed ha cominciato a
suonare il clacson. Dopo 10 metri il bus si è fermato, ma per la ragazza era
già troppo tardi. La sua agonia è durata una manciata di minuti e quando i soccorritori
del 118 sono giunti sul posto, l’unica triste formalità è stata quella di
constatare il decesso. Ora le indagini dovranno accertare se l’insieme di
elementi corrisponda a verità e se la distrazione sia la causa di tutto. La
direzione delle indagini è stata assunta dal Sostituto Procuratore Alessandra
Dolci. Una volta, sui bus, c’era scritto “non parlare al conducente”: un ordine
perentorio. Se qualcuno lo aveva scritto quaranta e più anni fa, sulle
corriere, un motivo c’era. (ASAPS)
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