di Marco Taralli
Diciamola così: circa un terzo delle giornate di “chi va
per camion” se ne va stando incollati al sedile. Conseguenza ovvia: se questo non
è adeguato, la schiena che ci sta a contatto, entra in crisi. Eventualità che
si evita calibrando la scelta. Ecco alcuni consigli su come farlo.
Non sono passati molti anni da quando – inutile negarlo –
una delle malattie professionali dei camionisti erano le emorroidi determinate
dai sedili non sospesi. Cabine rigide portavano i “truckers” a viaggiare con la
classica “ciambella”. Un rimedio artigianale ed empirico, ma efficace.
Fortunatamente oggi la situazione è molto diversa. La prima vera, fondamentale
differenza con il passato sono le sospensioni della cabina, oggi sempre più spesso
a quattro punti e totalmente pneumatiche, almeno nei trattori da linea. Ne
parliamo perché queste (con quelle dell’assale anteriore) si integrano con
quelle del sedile classico e formano, di fatto, un tutt’uno nell’isolamento di
chi guida da vibrazioni e colpi. Le altre due tipiche malattie professionali sono i
problemi alla colonna in generale, anche questa connessa a sedili e sospensioni
(ma anche al carico e allo scarico), e l’artrosi alla spalla sinistra, dovuta
alle correnti d’aria fredda vicino ai vetri (appositamente qualcuno offre il
doppio vetro). Ma questi sono altri problemi che prenderemo in esame tra
qualche numero; per adesso rimaniamo sul sedile, quello che è veramente il più
presente compagno di viaggio, visto che sopra ci si trascorrono intere
giornate. E dunque, come sceglierlo? Nei cataloghi delle case spesso ne
troviamo almeno 7-8 versioni, oltre a quelli che si possono installare in
aftermarket… Insomma un guazzabuglio: peggio che scegliere le brande. Anche qui vale il nostro fondamentale concetto rispetto a
salute e comfort (che insieme poi equivalgono a sicurezza): non risparmiate!
Mai come in questo caso vale il vecchio adagio “chi più spende, meno spende”.
Le cose su cui risparmiare sono poche e le vedremo, tenendo presente comunque
che un sedile sofisticato può arrivare al 2% del valore del veicolo, nel caso
di un medio.
Sedile passeggero
Cominciamo con la prima ipotesi: avete la classica cabina
media a una branda. Il sedile del passeggero è quindi per un passeggero
occasionale, magari un dipendente o un collega o qualcuno che vi aiuta nello
scarico. Qui si può risparmiare optando per una panchetta (quella classica) con
piano seduta ribaltabile. Anche se in pelle vi fa risparmiare molti chilometri
e molte centinaia di euro. Senza considerare che vi consente pure di scendere
facilmente da destra. E questo in termini di sicurezza, soprattutto in
autostrada, è un altro grande vantaggio.
Sedile di guida: il rivestimento
Iniziamo dall’esterno. A molti piace la pelle, o meglio il
cuoio. Ed è giusto: è bello, facile da pulire, non si macchia, è molto duraturo
e si può far “ritappezzare” anche solo per un pezzo (di solito si usura il lato
sinistro della salita e il pezzo della seduta). Anche la stoffa va bene. Oggi
non ci sono più i problemi di sudore di un tempo, anche perché tutti (ce lo
auguriamo) dispongono di aria condizionata. Se salite spesso a veicolo fermo e
freddo ricordate che un must per la pelle è il riscaldamento elettrico (molto
apprezzato dalla schiena), francamente poco utile sui sedili in stoffa, a meno
che non si vada in Lapponia.
Interno del sedile
Vi sono molti dispositivi oltre il riscaldamento. Per
esempio, ci sono alcune versioni di sedili ventilati (con un vero ventilatore),
anche se francamente non si percepisce tutta questa differenza. Pensiamo siano
assai adatti a veicoli distributivi dove non si può certo stare con l’aria
condizionata a palla! E la schiena suda! In effetti costa caro, ma un sedile
ventilato in stoffa per un veicolo distributivo è veramente il massimo.
Cuscinetti gonfiabili
Servono a regolare la durezza e la forma dei lati e del
centro dello schienale per conformarsi meglio alla corporatura. Se siete
“normali” (175-185 cm e 75-95 kg) non servono molto, ma sono utilissimi da
gonfiare per chi è alto e magro, o da sgonfiare del tutto per chi è molto più
pesante. Senza dubbio è una di quelle cose da provare di persona e da calibrare
sulla propria pelle.
Regolazioni
Sono molte, forse troppe, in alcuni casi. La cosa
essenziale è ricordare le buone regole dell’ergonomia (così si evitano gran
parte dei mal di schiena). La seduta deve essere eretta, bisogna poter azionare
il volante, le frecce e il retarder senza staccare le spalle dallo schienale.
Anche se qualche strumento di impiego occasionale è fuori portata non è
importante. Il volante deve essere più vicino di quanto non immaginiate. A nostro avviso, al di là delle regolazioni standard, la
più utile è quella relativa alla inclinazione del cuscino di seduta: se c’è
prendetela sempre. Consente di compensare bene la lunghezza delle gambe e di
trovare la posizione più riposante. Alcuni offrono regolazioni elettriche con
memoria: francamente, se ci viaggiate solo voi a che servono? In flotta al
limite, se si “girano” i veicoli può tornare utile.
Sospensione
E qui casca l’asino… Ormai le sospensioni meccaniche sono
un ricordo: si regolava il peso su una rotella a molla, arancione, con indicati
i chili dell’autista E spesso toccava pure ammettere di essere in soprappeso!
Oggi, invece, tutti i sedili sono pneumatici (tranne qualche sedile
economicissimo su piccoli veicoli distributivi). Funzionano con l’aria del
camion (anche se non tutti), si alzano, si muovono, si sistemano. Qui è
veramente difficile fare una classifica dei vari sistemi (alcuni molto diversi tra
loro, alcuni studiati dalle case, addirittura alcuni si attivano solo se
percepiscono un peso): sostanzialmente sono tutti sufficientemente comodi. È
chiaro che con diversi livelli di prezzo ci sono diversi livelli di comfort.
Per esempio Mercedes, ma anche Scania o Iveco, offrono due o tre livelli di
sedile, con differenze tra l’uno e l’altro di 100/200 euro. E in questo caso il
più caro è anche il più confortevole. Personalmente preferiamo quelli che
“sentono” il guidatore e si attivano solo se ci si è seduti. Diventa così più facile salire, visto che in questi
veicoli il sedile è completamente abbassato.
Personalizzato
Arriviamo alla scelta estrema: decidere di acquistare un
sedile personalizzato. Le fabbriche sono note a tutti, non vogliamo fare pubblicità.
Certo, costano un bel po’. Il consiglio è valido soprattutto per chi ha già
problemi (tipo scoliosi, ernie, ecc.). Ma a questo punto comprate il veicolo
con il suo sedile normale, uno medio, e quando cambiate il camion vi portate il
sedile sul mezzo nuovo, magari con un rivestimento nuovo. Non c’è ragione per
cui un buon sedile, comodo e che vi piace, non debba durare una decina d’anni,
naturalmente se avete tenuto bene il rivestimento o lo avete sostituito. In
questo caso date fondo ai risparmi e spendete quel che c’è da spendere.
Ricordate che alla scelta del sedile, tra prove, depliant e listini, dovete
dedicare almeno un paio d’ore. E magari fate questa scelta insieme a quella
della branda! Meglio spendere 500 euro in meno in una personalizzazione banale
(un bel mandorlato qua e là, per esempio) e destinarli, tutti, al sedile.
Quello di guida naturalmente!
I TRE CONSIGLI CHIAVE
1. Viaggiate sempre da soli? Scegliete la classica
panchetta per il lato destro e tutto quello che risparmiate usatelo per il
vostro sedile.
2. Vi piace in pelle? OK! Ma prendetelo riscaldato.
Sedersi d’inverno su una cosa fredda, che resta tale a lungo, non fa bene alla
schiena.
3. Siete in dubbio tra le molte versioni? Non comprate a
scatola chiusa. Prima di acquistare il veicolo, provateli e senza avere troppa
fretta visto che lì sopra, poi, ci passerete intere giornate
PER CONOSCERE MEGLIO
Ammortizzare è meglio che soffrire Il guidatore, su un camion moderno, è isolato dalle
asperità della strada e dalle vibrazioni della meccanica, da più tipi di
sospensione. Anzitutto, ci sono quelle del veicolo, di solito balestre
all’avantreno; poi quelle della cabina (solitamente pneumatiche, anche se sta
prendendo piede la più leggera ed economica configurazione mista “meccaniche
davanti-pneumatiche dietro”); infine quelle del sedile (pneumatiche). Ma c’è
anche la sospensione del cuscino del sedile stesso e il naturale movimento,
millimetrico, dato dalla plasticità dei glutei e delle cosce, soprattutto
quando i muscoli non sono in tensione. Questo complesso smorza quasi tutte le
vibrazioni. Ognuno è “progettato” per frequenze differenti. Sono solo quelle al
di sotto di 5-8 Hz (oscillazioni al secondo) a passare: sono i movimenti
evidenti, che percepiamo con lo spostamento del nostro peso.
PER ORIENTARSI MEGLIO
Consiglio: “sfruttate”
il camion degli altri In tanti anni trascorsi all’interno di questo mondo
(scusate l’inciso personale), non mi è mai capitato di sentirmi rispondere con
un rifiuto secco. A cosa? A provare il sedile del camion di amici, colleghi o
chicchessia. Certo, il tutto va fatto con discrezione. Però, vale la pena. Sia
che capiti in un piazzale, sia in una fiera (dove è scontato che nessuno vi
dirà di “no”), investite qualche minuto per rendervi conto di cosa offra il
mercato in fatto di sedili. Una piccola frazione di tempo che vale certamente
cinque anni di scomoda seduta.
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