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Articoli 20/12/2006

Frenare e fermarsi tra tecnica e pregiudizi



Il più delle volte freniamo per rallentare e non per fermarci, pensiamo inoltre di saper frenare bene, lo diamo per scontato e poi, caso mai, ci pensa lui, l’ ABS, a risolverci i problemi. Frenare è invece il momento della guida che ci vede più impreparati e non solo nelle situazioni di emergenza. Freniamo poco e spesso troppo a lungo, freniamo prima di scalare marcia. Nell’ approssimarci alle curve freniamo con intensità crescente ( prima piano e poi forte) e non decrescente (prima forte e poi piano). Di fronte ad ostacoli improvvisi – improvvisi per noi…- freniamo evidenziando buona prontezza di riflessi ma tecnica approssimativa, preludio di rovinosi epiloghi…Inoltre non abbiamo la percezione delle distanze: sapere in teoria che alla velocità di 100 Km/h lo spazio di arresto è di circa 65 metri a nulla ci aiuta se confondiamo le decine di metri con le centinaia. Perplessi? Proviamo in autostrada a chiedere ai nostri compagni di viaggio la distanza tra il nostro veicolo e quello che ci precede: ne sentiremo delle belle, nonostante la predisposizione delle “ettometriche”, ancora peraltro estranee al bagaglio conoscitivo dell’ utente autostradale medio. Se poi dovessimo riprovare l’ esperimento in città, meglio fermarsi al primo bar per un buon caffè. La cultura del conducente medio in materia di frenata è segnata da due classici: “Frenare dolcemente” e “Mai frenare in curva”. Il primo dei due ci viene propinato in dosi massicce dalle scuole guida, interessate soprattutto a non avere problemi piuttosto che a fornire ai prossimi patentati gli strumenti per risolvere i problemi che si presenteranno nella guida quotidiana. Il secondo ha l’origine rassicurante delle mura di casa, si tramanda da ormai tre generazioni di patentati e ben si accordava con i limiti dinamici delle auto degli anni Sessanta, strumenti ancora stonati che sollecitati da mani e piedi entusiasti per la novità a quattro ruote ma ancora acerbi, si torcevano e ribellavano. Classici da non dare per scontati ma da interpretare. “Frenare dolcemente” Frenare dolcemente è un consiglio da seguire nella guida quotidiana, sia in città che in ambito extraurbano ma a poco ci aiuta di fronte ad un ostacolo improvviso che ci impone di frenare da subito con la massima intensità possibile se l’ auto è fornita di ABS, mentre in caso di mancanza di questo dispositivo, la pressione sul pedale del freno, inizialmente forte ma non “totale”, aumenterà proporzionalmente all’ intensità del trasferimento di carico sull’ avantreno e ciò per evitare bloccaggi delle ruote anteriori: il rischio del bloccaggio in questa fase delle ruote posteriori è pressoché nullo, auto d’ epoca a parte. Di fronte ad un ostacolo improvviso due sono le alternative: frenare ed evitarlo o evitarlo senza frenare. Quando lo spazio è sufficiente opteremo per la prima, diversamente per la seconda. Nella prima ipotesi, se l’ auto non ha l’ A.B.S., l’ostacolo potrà essere evitato solo rilasciando il pedale del freno (l’ auto riacquista direzionalità) e contemporaneamente sterzando. Guidando invece auto dotate del dispositivo antibloccaggio, la tecnica base con A.B.S. (massima pressione sul pedale fin dall’ inizio) non è altrettanto efficace e sicura ad alta velocità dovendo evitare un ostacolo. In questa circostanza il deciso doppio transitorio, abbinato ad una frenata “totale”, determinerebbe un insidioso trasferimento di carico sull’ avantreno.

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Pertanto dovendo evitare un ostacolo o frenare in curva, sarà necessario comunque modulare la frenata per evitare i problemi (sovrasterzo, controsbandata ) derivanti dal trasferimento di carico. Se invece lo spazio tra noi e l’ ostacolo non è sufficiente, l’ unica possibilità è quella di evitarlo solo sterzando, senza frenare e neppure decelerare, per contenere al minimo il trasferimento di carico e prevenire, quindi, una sbandata ancor prima dell’ ostacolo: sbandata impegnativa da gestire e che spesso ne determina altre in successione (contro-sbandata) e (contro-controsbandata) di intensità progressivamente superiori. “Mai frenare in curva” La frenata nella fase centrale della curva può provocare una tendenza sovrasterzante anche brusca, ma nella fase iniziale, soprattutto se la curva è lenta, frenare con intensità decrescente è invece corretto per agevolare l’ inserimento sfruttando la dinamica del trasferimento di carico. L’inserimento in curva coincide con l’inizio dell’ azione sterzante ed è normalmente da individuare alla fine della frenata, ma questa può proseguire anche oltre, purché con intensità decrescente, per evitare l’ innesco di insidiosi sovrasterzi. Sarà così utilizzata nel migliore dei modi la dinamica del trasferimento di carico, funzionale ad ottimizzare la direzionalità dell’ avantreno per inserire l’ auto in curva.

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*Dirigente della Sezione Polizia Stradale, Terni  

© asaps.it

di Francesco Falciola
da "il Centauro" n. 107
Mercoledì, 20 Dicembre 2006
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