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Rassegna stampa Alcol e guida del giorno 22 gennaio 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

IL GAZZETTINO (Rovigo)

Niente alcol dall’una di notte alle 6 del mattino. Lo dice ...

Niente alcol dall’una di notte alle 6 del mattino. Lo dice la nuova legge regionale sui pubblici esercizi passata in commissione a dicembre e pronta ad arrivare in consiglio.

Sulle prime l’intento è chiaro: ha tutto l’aspetto di una sana limitazione che eviti eccessi, che poi finirebbero per trasformarsi nei pericoli conseguenti per chi si mettesse alla guida di un veicolo un po’ alticcio.

In realtà le ripercussioni sull’abuso di alcol e l’effetto in qualche modo deterrente sarebbero non solo minimi, ma addirittura controproducenti. Le ragioni le spiega Lorenzo Paparella, presidente provinciale della Fiepet Confesercenti, il sindacato di categoria dei pubblici esercenti, tra l’altro anche titolare del Caffè Borsa.

«Un provvedimento di questo tipo non è solo inutile, ma anche sbagliato - spiega Paparella - bloccare la vendita di alcolici con il locale ancora aperto e i clienti all’interno, non ha senso. Al di là del fatto che chiunque fino all’una ha tutto il tempo per alzare il tasso alcolico del proprio sangue, l’effetto deterrente di un’imposizione così concepita è facilmente verificabile confrontando quello che avviene in altri Paesi, dove è stata introdotta tale limitazione. Per lavoro, ma anche in vacanza, sono stato più volte, per esempio, in Gran Bretagna. Basta entrare in un pub poco prima che scatti lo stop agli alcolici. I clienti quintuplicano le ordinazioni, trangugiano quantità industriali di alcol in pochi minuti, oppure con boccali e bottiglie escono sui marciapiede e continuano le loro bevute. Così se prima centellinavano la loro birra sorseggiandola con calma, dopo si ubriacheranno senza ritegno». (*)

C’è poi l’aspetto legato alla regionalità del provvedimento, che rimarrebbe circoscritto ai soli confini veneti.

«E questo è uno degli aspetti più pericolosi di questa normativa - continua Paparella - se in Emilia Romagna, visto che è la regione più vicina a Rovigo, non venisse preso un provvedimento identico, si assisterebbe dopo l’una di notte a una vera e propria migrazione in massa di giovani per raggiungere i locali dell’Oltrepo ferrarese, dove bere alcolici sarebbe ancora autorizzato».

Ragazzi, fa capire Paparella, che probabilmente si metterebbero alla guida per poi ritornare a casa quasi certamente in uno stato di alterazione alcolica.

Anche l’eliminazione delle cosiddette tipologie è una novità guardata dai pubblici esercizi con un certo sospetto. Finora esistevano quattro categorie distinte tra chi somministrava alimenti e bevande. C’erano ristoranti e pizzerie, i bar, i locali destinati all’intrattenimento e i cosiddetti bar bianchi (senza vendita di alcolici). D’ora in poi il criterio distintivo sarà dato dalle dotazioni e dalle certificazioni che l’ambiente possiede. In pratica saranno i requisiti posseduti, ratificati nell’autorizzazione sanitaria rilasciata dall’Ulss, a decretare cosa si può o non si può somministrare di alimenti e bevande in un pubblico esercizio.

Franco Pavan

(*) Nota: gli esercenti dei bar conoscono già poco le normative italiane figuriamoci quelle inglesi. Il limite orario delle 23 per bere alcolici nei locali inglesi è stato abolito il 1 dicembre 2005. A quanto pare la liberalizzazione dell’orario non inciso sui consumi di alcolici e sul numero dei problemi alcol correlati, li ha semplicemente diluiti nel tempo. Prima il 47% di tutti gli episodi di violenza avveniva tra le 23 e le 24. Analogamente non è lecito attendersi grossi risultati da questa legge regionale. Se applicata, il merito maggiore sarà quello di far convergere il dibattito e le idee su altre proposte concrete.


MARKETPRESS

ZERO ALCOOL NEL SANGUE DEI NEOPATENTATI 

Strasburgo, 22 gennaio 2007 - Gli incidenti stradali causano ogni anno più di 40.000 morti, con un costo di 180 miliardi di euro (2% del Pil dell´Ue). Si è quindi ancora ben lontani dall’obiettivo di dimezzare il loro numero entro il 2010. Tasso zero di alcolemia per i neopatentati, armonizzazione della segnaletica, divieto di sorpasso per gli autocarri di più di 12 tonnellate, sanzioni severe e sviluppo di nuove tecnologie, sono la ricetta del Parlamento per garantire una maggiore sicurezza stradale. Partendo dalla considerazione che i progressi compiuti in tutta l´Ue in materia di sicurezza stradale non sono ancora sufficienti a dimezzare gli incidenti entro il 2010, come era stato prefisso dal Programma di azione europeo, Il Parlamento propone una serie di misure per aggiungere tale obiettivo. La relazione di Ewa Hedkvist Petersen (Pse, Se) sostiene anzitutto che occorre concentrarsi in via prioritaria su una serie di politiche miranti a un´attuazione più efficace della legislazione (cinture di sicurezza, limiti di velocità, rispetto dei codici stradali), al miglioramento delle norme di idoneità alla guida (patenti, comportamento dei conducenti, rispetto dei pedoni), al miglioramento delle infrastrutture (qualità delle reti autostradali e stradali, corsie stradali e segnaletica) e al miglioramento dei veicoli (controlli periodici, modelli). Il Parlamento chiede poi agli Stati membri di valutare l´introduzione di un tasso massimo di alcolemia dello zero per mille per i giovani conducenti nonché per gli autisti che guidano veicoli per il trasporto di passeggeri e merci pericolose. Maggiori risorse dovrebbero inoltre essere destinate alla ricerca e alla lotta contro la guida sotto l´effetto di stupefacenti. I deputati sollecitano poi un rafforzamento degli sforzi tesi a un maggiore impiego delle cinture di sicurezza in tutti i veicoli. Al riguardo, peraltro, i deputati ritengono particolarmente importante che le infrazioni alle norme in materia di eccesso di velocità, uso delle cinture di sicurezza e guida in stato di ebbrezza vengano punite «in modo efficace e con severe sanzioni», indipendentemente dal fatto che tali infrazioni siano avvenute nel paese d´origine del cittadino o in un altro Stato membro. Compiacendosi della proposta della Commissione sull´uso di specchietti retrovisori privi di angoli ciechi, il Parlamento le chiede anche iniziative volte a imporre l´obbligo di guida con i fari di giorno, la segnalazione dei contorni dei mezzi pesanti con strisce catarifrangenti, e l´estensione del divieto di sorpasso per gli autocarri di oltre 12 tonnellate a tutte le strade a una e due corsie. Invita poi gli Stati membri a elaborare un Piano d’azione sulla formazione e l’educazione stradale, capace di coprire l´intero ciclo di studi degli alunni, dai 3 ai 18 anni, in tutti gli istituti scolastici dell´Unione, e reputa opportuno stabilire norme di formazione e misure di sicurezza per permettere di fare pratica accompagnata a partire dall’età di 16 anni. Ma la Commissione è anche invitata a occuparsi della definizione di regole minime comuni in materia di esami e certificazione degli istruttori di scuola guida e ad elaborare norme per un accesso non discriminatorio dei portatori di handicap alla patente di guida. In considerazione dell’elevato numero di incidenti e di decessi nei pressi dei cantieri stradali, i deputati invitano la Commissione ad elaborare orientamenti comuni sugli obblighi da rispettare per garantire la sicurezza dei tratti in cui si svolgono lavori. La sollecitano poi ad effettuare uno studio sull´armonizzazione della segnaletica stradale in Europa quale mezzo per migliorare la sicurezza delle strade, «dal momento che una segnaletica poco chiara o incoerente causa inutili rischi per la sicurezza stradale». Secondo il Parlamento, anche le tecnologie permettono, nel lungo periodo, di evitare in modo molto significativo gli incidenti mortali. Per questo motivo sollecita l´intensificazione della ricerca e della cooperazione tra tutti i soggetti interessati, per promuovere la rapida introduzione delle tecnologie più promettenti. In tale contesto, ritiene che, nell´ampia scelta delle tecnologie, meritino particolare attenzione le seguenti soluzioni: spie di allarme per le cinture di sicurezza e sistemi avanzati di contenimento, controllo elettronico della stabilità (Esc), sistemi di limitazione della velocità, alcolock, dispositivi ausiliari attivi (frenata di emergenza assistita, sistemi di regolazione della velocità adattativi, sistemi di avviso di uscita di corsia, controllo a ultrasuoni dell´angolo cieco, dispositivi di controllo degli ammortizzatori) e la chiamata elettronica. La relazione, infine, invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere maggiormente la conoscenza del numero internazionale di emergenza 112 e invita i Paesi che ancora non l´hanno attivato, a rendere il servizio disponibile al fine di migliorare la situazione nell´Ue. Background - Globalmente, nei paesi che oggi formano l’Unione europea si sono registrate 50.000 vittime della strada nel 2001 e l’obiettivo comune, proposto nel 2001 e aggiornato dopo l’allargamento nel 2004, è di non superare le 25.000 vittime all’anno entro il 2010. Nel 2005, sono decedute in Europa 41.600 persone, pari a una riduzione del 17,5% in 4 anni. Un ritmo insufficiente per raggiungere l´obiettivo preposto. Particolarmente allarmante è il dato che riguarda i motociclisti. I centauri morti sulla strada sono aumentati del 5,6% fra il 2000 e il 2003, mentre nello stesso periodo il totale delle vittime della strada è diminuito del 12%. Il numero di motociclisti che hanno perso la vita sulle strade in Italia, Belgio, Svezia e Regno Unito è aumentato rispettivamente del 40%, 39%, 21% e 15%. Ma anche i giovani di età compresa fra i 18 e i 25 anni sono una categoria a rischio: questo 10% della popolazione rappresenta il 21% delle vittime, così come i pedoni, soprattutto anziani, che contano 5.400 vittime e i ciclisti (2.000 vittime). L´italia si piazza seconda in Europa, dopo la Germania, nella poco onorevole classifica degli incidenti stradali ed è insidiata solo dal Regno Unito. Nel nostro Paese nel 2004 si sono infatti verificati 224.553 incidenti (contro i 339.000 in Germania e 214.000 in Regno Unito) che hanno coinvolto quasi 428.000 automobili e causato 322.225 vittime, di cui 5.625 sono decedute (3.739 conducenti, 1.164 passeggeri e 710 pedoni), di cui 1.133 donne e 4.492 uomini. I decessi di giovani tra i 18 e 24 anni sono stati più di mille, leggermente inferiori a quelli registrati tra le persone di più i 65 anni.


 

LA REPUBBLICA

MOTORI

Le modelle hanno posato per l’iniziativa promossa dalla Confederazione degli studenti e dalla Protezione civile della Provincia di Napoli

Napoli e la sicurezza stradale: calendario delle studentesse

di SILVIA BONAVENTURA

Belle ragazze con casco, giubbini catarifrangenti e cinture di sicurezza. E’ arrivato il calendario delle studentesse di Napoli per sensibilizzare i cittadini sul tema della sicurezza stradale. Dodici scatti realizzati dalla fotografa Simona Coppeto e dall’agenzia di comunicazione pubblicitaria Ogham, grazie anche a vari sponsor. Il progetto è stato presentato dalla Confederazione degli studenti con l’assessore alla Protezione civile della Provincia di Napoli, Francesco Emilio Borrelli.

Tra oltre settanta ragazze ne sono state scelte 16 che hanno prestato la loro immagine per uno scopo sociale. L’iniziativa è alla sua sesta edizione, ma quest’anno non contiene solo bellezza genuina, ma anche un messaggio positivo. Accanto allo splendore acqua e sapone di queste giovani studentesse c’è infatti il tentativo di incoraggiare i giovani, e anche i meno giovani, al rispetto delle regole del codice della strada. Che in Campania, ma non solo, è poco rispettato, come evidenzia Fabrizio Cappella, uno dei responsabili del progetto: ’’Abbiamo deciso di affrontare il tema della sicurezza stradale poiché i dati dell’ARCSS (Agenzia Campana per la Sicurezza Stradale) sono preoccupanti e rilevano che ogni anno 320 persone perdono la vita sulla strada’’.

’’Le foto sono state scattate a Napoli e dintorni ed alcune sono ambientate anche nella toilette della discoteca, dove le ragazze bevono Coca Cola invece di alcolici, spesso causa di incidenti automobilistici’’ aggiunge la fotografa Coppeto.

Il calendario si può scaricare gratuitamente dal sito internet www.eurostudent.it, e sarà distribuito al Ministero dell’Università e della Ricerca, al Ministero dell’Ambiente, agli Onorevoli Parlamentari, Assessori e Consiglieri delle Regioni, Province e Comuni della Campania, rettori degli atenei nazionali, presidi e professori di tutti gli atenei della Campania, Consiglio Nazionale Studenti Universitari (CNSU), organi ADISU di Napoli, Benevento, Caserta, Suor Orsola, Partenope e segreterie di tutti gli atenei campani.


PAGINEMEDICHE.IT

La prevenzione del tumore al fegato inizia a tavola: uno studio italiano indica gli alimenti amici del fegato

Prevenire il tumore al fegato si può e il miglior modo per iniziare è fare attenzione a cosa si porta in tavola: è quanto hanno concluso i ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano coordinati da Renato Talamini dopo aver analizzato 185 persone con carcinoma epatocellulare e 412 soggetti in buona salute.

A tutti i partecipanti è stato chiesto di riportare con precisione quali alimenti consumassero regolarmente e ciò ha permesso agli scienziati italiani di scoprire le sostanziali differenze tra la dieta abituale dei soggetti malati e di quelli sani.

Carne bianca, frutta, yogurt e latte sarebbero, dunque, i più preziosi ed efficaci alleati nella prevenzione del tumore al fegato. Un elevato consumo di carne bianca sarebbe associato ad una riduzione del rischio pari al 56%, una riduzione che scende al 52% con un buon consumo di frutta e sale vertiginosamente fino al 78% per gli amanti di latte e yogurt.

“Si tratta di indicazioni alimentari utili per tutti, ma che dovrebbero essere prese in seria considerazione soprattutto dai soggetti a rischio che dovrebbero eliminare completamente dalla loro dieta l’alcol”, ha dichiarato Talamini sull’International Journal of Cancer che ha pubblicato i risultati della sua ricerca. 


 

L’ADIGE

Lettere

Ma venite a Trento per studiare o bere?

Negli ultimi giorni sono state pubblicate parecchie lettere di universitari che, prendendo spunto dalla chiusura alle 23 del locale SoulTrain, tracciano un quadro di Trento come di una città morta. Dopo le 23, dicono, non si può più fare nulla. Posso dare un consiglio? Magari provate a dormire, così la mattina studiate un po’ più a mente fresca. Franco T.


BRESCIA OGGI

Controlli anti stragi del sabato sera della polizia stradale in Franciacorta
Brilli alla guida, stop per 23

Colpite dal ritiro di patente anche due ragazze

Un’altra notte di lotta alla guida in stato di ebbrezza, un’altra notte di controlli che mette in luce la cattiva abitudine dei bresciani che si mettono al volante anche se hanno esagerato con gli alcolici.

Anche la scorsa notte la polizia stradale di Brescia ha ritirato parecchie patenti per guida in stato di ebbrezza: a pagare per le cattive condizioni di lucidità anche due ragazze. Lo scorso anno la polizia stradale di Brescia ha ritirato più di duemila patenti per abuso di alcol, il 10 per cento del totale nazionale. Un dato allarmante, ma che non influisce sulle abitudini dei giovani bresciani che il sabato sera escono per divertirsi e, nella maggior parte dei casi, credono che non sia possibile se il tasso alcolico resta nella norma.

L’altra notte sono state cinque le pattuglie della stradale, coordinate dal distaccamento di Iseo, che hanno controllato la lucidità degli automobilisti in circolazione nella zona della Franciacorta. La serie di controlli ha interessato 161 veicoli e relativi conducenti e 181 persone complessivamente. Dei 161 automobilisti sono stati sottoposti al test dell’etilometro i giovani che non apparivano perfettamente lucidi. Per molti l’esito dell’esame è stato negativo: in 23 hanno dovuto lasciare il posto di guida per il ritiro immediato della patente e relativa denuncia. Tra i 23 automobilisti lasciati a piedi c’erano anche due ragazze. Quattro giovani, tra coloro che aveva ecceduto con il bere, aveva un tasso alcolico superiore a 1,50 milligrammi per litro, un tasso elevato se si considera che il livello di alcol nel sangue accettato per legge è di 0,5 milligrammi per litro.w.p.


IL TEMPO

La piccola vittima è un bengalese di 9 anni che era sul furgone. Arrestato un peruviano

 di ALFREDO VACCARELLA
Quando i poliziotti hanno suonato alla porta, ieri mattina intorno alle 6,30, Carrillo Lomocca era ancora ubriaco. Pittore e factotum in un albergo del centro di Roma, peruviano di 37 anni, non immaginava che gli agenti potessero arrivare a lui così presto, forse non credeva che qualcuno a quell’ora potesse aver visto l’incidente e annotato i numeri della targa. Invece sì, invece qualcuno per la strada già c’era, alle 5,35 di ieri mattina a piazzale Jonio, e aveva dato l’allarme al 113 segnando modello e targa della Fiat Punto del sudamericano: proprio l’auto che aveva travolto l’Iveco di una famiglia bengalese provocando nell’impatto la morte di un bambino di 9 anni. E fuggendo subito dopo. Un furgone stracarico di vestiario, tendoni e banchi da montare poco dopo nel mercato domenicale di Porta Portese, quello dei bengalesi, forse per questo dall’equilibrio instabile. Così, nonostante il contatto con l’utilitaria nella parte posteriore destra, dunque un tamponamento, il mezzo più grande si è ribaltato. Secondo la ricostruzione dei vigili del IV e del XX Gruppo, la Punto, pure proveniente da destra, sarebbe sbucata all’improvviso senza rispettare lo stop. A bordo dell’Iveco il bengalese Abdul Mozid, di 31 anni, alla guida; la moglie Rasia Sultana Asna, di 29, incinta all’ottavo mese; e il figlioletto Hasan, di 9 anni, catapultato fuori dal finestrino e schiacciato dal peso del veicolo. Quanto al peruviano, uscito poco prima da una discoteca con un’amica e, si scoprirà solo poi, completamente ubriaco, non si è fermato, anzi si è dato immediatamente alla fuga cercando di far perdere le proprie tracce. Non immaginava che i poliziotti del Commissariato Fidene Serpentara e i vigili già fossero sulle sue tracce. Purtroppo inutili i soccorsi per il bambino, morto sul colpo; trasportati in ospedale invece il padre e la donna incinta, sotto shock. Nel frattempo, partendo dalla targa dell’auto-pirata, sono iniziate le indagini. Uno dei testimoni aveva per sbaglio invertito le ultime due cifre, ma l’elaborazione dei dati ha permesso comunque di scoprire che esisteva una Punto come quella scappata dal luogo dell’incidente con una targa simile. Sono stati i sovrintendenti Rinaldi e Alessandri a presentarsi all’indirizzo del peruviano, in un residence di via Federico Mastrigli, sulla Cassia, per i primi accertamenti. I due poliziotti hanno chiesto ad amici e conoscenti facendo credere di essere alla ricerca di un pittore per un lavoro ben retribuito. Così sono risaliti all’indirizzo di un parente del sudamericano a Montesacro. Quando sono arrivati sul posto, gli investigatori hanno trovato il familiare del peruviano intento a cercare di risistemare il muso della Fiat per nascondere i danni e l’hanno denunciato per favoreggiamento. Ma soprattutto, nell’abitazione, hanno trovato il pirata della strada, arrestandolo per omicidio colposo e omissione di soccorso. Non ha mostrato segni di pentimento, l’uomo, neppure quando ha appreso della morte del bambino dalle parole del dirigente di Fidene, Vincenzo Spinosi. Sentito il magistrato di turno, lo straniero è stato trasferito in carcere. «Esprimo tutta la mia solidarietà alla comunità bengalese, che nel giro di pochi giorni è stata colpita nuovamente da un altro gravissimo lutto, ed in particolar modo nei confronti dei genitori del bambino morto nell’incidente stradale a piazzale Jonio, che andrò personalmente a trovare». Così il presidente del IV Municipio, Alessandro Cardente, non appena venuto a conoscenza della tragedia. «Ringrazio inoltre la delegazione di consiglieri che è andata a portare la solidarietà del Municipio ai genitori della vittima - ha proseguito Cardente - ed in particolar modo le Forze dell’ordine e il nostro corpo di Polizia Municipale».


L’ARENA

Si tratta di un cittadino romeno. Il suo investitore è un ottantatreenne del paese che non si è accorto di averlo travolto a Bosco

Ha un nome la vittima di Zevio

Identificato l’uomo ucciso in un incidente stradale, abitava a Cadidavid

È stato identificato l’uomo investito sabato sera sulla strada che da Zevio porta a Palù. È un quarantaduenne romeno, mentre un ottantenne residente a Zevio, la persona che l’ha investito.

L’anziano D.G., 83 anni, di Zevio è indagato per omicidio colposo. La vittima è Florin Serpescu, che era domiciliato a Cadidavid, in via Belfiore 13. Le prime notizie sulla vittima le ha fornite ai carabinieri la direttrice della Casa di accoglienza Betania, che ogni tanto aveva ospitato Florin.

L’incidente è avvenuto in località Ca’ dell’Ora, a Bosco di Zevio. Adesso la salma del romeno si trova all’istituto di medicina legale di Borgo Roma per l’autopsia. Alcuni testimoni avevano notato l’uomo pedalare in bicicletta zigzagando come se fosse ubriaco. E nello zaino che portava sulle spalle aveva anche dei brick di vino. È possibile dunque che l’anziano si sia trovato davanti l’ostacolo all’improvviso, e che poi senza neanche essersi reso conto di aver fatto un incidente abbia proseguito il viaggio. Poco dopo però l’ottantenne è tornato sul posto, incrociando i carabinieri. La sua auto, una Fiat Uno mostrava un fanale rotto e tracce di ammaccatura su una fiancata, oltre a una vistosa macchia rossa che potrebbe essere sangue. L’anziano ai militari aveva detto che si tratta di cose vecchie, ma l’auto era stata subito sequestrata.

All’anziano, non è stato contestata l’omissione di soccorso perchè è tornato indietro poco dopo l’incidente pare del tutto casualmente e senza essersi reso conto di aver investito l’uomo in bicicletta. (a.v.)


IL GAZZETTINO (Treviso)

Finiscono con l’auto nel fossato, ma si addormentano: sono ...

Finiscono con l’auto nel fossato, ma si addormentano: sono troppo ubriachi. Sono rimasti lì per parecchi minuti prima che qualcuno si accorgesse di loro e di quell’auto riversa nel fossato, finita fuori strada. Poi fortunatamente un gruppo di stranieri che transitava nei paraggi ha visto l’auto ed ha chiamato il 118.

Un’uscita di strada autonoma? Non è molto chiara la dinamica dell’incidente di ieri notte, che presenta ancora molti punti oscuri, e che si è conclusa con il bilancio di due ragazzi feriti lievemente. La dinamica è al vaglio della Polstrada. Poche le cose certe: l’auto, che procedeva in direzione Treviso sul Terraglio, all’altezza di Preganziol, di fronte a Falcon è finita nel fossato. Tramortiti e insanguinati gli occupanti. Quanti erano? Al momento dei soccorsi, intorno alle 4, uno dei due giovani era nel sedile anteriore, l’altro su quello posteriore. Chi era alla guida? «Non ricordo più nulla: stavo dormendo», questa la versione di entrambi i feriti E.T., 20 anni e F.C. 25, residenti nel trevigiano. Quel che è certo è che ambedue avevano bevuto molto: il loro tasso alcolemico superava di quasi 5 volte il massimo consentito per legge (0,50).

I due sono stati ascoltati dalla Polstrada di Castelfranco. Se uno dei due sarà ritenuto il responsabile si procederà al ritiro della patente e alla denuncia per guida in stato di ebbrezza.


IL GAZZETTINO (Treviso)

Constatazione amichevole? Impossibile quando entrambi gli ...

Constatazione amichevole? Impossibile quando entrambi gli automobilisti sono ubriachi. E così è accaduto anche ieri notte intorno alle 3 e 10 a Bessica di Loria.

Una semplice omessa precedenza, lo scontro, qualche danno, nessuno ferito. Eppure i due, evidentemente alterati dall’alcol ingurgitato, non si mettono d’accordo e decidono bene di chiamare la polizia stradale. Risultato? Per entrambi è scattato il ritiro della patente e la denuncia per guida in stato di ebbrezza. (*)

A.L., 20 anni di Loria stava rientrando a casa, procedendo in via Dante Alighieri su un rettilineo. Da uno stop sbuca l’Audi A 6 condotta da D.T. rumeno di 26 anni, che non si ferma. Inevitabile l’impatto, che però fortunatamente non ha avuto gravi conseguenze: nessuno dei due automobilisti riporta ferite e si può quindi procedere alla constatazione amichevole. Macché: entrambi vogliono avere ragione e non si mettono d’accordo così chiamano la polizia. A quel punto vengono sottoposti, come vuole la prassi, all’alcoltest che evidenzia per tutti e due i giovani un livello di quasi tre volte superiore a quello consentito per legge. È proprio il caso di dire oltre ai danni la beffa: infatti sono state ritirate le patenti ai due automobilisti che sono stati denunciati.

(*) Nota: nemesi alcolica.


CORRIERE ECONOMIA

Sorpresa: la virtù ha pagato più del vizio

Mr Brown ha investito il primo gennaio dell’anno scorso 100 dollari in roulette, poker, case d’appuntamenti, armi, sigarette, birra e superalcolici. E oggi ha in tasca 122 dollari. Mr White, invece, ha puntato la stessa cifra sulle energie alternative, le tecnologie antinquinamento, i cibi naturali. E, di dollari in tasca, ne ha 124. Il vizio e la virtù. Negli Stati Uniti nessuno dei due, in termini di rendimenti finanziari, ha fatto radicalmente meglio dell’altro. Anche se, l’anno scorso, scommettere sui due approcci estremi è stato più conveniente che investire sulla media del mercato. Almeno, a osservare le performance del Vice Fund, il fondo del vizio con base a Milwaukee, e il Portfolio 21, il migliore dei fondi etici americani gestito da Progressive Investment Management, società di Portland.

Vice Fund nel 2006 ha registrato un incremento, in termini di total return, del 22,19%. Portfolio 21 ha invece messo a segno un ?24,07%. Ambedue, fondi aperti che operano in tutto il mondo, hanno fatto meglio dello Standard & Poor’s 500, la cui crescita si è attestata al 13,92%.

Certo, fra il bene e il male ha prevalso il bene. Ma il male ha giocato bene tutto l’anno e il Vice Fund ha messo alla prova il Portfolio 21 presentando spesso, per lunghi periodi, un rendimento superiore. Poi però a dicembre, curiosamente nelle due settimane che precedono il Natale, la bontà ha prevalso. E il Portfolio 21, alla fine, ha staccato di un paio di lunghezze Vice Fund.

«Portfolio 21 - dice Guerino Guarnieri, partner di E.Capital, società di ricerca e consulenza specializzata nella finanza socialmente responsabile - investe non solo in imprese i cui core-business hanno per definizione una forte connotazione etica, ma anche in aziende tradizionali che offrono particolari opportunità legate alla sostenibilità del proprio business: in particolare per l’eccellenza nella gestione dell’impatto ambientale e nell’attività nel settore delle biotecnologie».

In tutto, gli asset di Portfolio 21, al 30 dicembre dell’anno scorso, erano pari a 164 milioni di dollari. Il 2,4% del valore del fondo è rappresentato dal vecchio colosso dell’informatica Ibm. La stessa quota è di Staples (una catena americana di prodotti da ufficio). Su 90 investimenti, in aziende con governance etiche almeno formalmente ineccepibili, soltanto due sono italiani: StMicroelectronics (1,4%) e Unicredit (1,3%).

Di tutt’altro genere le aziende su cui punta il Vice Fund, che può contare su asset netti che alla fine dell’anno scorso sfioravano i 75 milioni di dollari. Risorse investite, con equilibrio gestionale, in misura proporzionata fra alcuni dei peccati dell’uomo: il 22,68% del portafoglio è concentrato sull’alcol, il 25,76% sul gioco d’azzardo, il 21,6% sul tabacco. Il resto è finito in imprese che si occupano di difesa e di armi.

Tu fumi? Nessun problema. Il fondo ha quote in sei aziende che possono procurarti ogni tipo di sigaretta. Le partecipazioni principali sono in Altria Group e in British American Tabacco, il maggior gruppo al mondo. Ti piace bere all’europea? Ecco la birra Heineken. Hai una strana passione per le bevande asiatiche o africane? Il Vice Fund ha messo soldi in Sabmiller. Soprattutto, i gestori che credono che il vizio sarà immorale ma è tanto redditizio non hanno alcuna resistenza, anzi sono felicissimi di comprare pacchetti azionari dei casinò.

Per una volta, puntando sul black jack e sulle slot-machine, anche Mr Brown ha vinto.


VIRGILIO NOTIZIE

OLANDA

KWISPELBIER, SUL MERCATO LA PRIMA BIRRA PER CANI

Bevibile anche dagli esseri umani

Amsterdam, 22 gen. - Dopo una lunga giornata di caccia, non c’è nulla di meglio di una bella birra rinfrescante: anche se sei un cane, ha pensato Terrie Berenden, padrona di un Weimaraner, sorseggiando in veranda la sua lager.

Berenden, che ha un negozio di animali e una volta l’anno va in Austria per far esercitare il suo cane da caccia, ha così deciso di creare la prima birra per cani, immessa sul mercato la settimana scorsa e che porta il marchio "Kwispelbier": dove "Kwispel" è la parola olandese che denota lo scodinzolio.

A base di estratto di manzo e malto, la Kwispelbier è perfettamente bevibile anche dagli esseri umani, ha precisato Berenden: anche se a caro prezzo, visto che il costo è circa quattro volte superiore a quello di una comune birra per bipedi.


IL SECOLO XIX

Al volante ubriachi denunciati in tre

IL GIORNO

Guerra all’alcol nelle scuole Al via la campagna di prevenzione di Lions e Rotary

Ubriaco e col pugnale Minaccia i carabinieri, arrestato 38enne

LA TRIBUNA DI TREVISO

usl e ceis, lotta a coca e alcol

LA NAZIONE

Condannato giovane ubriaco al volante Aggredì un poliziotto: sette mesi di carcere

IL MESSAGGERO VENETO

ubriaco al volante centra un’auto in sosta che rimbalza su un passante ferendolo

CORRIERE ALTO ADIGE

Ubriachi al volante Crescono le denunce molti i giovanissimi

IL RESTO DEL CARLINO

In troppi guidano ubriachi Dopo Senigallia anche dai dati dell’entroterra arriva l’allarme


© asaps.it
Martedì, 23 Gennaio 2007
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