Giovanni Viglione
(foto Fulvio Fiorini per "Il Trentino")
Vive da
solo. Per non stressarsi troppo ha deciso di dedicarsi quest’anno solo al corso
di pittura ed acquarello. Si chiama Giovanni Viglione, Nino per gli amici. Ieri
ha compiuto cento anni ed è andato da solo, con la sua cinquecento verde
metallizzato ed una nuova patente in tasca, alla festa organizzata in suo
onore.
Nato a Napoli il 2 gennaio 1907, ha attraversato un intero secolo di storia,
comprese due guerre mondiali - entrambe schivate, la prima perchè era troppo
giovane e la seconda perchè lavorava all’Alfa Romeo di Arese - per arrivare
ieri a vedere l’oratorio del suo paese ricco di striscioni con scritto
"Nino 100". E si vuole godere in pace il suo secondo secolo di vita,
ancora più felice ora che può di nuovo andarsene in giro in auto dove gli pare.
Non sono in molti a vantare quarant’anni di pensione. Qual è la ricetta per
vivere così? "Non è colpa mia", ha raccontato ai cronisti del
"Trentino" tra una torta e uno spumante. Il signor Nino ha vissuto a
lungo a Milano, poi è andato a fare il disegnatore nelle officine Ora di Ala.
"Quando sono andato in pensione - ha raccontato ai giornalisti - l’azienda
ha subito un tracollo. Rientrai qualche anno dopo e le cose erano migliorate. Poi
alla mia fuoriuscita definitiva tutto crollò". Non per colpa sua, ma si
diverte a raccontarlo.
Nel 1992, Giovanni Viglione si trovò di fronte alla perdita della
moglie. Come reagire? Anche questa volta, nel migliore dei modi: scoprendo la
bellezza dell’attività fisica e della vita sana e dedicandosi ai tanti corsi
dell’Università dell’età libera. Il risultato si vede nelle sue tante opere
esposte nel giorno del suo compleanno. Ora, passati i clamori della festa,
ritornerà alla sua vita quotidiana, da "single" autosufficiente. E se
cede a qualche peccatuccio di gola, ci penseranno quattro figli, nove nipoti e
sei pronipoti.
|