(ASAPS) CHIAVARI (GENOVA), gennaio 2007 – Dite la verità:
andreste mai in vacanza con un carro funebre? La risposta ci pare scontata,
conoscendo l’atavica superstizione che contraddistingue noi abitanti della
penisola, a scongiurare l’inevitabile. Cornetti, gesti scaramantici, grattatine
in zone proibite: insomma, tutto pur di scacciare la sfortuna. Eppure, c’è
sempre l’eccezione che conferma la regola, come hanno scoperto gli agenti della
Stradale di Chiavari, in servizio civetta con una Subaru Umpreza dotata di
Provvida. L’auto della polizia stava incrociando in A12, quando è stata
superata a tutta velocità da un carro funebre. Correva, e davvero tanto: ma
quale urgenza può mai esserci nell’ultimo viaggio? Perdipiù, i “trasporti” di
questo tipo avvengono sempre a velocità moderate – anche nei lunghi
trasferimenti – per rispetto al defunto che si trova a bordo. Così l’Impreza si
mette all’inseguimento, breve per la verità, ed una volta tracciata la velocità
media del veicolo è scattato l’alt. Il carro, fiammante, viaggiava ad oltre 140 km/h, proprio nel
tratto più pericoloso dell’arteria, ove il limite massimo è di 80 orari. Ma la
sorpresa doveva ancora venire: niente cassa da morto, all’interno, ma solo
bagagli per la vacanza appena terminata dei due occupanti, una coppia torinese:
lui, alla guida, è il dipendente di una carrozzeria specializzata in
allestimenti speciali, tra cui quelle dei carri funebri. Tra l’altro, il
veicolo non era nemmeno stato immatricolato, e la targa prova, invece che
essere esposta come vuole la legge, era riposta nell’ampio – ahinoi –
bagagliaio. Un espediente a prova di autovelox? Comunque sia è servito a poco:
370 euro di multa per la velocità, ritiro e sospensione di patente,
decurtazione di 10 punti, e infine una sanzione da 120 euro per non aver
esposto la targa prova… Evidentemente, qualche scongiuro in più poteva non
guastare. (ASAPS)
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