Forse non tutti lo sanno, ma esistono luoghi specializzati in cui le persone rimaste lesionate da incidenti stradali (in gergo sono definite “traumatizzate”) vengono curate ed assistite, anche se a costo di non pochi sacrifici da parte delle rispettive famiglie. Con questo servizio contiamo di iniziare un lungo “viaggio” nelle strutture ospedaliere, che spesso restituiscono non solo la vita alle persone, ma anche e soprattutto tanta speranza. La sua storia Nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, in Tirolo si trovavano numerosi militari affetti da tubercolosi (una malattia che all’epoca non si sapeva come curare). L’alto comando militare austriaco decise per questo di costruire una struttura per il ricovero dei suoi ufficiali, nonostante il progetto di un ospedale pareva irrealizzabile per via della situazione finanziaria e politica che si stava verificando. Pur fra notevoli difficoltà, il governo d’oltralpe optò ugualmente per una struttura di 320 posti letto. Dopo un’attenta valutazione di vari siti tirolesi, il posto ideale fu trovato ad Hochzirl. In quel luogo si trovava una casa privata del Kaiser Maximilian, dove era solito dimorare durante le battute di caccia. Raggiungere Hochzirl era però difficoltoso, esisteva soltanto un tratto ferroviario che partiva da Innsbruck in direzione Monaco, con una fermata alla località citata. Poi c’era una stradina di montagna che attraversava un bosco fittissimo. Tuttavia, si decise di iniziare i lavori di costruzione dell’ospedale alla fine del 1917, ma già nel 1918 si dovettero interrompere per le cause finanziarie dovute all’esito disastroso della guerra. La struttura era quindi troppo grande e costosa, perciò i militari decisero di renderla più piccola, con soli 100 posti letto. Dopo grandi appelli al popolo tirolese ed alle associazioni umanitarie, si riuscì a raccogliere la somma di 1.781.652, sufficienti per dare mandato all’ingegner Blossner di completare i lavori. La struttura finita doveva essere di 100.000 metri quadri, ma al comparire delle prime nevi iniziarono di nuovo i problemi: il piccolo trenino era inadatto al trasporto, così si interruppero i lavori oramai giunti al termine. Intanto, si stava profilando per l’Austria, un momento di crisi, l’inflazione era in forte crescita e ci fu il cambio di moneta: dal Krone si passò allo Schilling. I finanziamenti per la costruzione cessarono, ma per continuare i lavori gli artigiani della zona diedero un grande aiuto con idraulici, falegnami, muratori, elettricisti e tutto il loro materiale. Ciononostante, soltanto alla fine del mese di maggio del 1924 la struttura ospedaliera fu definitivamente completata ed il 3 luglio venne inaugurata ed affidata al professor Hans Niedermair, grande esperto di problemi polmonari, che ebbe a combattere anche in Russia. All’epoca esistevano pochi dottori specializzati nella cura delle malattie più gravi quali ad esempio la tubercolosi (cui erano afflitti molti militari e veterani di guerra), che si curava con poche medicine soprattutto con una terapia a base di “aria buona”. L’Associazione delle suore “Anna Dengel” (la suora Anna Dengel fu la prima donna tirolese con il titolo di Primario), mise a disposizione un equipe di medici, personale infermieristico e persino una cucina, pur di far partire l’ospedale. Con l’avvicinarsi della Seconda Guerra Mondiale, per ragioni politiche, il professor Niedermair venne arrestato e trasferito ad Innsbruck. Il primo febbraio 1939 prese il suo posto il professor Alfred Michelitsch. Si aprì in quegli anni un reparto di tomografia ed una sala operatoria, ma mancavano i medicinali per via della guerra in corso e più volte l’ospedale venne persino bombardato (!). Dal 1943 al 1945 la clinica, molto danneggiata, fu diretta dal giovane primario Helmut Seidel, mentre dal 1948 al 1966 ne assunse la responsabilità un italiano, il professor Guido Vielmetti, che era specializzato in medicina interna. Finalmente, nel 1966, la clinica divenne una struttura pubblica e si realizzarono nuovi reparti (fisioterapia, terapia dell’acqua, ecografia, gastroscopia, ecc.) con personale altamente specializzato. Dal 1966 ai giorni nostri Con il
nuovo primariato si migliora il reparto di gastroscopia e di endoscopia, si
aggiungono altri reparti ancora (PEG, broncoscopia, colonoscopia, sonografia,
echocardiografia) e si effettuano oltre 1.000 visite l’anno. Nel 1985
l’Associazione delle suore di Anna Dengel lascia la struttura, ma si decide
ugualmente di aprire un reparto di neurologia acuta con riabilitazione. Nel
frattempo si è formata una scuola per infermieri di alto livello e la clinica
comincia ad ottenere importanti riconoscimenti internazionali per il lavoro di
assistenza e di ricerca. Dal 1986 al 2000 viene creato un reparto per la
formazione fisico-ergo e logoterapica e nascono collaborazioni con le
principali università statunitensi, grazie anche al succedersi di primari
altamente specializzati e di fama internazionale. Oggi Nel periodo 2001- 2003 viene costruita una nuova piscina, si modernizza il reparto massaggi e quello di fisioterapia e si aggiungono nuovi spazi e nuove attrezzature, soprattutto per la cura dei giovani rimasti lesi da gravissimi incidenti stradali. Nel 2002 una ditta svizzera inventa un tapis-roulant successivamente battezzato “Lokomat”, un apparecchio molto sofisticato con il quale il paziente viene messo in piedi attraverso speciali allacciamenti al petto-schiena, bacino-ginocchia, caviglie e piedi. Facendo camminare la persona, così sistemata, viene controllato il movimento da un computer e la macchina fa eseguire il passo come esattamente dovrebbe essere. I risultati sono ottimi: di “Lokomat” ne esistono soltanto 4 al mondo, ma ad Hochzirl ne funzionano 2 (forse uno sta per arrivare anche in Italia) ed è prevista un terzo specificatamente adattato per i bambini. La neurologia, diretta dal professor Saltuari, raggiunge i 75 posti letto, di cui 20 a disposizione di pazienti italiani.Oggi la clinica di Hochzirl è fra le migliori e le più note al mondo (e forse la prima in Europa) nella cura dei cosiddetti “traumatizzati” da incidenti stradali e sono tanti i giovani italiani che purtroppo ne sono ospiti, sostenendo le spese che non vengono totalmente riconosciute dal Governo italiano. Tuttavia, sono numerosi anche i ragazzi che grazie a questa struttura ospedaliera sono tornati a vivere dignitosamente e soprattutto si sono reinseriti nella vita di ogni giorno riprendendo attività che svolgevano prima di rimanere vittime di drammatici incidenti stradali. |
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