IL GAZZETTINO Il voto bipartisan e unanime che ha
accompagnato il progetto di legge "proibizionista" è difeso dai
politici regionali che non arretrano di fronte alle polemiche: «È un nostro
dovere morale» Destra e Sinistra
unite: «Le lobby non ci fermeranno»
Variati (Margherita):
«Ci si può divertire anche senza abusi». Cortelazzo (An): «Se di notte uno ha
bisogno di bere, ha dei problemi e va fermato» Nessun cedimento, nessun ripensamento:
centrodestra e centrosinistra non sono mai stati così vicini, uniti e compatti
nel difendere il progetto di legge votato all’unanimità dalla Terza commissione
del Consiglio regionale veneto. Consapevoli che le polemiche non si fermeranno
qui, che si metteranno in moto lobby e pressioni di vario tipo per far cambiare
idea ai sessanta consiglieri regionali che dovranno votare il progetto. Ma i
dieci consiglieri della commissione su due punti non intendono mollare di un
centimetro: orari di apertura e chiusura delle discoteche e limite oltre il
quale non si potranno più vendere alcolici. Achille Variati, vicepresidente del
Consiglio regionale e autorevole esponente della Margherita, non ha dubbi: «Non
è una decisione presa sull’onda dell’emotività, ma su basi tecniche e scientifiche.
Abbiamo interpellato tecnici sull’alcolismo, sugli effetti nell’attenzione di
guida, su come incidono negli incidenti stradali. E la ricetta è stata unanime:
incidere sugli orari». Gli esercenti però avanzano un’obiezione su
tutte: così si scaricano su di loro le responsabilità per una crisi di valori
che porta i giovani a ricercare lo "sballo" da sabato sera. «Ma il
Consiglio regionale - replica Variati - deve cercare di operare per il bene
comune, non per questa o quella categoria. Ma abbiamo ben presente che si deve
intervenire anche sul fronte della formazione e della consapevolezza culturale;
per questo nel bilancio regionale vogliamo far inserire uno specifico capitolo
contro gli abusi dell’alcol. Sarà un programma complesso che coinvolgerà le scuole
e varie istituzioni». I ragazzi in cerca di alcolici però potrebbero
"migrare" nelle regioni vicine: «Abbiamo pensato anche a questo,
infatti impegneremo la giunta regionale ad attivare un tavolo di lavoro con le
giunte delle Regioni vicine perché queste indicazioni diventino interregionali.
Come responsabili della cosa pubblica non possiamo limitarci a guardare i morti
sulle strade e una progressiva degenerazione dei messaggi indirizzati alla
gioventù. Non pensiamo di essere dei moralizzatori, ma la legge ci consente di
agire con questi strumenti e noi lo facciamo: è indice di responsabilità del
legislatore regionale dare precisi segnali». Variati però non si fa
illusioni, sa che la strada per arrivare all’approvazione definitiva del
progetto di legge sarà lunga e piena di ostacoli: «In aula ci sono 60
consiglieri, alcune lobby si metteranno in moto e ci aspettiamo un dibattito
non semplice. Ma per quanto mi riguarda sono molto deciso: ci si può divertire
anche senza abusare dell’alcol. Tra l’altro abbiamo visto che tutta una serie
di iniziative intermedie del tipo "premiamo chi guida senza bere",
cose peraltro sagge e avallate anche da gestori responsabili, non hanno portato
a grandi risultati. È vero che "fatta la legge, trovato l’inganno":
ma un’azione come quella che proponiamo, e che potrebbe magari avere anche un
carattere sperimentale, avrà sicuramente qualche risultato in più. Come per il
divieto di fumo: certo, molti continuano a fumare, ma si sono comunque attivati
meccanismi virtuosi». (*) Nè bastano le parole del ministro Paolo De
Castro a far cambiare idea al suo collega di schieramento: «È verissimo che un
buon bicchiere di vino fa parte dei piaceri della vita - dice Variati -. Ma qui
stiamo parlando di un’altra cosa: di un abuso durante le ore notturne da parte
di giovani che si spostano per centinaia di chilometri assonnati e instupiditi.
De Castro sa bene quanto l’alcol per gli adolescenti sia dannoso». Dal centrosinistra al centrodestra, la linea
del rigore non cede di un passo: il capogruppo di An Piergiorgio Cortelazzo ha
firmato il progetto di legge insieme a Variati e ad altri otto consiglieri di
Forza Italia, Progetto Nordest, Ds, Lega. E ci tiene a sottolinearlo: «Non c’è
una primogenitura in questa iniziativa, è nata in seguito a un’intenzione
unitaria e come tale vogliamo che prosegua nell’iter in Consiglio». Il ragionamento di base è semplice: «Più
allarghi la maglia dell’apertura dei locali, più i ragazzi usciranno tardi, più
si riempiranno di alcolici perché il fine della serata non sarà il
divertimento, ma lo stordimento. Trent’anni fa mica si andava in discoteca a
mezzanotte: perché adesso sì? E non eravamo certo ragazzi imbolsiti o che non
sapevano scatenarsi nel divertimento. Non abbiamo l’ambizione di risolvere il
problema sociale di alcuni valori che sono venuti a mancare: ma ci proviamo. E
ovvio che ci dovranno essere altri provvedimenti che accompagneranno questi
divieti trattando l’aspetto sociale del problema». Anche Cortelazzo si aspetta
una battaglia in aula nonostante l’unanimità del voto in commissione: «Ci sono
50 consiglieri da convincere, e ci saranno sicuramente pressioni di tutti i
tipi da parte di lobby commerciali o di altri. Ma mi auguro che la compattezza
della commissione si trasferisca in Consiglio per tentare di respingere forze
estranee; in caso contrario, anticipo fin da ora che io non sono disposto a
transigere, non accetterò mediazioni sugli orari di apertura e sui limiti orari
di vendita di alcolici. Altrimenti voterò contro o, addirittura, farò filibusteringnei
confronti di una legge stravolta. Non accetto il gioco degli esercenti per il
quale ognuno deve pensare al proprio orticello. Se all’1 di notte un ragazzo ha
l’assoluta necessità di bere, forse ha qualche problema: perché se uno ha sete,
beve acqua. Bere alcol all’1 di notte significa ricercare lo
"sballo", e noi abbiamo il dovere morale di impedirlo perché rischia
di far male a sè e agli altri. Non è una questione di libertà che viene meno:
se uno ha necessità di fare 30 chilometri in auto all’1 di notte per cercare un
po’ d’alcol, vuol dire che è alcolizzato. E va fermato». (*) Nota: aspettiamo a rallegrarci quando la proposta della Terza commissione del Consiglio regionale veneto diventerà legge. In ogni caso è un buon segnale che una proposta sia stata portata avanti all’unanimità, e che il tutto sia avvenuto in una regione in cui le lobby alcoliche influenzano le scelte pubbliche. IL GAZZETTINO Scoppia la polemica sul Progetto di legge
regionale che impedirà la vendita di vino e birra dopo l’1 di notte e cambierà
gli orari dei locali pubblici «Veneto incosciente, no ai divieti
sull’alcol» Il ministro De Castro: «Eccesso di entusiasmo
salutista». E gli esercenti si ribellano: «Paghiamo noi per la crisi morale dei
giovani» Ogni rivoluzione porta con sè una reazione.
Così anche la storica decisione della Terza commissione regionale del Veneto di
vietare la vendita di alcolici dopo l’una di notte ha immediatamente provocato
un’alzata di scudi. Su tutti, il ministro per le Politiche agricole, alimentari
e forestali, Paolo De Castro che ieri era proprio in Veneto, a Susegana: «Spero
che la Regione Veneto non sia così incosciente da proporre cose del genere».
Un giudizio netto, che evidentemente prescinde dal fatto che il progetto di
legge sia stato approvato all’unanimità da politici di centrodestra e
centrosinistra. «Il divieto di vendita di alcolici dall’una alle 6 - spiega De
Castro - è una di quelle iniziative che possono essere stimolate da un eccesso
di entusiasmi salutistici, ma bisogna stare attenti perché vino significa anche
qualità della vita e, nelle dovute dosi, un contributo ad una vita sana. Quindi
penso e spero che anche la Regione non modifichi l’impianto che noi stiamo
cercando di portare avanti». Prima ancora dei politici, ovviamente, sono
stati gli esercenti ad alzare le barricate. Anche perché passato il primo
momento di sorpresa di fronte al progetto di legge regionale, hanno cominciato
a studiarlo nei dettagli e si sono accorti di un’altra novità: il divieto di
vendita di alcolici dopo l’1 di notte riguarda non solo i pubblici esercizi, ma
anche gli alberghi. Niente più bicchiere della staffa per i turisti prima di
andare a dormire, quindi. «Forse perché pensano che gli ascensori possano
essere pericolosi», ironizza Ernesto Pancin, direttore dell’Associazione
pubblici esercenti di Venezia. (*) Le bottigliette di whisky nei frigobar delle
camere comunque resteranno a disposizione: nessuno farà irruzione all’una di
notte. Ma gli esercenti però hanno poca voglia di scherzare: «Sarà anche vero -
spiega Pancin - che la Terza commissione ha ascoltato commercianti, vigili,
medici e esperti: ma non sullo stesso argomento. A noi nessuno ha mai posto la
questione degli orari e della vendita di alcolici. Se lo avessero fatto,
avremmo fornito informazioni utili ad affrontare il problema; parlando con chi
sta dietro il banco avrebbero avuto informazioni sui giovani e sulle famiglie
che neanche immaginano». È questo il punto, sostengono gli esercenti:
facendo scattare il "proibizionismo" all’1 di notte si andrebbe a
colpire chi in realtà fa qualcosa per tutelare la salute pubblica. «I
commercianti ad esempio non possono dar da bere a persone ubriache, e molti
locali autonomamente stanno anticipando l’orario di "decompressione",
quello in cui si abbassano i decibel della musica e si interrompe la
somministrazione di bevande alcoliche. Ma questo proibizionismo non porta a
nulla». Il problema secondo i commercianti non sta nei
locali, ma nelle abitudini dei giovani. «La questione degli orari è anacronistica
- accusa il direttore della Confcommercio provinciale di Venezia, Danilo De
Nardi -; anche i programmi Rai una volta finivano alle 23, e adesso ce ne sono
alcuni come "Ballando con le stelle" che finiscono all’1. Sono
cambiate le usanze, non è possibile tornare indietro. Si deve ragionare invece
su una moralizzazione nella famiglia, nella scuola. Anticipando la chiusura si
rischia solo di anticipare l’ora degli scontri. E si fa in modo che i giovani
vadano da un posto all’altro dieci chilometri oltre i confini regionali: in
mezz’ora si arriva in Friuli o in Emilia, e si rischia di peggiorare la
situazione. E anche qualora Friuli, Emilia o Trentino si adeguassero, i ragazzi
andrebbero a Portorose o in Austria». Quali potrebbero essere, allora, le alternative?
«Più controlli fuori dai locali. E in ogni caso bisogna cominciare a diffondere
una sana cultura in modo da spiegare ai giovani che lo sballo è brutto, i
valori della vita sono altri. Lo stordimento è solo ridicolo. Purtroppo c’è una
crisi della famiglia e la si vuole scaricare sugli esercenti». I gestori di discoteche e di pub rivendicano
il loro ruolo di "vigilanti", e avvertono che i danni potrebbero
essere maggiori dei benefici: «Si creerà questo meccanismo: i ragazzi ceneranno
entro le 11, poi caricheranno l’auto di cassette di alcolici e se li andranno a
bere in giro. Perché comunque in giro qualcosa si trova: feste private, centri
sociali che sfuggono alle regole». E poi - sostengono i gestori - chi ha il
vizio vero non si ferma certo per questi limiti. I veri bersagli non verrebbero
toccati: si creerebbe solo un abusivismo più diffuso. Ma i gestori sarebbero
disposti anche ad assumere un ruolo ancora più attivo nel controllo a fini
preventivi? «Assolutamente sì - assicura Pancin -; non avete idea di quanti
sono gli esercenti che chiamano i genitori per avvertirli degli eccessi del
loro figlio». (*) Nota: è un’ironia fuori posto. Qualche giorno fa un turista inglese ubriaco è morto cadendo dal quarto piano di un albergo romano. IL GAZZETTINO (Treviso) LA PROTESTA CONTRO LA PROPOSTA DI LEGGE
REGIONALE «No al proibizionismo». In discoteca scatta la
contestazione E’ un deciso "no al proibizionismo"
la prima reazione dei gestori dei locali trevigiani e degli organizzatori di
eventi della nostra provincia alla proposta di legge regionale che vieterebbe
la vendita di qualsiasi tipo di alcolici dopo l’una di notte. L’abuso di alcol
non può essere eliminato con restrizioni di orario, ma piuttosto con campagne
di sensibilizzazione che sviluppino nei giovani un po’ di senso civico,
maggiori controlli sulle strade e un adeguato servizio di trasporto notturno. "Non
credo che la soluzione sia proibire, - dice Gianluigi Potenza, direttore di
produzione dello Zion rock club di Conegliano, - si anticiperebbe soltanto
l’orario di consumo degli alcolici". "Non sono per nulla convinto che
i giovani si ubriachino nei locali, - conferma Gabriele Vian del New Age di
Roncade, - è difficile facciano più di una consumazione, piuttosto hanno delle
bottiglie in auto". (*) Con iniziative come questa "scatta un
pericoloso gusto del proibito che aumenta l’abusivismo - commenta Fabio
Crivelli del Santi Angeli Music House di Giavera del Montello, - come si fa a
controllare tutti i locali della Provincia quando le forze dell’ordine non sono
sufficienti?". Sono per la libertà individuale anche gli organizzatori di
eventi, "credo nelle scelte che ogni persona fa consapevolmente, - dice
Enrico Vesco del Sonny Boy Management, - e per ridurre gli incidenti causati da
abuso di alcol dovrebbero essere sviluppati i trasporti pubblici".
Affidarsi ad un servizio di trasporto che assicuri un tranquillo ritorno a casa
è l’opinione anche di Paolo Casteller del Good Devil pub di Varago di Maserada:
"bisogna fornire dei servizi alternativi per tornare a casa, come autobus
e taxi ad un prezzo accettabile. E va insegnato ai giovani un principio molto
semplice, chi beve non guida, applicando delle pene severe". Di
sensibilizzazione parla Andrea Maroelli di Officine per lo Spettacolo di San
Vendemiano, "affrontare il problema in questo modo credo sia cercare di
risolverlo solo a metà. Forse da un lato limiterà il consumo di alcool ma
dall’altro non va alla radice del problema. Ci sono poche iniziative che mirano
ad educare al senso del limite e al bere consapevole". I titolari delle
discoteche trevigiane, colpiti da un’ulteriore restrizione di orario, apertura
entro le 22 e chiusura non oltre le 3, sono sulla stessa linea. "Si
incentiva l’abusivismo, che è già un problema molto grave per i locali. Il
problema è che ci vorrebbero più controlli sulle strade, o meglio una presenza
maggiore di pattuglie per assicurare l’ordine e aiutare i gestori. Prevenire è
la soluzione, non proibire, - commenta Giannino Venerandi, titolare
dell’Odissea di Spresiano. "Non è tanto l’orario di apertura a farci
paura, - dice Marco Pegorer dell’Havana di Treviso, - noi apriamo già alle 22.
Il punto è che ci sono molti disco pub che forniscono musica fino alle 2 di
notte e sono ad ingresso gratuito. Se ci fanno chiudere alle 3 allora è giusto
che in questi locali la musica si spenga a mezzanotte". Nelle discoteche
ormai non si entra prima di mezzanotte - l’una, "è un dato di fatto,
bisognerebbe cambiare sistema, ma ad oggi nessuno va a ballare presto,
soprattutto il venerdì sera", sottolinea Emilio Semenzin per il Naomi di
Villorba. (*) Nota: se i giovani bevono soprattutto fuori dei bar non si spiega la preoccupazione degli esercenti di fronte all’ipotesi di una limitazione delle vendite. IL GAZZETTINO (Padova) La proposta di legge
veneta che vieta la vendita di alcol dall’una alle 6 bocciata dagli
esercenti «Il proibizionismo non serve» Alajmo: «Così si
rafforza solo il pendolarismo notturno verso le altre regioni»
Il progetto di legge regionale contro l’abuso
di alcol non piace alla categoria dei pubblici esercizi. Il testo dell’art. 6
del disegno di legge n. 117 prevede, infatti, il divieto di vendere e fare
consumare bevande alcoliche e superalcoliche dall’una alle sei del mattino.
Norma che riguarderà: bar, pub, locali serali e notturni, discoteche,
ristoranti, pizzerie e trattorie. Il primo gennaio di ogni anno, poi, il
divieto si applicherà dalle 2 alle 6 del mattino.«Tali limitazioni alla vendita
e alla somministrazione di alcolici e superalcolici - sbotta Erminio Alajmo,
presidente regionale della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) -
Confcommercio, associazione che nel Veneto rappresenta circa 20 mila imprese e
oltre 120 mila addetti - hanno immediatamente sollevato un coro unanime di proteste
e la necessità di far capire al legislatore che un divieto simile produrrà come
unico effetto quello di penalizzare enormemente la categoria dei pubblici
esercizi della nostra regione. E’ evidente che chi vorrà bere, dopo l’una di
notte, lo potrà fare comunque e ovunque, tranne che in un bar, ristorante od
altro pubblico locale del Veneto. E allora? E’ questa la soluzione pensata
nella nostra Regione per porre rimedio a problemi complessi, di ordine
prettamente culturale e sociale, che interessano fortemente i giovani, come
quello della guida in stato di ubriachezza, o dell’abuso di alcol? Se così
fosse vorrebbe dire che questi gravi problemi sociali dipendono da chi vende
gli alcolici e non da chi, invece, ne fa un uso sconsiderato e dannoso per la propria
salute e per quella degli altri. Ma tutti sappiamo che non è proibendo che si
evita il rischio. Semmai, viste le esperienze del passato, il divieto induce
all’effetto contrario, rendendo inefficaci le imposizioni calate dall’alto».
«Altro aspetto da non trascurare - sottolinea Alajmo - riguarda i danni sulla
competitività del Veneto in ambito turistico con l’aggravarsi del pendolarismo
notturno verso regioni vicine per trovare un maggiore divertimento
enogastronomico. Per queste ragioni - conclude il presidente regionale della
Fipe - abbiamo innanzitutto invitato le massime autorità regionali ad una
attenta riflessione sul provvedimento e sulle sue conseguenze per il nostro
settore e per l’economia del Veneto». Un commento, sul progetto di legge regionale
anti alcol, arriva anche dalla Confesercenti di Padova. «Una delle cause del
bere troppo - afferma il portavoce Mauro Cinefra - potrebbero essere i bar
aperti fino a tardi, ma ovviamente non solo. Una persona se vuole ubriacarsi si
può comprare l’alcol in altri luoghi. Credo che ci voglia un certo equilibrio e
penso che penalizzare troppo i pubblici esercizi non sia giusto». Disegno di
legge che, chiaramente, non è visto di buon occhio dai baristi. Per loro
risponde il presidente del comitato "Bar per il centro", Federico
Contin. «Ancora una volta la Regione - sostiene Contin - va a colpire un
settore già fortemente in crisi. Il problema non è di chi vende da bere, ma
piuttosto di chi consuma l’alcol. Piuttosto ci vorrebbe una legge che vieti la
vendita di alcol ai minori di 18 anni. Per quanto riguarda i locali del centro
storico - termina con una battuta - magari potessero chiudere all’una, visto
che adesso sono costretti a sbaraccare alle 24». I servizi sociali e sanitari in campo per promuovere la qualità della vita QUOTIDIANO SAN BENEDETTO DEL TRONTO Successo per il "Pomeriggio Caldo".
Sempre più vicini agli adolescenti e ai giovani attraverso l’informazione, la
consulenza, l’orientamento verso scelte di vita sane e consapevoli. Grande successo ha riscosso
Un POMERIGGIO CALDO…ASPETTANDO LA NOTTE BOLLENTE “Tutto quello che avreste
voluto sapere su…..sessualità, amore, droghe, alcol e fumo…ora puoi chiederlo!”
organizzato dall’Assessorato alle Politiche Solidali del Comune di San
Benedetto del Tronto, in collaborazione con l’Ambito Territoriale Sociale 21 e
l’Asur Marche-Zona Territoriale 12. Nella centrale Piazza Giorgini, 8 postazioni
con altrettanti servizi del territorio (Unità di strada, Servizio Risposte
Alcologiche, Centro giovani, Informagiovani, Easy Contact, Consultorio Giovani,
Ser.T., Rete dei CAG) hanno accolto centinaia di giovani per offrire loro
materiale informativo e gadgets con slogan preventivi su tematiche di interesse
per la salute dei giovani. L’evento, che si è svolto ieri con il
patrocinio della Regione Marche e della Provincia di Ascoli Piceno, ha offerto
vari servizi, sia diretti che “a distanza” in moda da poter raggiungere il
numero più alto di giovani. Infatti oltre al Meeting Point allestito
presso la Rotonda di San Benedetto del Tronto con Stand Informativi e
performances di skaters e break-dance, è stato allestito un servizio “virtuale”
e a distanza con attivazione di una linea telefonica voce (Phone4U), di una
linea SMS (Onehour4U) e di una CHAT line (Chat4U) con risposta su quesiti
riguardanti amore, sessualità, fumo, alcol, droghe. Molto apprezzato anche
l’Happy Hour dedicato alla salute…con thè e cioccolato caldo, analcolici a
basso prezzo (come concordato con Confesercenti e Confcommercio), acqua ed un
piatto di pennette gratuite, grazie alla collaborazione con il locale Istituto
Alberghiero e con il Conad. L’iniziativa ha offerto l’opportunità di far
conoscere le attività del Consultorio Giovani e del Consultorio Familiare che
si trovano in Via Manzoni, 38 e che, per l’occasione, sono stati aperti dalle
17 alle 20,00)con all’interno un percorso informativo (proiezione video,
cartelloni illustrati, materiali informativo vario, esperti a disposizione). Per finire, l’attività di informazione e
consulenza si è spostata nei locali del divertimento (Sugo, Morrison e
Florentia) dalle 22 in poi con postazioni mobili per la distribuzione di
gadgets, materiali informativi e offerta di dispositivi interattivi (es.
etilometro, test dei riflessi….). “Un ringraziamento particolare – sottolinea l’assessore Loredana Emili – va a tutte le organizzazioni pubbliche e private, che hanno contribuito alla riuscita dell’evento che anticipa la prossima Notte Bollente prevista per il Maggio 2007 e che, con l’aiuto della temperatura più calda, permetterà il prolungamento delle iniziative fino a tarda sera”. IL TEMPO FIUGGI Pomeriggio di grande intensità ieri in occasione della presentazione del nuovo libro di Siro D’Amico «Lassà n’impronta». La manifestazione si è svolta nella sala Carlo Cerruti del Villaggio dell’Anca, grazie al contributo e all’impegno del Dott. Vito Grazioli, presidente dell’associazione che, da anni, combatte la dipendenza dall’alcol. La prima parte dell’evento è stata dedicata alla sensibilizzazione per la lotta contro questa forma di dipendenza, tema particolarmente delicato in una città dove tale fenomeno risulta essere molto esteso. Il presidente Grazioli, pertanto, ha aperto la serata proiettando un toccante video di Gian, ex alcolista da poco scomparso, che era impegnato al fianco dell’associazione stessa. Emozionante, ancora, la testimonianza diretta di una donna, in cura presso la nuova struttura dell’Anca, che a febbraio terminerà il suo primo anno di terapia e pianterà, come consuetudine, il suo albero come segno di crescita della propria persona. Dopo questo primo momento, si è passati alla presentazione vera e propria dell’ultima opera in versi del celebre Siro D’Amico. Una raccolta di poesie dialettali che racconta, con l’ironia e la durezza del linguaggio fiuggino, la memoria e le tradizioni della comunità anticolana. Sentiti ringraziamenti per il solito impegno dell’autore sono arrivati da Giorgio Nerone, critico cinematografico e letterario, che ha curato la prefazione del libro intitolata «Le chiavi del paese». La serata, poi, si è conclusa i con il solito entusiasmo e la brillantezza di un Siro D’amico in serata di grazia. Il momento più divertente per il folto pubblico accorso è stato certamente il duetto tra l’autore ed il sindaco Bonanni, presente in platea. Giocando sulla «parsimonia» del primo cittadino, D’Amico ha voluto leggere la poesia a lui dedicata "La statua", suscitando il coinvolgimento dei presenti. Altrettanto divertenti le strofe, rigorosamente in stretto fiuggino, interpretate da una rappresentanza della compagnia teatrale dialettale della città che hanno chiuso la serata regalando allegria a tutti gli intervenuti. IL GAZZETTINO (Pordenone) Mentre diminuisce il numero dei furti nel 2006 aumentano
le truffe ai danni di anziani
Incidenti, il pericolo alcol
Allarme dei
Carabineri: sempre più le donne ubriache al volante
Pordenone Diminuiscono in provincia di Pordenone, nel
corso del 2006, i furti e le rapine, ma cresce il numero di truffe, soprattutto
informatiche: il bilancio è stato stilato ieri dal comandante provinciale dei
Carabinieri, colonnello Fabio Antonazzo, nel corso del tradizionale incontro
prenatalizio con la stampa. «I furti sono scesi di circa il 9per cento - ha
precisato Antonazzo - diminuendo nel totale di oltre 300 unità. Anche le rapine
sono scese di dieci unità, ma va sottolineato che quelle di tipo classico, ai
danni di banche e poste, sono pochissime rispetto al passato, mentre sono
aumentate quelle improprie e con strappo». Antonazzo ha inoltre fatto rilevare l’aumento del controllo del territorio da parte dell’Arma: le persone identificate nel corso del 2006 sono state in totale circa 62mila, rispetto alle 51mila dell’anno scorso, e sono stati fermati e controllati 55mila veicoli, 11mila in più del 2005. «Anche grazie a questa attività - ha precisato il comandante - ci sono state più denunce e più arresti e il livello di sicurezza percepito dalla cittadinanza appare abbastanza buono». Altro dato allarmante è quello relativo al consumo di alcolici: sempre più spesso gli incidenti stradali sono causati dal loro abuso, che vede vittime molti giovanissimi, soprattutto ragazze. IL SECOLO XIX Morta dopo i
maltrattamenti
La figlia in ospedale
psichiatrico
LA MISURA PREVENTIVA del ricovero coatto in un
ospedale psichiatrico è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari
ed eseguita ieri mattina dai carabinieri nei confronti della donna di 50 anni
accusata di aver maltrattato, al punto da causarne la morte, l’anziana madre in
un appartamento di Cogoleto. Il trasferimento nella struttura sanitaria, di
Castiglione delle Stiviere a Mantova, chiesto e ottenuto dal sostituto
procuratore Sabrina Monteverde, è stato reso necessario dalla pericolosità
sociale della donna e in particolare dai rischi corsi dalla figlia, di dodici
anni, in caso di convivenza con la madre. La piccola è stata affidata al padre.
La donna, che da tempo soffre di alcolismo, è seguita dall’avvocato Simona Correa
che ha già preannunciato il ricorso al tribunale del Riesame contro la misura
provvisoria di sicurezza. Il sostituto procuratore ha altresì richiesto
al gip l’audizione, in incidente probatorio, della figlia dell’indagata: una
anticipazione del processo, in presenza di uno psicologo, che di solito viene
disposta per evitare alla vittima di abusi e maltrattamenti il dramma di un
procedimento giudiziario lungo e drammatico. Rispetto a questa possibilità,
l’avvocato Simona Correa si è opposto. La decisione del gip sulla questione è
attesa nelle prossime ore. Le indagini dei carabinieri proseguono nella ricostruzione dei fatti che hanno portato, la sera del 2 dicembre, alla morte in casa dell’ottantasettenne, milanese residente a Cogoleto dalla scorsa estate. In un primo momento l’imputazione formulata dagli inquirenti era stata di omicidio volontario, subito dopo derubricata in maltrattamenti aggravati dalla morte, nel caso dell’anziana madre, e dalla minore età, nel caso della figlia. IL SECOLO XIX Picchia brutalmente la
moglie
Arrestato dai
carabinieri movimentato episodio a CORNEO
Taggia. Per sfuggire
al marito, in preda ad un accesso di ira dovuto probabilmente all’abuso di
alcol, si è calata da una finestra, riuscendo poi a chiamare i carabinieri.
L’uomo è stato arrestato. Deve rispondere di vari reati, tra i quali
aggressione a pubblico ufficiale. In manette, ieri mattina, è finito Valerio
Granchelli, 40 anni, di Taggia. Intorno alle 7.30, Granchelli è arrivato nella
sua abitazione di regione Corneo, dove lo attendeva la moglie, di 37 anni, e i
due figli, di 3 e 6 anni. Forse la donna lo ha rimproverato per le sue
condizioni, visto che era completamente ubriaco, in ogni caso il quarantenne ha
avuto una reazione molto violenta: si è trasformato in una vera furia,
iniziando a picchiare brutalmente la moglie. Per diverso tempo la malcapitata non ha avuto
scampo, poi una volta sfogatosi, il marito l’ha chiusa a chiave in una stanza.
Per poi continuare a prendersela con mobili e suppellettili della casa,
incurante della presenza dei figli. La donna ha capito che non sarebbe stata
liberata dalla sua prigionia, e che in ogni caso, una volta uscita, avrebbe
rischiato altre percosse. Per questo motivo ha aperto la finestra e si è calata
dal davanzale, riuscendo ad arrivare in strada. Spaventata e sanguinante, è andata dai vicini
e gli ha chiesto aiuto. Dopo una telefonata al 112, la donna è stata
raggiunta da una pattuglia dei carabinieri di Arma di Taggia. Ai militari ha
spiegato che cosa le era successo, comunque evidente dai segni che aveva
addosso. I carabinieri sono andati nell’abitazione
della coppia per chiedere conto a Valerio Granchelli. L’uomo, alla vista dei
militari, è diventato ancora più violento. Per bloccarlo i carabinieri sono dovuti ricorrere
alle maniere forti. Alla fine hanno avuto la meglio, e Granchelli è stato
arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Un paio di militari hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, così come la moglie dell’uomo, che è stata dimessa con un prognosi di 5 giorni. Granchelli è stato rinchiuso nel carcere di Valle Armea. IL GAZZETTINO (Vicenza) GIUDICE DI PACE Imputato un sessantaquattrenne
di Zugliano. Sentenza a marzo Lite al bar, prende a calci una donna Ora è
sotto processo per lesioni Bassano Si conoscevano a malapena. Ma non si
sopportavano proprio. I fumi dell’alcol hanno fatto il resto. Dalle offese sono
ben presto passati alle vie di fatto. Quella violenta colluttazione, avvenuta
in un bar di Cartigliano il 12 febbraio di tre anni fa, è stata ricostruita
grazie alle testimonianze di alcuni avventori del locale. Sul banco degli
imputati, davanti al giudice di pace di Bassano Giorgio Dioli, siede Giuseppe
Borgo, 63 anni, di Zugliano, dove risiede in via Piazza. Lo assiste l’avvocato
Cristina Giusto. Borgo è accusato di lesioni personali ai danni di Luisella
Trotto, 44 anni, di Bassano. La donna si è costituita parte civile con
l’avvocato Barbara Peghin. Secondo l’accusa Borgo, in evidente stato di alterazione alcolica, avrebbe rivolto pesanti apprezzamenti alla quarantaquattrenne. L’avrebbe accusata di avere la puzza sotto al naso. Luisella Trotto avrebbe risposto per le rime. Scatenando le ire dell’uomo. Borgo l’avrebbe afferrata per un braccio facendole compiere una torsione a 360°. Poi le avrebbe sferrato un calcione in pieno petto. Ne sarebbe nata una colluttazione. Ad avere la peggio è stata la donna. Stando alla ricostruzione compiuta dalle forze dell’ordine, la poveretta avrebbe picchiato con violenza la testa sul pavimento. Luisella Trotto è dovuta ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso di Bassano. Ha riportato un trauma cranico con escoriazioni multiple alla regione frontale, ed una distorsione cervicale. I medici l’hanno giudicata guaribile in venti giorni. La donna ha sporto denuncia nei confronti dell’aggressore. Reclama un congruo risarcimento danni. Il processo è stato aggiornato a marzo per le ultime testimonianze e la sentenza. L’ARENA Dramma a Valeggio.
L’immigrato è deceduto durante il tragitto in ospedale, i carabinieri indagano
sulle ultime ore dell’uomo che era alterato dall’alcol Muore un quarantenne:
è giallo
Arriva a casa e sviene: i medici
trovano due ferite superficiali sull’addome L’uomo sorpreso sulla statale a
Peschiera da tre malviventi L’incontro con la prostituta finisce con la
rapina dell’auto che ha in uso Quando la moglie lo ha
visto rientrare a casa e l’ha sentito lamentarsi, subito non gli ha dato
ascolto, visto che spesso Aziz Nayih, 40 anni, operaio, regolare in Italia,
rientrava sotto il tetto coniugale un po’alterato dall’alcol. Ma quando l’ha visto crollare al suolo svenuto
s’è avvicinata, l’ha girato a pancia in su e ha notato delle macchie di sangue
sull’addome. La donna ha quindi chiamato subito il 118. Sul posto l’ambulanza e
l’automedica. L’uomo è stato intubato e portato in ospedale. Per due volte i
medici hanno tentato di rianimarlo, ma il paziente è morto durante il tragitto
verso l’ospedale di Borgo Trento. Quando a casa di Aziz, in via Santa Maria 7, a
Valeggio sul Mincio sono poi arrivati i carabinieri di Peschiera e della locale
stazione, il marocchino non è stato in grado di dire niente, visto che l’alcol
lo tramortiva. Le ferite secondo il medico che ha visitato l’uomo nella sua
abitazione non sembrerebbero compatibili con un’arma da taglio. Si tratta di
due ferite all’addome, non profonde, che non hanno organi vitali. Eppure le
condizioni del ferito erano parse da subito molto gravi. I carabinieri hanno ricostruito come il
marocchino avesse trascorso le ultime ore prima di fare rientro a casa. L’uomo
è stato notato anche dalla polizia municipale mentre usciva da un bar del
centro, dove il barista ha confermato che si era ubriacato. Aziz, che dal bar è
uscito con un’altra persona, ha poi preso la bicicletta ed è arrivato a casa
poco dopo. La bici ieri sera era «parcheggiata» all’interno dell’abitazione, al
piano terra di una casa promiscua dove al piano terra c’è la cucina e a quello
superiore la camera da letto. La moglie è stata portata in caserma per essere
ascoltata. I carabinieri della sezione investigativa scientifica sono stati a
casa per verificare la versione della donna e eseguire rilievi sulla
bicicletta. Stamattina con la luce del giorno, i militari
ripercorreranno il tragitto fatto dal marocchino, per cercare di capire se
possa aver trovato nel tratto di strada che lo separava dal bar all’abitazione
qualche «trappola» che possa averlo fatto cadere. Oppure se magari proprio per
le sue condizioni Aziz non abbia disturbato qualcuno che poi lo ha ferito con
qualcosa. La sua morte resta tutta da chiarire e a
questo punto anche l’autopsia che il magistrato ha già disposto potrà essere
relativamente d’aiuto. Il tipo di ferite è così superficiale che non avrebbe
molto senso un epilogo tanto grave. Non sarà facile spiegare al titolare della
ditta per cui lavora che la Mercedes che aveva in uso gli è stata rubata alle
3.30 della notte mentre lui se ne stava appartato con una prostituta. È successo venerdì notte. Un veronese
residente in un comune limitrofo a Verona, s’è recato in zona Peschiera e ha
rimorchiato una lucciola. Mentre se ne stava appartato, ha detto alla polizia
stradale, che poi l’ha soccorso, qualcuno gli ha puntato una pistola alla
testa, ha fatto scendere lui e la ragazza dall’auto e dopo essersi fatto
consegnare il portafogli se n’è andato con l’auto. I malviventi erano in tre,
probabilmente dell’Est. Uno quello con la pistola. Subito dopo da quelle parti è transitata la polizia stradale di Bardolino che ha accompagnato l’uomo in questura per la denuncia. Lui, dopo è andato a casa, ha preso la propria auto ed è tornato sul lago per cercare di rintracciare i malviventi deciso a farsi riconsegnare il maltolto. Arrivato al porto di Peschiera ha notato una Mercedes che sembrava la sua, ma aveva targa straniera. Così è entrato nell’unico bar aperto a chiedere informazioni e a raccontare quello che gli era successo. E ieri mattina a colazione, l’argomento teneva banco. CORRIERE ADRIATICO IL FERITO E L’UBRIACO
PESARO - Notte di paura per T. G., 43 anni, residente a Sant’Angelo in Lizzola. L’uomo era alla guida di un’auto e procedeva lungo la provinciale 30 “Montelabbatese” quando, a Chiusa di Ginestreto, per cause in corso d’accertamento da parte della polizia municipale, ha perso improvvisamente il controllo del mezzo, che è finito nella scarpata. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e l’ambulanza del 118. Inizialmente le condizioni dell’uomo erano sembrate preoccupanti, ma poi sono migliorate. Mentre la polizia controllava la viabilità, sopraggiungeva a tutta velocità un’auto che, invitata all’alt, si fermava solo dopo duecento metri. L’automobilista guidava in stato d’ebbrezza. La patente gli è stata ritirata. BRESCIA OGGI CETO. In via Marconi Un ubriaco travolge
una giovane in auto Fugge ma è raggiunto Con la sua auto finisce contro un’altra
guidata da una giovane ragazza e fugge. Poco dopo la polizia stradale lo
rintraccia grazie alla segnalazione della targa e scopre che l’anziano è in
stato di ubriachezza ed è anche ferito. Così anche lui viene ricoverato
all’ospedale di Esine. Il fatto è avvenuto alle 18.30 a ceto, nella centrale
via Marconi. La ragazza vittima dell’incidente è stata a
sua volta ricoverata. Le sue condizioni non sono gravi, se la caverà in una
ventina di giorni. L’uomo è stato denunciato per omissione di soccorso e per guida in stato di ubriachezza. IL GIORNALE DI VICENZA Ubriaco al volante
In furgone centra
segnale e auto in sosta
Alla guida di un furgone in centro storico
vicino è incappato in un paio di lievi incidenti. Protagonista dell’episodio,
ieri alle 12, è stato un bassanese di 47 anni. Mentre transivata su via
Bonamigo ha centrato un segnale stradale. In via Pusterla, invece, è finito
contro il retrovisore di una Smart in sosta. La manovra è stata notata da una
pattuglia della polizia locale. Il tasso alcolemico del guidatore è risultato
doppio rispetto al limite di l
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