(ASAPS) PHILADELPHIA (USA) – Sarebbero i
genitori, in modo particolare i padri, con livelli di scolarità più bassi ad
incidere in maniera estremamente negativa sulla sicurezza stradale. Lo rivela
uno studio realizzato dall’ospedale pediatrico di Philadelphia, in Pennsylvania
(USA), i cui ricercatori hanno lavorato insieme alla compagnia di assicurazioni
State Farm Insurance. Secondo i risultati dell’indagine, sarebbe proprio la
mancanza di cultura a spingere i genitori a non fare uso dei sedili per
bambini, che incidono positivamente – lo sappiamo bene – nell’abbassamento dei
rischi di lesione e morte in danno dei passeggeri più piccoli in caso di
incidente stradale. I fattori socio economici, dunque, sono anche nel campo
della sicurezza stradale la causa principale dei danni, esattamente come in
qualsiasi altro comparto sanitario: si pensi ai contagi delle grandi malattie,
alla prevenzione disattesa per le patologie neoplastiche o alle misure di
sicurezza nei luoghi di lavoro, piaghe crescenti nei paesi più poveri del mondo
e nelle aree cosiddette degradate anche dell’occidente industrializzato. La
conclusione dei ricercatori, è dunque quella che solo una crescente educazione può
invertire la tendenza e restituire ai bambini di età fino a 9 anni, trasportati
sui veicoli privati, standard di sicurezza adeguati. Secondo il Pediatric
Hospital, che ha analizzato un campione di sinistri giudicato estremamente
rappresentativo anche dalle riviste scientifiche che hanno pubblicato i
risultati dell’inchiesta, i bambini inseriti in contesti familiari con degrado
culturale, hanno il 27% di possibilità in più di morire o di riportare lesioni
gravi permanenti: i piccoli tra 4 ed 8 anni, sono quelli che soffrono le
lesioni maggiori dal mancato uso dei dispositivi di sicurezza, nonostante il
65% di loro utilizzassero le cinture di sicurezza per adulti al momento
dell’impatto. È questo un segnale di cui i ricercatori hanno tenuto ben conto:
c’è la consapevolezza che “serve” stare allacciati al sedile, ma c’è ignoranza
sul fatto che ogni corpo, in relazione alla propria fisionomia antropometrica,
ha bisogno di dispositivi su misura. Dal piano puramente scientifico a quello
sociale, il passo è stato breve: il pool di studiosi ha rilevato che i bambini più
a rischio sono quelli afroamericani, con padre di età maggiore dei 35 anni e
con reddito familiare fino a 20mila dollari. La dottoressa Flaura Winston, che
ha coordinato l’attività del team, ha segnalato che “le campagne educative finora realizzate non si sono dimostrate
sufficienti. Molti padri – ha detto – si
pongono le domande giuste, ma non hanno le giuste risposte”. (ASAPS) |
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