(ASAPS) TEL AVIV (ISRAELE) – Quando lo diciamo noi in
Italia, lo sappiamo bene, veniamo diffamati senza pietà da troppi delatori
della sicurezza stradale. Ma quando a dirlo sono loro, gli israeliani, tutti
faremmo bene a riconsiderare la prospettiva: in Terra Santa, gli incidenti
stradali fanno più morti degli attentati terroristici. Lo dice il ministro dei
Trasporti israeliano – e vice premier – Shaoul Mofaz, pubblicando i dati della
sinistrosità del 2006. Nel corso dell’anno, sono infatti morte, sulle strade
del paese ebraico, 446 persone, 30 in meno rispetto al 2005 (-6%). Nonostante
tutto, dunque, il dato comincia ad invertire una tendenza rimasta sempre al
rialzo fin dal 1969, quando il governo di Tel Aviv decise di cominciare a
monitorare il fenomeno. Da tempo, però, la sicurezza stradale è divenuta una
priorità nazionale, e sarebbe proprio grazie ad una serie di incessanti
campagne di sensibilizzazione che il numero di vittime è per la prima volta in
discesa. Secondo il portavoce del ministero dei trasporti, Timor Dill, il
merito principale di questo importante risultato è del ministro in persona, che
non esita da tempo – in occasione di ogni impegno pubblico – a parlare di
sicurezza stradale come di un argomento importantissimo, esattamente come degli
attacchi kamikaze. “Shaoul – ha rivelato Dill al quotidiano israeliano Guysen –
non esita a entrare in discoteca, nei caffè o nei locali e prendere la parola
per qualche minuto, invitando i ragazzi a non esagerare con l’alcol, spiegando
loro che è meglio tornare a casa in autobus o in taxi, piuttosto che rischiare
la vita al volante”. Secondo il governo, i 6 milioni di cittadini israeliani
sono stati raggiunti dai messaggi “chiari e convincenti” che sono stati proposti
in questi ultimi mesi, molti dei quali diffusi nelle scuole di ogni ordine e
grado. “È nostra opinione – si legge nella nota governativa – che proprio i più
giovani potranno aiutare gli adulti a cambiare atteggiamento”. E se la polizia
israeliana si è detta compiaciuta dei brillanti risultati ottenuti, il ministro
Mofaz richiama tutti al proprio dovere, rifiutando di considerare il 2006 come
un buon anno sul fronte della sicurezza stradale. “Fin quando ci saranno
vittime sulle strade – ha detto – non sarà possibile parlare di un buon anno.
Il nostro obiettivo per il 2007 è quello di ridurre il più possibile la
mortalità e per questo nuove campagne saranno lanciate”. (ASAPS)
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