Bianchi: ben vengano le novità proposte per la sicurezza sulle strade
Serve però una revisione della patente a punti, meno potenza ai veicoli dei neopatentati con un contributo rimborso per i virtuosi Una maggiore presenza di divise sulla strada, più coordinamento fra le forze di polizia Etilometri oltre che misuratori di velocità Attenzione anche al settore del trasporto pesante
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foto Coraggio
L’anno nuovo sembra avere
portato buoni consigli sulle iniziative da adottare per una maggiore sicurezza
sulle strade. L’intendimento espresso dal
Ministro Bianchi di rivedere il sistema di rilascio della patente di guida e in
particolare l’idea di limitare ai neo patentati la potenza dei veicoli che
potranno condurre, appare assolutamente condivisibile. Non si cada però
nell’antico errore del sacrificio per le famiglie che non hanno veicoli di
potenza ridotta. E’ alta la percentuale dei nuclei familiari che utilizzano due
vetture ed una può essere benissimo di potenza adeguata ad un neopatentato. Non
solo, ripetiamo una recente proposta di Asaps cioè l’idea che il
successivo "esame di verifica" proposto dal ministro
Bianchi, (da noi chiamata patente qualificata) per la conduzione di mezzi
più potenti (non solo auto ma anche le moto, settore ad alto tasso di rischio sinistrosità),
possa prevedere una sorta di "borsa di studio" con la restituzione di
una parte dei costi sostenuti, 50-60%, se dopo 3-4 anni il neo patentato non
sia incorso in incidenti dai quali emerga la sua responsabilità. Ci stanno già
pensando in Francia. Potrebbero farsene carico lo Stato, che risparmierebbe nei
costi sanitari e le compagnie di assicurazione che risparmierebbero nella
liquidazione dei danni. Ottima l’dea di potenziare
finalmente i controlli su strada. E’ bene riequilibrare il ruolo dell’elettronica
per il contrasto alla velocità con una maggiore presenza di divise sulla
strada. Esistono tante norme di comportamento che vanno perseguite oltre la
velocità. Prima fra tutte il controllo sull’abuso di alcol e sostanze alla
guida. Ciò renderebbe più efficace il sistema, ormai molto affaticato, della
patente a punti, vera arma a reale effetto dissuasivo per la sicurezza sulla
strada. Si è ormai capito che è difficile perdere i punti (la recente sentenza
che impedisce il prelievo al conducente non identificato dalle forze polizia,
pur giusta, ha indebolito ulteriormente lo strumento), e che è invece
abbastanza facile recuperarli: corsi pret a porter, buona condotta
infrabiennale con recupero del punteggio o premio di 2 punti. Una materia, quella
della PaP, che va rivisitata. Serve a questo scopo però un
reale coordinamento delle forze di polizia con un ruolo specifico delle
prefetture, per evitare inutili sovrapposizioni nei servizi su strada. Alle
stesse prefetture andrebbe attribuito la competenza di centri di studio
del fenomeno mobilità nella provincia, per la raccolta di dati sulle carenze
infrastrutturali e della segnaletica stradale e sui punti neri a sinistrosità
grave ripetuta. Rimane un terreno ancora da
percorrere quello dei controlli nel settore del trasporto merci. Non si può
permettere che una concorrenza sleale, spesso di origine estera, crei un
circuito assolutamente non virtuoso nei comportamenti, per far quadrare i costi
con i ricavi, ad iniziare dal mancato rispetto dei tempi di guida e di
riposo e della violazione dei limiti di velocità e di portata. Va potenziata la
vocazione ad una qualificata competenza qualitativa e presenza
quantitativa della polizia stradale come polizia dei trasporti.