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Notizie brevi 06/01/2007

Epifania di sangue/1 - Tragedia sulla Firenze-Mare: famiglia distrutta in un terribile schianto all’ingresso di un cantiere.

Muoiono una madre, i suoi due figli di 4 e 7 anni, ed una ragazza di 30

Foto Ansa

(ASAPS) CHIESINA UZZANESE (PT), 6 dicembre 2007 – Epifania di sangue: Una frenata, la sbandata e poi il SUV che s’impenna sul new jersey e si capovolge. Pochi istanti di silenzio e poi una nuova frenata e lo schianto mortale. È da poco passata l’una di notte in A11, tra Chiesina Uzzanese (Pistoia) ed Altopascio (Lucca). Un Nissan Xtrail ed una Toyota Yaris sono disintegrate, sul tratto iniziale di uno scambio di carreggiata istituito per un cantiere: l’equipaggio della pattuglia autostradale di Montecatini Terme conta 4 morti: due bambini, di 7 e 4 anni, la loro madre, 45 anni, ed una ragazza di 30. Unici superstiti, il capofamiglia e l’amica della ragazza. Mentre scriviamo, il papà non sa ancora nulla. Non sa che quella frenata lo ha lasciato solo al mondo; mentre scriviamo, i poliziotti della stradale cercano di ricostruire la dinamica della prima grande sciagura dell’anno, che non si è fatta attendere troppo, seguita a distanza di poche ore da una lunga scia incidenti plurimortali, dei quali purtroppo vi rendiamo conto.

La cronaca: l’incidente è avvenuto con una modalità purtroppo consueta, nella quale si sono sommati una pluralità di fattori. La dinamica deve ancora essere ricostruita e quindi il condizionale è d’obbligo, ma alcuni elementi sembrano evidenti. La famiglia a bordo del SUV, residente a Firenze, stava rientrando dalle vacanze sulla neve e percorreva la carreggiata della A11 in direzione di Firenze. Questo tratto, negli ultimi anni, è stato caratterizzato da una lunga serie di interventi: sostituzione delle barriere centrali, passando dal guardrail (due lame a doppia onda per ogni senso di marcia separate al centro dalla classica siepe) al new jersey, allargamento del piano viabile fornendo maggiori spazi alle corsie, nuovi asfalti e nuovi portali (qui si è sperimentato il tutor). Il prezzo pagato è stato quello di cantieri sempre in funzione, molti scambi di carreggiata e lunghi tratti a doppio senso di circolazione, con separazione dei flussi costituite da coni e deflego, senza aggiunte particolari di cordoli o barriere in plastica rilevate. L’auto delle vittime entra nell’area di cantiere, che secondo i rilievi della Stradale sembrava in ordine, e si avvicina al punto di scambio. Qui, a pochissimi metri dalla spianata di segnali di direzione obbligatoria con le luci sequenziali, gli agenti hanno trovato le prime tracce di frenata, che lentamente si trasforma in scarrocciamento: il veicolo si mette di traverso, seguendo col posteriore la direzione imposta dallo sterzo. La parte iniziale del new jersey, che ha una conformazione simile a quella di una rampa, proietta in aria il gippone, che si ribalta e si trova immobile sulla carreggiata opposta, proprio in mezzo alla corsia che ospita il flusso del traffico della direzione contraria. Arriva la Yaris con a bordo due ragazze di Lucca, che non può evitare l’impatto. La 30enne che si trova al volante ci prova, ma riesce solo a puntare d’istinto verso destra, attirando verso di sé la maggior parte dell’impatto. Ha salvato la vita dell’amica, ma non la sua. Quando la pattuglia arriva, pochi istanti dopo aver iniziato il servizio, la scena è devastante. Ma purtroppo consueta. La Firenze Mare è spesso teatro di incidenti terribili: colpa del suo andamento rettilineo, ad eccezione del Serravalle, e della scarsità di traffico nelle ore notturne. Il COA ha inviato sul posto tutte le pattuglie disponibili, ma solo per la tragica protezione della scena, occupata per ore da vigili del fuoco e da sanitari. Il conducente del SUV, marito e padre delle vittime, è stato ricoverato in gravi condizioni al pronto soccorso di Lucca. Ancora non sa niente.

Il luogo: lo chiamavano, un tempo, il miglio lanciato, dove i motociclisti degli anni ’30 tentavano di battere i record di velocità. Oggi è uno dei tratti autostradali più lineari della Toscana, pur con i mille disagi dovuti alle dimensioni anacronistiche di alcuni caselli (Capannori ha due sole porte d’esazione), con puntuali code giornaliere di auto e camion fermi in corsia di emergenza per uscire. Probabilmente, se la cuspide del new jersey fosse stata protetta da una barriera di qualche genere – e pensiamo ad un attenuatore d’urto – il veicolo non si sarebbe capottato, ma resta il fatto che all’interno di questi cantieri la velocità, che dovrebbe essere ridotta progressivamente fino ai 40 orari per lo scambio, resta sempre altissima. I controlli, in questo senso, sono rarissimi, se non completamente assenti. Colpa degli organici ridotti della Polizia Stradale, che deve vigilare lunghi tratti spesso con pattuglia unica (il caso giustappunto di Montecatini Terme), di una normativa che deve essere interamente rivista (la disciplina dei cantieri), ma anche per i risentimenti dell’utenza che si dice vessata, che non arriva a comprendere perché, in autostrada, si debba anche andar piano: approntare postazioni fisse nei tratti a rischio, in fondo, costerebbe poco, ma la questione torna alla mancanza di legittimazione della strategia repressiva. Dunque, manca il rispetto della vita: della nostra, di coloro che sono in viaggio con noi, e quella di chi nei cantieri stradali lavora e non può difendersi dalla gragnola di proiettili che arriva loro addosso sotto forma di auto e camion. In un’inchiesta dell’Asaps, già in stampa per il prossimo numero de Il Centauro, abbiamo appunto affrontato la materia, illustrando i pochi dati disponibili in Italia confrontandoli con quelli di altri paesi. I dati sono oggettivi: la maggior parte degli incidenti, in aree di cantiere, avvengono in prossimità della testa della coda, nei punti critici dove le manovre dei veicoli dovrebbero essere eseguite a bassa velocità, e nei tratti a doppio senso di circolazione, spesso troppo lunghi. Discorso a parte meritano le morti bianche degli addetti ai cantieri: operai e tecnici pagano un tributo di sangue altissimo alla “causa della mobilità”, investiti da veicoli a folle velocità e perfino da pirati della strada. [Lo.Bo.](ASAPS)

Sabato, 06 Gennaio 2007
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