Il più delle volte freniamo per rallentare e non per
fermarci, pensiamo inoltre di saper frenare bene, lo diamo per scontato e poi,
caso mai, ci pensa lui, l’ ABS, a risolverci i problemi. Frenare è invece il
momento della guida che ci vede più impreparati e non solo nelle situazioni di
emergenza. Freniamo poco e spesso troppo a lungo, freniamo prima di scalare
marcia. Nell’ approssimarci alle curve freniamo con intensità crescente ( prima
piano e poi forte) e non decrescente (prima forte e poi piano). Di fronte ad
ostacoli improvvisi – improvvisi per noi…- freniamo evidenziando buona
prontezza di riflessi ma tecnica approssimativa, preludio di rovinosi
epiloghi…Inoltre non abbiamo la percezione delle distanze: sapere in teoria che
alla velocità di 100 Km/h lo spazio di arresto è di circa 65 metri a nulla ci
aiuta se confondiamo le decine di metri con le centinaia. Perplessi? Proviamo
in autostrada a chiedere ai nostri compagni di viaggio la distanza tra il
nostro veicolo e quello che ci precede: ne sentiremo delle belle, nonostante la
predisposizione delle “ettometriche”, ancora peraltro estranee al bagaglio
conoscitivo dell’ utente autostradale medio. Se poi dovessimo riprovare l’
esperimento in città, meglio fermarsi al primo bar per un buon caffè. La
cultura del conducente medio in materia di frenata è segnata da due classici:
“Frenare dolcemente” e “Mai frenare in curva”. Il primo dei due ci viene
propinato in dosi massicce dalle scuole guida, interessate soprattutto a non
avere problemi piuttosto che a fornire ai prossimi patentati gli strumenti per
risolvere i problemi che si presenteranno nella guida quotidiana. Il secondo ha
l’origine rassicurante delle mura di casa, si tramanda da ormai tre generazioni
di patentati e ben si accordava con i limiti dinamici delle auto degli anni
Sessanta, strumenti ancora stonati che sollecitati da mani e piedi entusiasti
per la novità a quattro ruote ma ancora acerbi, si torcevano e ribellavano.
Classici da non dare per scontati ma da interpretare. “Frenare dolcemente”
Frenare dolcemente è un consiglio da seguire nella guida quotidiana, sia in
città che in ambito extraurbano ma a poco ci aiuta di fronte ad un ostacolo
improvviso che ci impone di frenare da subito con la massima intensità
possibile se l’ auto è fornita di ABS, mentre in caso di mancanza di questo
dispositivo, la pressione sul pedale del freno, inizialmente forte ma non
“totale”, aumenterà proporzionalmente all’ intensità del trasferimento di
carico sull’ avantreno e ciò per evitare bloccaggi delle ruote anteriori: il
rischio del bloccaggio in questa fase delle ruote posteriori è pressoché nullo,
auto d’ epoca a parte. Di fronte ad un ostacolo improvviso due sono le
alternative: frenare ed evitarlo o evitarlo senza frenare. Quando lo spazio è
sufficiente opteremo per la prima, diversamente per la seconda. Nella prima
ipotesi, se l’ auto non ha l’ A.B.S., l’ostacolo potrà essere evitato solo
rilasciando il pedale del freno (l’ auto riacquista direzionalità) e
contemporaneamente sterzando. Guidando invece auto dotate del dispositivo
antibloccaggio, la tecnica base con A.B.S. (massima pressione sul pedale fin
dall’ inizio) non è altrettanto efficace e sicura ad alta velocità dovendo
evitare un ostacolo. In questa circostanza il deciso doppio transitorio,
abbinato ad una frenata “totale”, determinerebbe un insidioso trasferimento di
carico sull’ avantreno.
Pertanto dovendo evitare un ostacolo o frenare in
curva, sarà necessario comunque modulare la frenata per evitare i problemi
(sovrasterzo, controsbandata ) derivanti dal trasferimento di carico. Se invece
lo spazio tra noi e l’ ostacolo non è sufficiente, l’ unica possibilità è
quella di evitarlo solo sterzando, senza frenare e neppure decelerare, per
contenere al minimo il trasferimento di carico e prevenire, quindi, una
sbandata ancor prima dell’ ostacolo: sbandata impegnativa da gestire e che
spesso ne determina altre in successione (contro-sbandata) e
(contro-controsbandata) di intensità progressivamente superiori. “Mai frenare
in curva” La frenata nella fase centrale della curva può provocare una tendenza
sovrasterzante anche brusca, ma nella fase iniziale, soprattutto se la curva è
lenta, frenare con intensità decrescente è invece corretto per agevolare l’
inserimento sfruttando la dinamica del trasferimento di carico. L’inserimento
in curva coincide con l’inizio dell’ azione sterzante ed è normalmente da
individuare alla fine della frenata, ma questa può proseguire anche oltre,
purché con intensità decrescente, per evitare l’ innesco di insidiosi
sovrasterzi. Sarà così utilizzata nel migliore dei modi la dinamica del
trasferimento di carico, funzionale ad ottimizzare la direzionalità dell’
avantreno per inserire l’ auto in curva.
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*Dirigente della Sezione Polizia Stradale, Terni
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