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TRASPORTO MERCI 12/12/2006

L’amico intimo della schiena

di Marco Taralli

Diciamola così: circa un terzo delle giornate di “chi va per camion” se ne va stando incollati al sedile. Conseguenza ovvia: se questo non è adeguato, la schiena che ci sta a contatto, entra in crisi. Eventualità che si evita calibrando la scelta. Ecco alcuni consigli su come farlo.

 

Non sono passati molti anni da quando – inutile negarlo – una delle malattie professionali dei camionisti erano le emorroidi determinate dai sedili non sospesi. Cabine rigide portavano i “truckers” a viaggiare con la classica “ciambella”. Un rimedio artigianale ed empirico, ma efficace. Fortunatamente oggi la situazione è molto diversa. La prima vera, fondamentale differenza con il passato sono le sospensioni della cabina, oggi sempre più spesso a quattro punti e totalmente pneumatiche, almeno nei trattori da linea. Ne parliamo perché queste (con quelle dell’assale anteriore) si integrano con quelle del sedile classico e formano, di fatto, un tutt’uno nell’isolamento di chi guida da vibrazioni e colpi.
Le altre due tipiche malattie professionali sono i problemi alla colonna in generale, anche questa connessa a sedili e sospensioni (ma anche al carico e allo scarico), e l’artrosi alla spalla sinistra, dovuta alle correnti d’aria fredda vicino ai vetri (appositamente qualcuno offre il doppio vetro). Ma questi sono altri problemi che prenderemo in esame tra qualche numero; per adesso rimaniamo sul sedile, quello che è veramente il più presente compagno di viaggio, visto che sopra ci si trascorrono intere giornate. E dunque, come sceglierlo? Nei cataloghi delle case spesso ne troviamo almeno 7-8 versioni, oltre a quelli che si possono installare in aftermarket… Insomma un guazzabuglio: peggio che scegliere le brande.
Anche qui vale il nostro fondamentale concetto rispetto a salute e comfort (che insieme poi equivalgono a sicurezza): non risparmiate! Mai come in questo caso vale il vecchio adagio “chi più spende, meno spende”. Le cose su cui risparmiare sono poche e le vedremo, tenendo presente comunque che un sedile sofisticato può arrivare al 2% del valore del veicolo, nel caso di un medio.

Sedile passeggero

Cominciamo con la prima ipotesi: avete la classica cabina media a una branda. Il sedile del passeggero è quindi per un passeggero occasionale, magari un dipendente o un collega o qualcuno che vi aiuta nello scarico. Qui si può risparmiare optando per una panchetta (quella classica) con piano seduta ribaltabile. Anche se in pelle vi fa risparmiare molti chilometri e molte centinaia di euro. Senza considerare che vi consente pure di scendere facilmente da destra. E questo in termini di sicurezza, soprattutto in autostrada, è un altro grande vantaggio.

Sedile di guida: il rivestimento

Iniziamo dall’esterno. A molti piace la pelle, o meglio il cuoio. Ed è giusto: è bello, facile da pulire, non si macchia, è molto duraturo e si può far “ritappezzare” anche solo per un pezzo (di solito si usura il lato sinistro della salita e il pezzo della seduta). Anche la stoffa va bene. Oggi non ci sono più i problemi di sudore di un tempo, anche perché tutti (ce lo auguriamo) dispongono di aria condizionata. Se salite spesso a veicolo fermo e freddo ricordate che un must per la pelle è il riscaldamento elettrico (molto apprezzato dalla schiena), francamente poco utile sui sedili in stoffa, a meno che non si vada in Lapponia.

 Interno del sedile

Vi sono molti dispositivi oltre il riscaldamento. Per esempio, ci sono alcune versioni di sedili ventilati (con un vero ventilatore), anche se francamente non si percepisce tutta questa differenza. Pensiamo siano assai adatti a veicoli distributivi dove non si può certo stare con l’aria condizionata a palla! E la schiena suda! In effetti costa caro, ma un sedile ventilato in stoffa per un veicolo distributivo è veramente il massimo.

Cuscinetti gonfiabili

Servono a regolare la durezza e la forma dei lati e del centro dello schienale per conformarsi meglio alla corporatura. Se siete “normali” (175-185 cm e 75-95 kg) non servono molto, ma sono utilissimi da gonfiare per chi è alto e magro, o da sgonfiare del tutto per chi è molto più pesante. Senza dubbio è una di quelle cose da provare di persona e da calibrare sulla propria pelle.

Regolazioni

Sono molte, forse troppe, in alcuni casi. La cosa essenziale è ricordare le buone regole dell’ergonomia (così si evitano gran parte dei mal di schiena). La seduta deve essere eretta, bisogna poter azionare il volante, le frecce e il retarder senza staccare le spalle dallo schienale. Anche se qualche strumento di impiego occasionale è fuori portata non è importante. Il volante deve essere più vicino di quanto non immaginiate.
A nostro avviso, al di là delle regolazioni standard, la più utile è quella relativa alla inclinazione del cuscino di seduta: se c’è prendetela sempre. Consente di compensare bene la lunghezza delle gambe e di trovare la posizione più riposante. Alcuni offrono regolazioni elettriche con memoria: francamente, se ci viaggiate solo voi a che servono? In flotta al limite, se si “girano” i veicoli può tornare utile.

Sospensione

E qui casca l’asino… Ormai le sospensioni meccaniche sono un ricordo: si regolava il peso su una rotella a molla, arancione, con indicati i chili dell’autista E spesso toccava pure ammettere di essere in soprappeso! Oggi, invece, tutti i sedili sono pneumatici (tranne qualche sedile economicissimo su piccoli veicoli distributivi). Funzionano con l’aria del camion (anche se non tutti), si alzano, si muovono, si sistemano. Qui è veramente difficile fare una classifica dei vari sistemi (alcuni molto diversi tra loro, alcuni studiati dalle case, addirittura alcuni si attivano solo se percepiscono un peso): sostanzialmente sono tutti sufficientemente comodi. È chiaro che con diversi livelli di prezzo ci sono diversi livelli di comfort. Per esempio Mercedes, ma anche Scania o Iveco, offrono due o tre livelli di sedile, con differenze tra l’uno e l’altro di 100/200 euro. E in questo caso il più caro è anche il più confortevole. Personalmente preferiamo quelli che “sentono” il guidatore e si attivano solo se ci si è seduti. Diventa così più facile salire, visto che in questi veicoli il sedile è completamente abbassato.

Personalizzato

Arriviamo alla scelta estrema: decidere di acquistare un sedile personalizzato. Le fabbriche sono note a tutti, non vogliamo fare pubblicità. Certo, costano un bel po’. Il consiglio è valido soprattutto per chi ha già problemi (tipo scoliosi, ernie, ecc.). Ma a questo punto comprate il veicolo con il suo sedile normale, uno medio, e quando cambiate il camion vi portate il sedile sul mezzo nuovo, magari con un rivestimento nuovo. Non c’è ragione per cui un buon sedile, comodo e che vi piace, non debba durare una decina d’anni, naturalmente se avete tenuto bene il rivestimento o lo avete sostituito. In questo caso date fondo ai risparmi e spendete quel che c’è da spendere. Ricordate che alla scelta del sedile, tra prove, depliant e listini, dovete dedicare almeno un paio d’ore. E magari fate questa scelta insieme a quella della branda! Meglio spendere 500 euro in meno in una personalizzazione banale (un bel mandorlato qua e là, per esempio) e destinarli, tutti, al sedile. Quello di guida naturalmente!

I TRE CONSIGLI CHIAVE

1. Viaggiate sempre da soli? Scegliete la classica panchetta per il lato destro e tutto quello che risparmiate usatelo per il vostro sedile.

2. Vi piace in pelle? OK! Ma prendetelo riscaldato. Sedersi d’inverno su una cosa fredda, che resta tale a lungo, non fa bene alla schiena.

3. Siete in dubbio tra le molte versioni? Non comprate a scatola chiusa. Prima di acquistare il veicolo, provateli e senza avere troppa fretta visto che lì sopra, poi, ci passerete intere giornate

PER CONOSCERE MEGLIO

Ammortizzare è meglio che soffrire
 
Il guidatore, su un camion moderno, è isolato dalle asperità della strada e dalle vibrazioni della meccanica, da più tipi di sospensione. Anzitutto, ci sono quelle del veicolo, di solito balestre all’avantreno; poi quelle della cabina (solitamente pneumatiche, anche se sta prendendo piede la più leggera ed economica configurazione mista “meccaniche davanti-pneumatiche dietro”); infine quelle del sedile (pneumatiche). Ma c’è anche la sospensione del cuscino del sedile stesso e il naturale movimento, millimetrico, dato dalla plasticità dei glutei e delle cosce, soprattutto quando i muscoli non sono in tensione. Questo complesso smorza quasi tutte le vibrazioni. Ognuno è “progettato” per frequenze differenti. Sono solo quelle al di sotto di 5-8 Hz (oscillazioni al secondo) a passare: sono i movimenti evidenti, che percepiamo con lo spostamento del nostro peso.

 PER ORIENTARSI MEGLIO

Consiglio: “sfruttate” il camion degli altri

In tanti anni trascorsi all’interno di questo mondo (scusate l’inciso personale), non mi è mai capitato di sentirmi rispondere con un rifiuto secco. A cosa? A provare il sedile del camion di amici, colleghi o chicchessia. Certo, il tutto va fatto con discrezione. Però, vale la pena. Sia che capiti in un piazzale, sia in una fiera (dove è scontato che nessuno vi dirà di “no”), investite qualche minuto per rendervi conto di cosa offra il mercato in fatto di sedili. Una piccola frazione di tempo che vale certamente cinque anni di scomoda seduta.



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Da Uomini e trasporti -- Anno XXV n. 223 Dicembre 2006
Martedì, 12 Dicembre 2006
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