RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DALL’ARCAT PIEMONTE Emendamenti alla proposta di Piano
Socio-Sanitario Regionale 2006-2010 Premessa L’ARCAT (Associazione Regionale Club degli
Alcolisti in Trattamento) del Piemonte condivide pienamente il concetto di
“salute come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale
dell’individuo e della comunità” che apre la premessa alla “Proposta di Piano
socio-sanitario regionale 2006-2010”. Tale enunciazione è il principio fondante
della metodologia Ideata dal prof. Vladimir Hudolin (eminente medico-psichiatra
croato) che trova pratica applicazione nei Club degli Alcolisti in Trattamento
(CAT) nati a Zagabria nel 1964, esportati in Italia nel 1979 e dal 1968 attivi
anche in Piemonte, con l’apertura del primo CAT (anche comunità
multifamigliare) a Chieri (TO), e che oggi conta 180 Club sul territorio
regionale aderenti all’Associazione ARCAT Piemonte. Ad ottobre 2006, i Club
degli Alcolisti in Trattamento, risultavano presenti in 29 paesi nel mondo. Il concetto di salute che sta alla base del
metodo Hudolin trova piena affinità soprattutto al capitolo 3 della bozza di
PSSR 2006-2010: “promozione della salute e prevenzione”. Infatti affinchè si
raggiunga il completo benessere fisico, psichico e sociale delle persone è
necessario attivare iniziative atte a prevenire i rischi di malattia ed
aumentare le probabilità di salute. L’attività di promozione della salute è
elemento essenziale del lavoro metodologico dei Club che settimanalmente
riuniscono le famiglie (massimo 12 per Club) per affrontare i problemi
alcol-correlati interpretando il comportamento di consumo di sostanze alcoliche
non come malattia ma come stile di vita e di personale rapporto con la sostanza
alcolica che mette a rischio la salute proponendo alle persone un cammino che
metta al primo posto non la sostanza ma l’individuo e il suo rapporto con
l’ambiente che lo circonda. Il rapporto Roques del 1998 (che compara i
fattori di pericolosità delle diverse droghe) colloca l’alcol tra quelle con: – molto forte dipendenza fisica; – molto forte dipendenza psichica; – forte neurotossicità; – forte tossicità generale; – forte pericolosità sociale. Per quanto attiene, dunque, ai problemi
alcol-correlati specificatamente trattati al punto 4.5.3.5. “Patologie delle
dipendenze”: si concorda sull’analisi delle “criticità” ed in particolare: • Vi è scarsa consapevolezza sul fatto che
spendere nella prevenzione e nel contrasto alle dipendenze conviene alla
collettività ed alla sanità perché contribuisce ad evitare o contenere i costi
sociali ed economici che le dipendenze determinano. • I Servizi pubblici e privati sono
prevalentemente orientati ad occuparsi dei problemi in proporzione all’allarme
sociale suscitato piuttosto che alla loro rilevanza in termini di salute
individuale e pubblica. Nel settembre 2006 la Commissione Europea alla
Salute del W.H.O. in preparazione della prima strategia europea sull’alcol (di
imminente emanazione) è addivenuta, tra le altre, alle seguenti conclusioni: conclusione 4: i costi tangibili riferiti al
consumo di alcol sono stati stimati in 125 miliardi di euro nel 2003 e di
questi circa 59 miliardi di euro riguardano la perdita di produttività
derivante da assenteismo, disoccupazione e anni di lavoro persi a causa di
morte prematura; conclusione 5: i costi tangibili dell’alcol
(che descrivono il valore che le persone attribuiscono alla sofferenza e alla
morte) all’interno dell’Unione Europea sono stati stimati in 270 miliardi di
euro nel 2003; conclusione 9: l’alcol è un determinante di
salute, responsabile del 7,4% di tutte le disabilità e delle morti premature
nell’Unione Europea (almeno 195.000 morti ogni anno); conclusione 10: l’alcol a causa di danni
provocati ad altre persone diverse dai “bevitori”, che comprendono circa 60.000 nascite sottopeso, dai 5 ai 9
milioni di bambini che vivono in famiglie con problemi alcolcorrelati e 10.000
morti per incidenti stradali (persone non alla guida). È da notare che, in talune aree del
territorio, la collaborazione tra i Servizi pubblici ed in particolare i SerT e
i Servizi di Alcologia e l’associazionismo (nella necessaria distinzione di
ruoli e metodologia di approccio ai problemi alcolcorrelati) è affidata alla
particolare sensibilizzazione dei singoli operatori più che ad una estesa e convinta
opportunità di intervento sinergico da mettere a disposizione della salute
della comunità territoriale. In considerazione di questa ultima analisi si
concorda sulle “Strategie generali di sviluppo” e sulle linee di sviluppo
individuate soprattutto laddove si scrive: …in considerazione dell’ampia
diffusione dei disturbi della patologia delle dipendenze … si dovrà intervenire
anche con: • la promozione degli interventi basati su
rapporti di mutuo-aiuto (per noi leggi comunità multifamigliari) e sul coinvolgimento delle famiglie; questi
interventi coinvolgono i genitori come risorsa per i propri figli e li rendono
al tempo stesso risorsa per altri genitori con il medesimo problema. A livello regionale si concorda con la
strategia che prevede: • la costituzione di un tavolo tecnico di
coordinamento regionale, con esperti di patologia delle dipendenze del settore
pubblico e del privato sociale, al fine di rendere partecipata e diffusa
l’attuazione del presente piano; • la promozione di una serie di iniziative di
comunicazione sanitaria volte alla divulgazione di informazioni corrette sul
fenomeno, fondate su criteri scientifici, alla popolazione generale, ai media
ed ai decisori. Per quanto riguarda quest’ultima parte si
auspica un maggior coordinamento tra decisori al fine di predisporre materiali
univoci e con maggiore attenzione all’utilizzo delle risorse evitando sprechi e
sovrapposizioni di iniziative e risorse. Si porta all’attenzione quanto elaborato a
livello europeo del “Freamwork for Alcohol Policy” (W.H.O. 2006) nel quale si
afferma quanto di seguito (estratto dagli artt: 52, 53 e 54): – per ridurre i problemi alcolcorrelati vi
sono misure veramente efficaci amche se possono risultare impopolari ma che
bisogna avere il coraggio politico di mettere in atto; ad esempio l’aumento
delle imposte sulle bevande alcoliche che farà aumentare il prezzo finale (e
questo, sappiamo, scoraggia i consumi); – rigorosi controlli di polizia sui locali
muniti di licenza di vendita (per evitare che vengano ven dute bevande alcoliche ai minori di 16 anni o
a chi è già alterato dall’alcol) sono più efficaci delle campagne di
informazione destinate agli stessi gestori dei locali di vendita; – riduzione della disponibilità delle bevande
alcoliche ai giovani anche attraverso la riduzione degli orari di apertura e
vendita dei locali, evitando che gli stessi raggiungano una densità eccessiva
nei centri storici, ed impedendo in certi orari la vendita da asporto che viene
spesso praticata da maggiorenni a favore di minorenni; – le campagne di educazione, soprattutto
rivolte solo ai giovani, hanno dimostrato di avere scarso successo. Anche
quelle condotte nelle scuole sono state deludenti, salvo quando vengono coinvolti anche i genitori. Infatti, quando si
riesce ad illustrare ai genitori i fattori di rischio e la loro influenza sulla
protezione della salute, essi capiscono che devono diventare supporto per i
ragazzi e capiscono la necessità di imporre limiti ai propri figli. In conclusione si evidenzia la necessità di un
intervento sulla cultura del bere alcolico personale e della comunità come
comportamento a rischio di malattia e non come malattia esso stesso e da
produrre con strumenti quali quelli evidenziati e presenti nel Piano
socio-sanitario regionale e nella bozza di Piano Nazionale Alcol e Salute (del
Ministero della Salute): “… nel nostro Paese il sistema di prevenzione ed
assistenza è ancora lontano dal far fronte ai bisogni. Per quanto attiene il
solo aspetto socio-sanitario, ad esempio, il ruolo svolto dalle associazioni del
volontariato nella disassuefazione dell’alcolismo appare ancora in molte
Regioni sostitutivo del ruolo del servizio pubblico, e non, come sarebbe
auspicabile, di collaborazione sul piano della prevenzione e riabilitazione…”. Alla luce di quanto sopra si propone che il
redigendo PSSR 2006-2010 dia indirizzi per: • la definizione di una strategia di contrasto
alle malattie e per la promozione della salute con una integrazione ed una
collaborazione tra Servizi ed associazionismo volontario; • la costituzione di una consulta regionale
(come articolazione regionale della Consulta Nazionale Alcol, recentemente insediata in ottemperanza
della Legge quadro sull’alcol nº 125 del 2000) sui problemi alcol-correlati di
cui facciano parte tutti i soggetti pubblici e privati che sulla base di
risultati scientifici e su quelli metodologici sperimentati nei gruppi di
auto-mutuo-aiuto e delle comunità multifamigliari. Scopo della Consulta dovrà essere quello di
mettere in comunicazione i vari soggetti che operano sul disagio
alcol-correlato al fine di elaborare una strategia comune valida per l’intero
territorio piemontese e che orienti il proprio lavoro a partire dai risultati e
dai suggerimenti elaborati dalla Consulta Nazionale sull’alcol. • l’attivazione di un sistema informativo
sull’alcol in grado di rilevare l’entità del fenomeno ed evidenziare i
risultati raggiunti nel campo del trattamento dei problemi alcolcorrelati. A titolo informativo si rende noto che dal
2005 è in atto una collaborazione tra l’AICAT (Associazione Nazionale Club
Alcolisti in Trattamento) e il CNR di Pisa per l’immissione e la lettura dei
dati relativi ai circa 2100 Club esistenti sul territorio nazionale. Il primo
rapporto di ricerca AICAT-CNR (presentato a Pisa il 4 dicembre 2006) ha
evidenziato come il censimento delle famiglie frequentanti i CAT italiani,
rappresenti il 10% del totale dei dati alcologici in possesso del Ministero
della Salute costituendo un notevole patrimonio di ricerca e valutazione sui
trattamenti dei problemi alcolcorrelati e per l’elaborazione di strategie
nazionali, regionali e locali per la riduzione dei problemi alcolcorrelati
nella comunità territoriale. • Elaborazione di strategie di contrasto del
disagio alcol-correlato e in applicazione delle risoluzioni dell’OMS e della
Commissione Europea sull’Alcol che indirizzino ad una considerevole diminuzione
del consumo di alcol come favorevole condizione alla diminuzione del danno alla
salute della comunità. Un recente studio multicentrico condotto da
ricercatori tedeschi, inglesi, svizzeri e italiani ha dimostrato che più a
lungo si rimane astinenti, o meglio ancora astemi, più il cervello mantiene
integre le sue funzioni ed in grado di migliorare le sue performance. Le strategie dovrebbero, in particolare,
essere indirizzate: 1. al mondo del lavoro: per esempio con
l’approvazione dei provvedimenti della Conferenza permanente Stato-Regioni e
provincie autonome in materia di “attività lavorative a rischio, divieto di
assunzione e di somministrazioni di bevande alcoliche e superalcoliche” della
Lg. 30 marzo 2001 nº 125 “Legge quadro in materia di alcol e di problemi
alcolcorrelati”all’Art. 15 (disposizioni per la sicurezza sul lavoro) e quindi
dando seguito alle specifiche funzioni di vigilanza di competenza delle ASL territoriali; 2. al mondo della scuola: sollecitando
iniziative di promozione della salute che vedano coinvolti i ragazzi, i genitori e gli insegnanti, con
metodologie scientificamente validate, quali quelle elaborate dallo studio
EU-DAP (European Drug Addiction Prevention trial), finanziato dalla Commissione
Europea (European Public Health programme 2002), che ha come obiettivo di
confrontare l’efficacia di diversi interventi a base scolastica che si
effettuano in Europa, al fine di validarli con l’evidenza scientifica; 3. alla sicurezza stradale: elaborando progetti di
collaborazione tra i Servizi di Alcologia, le Associazioni di volontariato del
settore e le forze dell’ordine, per ridurre il consumo di alcol alla guida, con
interventi di controllo ma anche di educazione, non escludendo il
coinvolgimento delle scuole guida. L’A.R.C.A.T. Piemonte coglie l’occasione per
ribadire la propria disponibilità a collaborare con l’Assessorato Tutela Salute
e Sanità della Regione Piemonte, nelle attività che consentiranno di rendere
operativi gli indirizzi che saranno definiti dal prossimo P.S.S.R. Il Presidente ARCAT Piemonte Roberto Graffieti Questo il bilancio di una tragica sciagura verificatosi questa
notte lungo la corsia nord
Incidenti,
Autobrennero: tre feriti gravi
Un furgone ha centrato in piena
velocita’ l’auto, mandandola a cozzare violentemente contro l’Alfa Trento, 22 dic. - (Adnkronos) - Tre ragazzi in
condizioni disperate ed altre tre persone ferite piu’ leggermente costituiscono
il bilancio di un tragico incidente verificatosi questa notte lungo la corsia
nord dell’autostrada del Brennero, all’altezza di Nogaredo. Un’Alfa con tre
ragazzi a bordo stata e’ costretta a fermarsi lungo la corsia di emergenza
perché aveva esaurito il gasolio; una Bmw con a bordo due amici ha allora
raggiunto il distributore per riempire una tanica e rifornire l’auto rimasta in
sosta; quindi, ha fatto ritorno dagli amici per risolvere il problema. Mentre i cinque ragazzi stavano riempiendo il serbatoio, un furgone, senza neppure accennare ad una frenata, ha centrato in piena velocita’ la Bmw, mandandola a cozzare violentemente contro l’Alfa. I giovani si trovavano in mezzo. Una 20enne di Laives, in provincia di Bolzano, e una 32enne di Bolzano sono state trasportate a Verona e sono giudicate in condizioni disperate; il fratello di una di loro e’ invece ricoverato all’ospedale di Rovereto ed e’ anch’egli in prognosi riservata. Feriti in maniera meno grave altri due fratelli Laives. Ricoverato anche il conducente del furgone, un 44enne, che sarebbe risultato positivo all’alcol test. TGCOM Trento, grave
incidente sull’A22
Ubriaco investe
giovani: 3 sono gravi Tre persone sono in condizioni disperate e altrettante sono rimaste leggermente ferite per un tragico incidente verificatosi sull’autostrada del Brennero, all’altezza di Nogaredo. Un furgone ha centrato in pieno una Bmw sulla corsia dell’emergenza, ferma per aiutare un’Audi priva di gasolio. A farne le spese sono stati tre giovani. L’autista del furgone sarebbe risultato positivo al test dell’alcol. LA PADANIA Cremona, il romeno ubriaco aveva anche
danneggiato due volanti. «A Natale lui festeggerà, mentre i nostri dovranno
curarsi le ferite» Picchia due agenti:
libero. Insorge il sindacato di Polizia
Era il 17 dicembre scorso. Un romeno, 38 anni,
regolare permesso di soggiorno in Italia, dà in escandescenza. Spacca due auto
della polizia e manda 2 agenti in ospedale. Ora, giudicato, ha patteggiato 12
mesi di reclusione ma, per pena sospesa, è ridiventato immediatamente libero
come l’aria. Solo che adesso a insorgere non sono più solo i cittadini di
fronte a un caso come questo. È la stessa polizia. Il Lisipo, infatti, Libero sindacato di
polizia, si dice indignato e ha diramato tanto di comunicato stampa per
esprimere pubblicamente tutta la rabbia per l’ennesimo caso del genere. Ma ecco
cosa è successo non trascurando nessun dettaglio, perché i fatti sono
quantomeno inquietanti. L’uomo si trova alle 3 di notte del 17 dicembre in un
bar in posizione semicentrale a Cremona. Beve senza tregua. E, come da copione,
dopo diversi bicchieri di troppo inizia a dare in escandescenze. Importuna un
po’ tutti nel locale. Il proprietario del bar lo sopporta per qualche minuto.
Poi teme per la sicurezza dei presenti e, senza farsi vedere troppo, allerta il
113. Non si fanno attendere le forze dell’ordine. Sul posto, pochi minuti dopo,
arrivano due pattuglie della volante. I 4 poliziotti credono di andare ad
incontrare il solito avvinazzato. Sono ben corazzati e altrettanto preparati.
Invece si trovano di fronte a una furia. Quando li vede, infatti, il
trentottenne Adrian Livio Tabacelea diventa una furia sotto gli occhi atterriti
dei clienti del bar ma anche degli stessi agenti che tentano ogni carta per
cercare di immobilizzarlo nel più breve tempo possibile ma con grave rischio
personale. L’uomo, infatti, continua a sferrare calci e
pugni. Viene, comunque, bloccato una prima volta e condotto fuori dal locale.
Ma non finisce qui. Appena fuori il romeno si scaglia contro le due autovetture
guidate dagli agenti. Distrugge letteralmente i vetri e fa gravi danni alla
carrozzeria della Fiat Marea. Non contento, caricato sull’altra Marea rompe uno
dei finestrini tentando di lanciarsi dall’auto in corsa. Alla fine la follia
arriva in questura. L’uomo, un po’ meno in forze, viene dichiarato in arresto
ma due degli agenti intervenuti devono ricorrere alle cure del pronto soccorso.
L’arresto è per lesioni, resistenza e ingiurie a pubblico ufficiale oltre a
danneggiamento aggravato in continuazione. Uno degli agenti,
contemporaneamente, rimedierà ferite guaribili in 7 giorni, l’altro in 15
giorni. Non cosa da nulla, insomma. Adesso l’uomo è finito in tribunale ma qui,
appunto, i 12 mesi diventano pena sospesa, chiaramente per precedenti non
presenti. E così il romeno gira a piede libero, continua a muoversi
tranquillamente per le vie di Cremona o di dove vuole. Ma stavolta più che la
gente, probabilmente ormai abituata a quanto accade, ad insorgere pesantemente
ci ha pensato il Lisipo. Che sul risvolto giudiziario della vicenda si dice
assolutamente indignato. «Mentre lui festeggerà il Natale con i suoi cari -
questo il comunicato ufficiale del sindacato - sulla scorta della promessa di
sottoporsi a terapie contro i problemi di etilismo, i nostri colleghi dovranno
curarsi le ferite a loro spese. Per loro, sotto l’albero di Natale l’amara
considerazione che per chi rischia la vita quotidianamente per la sicurezza
della città non vi è neanche la soddisfazione di veder irrogate pene esemplari».
Parole durissime, dunque. Senza sconti, certamente dopo aver mandato giù rospi
a volontà, spettatori di esempi del genere a gogò. Ma il Lisipo di Cremona si
chiede anche: «Chi risarcirà i danni all’amministrazione? Chi risarcirà i danni
fisici e morali dei colleghi feriti? Nessuno. Perché la persona in questione
per ora ha soddisfatto il suo debito con la giustizia. Per gli altri colleghi
che lavoreranno a Natale, invece, la certezza di dover far servizio senza le
due Fiat Marea semiblindate, che per ora restano inutilizzabili rinunciando,
perciò, alla già scarna sicurezza, visto il parco auto per noi carente e
vetusto». E così siamo giunti al capolinea: dove, ormai, persino chi permette
di esercitare la giustizia si lamenta della giustizia. E allora il dubbio
diventa pesante: sarà davvero giusta questa giustizia? Fla.Ma. IL TEMPO I carabinieri del Radiomobile sono accorsi in
via A. Acetosa Ostiense dove una giovane donna, in preda a una violenta crisi depressiva, dopo aver ingerito barbiturici e alcool, si era barricata in casa con propositi suicidi. I militari dopo aver tentato di persuaderla, sono riusciti a entrare in casa abbattendo a spallate la porta. La donna ha poi cercato con un lungo coltello da cucina di infliggersi ferite mortali all’addome, ma è stata fermata. ASAPS Stati Uniti
Merry Christmas, ma occhio all’abuso di
alcolici, non solo sulla strada Gli esperti americani si mobilitano per
prevenire le conseguenze delle sbronze, anche quelle passive Le istruzioni per l’uso WASHINGTON (USA), 22 dicembre 2006 – Avreste
mai creduto che il Natale fa male? Gli addobbi natalizi, i tanti alberelli
illuminati nelle case con luci che si tramandano da un anno all’altro, magari
riposte in scantinati umidi, pronte ad incendiarsi, sono una delle insidie più
letali, insieme all’alcol, che incide pesantemente sul PIL americano per i suoi
effetti nefasti sull’organismo umano e sulla strada. Lo rivelano gli esperti
statunitensi dell’ACEP, l’American College of Emergency Physicians, e
dell’NHTSA, LA National Highway Traffic Safety Administration, in due studi
diversi, ripresi in questi giorni da tutta la stampa a stelle e strisce,
conscia che non c’è solo la guerra in Iraq a mettere a dura prova un’intera
generazione di giovani. Il Natale, negli States, è una festa molto
sentita: si cerca ovunque di ricreare l’atmosfera giusta, e anche se a New York
non si è ancora vista Lady Snow, sulle strade della Grande Mela c’è un gran
viavai di slitte e renne. L’invito dell’ACEP e della NHTSA, però, è
quello fare molta attenzione e di seguire alcune importanti regole di
sopravvivenza, riassunte in un decalogo. “Il Natale – ha detto il dottor Brian
Keaton dell’ACEP – è uno dei periodi dell’anno in cui c’è maggior movimento,
pieno com’è di attività sociali e di tradizioni rigidamente rispettate. Per
poter fare tutto, la gente presta meno attenzione alle più elementari norme di
sicurezza, ed il numero di incidenti si moltiplica”. Tanto per fare un esempio, è già stato
calcolato che in Florida non meno di 12mila persone dovranno ricorrere al
pronto soccorso per le conseguenze di cadute, tagli, folgorazioni e ustioni. Proprio queste due ultime fattispecie di
patologie traumatiche, sono quelle che maggiormente destano preoccupazione, e
sono provocate perlopiù dagli addobbi per l’albero di natale o per gli esterni
delle abitazioni. Ma non sfugge, ed anzi preoccupa, la piaga
dell’alcol, destinata nel periodo natalizio a farsi più pericolosa, sia per le
conseguenze sul copro umano dell’etilismo, che per gli effetti (devastanti) da
sbronza passiva. Con questo termine, intendiamo quei casi nei
quali a pagare, spesso duramente, non è colui che beve, ma bensì chi si trova
sulla sua strada. La NHTSA, l’agenzia federale che si occupa di
sicurezza stradale negli Usa, ha infatti rivelato che durante il Natale 2004,
oltre mille persone sono rimaste uccise in incidenti stradali provocati da
conducenti in stato di ebbrezza, con tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l. Per
far fronte all’emergenza, tutte le polizie di stato sono state allertate per incrementare
i controlli, ma ci sono luoghi nei quali l’etilometro nulla può: luoghi lontani
dalle strade, dove l’uso di alcol diventa abuso, con le ovvie conseguenze sulla
salute dei bevitori. “I casi di lesioni fortuite legate
all’assunzione di alcol – ha detto la dottoressa Luisa Lopez-Luciano, primario
del pronto soccorso di Homestead (Florida) – sono tantissimi: si va dalla
semplice distorsione della caviglia, a ferite al viso o alla testa, per
arrivare a patologie da etilismo acuto che in certe circostanze possono
produrre una serie di eventi assurdi, anche letali”. Così, gli americani dell’ACEP e dell’NHTSA
hanno creato un vero e proprio formulario comportamentale, che noi riproponiamo
in forma integrale: •Non bere e comunque farlo con moderazione; •Non guidare mai dopo aver toccato alcolici:
se proprio non si vuol fare a meno di bere, designare un autista che resti
sobrio; •Usare sempre le cinture di sicurezza; •Prestare sempre la massima attenzione quando
in casa ci sono candele accese; •Revisionare le luci decorative, assicurarsi
che siano in ottimo stato e comunque spegnerle sempre prima di andare a letto. Come si vede, anche il Natale ha le sue insidie. Noi, dal canto nostro, raccomandiamo a tutti di andare piano, sempre. Anche l’ultimo dell’anno… STAR CONTROLLER Vodka e lapdance, per
un Natale da star Le stelle ci guardano. Anzi di più: pensano a
noi. Ma come può una diva
aiutare un comune mortale?
E’ semplice, basta elargire qualche prezioso
consiglio, e in un attimo sollevare le sorti di milioni di grame esistenze. Un esempio? Presto fatto. L’attività fisica è
il vostro cruccio? Non riuscite a occuparvi dei vostri addominali come
dovreste? Dimenticate squallide sessioni in palestra e sfiancanti corse nel
parco. La soluzione per tutti voi ce l’ha Kate Hudson. L’attrice, dalle pagine di Cosmopolitan, ha
consigliato ad ogni donna di praticare la lapdance. “E’ fondamentale per la
vostra autostima - ha spiegato la protagonista di You, Me and Dupree - ogni
donna dovrebbe prendere lezioni e così si renderebbe conto che la lap dance è
una di quelle cose che non sai di saper fare finché non provi. Quando la
pratichi ami di più la vita” Kate sostiene di aver sviluppato muscoli in
luoghi insospettabili e pare che la disciplina abbia conquistato molte altre
giovani leve dello spettacolo, a cominciare dal trio delle meraviglie Lindsay
Lohan, Britney Spears e Paris Hilton. Questo è solo il primo dei consigli, ma c’è
ben altro. Il vostro problema è il peso? Non sapete come eliminare gli
antiestetici rotolini? Date retta a Sienna Miller. La giovane attrice, per interpretare la parte
della musa di Andy Warhol Edie Sedgwick nel film Factory Girl aveva esigenza di
diventare ancora più magra di quello che è. Come avrà fatto? Sienna è buona, e
ha deciso di non tenere solo per sé questo fantastico segreto: ha sostituito il
vino con la vodka, perché contiene meno calorie. Capito? Era semplicissimo. Anni e anni
sprecati a consumare inutilmente cespi interi di insalata, riempirsi di yogurt
e fare incetta di prodotti light. La soluzione ai vostri problemi di linea
stava nel frigobar. E in fondo, anche se non perderete peso, quando sarete
ubriachi di vodka dalla mattina alla sera ve ne importerà ben poco. Ma i consigli non sono finiti e ce ne sono
anche per il Natale. Ci pensa sua maestà delle feste Britney
Spears, colei che non la smette mai di impazzare. Fresca dello strip al club 40 Deuce - dove è stata trascinata giù dal palco due volte dal club manager dopo essersi slacciata il reggiseno - ha permesso alle telecamere di introdursi in casa sua per svelare il segreto del suo albero di Natale. Brtiney lo decora con delle boccette del suo profumo e sostiene che si tratta di un modo estremamente sexy di decorarlo. Se eravate ancora fermi alle palle di Natale ora sapete come porre rimedio. TGCOM GOSSIP UNA SETTIMANA DA SOBRIA
Lindsay Lohan ha tagliato un bel traguardo riuscendo a non toccare l’alcol per sette giorni interi. L’attrice, che di recente ha ammesso la sua dipendenza, aggiungendo di frequentare gli incontri degli Alcolisti anonimi, avrebbe trascorso le sue serate mondane nei locali più chic di Los Angeles bevendo solo analcolici. "E’ un percorso lungo", ha riconosciuto Lindsay, che per prima cosa ha deciso di tagliare i ponti con Paris Hilton, sua "brava" maestra. IL GIORNALE DI VICENZA Ubriaco al volante sfreccia sulla s |
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