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Articoli 13/12/2006

Motor Show - Due chiacchiere del Centauro con i personaggi dello sport


Max Biaggi e Giancarlo Fisichella


Sono tanti i personaggi sportivi ed i grandi piloti che sfilano ogni anno sotto le tribune del Motor Show. Alcuni di questi sono stati raggiunti anche dai redattori de “Il Centauro” che ne hanno approfittato per rivolgere qualche domanda.
Il primo “a portata di tiro” è Giancarlo Fisichella, il pilota italiano di Formula Uno che più di tutti si sta facendo distinguere per i suoi successi sportivi.

Giancarlo, per la prima volta il Motor Show è entrato ufficialmente nella rete dei saloni internazionali dell’auto. Possibile che ogni anno ci siano così tante novità auto-motoristiche da presentare al grande pubblico?
“Credo sia una delle poche occasioni in cui migliaia di persone possono vedere da vicino tutti i modelli d’auto in circolazione e addirittura provarne alcuni. Del resto, il bagno di folla a cui si assiste significa che la passione per le auto ed i motori supera quelle che sono le sole novità o le anteprime che pur riscuotono tanta curiosità tra la gente.”

Nel campo della Formula Uno sono frequenti le innovazioni per ciò che riguarda la sicurezza, ma quanta tecnologia viene poi “esportata” sulle auto da strada?
“Le esperienze ed i sistemi tecnologici che hanno dato buoni esiti sulle auto da corsa spesso e volentieri vengono riportati sui veicoli stradali. Certamente non è possibile impiegare la stessa tecnologia sia per gli elevati costi sia per la difficoltà di adattamento su auto concepite per la guida normale. Ciononostante, anche se non tutti lo sanno e non  se ne accorgono quando salgono in macchina, molti sistemi e accessori provengono proprio dalla Formula Uno.”

Fisichella, tu conosci la strada sia dentro un circuito che fuori e sai bene quanto bisogno di sicurezza stradale vi sia. Cosa ne pensi?
“Credo che questo sia un grande valore da rispettare e far rispettare. Purtroppo sono tante le persone che schiacciano l’acceleratore senza pensare alle terribili conseguenze che ne potrebbero derivare o bevono alcolici in maniera smisurata coi rischi che tutti ben conosciamo. Più buon senso e maggiore prudenza sono requisiti indispensabili per chi guida.”

Toglici una curiosità, ma un campione come te usa solo la macchina?
“Assolutamente no! Amo immensamente andare in moto anche se la mia passione più grande è la bicicletta. E’ un modo salutare per tenersi in forma e vedere la strada in un’ottica diversa e certamente più rilassante.”

Un personaggio molto discusso ma che suscita sempre una certa ammirazione è Flavio Briatore, il quale non abbisogna di alcuna presentazione.

Flavio, ora ti metti a tenere lezioni all’università sul made in Italy, ma cosa puoi dire?
“Cominciamo allora col dire che un italiano come me che vive all’estero si sente più italiano di uno che ci vive ogni giorno, perché ha l’indiscutibile vantaggio di vedere come siamo considerati quando otteniamo successo in campo professionale o sportivo. Spesso e volentieri, quando vado agli appuntamenti internazionali automobilistici, vengono premiati giovani piloti italiani che nel nostro Paese magari non si vedono citati nemmeno nell’ultima pagina di un giornale sportivo. Bisognerebbe riconsiderare e valutare innanzitutto in casa nostra il made in Italy.”

Quando si parla di Briatore si associa sempre una parola che sembra quasi un’offesa: lusso.
“E’ una cosa che onestamente mi sta molto stancando. Vorrei proprio sapere cosa pensa realmente la gente: quando uno può scegliere se indossare un paio di scarpe comode o meno comode dimmi tu cosa sceglie. Probabilmente si parla così quando ci si rende conto della propria incapacità ad avere successo e si soffre di gelosia. Per questo motivo, personalmente, alzo le spalle e vado avanti lo stesso per la mia strada.”

Cosa pensi, invece, di quel che succede sulle strade italiane?
“Credo che l’uomo sia il protagonista principale della strada e dunque tocchi a lui saper salvaguardare la sua sicurezza, non è possibile andare sempre a scovare ragioni in altre parti. In quest’ottica apprezzo ed ammiro sinceramente il lavoro delle forze di polizia, che si sacrificano ogni giorno per darci un pizzico di sicurezza in più. Se forse avessimo maggiore rispetto di loro e del lavoro che svolgono, tanti incidenti oggi non accadrebbero.”

Il turn over termina con Max Biaggi, celebre campione motociclistico che da poco più di un anno non corre più nella categoria MotoGP, ma non ha smesso di correre. Infatti, parteciperà quest’anno alla SuperBike a bordo di una Suzuki.
“Certo, la vita è fatta di cambiamenti ma la passione per le moto rimane e le soddisfazioni è sempre possibile trovarle anche in altre categorie.”

I giovani amano le due ruote ma spesso non ne colgono appieno le potenzialità ed anche i rischi.
“Succede quando si ha fretta di imparare ad andare in moto o non si valuta che la strada è diversa da una pista. Per questo occorre maggiore attenzione e una preparazione costante e sempre attenta alle tematiche di sicurezza stradale”

Al di là dei tuoi progetti sportivi, continuerai ad andare in moto anche al di fuori dei circuiti?
“L’ho sempre fatto e continuerò a farlo, nel rispetto delle regole e soprattutto di tutti gli altri utenti della strada.”


© asaps.it
Mercoledì, 13 Dicembre 2006
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