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TRASPORTO MERCI 07/12/2006

Arriva l’AV... e l’area non c’è più!

di Matteo Grimaldi

 

La nuova ferrovia ad alta velocità, costruita in parallelo all’autostrada, ha determinato la scomparsa delle aree di sosta sul lato nord dell’A1. Che verranno ricostruite, ma non tutte e comunque non in tempi brevi. E le ore di riposo dove si fanno? E se il camion si guasta? Armatevi di caffè e triangolo…
Chi percorresse frequentemente l’autostrada da Bologna a Milano – come fanno per sbarcare il lunario gli alacri camionisti giorno dopo giorno e notte dopo notte – non avrà potuto fare a meno in questi ultimi anni di chiedersi cosa fossero quei viadotti, quei ponti, quelle massicciate che stavano pian piano sorgendo sul lato nord dell’A1. Vi rispondiamo noi, aiutati dall’evidente presenza di binari e di pali elettrici: si tratta della costruenda linea ferroviaria ad alta velocità. Ah, lo sapevate già? Scusate. E allora vi daremo un’altra notizia. Far correre la nuova ferrovia Milano-Bologna in parallelo all’autostrada per circa 130 km su 182 complessivi non è stata una scelta casuale, qui come in altre tratte AV (vedi la Torino-Novara): si sono voluti evitare così tagli sul territorio agricolo e diminuire inoltre l’impatto delle nuove infrastrutture sul territorio attraversato, passando in un corridoio già “degradato” dall’attraversamento autostradale.
Come dite? “E chi se ne frega, io penso a lavorare”? E invece ve ne dovrebbe fregare, perché nel voler allineare a tutti costi il treno alle auto (e ai camion) si paga una sgradevole conseguenza: l’adeguamento delle infrastrutture già esistenti che intersecano o occupano zone interessate dai nuovi cantieri. Che significa? Semplicemente che sono stati demoliti quasi 50 cavalcavia autostradali, abbattuti e ricostruiti in modo da permettere il passaggio dei nuovi binari, e che sono sparite le aree di sosta che si intersecavano con quelle di cantiere o che in qualche modo venivano a interagire con i lavori. Nel primo caso il fastidio è stato solo provvisorio, con simpatiche chiusure serali o notturne tra un casello e l’altro, specie al sabato sera, che portavano a toboga tra autostrada e via Emilia, con ritardi e tutto il resto: sgradevole, ma temporaneo. Più seria invece la situazione per le aree “evaporate”: chi si muove verso la capitale lombarda ha dovuto e dovrà trangugiare parecchi caffè in più per non farsi cogliere dal sonno, visto che non esistono praticamente più zone di sosta dove fermarsi tra Modena e Milano (escluso le aree di servizio che però, come ben sappiamo, sono sempre intasatissime e spesso non prevedono parking camion).
Ogni provincia ha avuto infatti il suo parcheggio di sosta demolito: a Reggio Emilia quello di Crostolo, a Parma quello di Fontanellato, a Piacenza quello di Chiaravalle, per tacere dell’area di servizio di Somaglia Est in Lombardia, “sacrificata” alla galleria interrata dove passeranno gli ETR. Ci si può consolare nel rientro a Bologna, dove si potrà recuperare il sonno perduto, visto che i parcheggi lato sud sono rimasti invece tutti. Insomma, all’andata si sta svegli per quasi 200 km, al ritorno si può dormire in media ogni 40…
Scherzi a parte, oggi che i lavori dell’alta velocità si avviano a conclusione, ci si può chiedere se le aree di sosta desaparecides risorgeranno dalle loro ceneri. La risposta, che si trova nella Convenzione firmata nel 2001 tra TAV, Autostrade e Cepav Uno (il consorzio costruttore della tratta Milano-Bologna), è che la maggior parte verrà ricostruita “a totale cura e spesa di TAV e Cepav Uno”. La maggior parte, però… Se infatti l’area di servizio di Somaglia Est verrà ripristinata in loco, addirittura con un nuovo parcheggio specifico per i mezzi pesanti, al limite nord, gli altri 3 parcheggi verranno sostituiti con solo due nuove aree di sosta. La prima, in costruzione nella zona di Fidenza, subentrerà a quella di Chiaravalle che era posizionata 7 km più a nord (dove rimarrà solo un parcheggio autovetture di una ventina di posti); la seconda, che rimpiazzerà l’area Crostolo, risorgerà 3 km più su verso Milano. Niente da fare invece per Fontanellato, con buona pace di quegli autisti che vorrebbero applicare le norme sulle ore di guida e che, non avendo il pilota automatico, non trovano mai dove fermarsi. Già le aree di sosta sono poche, se poi cominciamo a ridurle…
E pensare che nella convenzione si prevedeva esplicitamente che i “ricoveri autostradali dei camion” potessero essere occupati dai cantieri ferroviari solo realizzando altri spazi provvisori equivalenti, che però non si sono mai visti. E – ciliegina sulla torta – i tre lavori sopra citati o sono ancora alle fasi iniziali oppure manco sono cominciati, il che fa prevedere che nel 2008 – quando i primi treni si lanceranno tra Lombardia ed Emilia – i nostri bei parcheggi nuovi saranno ancora nella testa del costruttore. Un consiglio: portatevi un thermos di Lavazza dietro e pregate che il vostro mezzo non abbia mai dei guasti… Con buona pace della normativa sull’orario di lavoro. 

I PARCHEGGI DI SOSTA CHE HANNO LASCIATO SPAZIO ALLA TAV

 
Area provincia
Crostoso Reggio Emilia
Fontanellato Parma
Chiaravalle Piacenza
Somaglia Est Lodi

 
* il parcheggio di Castelfranco Emilia è stato chiuso ma non è interessato al passaggio dell’Alta Velocità


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da Uomini e trasporti -- Anno XXV n. 223 Dicembre 2006
Giovedì, 07 Dicembre 2006
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