(ASAPS) PARIGI, 4 gennaio 2007 – La Francia fa proprio sul
serio, e dal primo gennaio è in atto una vera e propria rivoluzione in materia
di patenti. È il caso del cosiddetto patentino,
ma non quello al quale aspirano i nostri 14enni. Si tratta invece di
un’abilitazione alla guida di motocicli leggeri, sotto l’ottavo di litro (125
cc) in vigore Oltralpe a partire dal primo gennaio. È dunque passato il
principio che per mettersi alla guida di qualcosa bisogna per forza avere
un’abilitazione; per esempio, chi già possiede la patente di guida per l’auto
ma intenda salire anche in sella ( da noi si deve comunque conseguire la A), dovrà sottoporsi ad un
training di 3 ore pratiche. Secondo le ricerche statistiche condotte in
Francia, infatti, il rischio per un motociclista di restare ucciso (in termini
di percorrenza chilometrica), è 20 volte superiore rispetto ad un
automobilista: rischio che aumenta per chi non ha molta dimestichezza con sella
e manubrio, ma che per evitare gli ingorghi delle città ricorre allo scooter.
Veicoli di questo tipo, fino a poco tempo fa, potevano essere condotti – se
inferiori ai 125 cc – con la semplice patente di guida B, senza alcuna
particolare abilitazione. Dal 2007, invece, si dovrà seguire un corso pratico
di guida della durata di 3 ore, al quale si dovranno sottoporre tutti coloro
che abbiano conseguito la patente B dal 1° gennaio in poi (ovviamente non
muniti di titolo A) e che solo dopo due anni potranno aspirare ad una
cilindrata maggiore alla 125 o una potenza superiore agli 11kW. Le proteste e le levate di scudi si sono fatte sentire, ma
dal dipartimento della Sicurezza Stradale (che in Italia non abbiamo), fanno
capire che di rivedere la legge non se ne parla proprio. La mortalità stradale
è tutta in forte recessione, in Francia, ad eccezione di quella dei
motociclisti, che hanno registrato nel 2005 un aumento delle vittime
nell’ordine del +1,3%. Un dato considerato terrificante, soprattutto se si
considera che tutte le categorie sono invece caratterizzate dal segno meno, con
un decremento complessivo della mortalità pari al -5% (881 motociclisti uccisi
nel 2005, contro gli 870 del 2004). La nuova normativa, dunque, servirà a sensibilizzare il
patentato alla specificità di una guida davvero particolare e delicata (quella
in sella), spiegando soprattutto i rischi ai quali ogni centauro va sempre
incontro, quando invece del volante le sue mani impugneranno un manubrio. In Francia, i motocicli rappresentano lo 0,8% del
traffico, ma di contro costituiscono il 16,8% delle vittime. Prima di questa iniziativa legislativa, decisa dal
Comitato Interministeriale della Sicurezza Stradale, chiunque in possesso della
sola patente B poteva utilizzare questi motocicli a bassa potenza senza alcuna
formazione, cosa che accade oggi anche in Italia. (ASAPS)
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