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Rassegna stampa Alcol e Guida dell’8 dicembre 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

IL SECOLO XIX

«No alle droghe leggere? Allora proibite anche alcol e tabacco»

i ragazzi del vittorio emanuele al ministro ferrero

 Il titolare della Solidarietà sociale ieri ha accolto l’invito di don Gallo per un incontro con i giovani sulle tossicodipendenze

08/12/2006

SIGNOR MINISTRO, io e la mia classe, la Terza C, le chiediamo di varare una proposta di legge per la legalizzazione di tutte le droghe oppure di proibire anche l’uso di alcol e tabacco, dal momento che queste sostanze hanno provocato nel 2005 rispettivamente 30 mila e 65 mila morti». Irene Pascuzzi, studentessa dell’istituto Vittorio-Emanuele, rivolge la provocatoria richiesta al ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero che ieri ha accolto l’invito di don Andrea Gallo per un incontro coi giovani, nell’auditorium di Palazzo Rosso, sul problema delle tossicodipendenze. "Informare e non punire"è il titolo dell’iniziativa, organizzata in occasione del trentaseiesimo anniversario della Comunità di San Benedetto al Porto e alla quale hanno partecipato i circa 500 studenti dell’istituto tecnico-commerciale Vittorio Emanuele-Ruffini. Sul palco, oltre al ministro Ferrero, c’erano esperti del settore e gli assessori alle Istituzioni scolastiche di Comune e Provincia, Andrea Sassano e Eugenio Montale. Tutti, in apertura dell’incontro, sono stati sollecitati dagli studenti a dare risposte «chiare, non banali e che ci facciano emozionare». I ragazzi potevano "votare" gli interventi alzando un cartellino verde, se la spiegazione era soddisfacente, oppure uno rosso per chiedere ulteriori chiarimenti. Il ministro non si è sottratto al gioco. E alla "provocazione" di Irene ha replicato: «Invece di vietare o mandare in galera chi fuma uno spinello, bisogna educare e informare sulla pericolosità di certe sostanze. Per questo, va eliminata la pubblicità sugli alcolici. Il messaggio che chi ne fa uso è un figo, un uomo o una donna di successo è assolutamente sbagliato». Poi il ministro confessa: «Impossibile rendere illegali alcol e sigarette: non ci sarebbero i numeri in Parlamento. E comunque si otterrebbe solo il risultato di fare arricchire le mafie e gli spacciatori». Lunga la lista dei quesiti preparati dagli studenti. Sono più le donne o gli uomini a fare uso di droghe? «I maschi sono più inclini ad assumere sostanze, ma le donne sono soggette ad altre forme di dipendenze che riguardano, ad esempio, il cibo e le diete», risponde Beatrice Bassini, psicologa del Sert di Bologna. Perché si parla di droghe leggere e droghe pesanti? «Non sempre le droghe legali sono anche droghe leggere», ha precisato Piergiorgio Semboloni, medico e coordinatore dei Sert genovesi. Don Gallo è stato accolto con una ovazione: «Sogno una Repubblica di Genova, davvero libera. Una Repubblica dell’amore, dove i ragazzi possano baciarsi all’uscita di scuola».

V. G.


L’ARENA di Verona

«Cambiate la legge, 20 mesi sono pochi»

E c’è chi prepara un sito internet per protestare contro il giudizio ritenuto troppo mite

Dopo la sentenza che in soli sette mesi ha chiuso la vicenda giudiziaria, abbiamo raccolto lo sfogo dei genitori dei due ragazzi che persero la vita, uccisi da un rumeno che viaggiava ubriaco e contromano

Incidenti mortali e Codice penale

Allargano le braccia davanti alle leggi che dettano le pene e alle tabelle assicurative che calcolano i risarcimenti. Pur non essendoci cifra che compensi la morte di un figlio, una condanna più dura, assicurano, avrebbe reso più giustizia a Giulia e Andrea, 23 anni entrambi, fidanzati, travolti e uccisi in sella ad una moto, nell’ aprile di quest’anno, in viale Piave. A travolgerli il rumeno Gheorghe Iftime al volante di un’auto, ubriaco, che guidava contromano. L’uomo ha patteggiato venti mesi per i due omicidi colposi. Pena sospesa.

Soltanto in apparenza, tuttavia, sono arrendevoli Ilaria Biondani, mamma di Giulia e Severino Gecchele, papà di Andrea. «Ai lavori forzati avrebbero dovuto mandare quell’uomo», spiega la donna, custode di villa Zanella, a San Vittore di Colognola ai Colli. Si sforza di apparire calma, sul portone, mentre il marito, Nerino, resta in casa a giocare con la nipotina. In realtà, la donna è ancora sconvolta, tanto che basta qualche parola a tradirne le emozioni. «In carcere quell’uomo starebbe troppo comodo. Dovrebbe venire davanti a casa mia, a faticare», continua la madre di Giulia. «Le leggi vanno cambiate. Venti mesi sono pochi per chi è al volante ubriaco. Dice di essere pentito, ma secondo me non ha ancora capito ciò che ha fatto», rincara Gecchele una volta sceso dal trattore dietro la villetta al confine tra Prova di San Bonifacio e Gazzolo d’Arcole.

Giulia e Andrea si erano conosciuti proprio da quelle parti, al tempo della scuola. «Si frequentavano da almeno due anni», racconta il padre di Andrea. «Quel sabato pomeriggio Giulia e Andrea stavano andando a comprare un regalo per mio marito che avrebbe compiuto gli anni il giorno dopo. Sabato sera avremmo festeggiato», ricorda la mamma di Giulia. Non è la sola indignata nel borgo. Ha ricevuto la solidarietà di tanti vicini.

«L’avvocato ci aveva avvertiti: se il rumeno patteggia, quella è la pena. Non possiamo neppure contare su altri gradi di giudizio perché il patteggiamento ha chiuso il caso», commentano la donna e il papà di Andrea. Chissà a quanti tribunali si rivolgerebbero, altrimenti. Qualche altro, con cui ha meno confidenza, ha avvicinato la madre di Giulia anticipando che creerà al più presto un sito Internet per protestare contro i 20 mesi dati al conducente dell’auto. «Non so usare il computer, non so se il sito Internet sia già attivo», aggiunge la Biondani. «Quel giorno stavo tagliando l’erba, quando Andrea è salito sulla moto ed è partito senza fretta per raggiungere Giulia. È stata l’ultima volta che l’ho visto. Oltre a mio figlio, ho perso mia moglie, Giuseppina, che non riesce a darsi pace», confessa Gecchele, «quel sabato sera eravamo a messa. Tornati dalla chiesa abbiamo trovato i carabinieri all’ingresso di casa».

Prima di essere interrotto, il papà di Andrea trascinava col trattore dei calcinacci fuori dal deposito dietro l’abitazione finito di costruire una settimana fa. «Io e Andrea avevamo disegnato il progetto dell’edificio assieme», assicura l’uomo, «Avevo pensato di regalare un appartamento nuovo a un figlio e di ristrutturare un vecchio rustico per l’altro». Già, perché Andrea aveva un fratello maggiore, Simone. «I carabinieri dovrebbero controllare di più le strade. Già lo fanno, il sabato sera. Ma l’incidente, è vero, è successo di sabato pomeriggio», si tormenta il padre di Andrea. «Quell’uomo ha sbagliato», ripete Gecchele riferendosi al rumeno, «ma non sa quello che fa fatto». Il rumeno, al magistrato, disse di non essersi accorto del cartello che indicava la direzione giusta di marcia e di essersi trovato di fronte la moto senza riuscire ad evitarla.

Giulia, invece, ha lasciato tre fratelli: Simone, Matteo e Nicola. «Non vivono qui, non cercateli», raccomanda la mamma di Giulia, «soprattutto Simone, che soffre molto». Simone era stato il primo a soccorrere Giulia in via Piave, perché è dipendente del negozio di fronte al luogo dell’incidente.

Intanto, nel cimitero di San Vittore a Colognola ai Colli, in fondo alla discesa sotto la chiesa, fiori si sommano a fiori sulla tomba di Giulia; Andrea, invece, è sepolto a San Bonifacio. Non lontano da casa, come l’azienda metalmeccanica che l’aveva assunto. «Ci andava a piedi o in bicicletta», indica il padre di Andrea, «Fino a quel sabato quando ha preso la moto».

Stefano Caniato


L’ARENA di Verona

Il magistrato che ha condotto l’indagine

«Capisco la reazione, ma il danno è stato risarcito»

Il pubblico ministero Giovanni Benelli ricorda poi che l’imputato era incensurato. «E la pena non è bassa» (*)

Omicidio colposo, 20 mesi la pena che un artigiano rumeno ha patteggiato davanti al giudice Valeria Ardito, una pena concordata dai suoi difensori con il pm Giovanni Benelli che è più alta di quelle normalmente inflitte in casi analoghi. Il conducente di un camion per la raccolta dei rifiuti che il 26 giugno 2003 a Ospedaletto di Pescantina tamponò una Punto uccidendo i tre occupanti, che aveva un precedente specifico alle spalle, patteggiò un anno e due mesi con il beneficio della sospensione.

Ora il caso dell’artigiano alla guida dell’Opel che investì e uccise due fidanzati in viale Piave: alla determinazione della pena hanno contribuito alcuni elementi, come spiega il sostituto procuratore, ed è stata calcolata partendo da due anni per la prima vittima, aumentati di sei mesi per la seconda ridotta per la scelta del rito. «Al conducente, considerato il comportamento processuale, il fatto che non aveva alcun precedente e che ha risarcito il danno (e i parenti infatti non si sono infatti costituiti parte civile, ndr), sono state riconosciute le attenuanti come la legge prevede», spiega, «un anno e otto mesi è una pena non bassa ma posso comprendere le reazioni». E prosegue aggiungendo che per la guida in stato di ebbrezza il massimo previsto è un mese, anche in questo caso è stata operata la riduzione per la scelta del rito.

«Del resto il processo per direttissima non si sarebbe potuto celebrare se lui non avesse ammesso la propria responsabilità, cosa che ha fatto durante l’interrogatorio e l’assicurazione ha risarcito in tempi brevi.Quello che invece decisamente è superiore ad altri casi è il periodo di sospensione della patente: in casi analoghi si arriva ad un massimo di 6-8 mesi, lui fino al luglio 2007 non potrà guidare. Ripeto, posso capire umanamente le reazioni, ovvero che il legislatore ha previsto una pena base che viene considerata “bassa” ma l’ha ritenuta proporzionata. Però sono valutazioni che non spettano a noi». (f.m.)

(*) Nota: qualche volta si fa una più bella figura a non parlare.


L’ARENA di Verona

L’Associazione familiari vittime della strada

«È una sentenza scandalosa, non rispetta chi ha perso la vita» 

 Una sentenza scandalosa. Non usa mezzi termini Alberto Pallotti, presidente provinciale dell’associazione italiana «Familiari e vittime della strada» commentando gli esiti del processo a carico del cittadino rumeno accusato di aver provocato la morte dei due ragazzi in viale Piave, ma polemizza anche con il legale delle famiglie delle vittime che a suo tempo decise di declinare l’offerta di collaborazione proposta dall’associazione. «Premetto che l’associazione è vicina alle famiglie coinvolte per l’enorme lutto subito. Avevo preso contatto con l’avvocato dei due sfortunati ragazzi per affiancarmi a loro nella causa legale come associazione di rilevanza nazionale ma il loro legale ha declinato la mia offerta. Vorrei ricordare, anche a fronte di questa scandalosa e mite sentenza, che in passato la nostra costituzione di parte civile ha aumentato di fatto le condanne per persone coinvolte in eventi delittuosi di tale portata. Per esempio il caso di una signora travolta e uccisa a Sant’Ambrogio l’anno scorso, il pubblico ministero chiese tre mesi di sospensione della patente ma su nostra richiesta furono aumentati a sei».

«Da più parti la giurisprudenza ci riconosce e ci dà soddisfazione, ma le famiglie colpite troppo spesso vogliono isolarsi dopo un lutto di tale natura», continua Pallotti. «Sono più di dieci anni che combattiamo contro questa strage continua sulle strade di tutta Italia, chiedendo pene severe, risarcimenti più adeguati, o portando il nostro conforto alle famiglie. Lo facciamo con manifestazioni, silenziose o chiassose, lettere, e-mail, proposte di legge, che vogliono far capire che queste cose si possono evitare, basta un impegno di tutti, ad ogni livello».

Due ragazzi sono morti uccisi da un ubriaco, di pomeriggio, che viaggiava contromano in viale Piave e la condanna è di 20 mesi? «Qualcosa non funziona», conclude Pallotti, «ed è evidente, ma da più parti si ignora questa sofferenza. In questi giorni siamo presenti al Motorshow di Bologna, siamo riusciti ad ottenere uno stand, per sensibilizzare chiunque sul fatto che è dannoso andare alla ricerca della macchina o la moto più potente. La vita va rispettata, amata, e perderla sulla strada è ingiusto e inutile».


L’ARENA di Verona

Le statistiche

Ogni mese multati oltre 170 ubriachi

 La guida in stato di ebbrezza resta una delle violazioni al codice della strada più diffuse. Lo confermano i dati registrati durante i controlli a campione disposti dalla prefettura, in collaborazione con il dipartimento di prevenzione dell’Ulss 20 lungo le strade della provincia.

Nel mese di novembre sono state sorprese 180 persone al volante in stato di ebbrezza, otto sotto l’effetto di stupefacenti; altre 26 multe sono state elevate per superamento dei limiti di velocità. Da gennaio le multe per guida in stato di ebbrezza sono ormai 1.880, pari a oltre 170 al mese; novanta quelle per abuso di stupefacenti. I controlli hanno anche evidenziato che il mancato uso delle cinture di sicurezza incide per un quindici per cento degli automobilisti in città, mentre scende al 12 nelle zone periferiche.


LA PROVINCIA DI SONDRIO

Un successo l’incontro al policampus tra ragazzi e rappresentanti delle forze dell’ordine

Alcol, una piaga sempre aperta

La polizia ha illustrato agli studenti del Perpenti i rischi di bevande o droghe

Evidentemente gli uomini della polizia hanno trovato la chiave giusta per suscitare l’interesse degli studenti dell’Istituto socio pedagogico Lena Perpenti di Sondrio. Sta di fatto che l’incontro durante l’assemblea d’istituto per parlare dei temi legati alla legalità e ai rischi dell’uso di alcol e droga ha avuto un’attenzione che nemmeno i relatori si aspettavano. Tante le domande e gli interventi dei ragazzi, e tutti piuttosto pertinenti. All’auditorium del policampus sono arrivati il capo dell’ufficio di gabinetto della questura Domenico Ricciotti, il medico della polizia Silvia Macauda e l’ispettore capo della polizia stradale Luca Zenoni. Ognuno, in base alla propria specializzazione, ha affrontato un tema diverso, sempre però senza alcun tipo di intento moraleggiante ma con il semplice scopo di informare i ragazzi sui rischi connessi all’utilizzo delle sostanze alcoliche e delle droghe. Il capo di gabinetto ha illustrato le nuove normative, i nuovi tipi di droghe in circolazione e tutte le disposizioni di legge principali in materia. Compito della dottoressa Macauda è stato soprattutto quello di spiegare gli effetti di queste sostanze e dell’alcol. L’ispettore capo Zenoni ha invece concentrato il proprio intervento sulle tematiche relative alla sicurezza sulle strade e al tipo di controlli che vengono effettuati. Il rappresentate della polstrada ha messo in guardia i ragazzi soprattutto dal problema alcol che in provincia di Sondrio sembra essere una piaga sempre aperta. Basta riflettere sul fatto, spiegato dallo stesso Zenoni, che i ritiri di patente per guida in stato di ebbrezza non riguardano soltanto il venerdì e il sabato sera, ma che capita tutti i giorni della settimana e anche in orario diurno di sorprendere diversi automobilisti con un tasso alcolico eccessivo. Altri incontri di questo tipo sono in programma nelle prossime settimane.


IL GAZZETTINO (Udine)

Udinese e Snaidero contro le dipendenze

«Niente sigarette, così possiamo vincere»

 Se fumi non vinci. Non è un messaggio promozionale di qualche casa farmaceutica per convincere i nicotina-dipendenti a staccare la bocca dalle bionde. E’ l’esperienza dei giocatori dell’Udinese e del general manager della Snaidero Mario Ghiacci che, all’Auditorium Zanon, in occasione dell’atto finale del progetto Sms (’sono molto sano’) con 33 Comuni inpole position, si sono raccontati senza veli, mettendo all’indice tutte le forme di dipendenza, compresi alcol e droga: se vuoi vincere, devi seppellire per sempre le cicche, chiudere con i gradi alcolici e non essere tentato dalla polvere bianca (analoga iniziativa poco prima a Cividale).

E non si vince soltanto nelle competizioni agonistiche, ma soprattutto nella vita. «Certo, i miei risultati sportivi si sono migliorati di ben il 30 per cento da quando ho buttato via le sigarette», ha rivelato il giocatore Michele D’Agostino, ex fumatore. Niente più affanni durante gli allenamenti, niente più quella tosse fastidiosa. Si è sempre tenuto alla larga dalla nicotina Cristian Obodo: «Non ho motivi per fumare». Come dire, ’respiro perché non me la tiro’, uno dei noti slogan lanciati dal progetto Sms, fortemente voluto dall’amministrazione di Martignacco. Più che essere una vittoria sul campo di calcio o su quello di basket, l’addio alla dipendenza è una vittoria personale. Ed è stato lo stesso manager della Snaidero, Ghiacci, intervistato nel talk show condotto da Daniele Damele, a confessare, da pentito, la sua seconda prova per dire basta al dannato fumo.

Perché curare se si può prevenire?, ha chiesto ai circa 200 ragazzi delle scuole superiori cittadine l’assessore comunale Daniele Cortolezzis, ricordando quell’insieme di regole non scritte che compongono la good life. Una moda che fa tendenza: la sigaretta in bocca è questo, secondo Paride Cargnelutti, assessore provinciale all’Istruzione che ricordava come ai suoi tempi di alunno non fosse poi tanto ’in’ la cicca fra i denti. Imporre divieti nella speranza che i ragazzi di oggi si allontanino dai rischi? Macché. «Il proibizionismo non serve», ha proclamato l’assessore regionale Roberto Antonaz, indicando gli Usa. «La salute si costruisce giorno dopo giorno, cercando di non farsi influenzare dai messaggi ingannevoli che mostrano l’alcol associato a belle donne e belle macchine o il fumo che segue il percorso dei gran premi e delle finali».

Irene Giurovich


L’ADIGE

Denunciato 35enne

Ubriaco alla guida tira un pugno al carabiniere

Un 35enne di Calceranica è stato denunciato dai carabinieri del Radiomobile di Trento per guida in stato d’ebbrezza e per violenza a pubblico ufficiale. L’auto su cui viaggiava l’uomo con un amico è stata intercettata ieri alle 4 del mattino in via Bolzano, all’altezza di Gardolo: aveva un’andatura incerta e per questo i militari hanno fermato il mezzo per un controllo. Il conducente, S.A. era così brillo da non riuscire a soffiare nella cannuccia dell’alcoltest. Ha poi dato in escandescenza, colpendo con un pugno l’orecchio di un carabiniere, cogliendolo di spalle. Il militare è stato medicato: la prognosi è di 8 giorni. Denunciato l’automobilista.


IL SECOLO XIX

Clochard "sfrattato"aggredisce due vigili corso mombello

Sanremo. Operazione dei vigili urbani contro i clochard che "occupano" da tempo i giardini di corso Mombello: uno di essi è stato peraltro aggredito da un senza-casa.

L’iniziativa è stata presa nell’ambito dell’attività di monitoraggio nei confronti dei clochard svolta dalla polizia municipale sul territorio sanremese.

In seguito alla richiesta di alcuni cittadini, la polizia municipale è intervenuta nei confronti dei due clochard che, nei giardini di corso Mombello, disturbavano i passanti.

Uno dei clochard ha aggredito i due vigili i quali sono stati visitati al pronto soccorso.

L’aggressore, Janiak Jeroslav, polacco di 37 anni, è stato denunciato a piede libero per violenze e resistenze al pubblico ufficiale con aggravante l’ubriachezza.

«Gli agenti della polizia municipale - ha detto il consigliere incaricato Paolo Leuzzi - sono sempre in prima linea. Svolgono il loro compito applicando le leggi in materia anche in casi come questo, sebbene la stessa complessità delle leggi non permetta di estirpare il fenomeno in questione».

«Infine - conclude il consigliere incaricato Leuzzi - la situazione diventa più complicata se si riflette che tali persone rifiutano tutto quello che è offerto dall’assistenza sociale della nostra città».


CORRIERE ADRIATICO

dipendenze patologiche stanziati 800 mila euro

ANCONA - Dipendenze patologiche, più di 800 mila euro stanziati. La giunta regionale ha approvato la delibera per programmi e interventi destinati a implementarne l’attività di prevenzione e trattamento. “Un’ingente dotazione finanziaria, mai stanziata finora per questo settore che rappresenta - spiega l’assessore ai Servizi sociali Marco Amagliani - la concretizzazione di un impegno preso con gli operatori e con gli utenti per potenziare i Dipartimenti. Potranno così lavorare in un’ottica di sistema come è nelle funzioni di tali strutture, le prime a livello nazionale ad aver costruito un modello di integrazione pubblico-privato sociale”. In particolare, la delibera prevede quattro aree prioritarie di intervento sulle quali l’Asur dovrà elaborare un progetto per ogni Dipartimento, entro il primo semestre del 2007. Si tratta della realizzazione di programmi di promozione del benessere e della salute rivolti ai giovani, di prevenzione del disagio giovanile e del consumo di sostanze psicoattive illegali (cocaina e doping sportivo) e legali ( alcol, tabacco, psicofarmaci, smart drugs) e ai comportamenti d’abuso come il gioco d’azzardo patologico. Prioritarie anche le azioni rivolte al reinserimento socio-lavorativo, all’accoglienza residenziale e alle strutture protette, alla stabilizzazione dei programmi terapeutici. Le altre due linee di indirizzo prevedono la gestione dei flussi informativi e le attivita` prettamente sanitarie, come i trattamenti farmacologici e psico-sociali.


 

IL CENTRO

ubriaco violentò una donna: condannato a 3 anni e sei mesi

LA NUOVA FERRARA

guidava con l’alcol cinque volte oltre il limite

LA NUOVA SARDEGNA

scuole, arrivano i poster contro l’alcol - valeria gianoglio

IL RESTO DEL CARLINO (Bologna)

VINO, ELISIR DI LUNGA VITA per lo spirito ma anche per il corpo. Lo ha scoperto l’azienda Cesar...


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Sabato, 09 Dicembre 2006
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