RICEVIAMO PER CONONSCENZA E PUBBLICHIAMO LA LETTERA DEL
PRESIDENTE AICAT PALMESINO SULLA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE DELLA REGIONE
VENETO DI LIMITARE L’ORARIO DI VENDITA DEGLI ALCOLICI Numerosi organi di stampa hanno contestato le restrizioni
di orario alla somministrazione di bevande alcoliche (non oltre l’una di notte)
decise dalla regione Veneto. La reazione è comprensibile, anche se parlare di
proibizionismo fa sorridere, infatti una persona normale, che lavora ed ha una
famiglia, oppure studia, dovrebbe avere altre priorità che non andare a cercare
alcolici dopo l’una di notte. E’ la reazione che ci possiamo aspettare da una
nazione a spiccata cultura alcolica come l’Italia, cultura nella quale non c’è
spazio per una corretta informazione sui rischi connessi con il consumo di
bevande alcoliche. Eppure l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo
recente documento "Framework for Alcohol Policy" (settembre 2005) ha
ricordato che, prendendo in considerazione gli anni di vita persi dovuti alla
mortalità prematura, nonché gli anni vissuti in condizioni di invalidità, il
peso dell´alcol è il più alto fra tutti i determinanti della salute
"esterni" (cioè quelli dovuti ai nostri stili di vita),
rappresentando il 10,8% del peso di tutte le malattie in Europa. Sempre in
Europa, muoiono ogni anno almeno 195.000 persone per il consumo di alcolici, di
cui non meno di 30.000 in Italia. Ai capitoli 51/52/53/54 l’O.M.S. indica
chiaramente quali sono le misure veramente efficaci per ridurre l’impatto delle bevande
alcoliche sulla nostra salute, ed una delle prime è proprio la riduzione della
disponibilità di queste bevande, attraverso la limitazione degli orari di
vendita, la limitazione del numero delle licenze di vendita, l’evitare una
concentrazione di questi locali di vendita nei centri storici, un’educazione ai
gestori perchè non vendano ai minori e a coloro che sono già alterati, un
aumento delle imposte sulle bevande alcoliche in modo da renderle meno appetibili. Certo, sono misure impopolari,
come riconosce la stessa O.M.S., e come dimostrato dai commenti della stampa,
ma efficaci. Anche la Commissione Europea ha preso posizione su questi stessi
temi, con il documento "Alcol in Europa: una prospettiva di salute
pubblica" del giugno 2006. In esso si dicono all’incirca le stesse cose
(vedi Raccomandazioni da VIII-5 a VIII-8). L’Associazione che ho l’onore di
rappresentare si congratula con i Consiglieri della Regione Veneto per aver
preso una misura impopolare ma efficace, a favore della salute. Ci auguriamo che
sappia fare anche di più in futuro. Ennio Palesino Presidente AICAT Componente della Consulta Nazionale sull’Alcol Associato ad Eurocare Associato ad EMNA VARESENEWS Novara - Approvata ieri una
mozione a sostegno degli interventi di prevenzione, ivi inclusa la richesta di
maggiori regolamentazioni per le discoteche (orari, alcool) Il consiglio provinciale contro
gli incidenti stradali
Contro gli incidenti stradali si
mobilita il consiglio provinciale di Novara. Con una mozione approvata ieri e firmata da numerosi consiglieri, l’assemblea ha infatti impegnato la Giunta Provinciale a compiere una serie di interventi per ridurre l’incidentalità. Segnatamente, si chiede di proseguire le iniziative già in atto, tenendone informato il Consiglio; di favorire la sinergia con i Comuni, la Prefettura e le Forze dell’Ordine sul piano della prevenzione e della sorveglianza, ponendosi come uno degli obiettivi primari l’intensificazione dei controlli sulle strade nelle serate più critiche. Inoltre si chiede di rafforzare, sulla base della rilevazione degli incidenti, i piani di intervento per l’eliminazione dei punti critici della rete viaria provinciale; di promuovere, anche prendendo spunto da progetti avviati da altre province italiane ed in collaborazione con la Regione Piemonte, nuove azioni sul piano dell’informazione e della sensibilizzazione ai giovani riguardo alle rilevanti conseguenze degli incidenti stradali e alle cause che li determinano; infine, di richiedere alla Regione Piemonte e al Governo nazionale che si attivino al fine di mettere in atto le azioni più opportune per una più razionale regolamentazione degli orari di chiusura delle discoteche e della somministrazione di bevande alcoliche. LA REPUBBLICA Durante le festività natalizie,
all’ingresso dei locali i ragazzi nomineranno il proprio ’Bob’, cioè colui che
non berrà per riaccompagnare a casa gli amici Sicurezza stradale: "Brindo con prudenza"
Si chiama "Brindo con Prudenza" ed è il titolo
della campagna di sicurezza stradale organizzata da Fondazione delle compagnie
di assicurazione per la Sicurezza Stradale, Fondazione Ania, e Polizia di Stato
con la collaborazione dell’Associazione degli imprenditori dei locali da ballo
(Silb) per tre weekend, dal 22 dicembre al 6 gennaio, in 10 discoteche della
provincia di Brescia, di Trento e di Rimini. Si tratta della versione invernale dell’iniziativa
"Guido con Prudenza-Zero alcool tutta vita", campagna che ha
l’obiettivo di diffondere tra i giovani comportamenti di guida prudenti per
evitare le stragi sulle strade. Durante le prossime festività natalizie, all’ingresso dei
locali che aderiscono all’iniziativa, i ragazzi verranno invitati a nominare il
proprio ’Bob’, cioè colui che sceglierà di non bere per riaccompagnare a casa i
propri amici. Bob sarà riconosciuto con uno speciale braccialetto e a fine
serata, se avrà mantenuto il proprio impegno, sarà premiato con la maglietta
dell’iniziativa dalle hostess e dagli steward della Fondazione Ania. Presso il
corner "Brindo con Prudenza", chi vorrà potrà ritirare un alcool test
e verificare liberamente il proprio stato di ebbrezza per poi decidere, più
consapevolmente, se guidare o meno. Sulle strade, intanto, saranno intensificati i controlli della polizia stradale. "Se i ragazzi verranno fermati e risulteranno negativi alla prova dell’etilometro -si legge in una nota- le pattuglie regaleranno loro un ingresso gratuito in discoteca per il weekend successivo. La Fondazione Ania e la Polizia di Stato saranno presenti anche durante le vacanze natalizie per garantire a tutte le famiglie di trascorrere momenti di serenità in un sano clima di festa". CORRIERE ADRIATICO Incidenti, via a prevenzione e
repressione
Pesaro - Sono alcool e droga i principali responsabili
degli incidenti del fine settimana. Sempre più spesso, infatti, i giovani
mettono a rischio la propria vita mettendosi alla guida di veicoli in stato di
alterazione. Un altro dato preoccupante è che il consumo di alcool non inizia
con la maggiore età, ma fin da giovanissimi. Un comportamento sbagliato e da
disincentivare, attraverso lo strumento del dialogo, in famiglia e a scuola. Parte del problema scaturisce anche da una vendita
indiscriminata delle bevande alcoliche e, per contenere e reprimere questo tipo
di commercio che in nome del profitto prende in ostaggio la vita dei giovani,
la Polizia municipale, in occasione delle festività, incentiverà i controlli
per reprimere duramente il comportamento illecito di operatori disonesti e
senza scrupoli. Ma in tema di sicurezza stradale è sceso in campo anche il
prefetto Luigi Riccio che ha convocato i due tavoli tecnici per affrontare i
temi connessi con la sicurezza stradale in provincia. Il coordinamento dei due tavoli di lavoro permanenti costituiti presso la prefettura è stato affidato all’assessore provinciale Lucarini, per quanto riguarda le problematiche della prevenzione e dell’educazione e al comandante della polizia stradale Cinzia Ricciardi, per quanto riguarda gli aspetti operativi e repressivi. Ai coordinatori dell’iniziativa è stato dato il termine del 31 marzo 2007 per varare le iniziative che saranno elaborate. BRESCIA OGGI - PREMIO ANSELMI Mario Cigala, lotta all’alcol
Da ex alcolista: «Mai abbassare la guardia» Mario Cigala, premio Anselmi 2006, nasce a Gambara 59 anni
fa. Sposato, una figlia, pensionato, un passato da operaio calzaturiero e di
delegato sindacale, e per una decina d’anni anni, volontario come barista al
centro parrocchiale di via Bazzoni a Gambara, questa in estrema sintesi la
figura di Mario Cigala. Ma Cigala ha conosciuto e vissuto in prima persona il
problema dell’alcol e le relative sofferenze e i problemi connessi. Accade una
quindicina di anni fa. Mario Cigala però reagisce e comincia a frequentare
l’allora club degli alcolisti e viene seguito dall’operatrice Giovanna Vescovi
dell’Usl di Leno. Cigala ricorda che era a pezzi e che gli affidarono al
principio compiti semplici, aprire la sede e fare le pulizie. Mario comincia a
risalire la china. L’esperienza di quegli anni gli fa comprendere che con
l’aiuto di tante persone e delle famiglie e un forte impegno personale si può
vincere la battaglia contro l’alcol. Diventa infatti, servitore insegnante
molto attivo. Dopo un paio di anni Cigala diventa presidente dell’Acat di Leno-
Gambara-Gottolengo. Inizia così a frequentare il direttivo provinciale
dell’associazione, e la sua battaglia per recuperare tante persone dipendenti
dall’alcol conosce nuovi obiettivi e successi. Con l’amico Giuseppe Regonini (ora scomparso, al quale è
titolato il Club Acat gambarese) fonda una decina d’anni orsono l’Acat
(Associazione Club Alcolisti in Trattamento) di Gambara che comprende i comuni
di Fiesse, Gambara, Isorella e Visano, con sede a Gambara in via Garibaldi a
Palazzo Lorenzetti in un locale messo a disposizione dell’amministrazione
comunale. Dal 1998 al 2002 ricopre per due mandati consecutivi la carica di
presidente provinciale dei Club degli Alcolisti in Trattamento (ora è
vicepresidente dell’associazione). Dopo l’esperienza ai vertici
dell’associazione, il suo impegno per sensibilizzare sui problemi della
dipendenza e dell’abuso da alcol è incessante: si occupa di organizzazione
convegni, congressi, interclub (cioè incontri con famiglie e persone con problemi)
sia a carattere provinciale che regionale. Non trascura ovviamente l’impegno diretto nel club di
Gambara che con gli altri comuni coinvolge nei vari progetti una trentine di
famiglie ( sono circa 600 in provincia di Brescia). Non è un caso quindi se nel
giugno scorso il III° Congresso Regionale dei Club degli Alcolisti in
Trattamento della Lombardia si sia svolto a Gambara, registrando una numerosa
partecipazione di famiglie, servitori insegnanti, delegati, rappresentanti di
comunità locali, sindaci e amministratori. Per Cigala la maggior piaga sociale
rimane l’alcol, seguita da droga, fumo e malattia del gioco, e i problemi
psicologici. «Ci occupiamo di tutti questi problemi - dice Cigala - che spesso
sono sottovalutati e non considerati nella dovuta gravità. «La guardia non va
mai abbassata - conclude Cigala - anche i risultati positivi potrebbero non
essere definitivi e il pericolo di una ricaduta è sempre in agguato». Gianbattista Manganoni LA GAZZETTA DI PARMA Etilotest per una guida sicura e non pericolosa
DOMANI SERA AL «BAGATTO» FELINO DOMANI SERA AL «BAGATTO» Etilotest per una guida sicura e non pericolosa FELINO II Spesso si legge sui giornali di incidenti avvenuti nel cuore della notte a causa del tasso alcolico di chi si trovava al volante dell’automezzo… L’ARENA La drammatica
scoperta è stata compiuta da un operatore dell’Amia. Inutili i tentativi di
rianimazione da parte del personale del 118 Senzatetto trovato morto
assiderato
L’uomo, immigrato dall’India,
seminudo, era sotto una pensilina in corso Venezia
di Enrico Santi Tutti lo conoscevano come «l’indiano». Un’esistenza, la
sua, di disperazione e di solitudine, ai margini della società. Era uno dei
tanti senza volto che popolano i luoghi più nascosti della città, e la cui
presenza crea fastidio e, spesso, paura. Il corpo senza vita di Pal Surinder, 47 anni, immigrato
dall’India e senza fissa dimora, è stato trovato ieri mattina, alle 7, da un
operatore dell’Amia vicino a Porta Vescovo. Si trovava sotto una panchina,
vicino ad una fermata degli autobus in corso Venezia. Come un ammasso di
rifiuti. La zona era ancora avvolta dal buio e sui balconi brillavano gli
addobbi natalizi. Con sé il clochard non aveva documenti e al suo
riconoscimento si è giunti grazie ad alcune fotografie che gli erano state
scattate in precedenza. Inutili sono stati i tentativi di rianimarlo da parte
degli operatori del 118, giunti immediatamente con un’ambulanza. Arresto
cardiocircolatorio irreversibile causato dal freddo. Questa la diagnosi dei
sanitari. Sul posto è intervenuta anche una pattuglia del nucleo radiomobile
dei carabinieri. L’uomo era a torso nudo con un lenzuolo legato intorno ai
fianchi, come era solito fare spesso, dicono quelli che l’hanno conosciuto e
che in più di un’occasione l’avevano soccorso. Non presentava segni di
violenza. Questo suo consegnarsi nudo ai rigori dell’inverno, per lui aveva
forse il sapore della sfida, con l’alcol in corpo a dargli l’illusione del
calore che la vita gli aveva negato. Un gesto di disperazione per fuggire dalla
solitudine. Adesso si trova in una cella mortuaria del policlinico di Borgo
Roma. Il quarantasettenne senza fissa dimora, che da tempo
frequentava la zona di Porta Vescovo, la notte precedente l’aveva trascorsa in
ospedale, al pronto soccorso del policlinico di Borgo Roma, in cui era stato
ricoverato per l’ennesima intossicazione, presumibilmente da alcol. Era stato
lui stesso a voler essere dimesso, dopo che medici e infermieri si erano
prodigati, come in altre decine di corcostanze per trovargli una sistemazione,
almeno provvisoria in strutture di accoglienza. Ma lui, a quanto pare,
accettava con fatica l’aiuto altrui. L’immigrato, al pronto soccorso, era
diventato una presenza quasi famigliare. Il personale per lui si faceva in
quattro per curarlo, lavarlo, rimetterlo in sesto. Ironia della sorte, Pal è morto nei pressi di un centro
diurno gestito dalla Comunità dei giovani, che per conto del Comune gestisce
anche due dormitori con decine di posti letto. «Lo conoscevamo da tempo, ma
purtroppo», commenta il vicepresidente dell’associazione, Giovanni Barin, «per
lui non abbiamo potuto fare niente. Il suo era uno dei pochi casi limite di
persone che, o per scelta personale o per condizioni particolari non vogliono o
non sanno farsi aiutare. A volte, malgrado l’impegno, si devono registrare
anche dei fallimenti... La nostra azione, oltre che nel cercare di dare una
risposta all’emergenza, va nella logica del reinserimento sociale. Questo è un
momento molto triste, che ci mette di fronte alla dura realtà». - I precedenti Il freddo e l’alcol
uccidono ogni anno Alle volte è il freddo che li uccide, altre l’alcol, altre
ancora tutt’e due le cose messe insieme, cocktail micidiale mischiato a una
vita di stenti e a un fisico che denuncia più anni di quelli anagrafici. La penultima volta che un barbone è morto per strada, era
settembre di quest’anno. Ai giardini delle Poste centrali un cadavere
abbandonato su una panchina. Anche quella volta alcol e vita dissennata posero
la parola fine. La volta prima era aprile, in via Cipolla. La vittima uno
dei 325 invisibili «censiti» abitava a pochi metri dal convento di via
Colonnello Fincato. Era un romeno, che tutti conoscevano con il nome di
battesimo e basta. C’è chi muore in strada e chi lo fa in casa, ma sempre in
solitudine, come un ex attore di Villafranca trovato morto dopo giorni. Ma non
viveva da barbone. Era «semplicemente» solo. Spesso la solitudine uccide tanto quanto la strada. A inizio 2006 a morire assiderato dal freddo era stato un altro immigrato, morto di freddo in una roulotte nella campagne di Valeggio. D’estate lavorava in campagna a raccogliere la frutta, d’inverno s’arrangiava come poteva. Ma in quella roulotte c’era davvero troppo freddo per poterci vivere. Lui aveva 33 anni. LA PROVINCIA DI CREMONA Giustizia/1. Due
sere fa in via Bonomelli, l’uomo ha rifilato un pugno e schiaffi alla vittima.
Catturato in un bar Un anno di cella al rapinatore
Condannato il cremonese Bevilacqua
Ha aggredito e picchiato una 57enne
di Francesca Morandi Mercoledì 19 dicembre, via Bonomelli, ore 17 circa. Il rapinatore alla vittima, una signora di 57 anni: «Dammi i soldi». La vittima al rapinatore: «Non te li do». Il rapinatore: «Put... dammi i soldi». Poi l’ha atterrata con un pugno in pieno volto e uno schiaffo. L’aggressore è il cremonese Luciano Bevilacqua, ha 43 anni e diversi precedenti per droga. E’ disoccupato da cinque mesi e per dimora ha l’abitazione dell’anziana madre. Da ieri Bevilacqua è detenuto nel carcere di Cà del Ferro, condannato a 1 anno secco di reclusione e a 200 euro di multa per tentata rapina, ingiurie e lesioni cagionate alla vittima, che guarirà in una settimana (il pm onorario Paolo Tacchinardi aveva chiesto per l’imputato 1 anno e 4 mesi). E’ arrivata alle 17.10 la sentenza pronunciata dal giudice, Grazia Lapalorcia, al termine del processo che si è celebrato con il rito abbreviato su richiesta dell’avvocato d’ufficio Isabella Cantalupo. Ancor prima, il presidente della sezione penale aveva convalidato l’arresto eseguito dai carabinieri due sere fa, dopo aver raccolto l’allarme lanciato dalla vittima in via Bonomelli, soccorsa dall’assistente dello studio dentistico, presso il quale aveva preso appuntamento. Raccolta la descrizione del malvivente, gli uomini dell’Arma hanno impiegato pochi minuti per catturarlo. Bevilacqua si era rifugiato in un bar non molto distante dal luogo dell’aggressione. E pensava di farla franca. E’ finito nella camera di sicurezza della caserma Santa Lucia, Bevilacqua. Passata la notte, ieri l’uomo è stato scortato nell’aula del Tribunale. Il giudice all’indagato: «Lei sa i motivi per i quali è stato arrestato?». L’indagato al giudice: «Mi sembra molto ovvio. Purtroppo non me ne sono reso conto, perché ieri sera avevo bevuto. Me lo hanno detto oggi i carabinieri», si è giustificato il rapinatore, che dall’aula di giustizia è finito in una cella del penitenziario. Il presidente Lapalorcia ha infatti rigettato l’istanza della difesa di concedere all’imputato gli arresti domiciliari, misura non praticabile in assenza del consenso dell’anziana madre di Bevilacqua, rapinatore «pregiudicato, dedito all’alcol», che se rimesso in libertà, sarebbe capace di reiterare il reato. Sarebbe capace, per il giudice, di seminare ancora terrore. LA PROVINCIA DI CREMONA Ubriaco al mattino nei guai un 33enne
VIADANA — In scooter con un tasso alcolico sette volte superiore al limite. E’ finito nei guai S.S., un 33enne indiano residente a Viadana, fermato dagli agenti di Polizia locale che lo hanno visto zigzagare pericolosamente con il ciclomotore lungo via Argine Ceriana. Un controllo effettuato ieri mattina poco prima delle 11 e proprio questo ha stupito gli agenti: trovarsi a quell’ora una persona visibilmente etilica è decisamente raro. E’ così emerso che il 33enne proprio ieri festeggiava il compleanno e insieme ad alcuni amici aveva stappato qualche bottiglia. Festeggiamenti un po’ troppo esagerati nonostante l’ora mattutina. Il giovane, che non aveva nemmeno il patentino per ciclomotori, sarà denunciato per guida in stato d’ebbrezza e lo scooter è stato sequestrato. (a.c.) GAZZETTA DI REGGIO IL GIORNO Romeno ubriaco picchia gli agenti L’UNIONE SARDA Bar, bottiglie vietate dopo le 21 LA TRIBUNA DI TREVISO alcol vietato, anche gava dice no lettori, l’80% dice sì allo stop LA GAZZETTA DI PARMA
Etilotest per una guida sicura e non pericolosa CORRIERE VENETO Alcol « proibito » solo per un anno IL TIRRENO vegetariano ma alticcio: condannato IL GIORNALE DI VICENZA |
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