(ASAPS) MONTE SAN SAVINO (Arezzo), 8 gennaio 2007 – Non
c’è solo la strada che uccide. C’è anche la strada che mutila, che violenta i
corpi, che distrugge per sempre le aspettative di una vita normale. Ma sulla strada
ci sono anche angeli samaritani, che danno il loro tempo a una causa che non è
mai persa: quella degli altri. Raccontiamo l’episodio accaduto due giorni fa (6
gennaio) a Monte San Savino, un comune nei pressi di Arezzo, che domina la
conca della Valdichiana, cuore della Toscana più famosa nel mondo. Qui, un
ragazzo di 29 anni, in sella al suo piccolo scooter (150cc), percorre la strada
del Vallone. Un’arteria buia, insidiosa, teatro purtroppo di molti incidenti
stradali. Il giovane scivola e dopo essere finito sull’asfalto prosegue la sua
corsa verso la via di fuga. Sarebbe stato un incidente da poco se sulla
traiettoria non avesse trovato la piantana di un guardrail. Una lama che ne
sorregge un’altra, una vera ghigliottina per i motociclisti, spesso trappola
mortale anche per le automobili. La velocità è sufficiente per renderla
tagliente come un rasoio, e da rasoio si comporta: la gamba del centauro è
tagliata di netto. L’istante fatale non interrompe la corsa ed il ragazzo passa
oltre quella che è definita “la barriera di contenimento” e finisce nel
torrente gelido, che un momento dopo diviene rosso di sangue. Il 118 invia
subito sul posto un’ambulanza medicalizzata della Misericordia di Monte San
Savino: sulle fiancate reca la scritte “CEMM”. La salvezza in un acronimo
(Coordinamento Emergenza Medica Misericordie”, come i toscani ben sanno.
Insieme alle Pubbliche Assistenze (SPAMU, Soccorso Pubbliche Assistente Medico
Urgente) ed alla Croce Rossa, il
serbatoio di volontari – non solo in Toscana – consente allo stato di non
occuparsi più di tanto del soccorso sanitario esterno. Altri acronimi come il
DEU (Dipartimento Emergenza Urgenza), l’EST (Emergenza Sanitaria Territoriale) o i PET (Punto di Emergenza
Territoriale) sono tutti diretti dalle aziende, che inviano infermieri
professionali e medici sulle ambulanze delle associazioni, salvo sporadici
casi. Ma sono loro, i volontari, che le mettono in moto, che ne curano gli
allestimenti, che le fanno funzionare durante le feste comandate come nei giorni
feriali. Dicevamo che il 118 di Arezzo aveva inviato sul posto un’ambulanza
medicalizzata: scendono il medico e tre “fratelli”, soccorritori avanzati, che
non esitano un attimo a gettarsi nelle acque. Recuperano la vittima, tamponano
l’emorragia massiva, lo imbracano e recuperano l’arto, consegnandolo al medico
per stabilizzarlo in vista del trasferimento in ospedale. Poi corrono, bagnati
fradici, verso il pronto soccorso, già allertato, dove un equipe specializzata
in chirurgia vascolare ed ortopedica ha tentato di reimpiantare l’arto mozzato
sul ceppo trasversale della strada del Vallone. Qualcuno ha proposto per i
soccorritori una medaglia al valore e noi siamo d’accordo. Però, imploriamo gli
enti proprietari delle strade: togliete quelle lame da lì. (ASAPS) |
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