CORRIERE ADRIATICO Verrà diffuso negli istituti superiori per l’educazione
stradale
Kit per misurare il tasso alcolico
ASCOLI - E’ il Piceno il territorio delle Marche in cui si
registra il più alto numero di sinistri automobilistici a causa dei
comportamenti a rischio assunti dai conducenti. Il triste fenomeno, che secondo
i dati della Prefettura interessa prevalentemente persone al volante che hanno
un’età che va dai 18 ai 29 anni, è al centro di un progetto varato
dall’Amministrazione Provinciale, allo scopo di ridurre i rischi di coloro che
si mettono in automobile dopo aver assunto sostanze alteranti. La prima delle iniziative previste
è un seminario con il coinvolgimento dei titolari di tutte le 46 autoscuole
della provincia, ai quali verrà distribuito uno speciale kit per la misurazione
del tasso di alcol nel sangue da consegnare a chi conseguirà la patente di
guida nel corso del 2007. Alle autoscuole verrà anche fornito un accurato dossier
in cui sono stati messi in evidenza i dati circa il consumo di alcol e di
droghe dei giovani automobilisti del territorio più a sud della regione,
compresa l’assunzione di farmaci da parte di chi guida, le percentuali legate
al sonno nell’incidenza dei sinistri, oltre alle condotte comportamentali da
evitare nel caso in cui le persone si accingono ad intraprendere un viaggio in
automobile. L’iniziativa, a cui collaborano anche l’Azienda Sanitaria
Locale, la Polizia Stradale, i Carabinieri e l’Unasca, è resa necessaria
dall’elevato numero di incidenti automobilistici registrato in tutto il Piceno
anche nell’anno che abbiamo appena lasciato. I dati forniti dalla Prefettura
vedono le infrazioni al primo posto tra le motivazioni che portano alla causa
di incidenti, con un notevole aumento delle sospensioni delle patenti di guida
nel corso degli ultimi due anni, passate dalle circa seicento del 2003 alle
1.028 del 2004 e delle 914 del 2005. E il 2006 si è chiuso in maniera ancora
piu’ drammatica, visto che i controlli effettuati nei mesi dell’anno scorso
anno hanno portato a privare del documento di guida oltre 2500 conducenti, in
quanto sorpresi a guidare con un eccessivo quantitativo di alcol in corpo. Per
tentare di ovviare al fenomeno sono stati varati molteplici intendimenti anche
da parte del Comune, che ha promosso una campagna di educazione stradale
rivolta ai ragazzi delle scuole. Nelle Elementari e nelle Medie il progetto consiste in una
serie di visite nelle classi da parte del personale della Polizia Municipale,
allo scopo di creare autentici momenti di informazione circa il problema. Nelle scuole Superiori, invece, l’iniziativa è denominata
‘Attenti alla Guida’ e prevede l’ideazione e la realizzazione di uno spot
televisivo e di un manifesto, commentati e corredati da slogan curati
totalmente dagli studenti, allo scopo di promuovere la guida sicura in motorino
e far comprendere agli esponenti delle nuove generazioni i pericoli legati alla
strada.
HALPCONSUMATORI
SICUREZZA STRADALECampagna "Brindo con prudenza": 14% dei
conducenti positivi all’etilometro
10/01/2007 Sono stati 226 su 1547 (14%) i conducenti
risultati positivi al test dell’etilometro nel corso dell’iniziativa
"Brindo con Prudenza", la versione invernale di "Guido con
Prudenza - Zero alcool tutta vita". Si tratta di una campagna che ha
l’obiettivo di diffondere tra i giovani comportamenti di guida prudenti per
evitare le stragi sulle strade. L’iniziativa è stata organizzata per tre
weekend dal 22 dicembre al 6 gennaio, in 10 discoteche della provincia di
Brescia, di Trento e di Rimini. Nel corso dei tre fine settimana sono state circa 100 le
pattuglie della Polizia Stradale impiegate nell’iniziativa, 1.547 i conducenti
controllati all’etilometro e precursore, 407 patenti ritirate, di cui 226 per
guida in stato di ebbrezza alcolica. Nel corso dell’iniziativa all’ingresso dei
locali che hanno aderito i ragazzi sono stati invitati a nominare il proprio
Bob, cioè colui che ha scelto di non bere per riaccompagnare a casa i propri
amici. Ai ragazzi controllati e risultati negativi all’etilometro sono stati
regalati biglietti omaggio per accedere alle discoteche che hanno sposato
l’iniziativa; presso i corner "Brindo con Prudenza", situati nelle
vicinanze dei locali notturni, sono stati distribuiti alcool test per
verificare in modo autonomo il proprio stato di ebbrezza e decidere quindi
consapevolmente di mettersi alla guida.
IL GAZZETTINO (Rovigo)
Abusi sulle figlie, chiesta
l’audizione delle bambine
(R.B) Il sostituto procuratore Manuela Fasolato ha
presentato la richiesta di un incidente probatorio affinché dal giudice per le
indagini preliminari siano ascoltate le due bambine di 6 e 10 anni, figlie
dell’operaio quarantacinquenne di Adria accusato di violenza sessuale nei loro
confronti e arrestato una settimana fa dai carabinieri su ordine di custodia
cautelare emesso dal gup Carlo Negri. Una richiesta che presenterà domani anche
il legale dell’uomo, l’avvocato Luigi Migliorini, che l’altro ieri ha avviato
anche un ricorso al Tribunale del riesame per ottenere la scarcerazione del suo
assistito. Il pubblico ministero, in particolare, ha chiesto che le
ragazzine vengano sentite alla presenza di un neuropsichiatra infantile che
possa valutarne l’attendibilità e gli eventuali traumi subiti dal presunto
comportamento del genitore. La vicenda era scoppiata in seguito alle segnalazioni
degli insegnanti delle bimbe che avrebbero notato atteggiamenti
"strani" e sospetti. Ma quello che avrebbe "incastrato"
l’uomo sarebbero anche le testimonianze di otto persone che, anche se non hanno
assistito fisicamente ai presunti abusi, in varie circostanze avrebbero sentito
l’uomo parlarne. In un caso particolare, mentre l’operaio si trovava in un bar,
si sarebbe vantato di aver inziato al sesso le giovani figlie. Frasi udite da
una donna che poi le avrebbe riferite agli insegnanti e al direttore didattico
della scuola elementare delle due sorelline. Il cognato del 45enne, subito dopo
l’arresto, aveva affermato che si trattava di un «colossale equivoco, legato all’uso
continuo di alcol». La procura, intanto, sta valutando anche la posizione
della madre. Si sospetta, infatti, che la moglie dell’operaio fosse a
conoscenza dei comportamenti pedofili del marito e che abbia taciuto perché
succube di lui oppure a causa della vergogna che avrebbe cercato di evitare
alla famiglia.
IL SECOLO XIX
Centauro ubriaco si schianta. È grave Genova.
Incidente la scorsa notte nel quartiere genovese di
Borgoratti. Un uomo di 34 anni ha perso il controllo della moto su cui viaggiava
schiantandosi sull’asfalto. Dalle analisi condotte in ospedale, il centauro è
risultato positivo al test etilometrico. È ricoverato in condizioni gravi
all’ospedale San Martino di Genova.
IL GAZZETTINO (Belluno) ALANO DI PIAVE
Condannato ad un anno e quattro
mesi per aver rubato due birre
(si.p.) Condannato ad un anno e quattro mesi per aver
rubato due birre. Anzi, rapinato. Perché alla fine, per sottrarre le due
lattine all’amico, gli sferrò addirittura un pugno. Il movimentato episodio
accadde all’interno del bar della stazione a Fener di Alano di Piave
nell’aprile del 2005. Omar Es Aannar, marocchino di 28 anni, difeso da
Ferdinando Coppa dello studio Morales, quel giorno, ebbe una discussione
all’interno del locale con Hassan Bennanna. Non si sa il motivo per cui quelle
due lattine di birra che il giovane aveva appena acquistato fossero così
importanti per l’Es Aannar. Fatto sta che il 28enne si scagliò contro il
connazionale minacciandolo. «O mi dai le birre o ti ammazzo» e così dicendo gli
sferrò un pugno in pieno volto. La violenza usata per appropriarsi di un bene mobile è
valsa a rinviare a giudizio il marocchino per rapina. A suo carico anche altre
accuse, come quella di lesioni, venuta a cadere per remissione di querela. Ieri il processo, che si è celebrato davanti al giudice
monocratico Antonella Coniglio. Il pubblico ministero Filippo De Conto ha
chiesto una condanna a due anni di reclusione. La difesa ha cercato di far
derubricare il reato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni senza però
ottenere soddisfazione in tal senso. Alla fine la condanna, per quanto possa apparire esagerata
in rapporto al fatto e al valore del "bottino", secondo lo stesso
difensore è stata equa. Il giudice, pur pronunciando sentenza per rapina, ha
riconosciuto le attenuanti generiche in relazione alla tenuità del fatto e
comminando una pena sotto al minimo edittale di tre anni stabilito per questo
tipo di reato. In aula sono sfilati come testimoni i carabinieri che
intervennero in quell’occasione e la gestrice del bar della stazione, Cinzia
Canal.
LA REPUBBLICA Sempre più diffusi i
cibi "ammessi" dal testo sacro islamico: +15% in un anno Da precetto
religioso è già un business con un giro d’affari da 15 miliardi di euro
L’Europa a tavola con il Corano
E’ boom della cucina
"halal"
di ALBERTO D’ARGENIO BRUXELLES -
"La produzione alimentare di oggi rende difficile capire cosa finisce nei
cibi che consumiamo. Certo, l’etichettatura aiuta, ma non tutto è
comprensibile: sappiamo che non dobbiamo mangiare maiale, alcol o gelatina, ma
come la mettiamo con l’ergocalciferolo o con il glyceryl stearate?".
Benvenuti nell’universo della cucina halal: siti internet, fast food e negozi
specializzati nella vendita di alimenti permessi dalla legge islamica. Un dettame religioso che in Europa si è ormai trasformato
in un vero e proprio brand di enorme successo. Halal a tavola, ovvero, tradotto
dall’arabo, ciò che è "lecito" mangiare secondo il Corano. E per i
musulmani europei a volte è difficile evitare ingredienti haram,
"impuri", come grassi animali e prodotti derivati dal maiale:
biscotti, caramelle, yogurt e succhi di frutta i classici alimenti a
trabocchetto. E i rischi non si corrono solo a pranzo, ma anche in farmacia o
dall’estetista. Ecco perché i prodotti halal vanno a ruba, con cifre da
far impallidire qualsiasi altro settore commerciale: nel 2003 il mercato
europeo dei prodotti "leciti" ha fatturato circa 15 miliardi di euro.
Commentano i sociologi belgi: "È uno dei settori più promettenti a livello
planetario", anche perché dal 1998 vanta un incremento annuo del 15%. La
Francia è la piazza più fiorente per la vendita di cibo, medicine e cosmetici
halal, ma Gran Bretagna, Belgio e Germania non hanno nulla da invidiarle. E
così fioriscono mercatini e negozi, supermercati e macellerie specializzate,
fast food e siti internet dove ordinare carni e salumi prodotti nell’est
europeo "con tecnologia e ricetta italiana" ma rigorosamente halal. E
a livello globale si parla di guadagni costantemente in crescita che ormai
sfiorano i 150 miliardi di dollari l’anno. "Come Dio vuole, io mangio halal ogni volta che
posso", spiega una giovane studentessa universitaria belga di origine
magrebina. "È più sano e più facile da digerire", le fa eco un uomo
di mezza età convertito all’Islam da una decina d’anni. E così quello che ormai
è stato ribattezzato "halam business" cresce. Si moltiplicano guide
online in cui trovare un buon ristorante a norma di Corano in qualsiasi Paese
del mondo, o in cui studiare i marchi di garanzia più affidabili. Si adeguano
le catene di ristorazione e le grandi case alimentari, creando linee di
prodotti halal con tanto di marketing specifico. Una tendenza inarrestabile
perché ad aumentare non sono solo i clienti, ma anche i cibi richiesti. In Francia, ad esempio, i giovani islamici tendono a
seguire le mode culinarie dei coetanei non musulmani, ma spesso sono messi
fuori gioco dagli alimenti impuri contenuti nei piatti più gettonati: e così
nel 2005 sono nate pizza e lasagne halal. In Belgio le scuole e gli ospedali
dei quartieri a maggiore densità di immigrati musulmani servono piatti privi di
ingredienti haram. Ma naturalmente ci sono anche i problemi. Il primo, e più
sentito dai consumatori, è quello della certificazione, sanitaria e religiosa.
Non in tutti i paesi europei c’è un sistema di etichettatura affidabile
sull’autenticità del cibo halal. Come in Belgio, dove secondo un’indagine
dell’Università di Gand sono gli stessi consumatori musulmani a chiedere regole
chiare: un intervistato su quattro si preoccupa per l’assenza d’informazione e
di controllo, mentre uno su tre per la mancanza di igiene. Ammette un grossista
di Bruxelles: "Senza una definizione unica del certificato halal lasciamo
spazio a ogni genere di abuso". Ma intanto l’halal economy ha ormai creato
un inarrestabile brand di successo.
ASAPS
Cile, governo per la sicurezza
stradaleAnnunciata un’iniziativa choc per limitare l’uso di
bevande alcoliche: immagini di incidenti sulle etichette Tutti i dati della
sinistrosità del paese americano
SANTIAGO DEL CILE – Proposta choc, niente da dire, ma non
del tutto inedita: cercare di colpire il consumatore proponendogli l’effetto
della sua condotta. La più terribile che ci è capitato di vedere è sul
pacchetto delle sigarette maggiormente vendute nel mondo – paradossalmente
simbolo della sportività in campo motoristico – nello stato di Singapore, dove
sulla parte frontale della confezione c’è l’immagine di un neonato intubato
nell’incubatrice rianimatoria. Contro l’alcol, con questa strategia, potrebbe
scendere in campo il governo del Cile, se la proposta del senatore Alejandro
Navarro passerà in parlamento. Sulle etichette delle bottiglie di alcolici –
dai più prestigiosi marchi fino a quelli che più commerciali – potrebbero infatti
finire immagini di terribili incidenti stradali. Una campagna definita dai
quotidiani cileni “aggressiva e forte”, del resto già operativa sul campo del
tabacco. ”lo scopo – ha detto Navarro alla stampa – è quello di far sapere che
in questo paese abbiamo più morti sulla strada che per altri tipi di delitti
(come nel resto del mondo, ndr) ed oggi la sinistrosità stradale è la maggior
causa di decessi tra i giovani”. Per non colpire eccessivamente gli animi più
sensibili, saranno utilizzate solo le immagini dei veicoli dilaniati, lasciando
i corpi delle vittime fuori dalla campagna. “Non possiamo accettare – ha
aggiunto il senatore – che un morto su quattro sulle strade sia un giovane tra
i 15 ed i 25 anni. Le nostre statistiche dicono che nessuno si salva dal
connubio alcol e volante: conducenti, passeggeri e pedoni”. Nel corso del 2006,
in Cile, 1.628 persone hanno perso la vita in incidenti stradali: le vittime di
omicidi volontari sono state 1.081. In un paese che conta poco più di 16
milioni di abitanti, che ha sempre considerato la delinquenza la priorità
nazionale, è una cifra niente male: per questo motivo è allo studio una riforma
complessiva del codice della strada, che comprende l’obbligo di cinture di
sicurezza sui bus extraurbani, l’uso di seggiolini per bambini anche sui
trasporti pubblici ed il divieto di fumo durante la guida (!). Le ultime
indagini stilate dal governo hanno dimostrato che il 40% dei sinistri mortali è
stato caratterizzato dall’uso di sostanze alcoliche , accertando anche che
l’intera sinistrosità costa all’erario qualcosa come 565 milioni di dollari. La
percentuale di investimenti mortali ha toccato nel 2006 il 44% degli incidenti
complessivi, superando del 21% la media degli Stati Uniti, del 15% quella
giapponese e del 36% quella dell’Unione Europea. Sempre grazie ai dati
dell’anno appena concluso, si è accertato che in Cile 16.391 bambini sotto i 12
anni hanno riportato lesioni gravi, mentre in 300 non ce l’hanno fatta.
Insomma, un paese alle prese con una violenza stradale da far paura.
IL SECOLO XIX Storia di Bruno, il clochard che ha gettato via la
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