(ASAPS) ROMA – I motociclisti non ci stanno: tartassati da
tariffe RC considerate troppo alte, nel mirino per la crescente sinistrosità di
cui la categoria è purtroppo protagonista, alle prese con una mobilità che
tiene in scarsa considerazione le loro esigenze, di pagare lo stesso pedaggio
autostradale delle auto, proprio non lo accettano. Così uno dei portavoce più
rappresentativi di tutti i centauri, vale a dire il presidente della
Federazione Motociclistica Italiana Paolo Sesti, ha preso carta e penna ed ha
scritto una lunga lettera al ministro dei trasporti Antonio Di Pietro. Nella
missiva, il numero uno della FMI ha chiesto al fondatore dell’Italia dei Valori
di interessarsi circa la possibile riduzione dei pedaggi autostradali per i
motoveicoli. Questione annosa, rimasta finora senza soluzione. Insomma, è vero
che i pedaggi servono, ma a rigor di logica una moto “occupa” assai meno spazio
di un’autovettura. Insomma, le due ruote sono meno di quattro, il peso è
totalmente diverso e in più – come confermano negli ambienti della federazione
– in molti paesi d’Europa sono già in vigore tariffe differenziate. Mai come in
questo periodo storico, però, una soluzione favorevole ai dueruotisti è stata
così vicina: secondo Sesti, infatti, la lettera al ministro Di Pietro non è
stata inviata a casaccio, ma la decisione è maturata dopo un aperto confronto
con ASPI, che ha consentito ai biker di utilizzare il telepass. In più, è in
atto una fattiva collaborazione tra la
FMI ed Autostrade per l’Italia, finalizzata a conoscere il
livello di soddisfazione dei motociclisti nei confronti della viabilità
maggiore. La questione dei pedaggi, invece, resta di competenza governativa.
(ASAPS)
|