Navi, camion e ferrovie: tre modi diversi di “trasportare” le merci pericolose (ASAPS) BRUXELLES – Noi della
Stradale, che spesso ci sottoponiamo a corsi di specializzazione e di
aggiornamento presso il CAPS di Cesena, lo sappiamo bene. Ed i docenti del
Centro di Addestramento, dal canto loro, sono piuttosto abituati a sentirsi
fare domande del tipo “…ma per il treno
le regole sono diverse? E sulle navi può essere trasportato di tutto, senza
regole?”. Beh, evidentemente la stessa domanda devono essersela fatta anche
a Bruxelles, dal momento che dalla Commissione Europea è partita la proposta di
armonizzare le norme per il trasporto delle merci pericolose, introducendo
regole comuni alle modalità gomma e ferrovia che saranno comuni anche ai tir
del mare, le gigantesche navi che solcano le acque del mediterraneo e
dell’atlantico, attorno agli scali portuali del Vecchio Continente. Regole che
dovranno essere armoniche, come le ha
definite il vice presidente Jacques Barrot con delega al Trasporto, e di più
facile interpretazione per tutti, con ovvi benefici – in chiave positiva – sul
tema della sicurezza. È questo, dunque, il prossimo traguardo – definito in
realtà obiettivo strategico – della Commissione di semplificazione legislativa,
alla ricerca continua imposta da Almunia di regole sempre più semplici. “Un
miliardo di tonnellate di merci pericolose – si legge sul sito della
Commissione Europea – sono trasportate annualmente nel territorio dell’Ue. I
trasportatori di merci su strada, su ferrovia e via mare stanno trasportando le
merci sotto differenti tipi di regolamentazioni. Il trasporto multi-modale di
oggi ha bisogno di regole armonizzate, che rendano le operazioni di trasporto
più sicure, più veloci e più economiche al fine di ridurre il lavoro
amministrativo di tutti i partecipanti”. Ad oggi, in effetti, le differenze tra
la regolamentazione stradale e quella ferroviaria sono davvero importanti,
tanto da trovare pochi, pochissimi punti in comune, con ovvie difficoltà per
chi deve vigilare, chi deve intervenire in caso di incidente e chi invece
commissiona o effettua i trasporti. Per quanto riguarda il trasporto marittimo,
poi, le regole non sono nemmeno contemplate in chiave europea. Un’unica legge,
dunque, costituirà un format comune per tutti ed i primi a trarne vantaggio
saranno proprio gli stati come l’Italia, con la stragrande maggioranza di merci
trasportate via terra, una ferrovia che stenta a decollare e prospettive di
grande sviluppo per il mare: un incidente nelle acque interne , oggi, comporta conseguenze
gravissime, come dimostrano i disastri del mediterraneo o dell’Algarve
portoghese del 2002. (ASAPS) |
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