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Notizie brevi 29/12/2006

Beppe Severgnini su Italians - Corriere della Sera - Progetti per il 2007: fermiamo lo stupido rito del bere e guidare


L’Italia si scuote dopo la tempesta di sms natalizi, e si scopre uguale a prima. Molti, superata la pericolosa tentazione della bontà, si preparano al solito anno di sotterfugi e maneggi. Giornali e giornalisti, senza ridere, indicano i personaggi e le tendenze del 2007. Un milione di tonti e d’ingenui s’affida a 8.000 maghi per sapere cosa accadrà. Risposta facile (e gratuita): boh.

In attesa che il futuro arrivi - ci mette sempre poco, soprattutto dai quaranta in su - ci sono comunque faccende sulle quali ragionare. Ne cito una, apparentemente stagionale e locale. Credo possa interessare i lettori del "Corriere" che - come tutti i lettori dei quotidiani - appartengono a un club selezionato e inconsapevole: Quelli che Provano a Pensare per Mezz’Ora al Giorno (a costo d’arrabbiarsi).

Sono in Alto Adige, e l’argomento domina le pagine locali: tragedie sulle strade, provocate dall’alcol. Una ragazza di sedici anni, Stephanie Schöpf, è stato travolta e uccisa in val Venosta, mentre camminava; stessa sorte per due coetanee, il 12 novembre in Val d’Ega. L’investitore di Stephanie, l’imprenditore Dietman Peer, era "alcol-test positivo" (ovvero, bevuto); tornava da una cena aziendale, è sconvolto, dice di non essersi accorto di nulla.

Questi orrori non sono limitati all’Alto Adige, come sapete. Dopo ogni fine settimana e ogni festività, i giornali locali sono un camposanto: foto di bei ragazzi sorridenti morti in schianti e scontri; famiglie distrutte, amici in lacrime che preparano inutili e strazianti striscioni per i funerali. Questo accade continuamente, in tutta Italia. Queste tragedie sono talmente abituali che non arrivano più ai media nazionali. E’ lo sterminio a puntate di una generazione: e noi non facciamo NIENTE.

Niente mobilitazioni, poche e brutte leggi, scarse risorse a polizia e carabinieri. Nessuna riflessione sui costi (morali, sociali, sanitari). Niente campagne radio-TV alla vigilia delle feste, quando bevute e spostamenti aumentano in misura esponenziale.

Da anni scrivo (inutilmente) dell’argomento, e sono convinto che la guida in stato di ebbrezza - altro eufemismo, comincio a scocciarmi - non diminuirà MAI se non verrà considerata un’emergenza nazionale: qual è. In Nordeuropa - dove bevono di più e peggio di noi - sono riusciti a limitare i danni perché le società si sono rese conto del pericolo. Prendere il volante dopo aver bevuto più di una birra o di un bicchiere di vino è considerato un atto volgare, stupido e aggressivo. A quel punto, scatta il tabù sociale. Ed è fatta.

Perché in Italia abbiamo (quasi) smesso di gettare oggetti dai finestrini del treni, così da rendere superate la targhette che lo vietano ("severamente": un avverbio inutile non si nega mai a nessuno)? Risposta: perché ci vergogniamo. Perché capiamo che è un reato. Perché istintivamente sappiamo che si tratta di un’azione pericolosa e idiota.

Ecco: quando bere e guidare verrà considerato idiota, allora avremo speranze. Quando gli amici che ci hanno visto bere ci prenderanno le chiavi della macchina, invece di sorridere e dirci "Vai piano!", faremo progressi. Ha ragione Michela Franco Celani quando, sul "Corriere dell’Alto Adige", parla di "cattivi modelli": bere e guidare è un’abitudine, un rito assurdo, una prova di virilità (sono sempre maschi, i responsabili degli incidenti: ci avete fatto caso?).

Avanti, dunque. Ecco un bel progetto per il 2007. Convinciamoci che bere e guidare è stupido. Carabinieri e polizia, poi, potranno aiutarci a impedire il suicidio una generazione. Perché sta accadendo.

Dal Corriere della Sera di giovedì 28 dicembre 2006


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Venerdì, 29 Dicembre 2006
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