WINENEWS (Tratto da LA NAZIONE - IL GIORNO - IL RESTO DEL
CARLINO) Allarme alcolismo: i ragazzi si stanno
bevendo la vita
Il primo bicchiere arriva a 12 anni, dal ’97 il numero di
adolescenti con la bottiglia è aumentato del 104%... Una volta i giovani si
dicevano: andiamo a mangiare una pizza. Oppure: stasera ci facciamo un gelato?
Oggi, primi anni del terzo millennio, per darsi appuntamento stravince
l’«andiamo a bere qualcosa» sintomatico non solo di un mondo che cambia e di un
linguaggio che si adatta. C’è di più, purtroppo: c’è che l’alcol sta diventando
un’emergenza per i nostri giovani, forse la vera grande emergenza, e magari
stiamo un po’ tutti sottovalutando questo fenomeno. L’Italia è il paese europeo
dove si comincia a bere prima: dagli 11 ai 12 anni. Nel resto del continente la
media è sui 14 anni. E se è vero che una recente ricerca dell’università di
Boston ha dimostrato - dopo un test effettuato su circa 43mila giovani - che la
metà delle persone che cominciano a bere prima dei 14 anni (bere, non
ubriacarsi) sono destinate a diventare dipendenti dall’alcol, che futuro
dobbiamo allora aspettarci per questi ragazzi, più figli a volte di happy hours
e caipiroska che nostri? Ottocento mila sotto i 15 anni bevono. Lo fanno quasi sempre lontano dai pasti e qualunque medico
vi dirà: non va bene, anzi va malissimo. La moda dell’aperitivo (a prezzi
stracciati: prendi tre, paghi due, una manciata di euro e passi i limiti),
quella del long drink dopo cena e la tradizionale birretta da portarsi appresso
sta stravolgendo la sana cultura di Bacco in Italia. L’alcol è subdolo: un po’
fa bene (l’università di Harvard conferma che due bicchieri di alcolici al
giorno riducono consistentemente il rischio di attacchi cardiaci), un po’ di
più ti distrugge. E il confine fra il bene e il male è spesso tracciato dal
carattere, dalle debolezze, dalla personalità di ognuno di noi. Negli ultimi
dieci anni il consumo di alcol fra gli adolescenti è cresciuto del 104%: è un
numero che fa paura ma che deve anche far riflettere. Per cominciare è un dato «fuorilegge», nel senso che una
normativa confusa e da rivedere e comunque esistente oggi in Italia vieta (o
meglio vieterebbe) agli under 16 di consumare alcolici nei locali pubblici:
sappiamo tutti benissimo che questa legge non la rispetta praticamente nessuno
e nei prossimi giorni ve lo dimostreremo. Siamo altrettanto consapevoli del
fatto che non è solo lo Stato (con la S maiuscola) che può risolvere da solo
questo problema. In gioco ci sono anche tanti altri piccoli, grandi stati (con
la s minuscola, ma decisivi) che si chiamano coscienza, famiglia, educazione. Per
frenare Aids, droga, incidenti stradali qualcosa - pensate solo alle
eccezionali campagne di sensibilizzazione - è stato fatto: per l’alcol molto
meno. Fiorello, mesi fa, lanciò una provocatoria sfida via radio: «Da questo
microfono io continuerò a dire che le ‘canne’ fanno bene fino a quando in ogni
bottiglia di superalcolico non verrà scritto: ‘Nuoce gravemente alla salute’.
Come per le sigarette». C’è un messaggio che deve passare e arrivare ai nostri
giovani, prima che sia troppo tardi: l’alcol può diventare una malattia,
l’alcol può uccidere. E la cosa tremenda è che quando uno comincia a bere non ci
pensa proprio. La scorsa settimana, spulciando fra le notizie che arrivano in
redazione da tutta Italia tramite le agenzie, abbiamo pescato 134 episodi di
rilievo di cronaca nera che vedevano coinvolti ragazzi sotto i 25 anni:
violenze, furti, rapine, incidenti stradali, suicidi, omicidi. Un unico, comun
denominatore: l’alcol che ti cattura l’anima. Liberiamole queste anime.
Facciamo qualcosa per impedire che i nostri figli si bevano la vita: noi, da
oggi, ci proviamo. I numeri
800mila – È il numero di bevitori in Italia under 15 12 anni – In Italia, a questa età, il 70% dei ragazzi
conosce già l’alcol. Nel resto d’Europa il “battesimo” dell’alcol arriva in
media a 14 anni 37% - È la percentuale di 15enni-16enni italiani bevitori
che hanno ammesso di essersi ubriacati almeno una volta negli ultimi 12 mesi 5% tra i ragazzi e 2% tra le ragazza – È la percentuale di
under 15 che ammettono di bere fino ad ubriacarsi almeno tre volte alla
settimana 5000 – Sono le morti all’anno causate dall’alcol (quasi il
50% da incidenti stradali) (*) 70% birra, 25% super alcolici, 5% vino – Le preferenze dei
teen ager Le leggi - Sulla carta vietati agli
under 16
Certo, bisogna tutelare - anzi: valorizzare - le tante
produzioni tipiche italiane di bevande alcoliche e superalcoliche. E poi c’è la
necessità di non caricare di troppe responsabilità gli esercenti. Sta di fatto
che la normativa sulla vendita a minori e le disposizione sulla pubblicità di
prodotti alcolici non si possono certo dire restrittive. Il codice penale, all’articolo 689, vieta ai baristi di
somministrare alcol ai minori di 16 anni, così come ai malati di mente o alle
persone affette da deficit psichici. La condanna è la sospensione
dell’esercizio commerciale. Del resto, il codice penale vieta anche la vendita
anche a persone già manifestamente ubriache. La legge 125 del 2001 si è, invece, occupata di porre dei
paletti alla pubblicità di bevande alcoliche. Qui esiste una cura particolare
nell’evitare che gli spot vengano trasmessi all’interno «di programmi rivolti
ai minori» come potrebbero essere i cartoni animati visto che, comunque, la
pubblicità di alcol è vietata «nella fascia oraria fra le 16 e le 19». Ma film,
telefilm e varietà in prima serata non sono, ovviamente, compresi. Banditi
anche i cartelloni ‘alcolici’ «nei luoghi frequentati prevalentemente dai
minori di 18 anni». Articolo successivo: vendita di bevande superalcoliche nelle
autostrade. Si fa presto: «E’ vietata la vendita al banco nelle aree di
servizio» sulle autostrada «fra le 22 e le 6». Della vendita per asporto negli
immancabili minimarket dell’area di servizio, invece, non si fa menzione. Così
come non si parla mai di vendita di alcol nei supermercati e nei negozi fuori
dalle autostrade: né per maggiorenni né, tantomeno, di minorenni. Il Test della verità (Suggerito
dall’Associazione alcolisti anonimi) Campanello d’allarme... Ti capita di pensare che bere è la cosa
più naturale e sensata da fare quando dici a te stesso... Ho bisogno di tirarmi su, del resto ho un sacco di problemi Sono stanco, teso, sento il bisogno di rilassarmi Andiamo a divertirci, un goccetto mi darà un po’ di carica
in più, altrimenti sarà un mortorio Prima di un appuntamento, di un’interrogazione, di un
incontro importante, devo liberarmi di questa dannata timidezza, di questa
insicurezza. L’alcol aumenta la fiducia in me stesso, mi fa sentire un leone. Stavolta la mia ragazza (o i miei genitori, o i miei amici)
mi hanno davvero fatto arrabbiare. Si ostinano a non capire Ballare, studiare, giocare, discutere, fare all’amore:
quando bevo mi riesce tutto meglio. Allarme... Prova a chiederti se capita davvero a
tutti come a te, di... reggere così bene più degli altri l’alcol o, al contrario,
di crollare solo dopo un paio di bicchieri o di ubriacarsi anche quando non se
ne ha l’intenzione? provare fastidio durante lezioni o letture sull’alcolismo, e
ancora di più se addirittura qualcuno raccomanda moderazione nel bere? di bere anche da soli, di iniziare a bere di mattina, di bere
sinché si ha esaurito l’alcol a disposizione? provare a non bere per un periodo di tempo o al contrario,
cercare sempre di trovarsi dove è possibile bere a volontà? bere di nascosto, o trovarsi a mentire su quando e quanto si
è bevuto? Di cominciare a fare promesse di non bere? Allarme rosso... A causa del bere hai avuto qualcuno di
questi problemi... Hai cominciato a perdere le migliori amicizie e i tuoi
rapporti con le persone che ti stanno più a cuore cominciano a deteriorarsi La tua reputazione ha cominciato a soffrire a causa delle
ripetute «brutte figure» Hai avuto problemi a scuola o sul lavoro Hai provato a smettere senza riuscirci Ti è capitato di avere perdite di memoria Cominci a non sentirti bene, quando non bevi Hai avuto problemi con la salute o con la giustizia Autore: Massimo Pandolfi
(*) Nota: 5 mila morti all’anno per alcol è sicuramente un dato molto lontano dalla realtà. VIAROMA100.NET “NON BEVIAMOCI TUTTO”, ALCOOL E
DIPENDENZE GIOVANILI
di Nicola Secciani “Non beviamoci tutto”, due incontri pubblici sul tema
dell’alcol e delle dipendenze giovanili. TERRANUOVA B.NI – Due serate per affrontare insieme ad
esperti, studiosi ed addetti ai lavori il problema dell’alcol e delle
dipendenze nel mondo dei giovani, è questo quello che il progetto “Non
beviamoci tutto” propone per sensibilizzare la comunità sull’argomento. Gli incontri, previsti per il 25 gennaio e il 6 febbraio
(ore 21.30) a Terranova B.ni, nell’Aula del Consiglio Comunale, sono
organizzati dall’Associazione Dog e dalla Sezione Soci Coop di Terranuova B.ni,
con il patrocinio del Comune, della Provincia di Arezzo e in collaborazione con
l’Associazione Ideazione. Gli operatori di strada dell’Associazione Dog (Dentro
l’Orizzonte Giovanile) hanno assunto un ruolo importante nel nostro territorio,
lavorando su progetti di prevenzione al consumo di sostanze psicoattive e
realizzando interventi sul campo (Happy Night, Uscita di Sicurezza Arezzo
Wave). Consapevole di questo ruolo, la Sezione Soci Coop di Terranuova
B.ni li ha contattati durante l’estate del 2006 per aprire una riflessione sul
problema legato alla vendita degli alcolici all’interno del supermercato, che
soprattutto per i minori è spesso luogo di “rifornimento” per l’intero fine
settimana. Dall’idea iniziale di un intervento all’interno del locale,
si è sviluppato un progetto che prevede una serie di piccoli passi. Sia gli operatori di strada che i soci Coop hanno infatti
sentito la necessità di non fare un’azione fine a sè stessa, ma di proporre
azioni utili ed estendibili all’intera cittadinanza, giovani compresi. Il primo dei passi previsti sono questi due incontri
pubblici, un intervento che coinvolge gli operatori di strada del territorio,
la Coop, il Ser.T, il Comune e la Provincia, al fine di avviare un lavoro di
sensibilizzazione sull’argomento e di analisi della questione attraverso il
dibattito tra le varie realtà operative chiamate in causa. In seguito gli operatori porteranno avanti progetti
incentrati maggiormente su azioni da svolgere direttamente nella comunità. “Non beviamoci tutto” ha insomma i connotati di
un’iniziativa di notevole importanza: parteciperanno esperti di livello
nazionale, responsabili delle strutture socio-sanitarie ed esponenti della
politica locale, tutti riuniti con lo scopo di cominciare il cammino verso la
risoluzione di un complesso problema giovanile. Un problema dalle profonde radici, che gli organizzatori
hanno così sintetizzato: "Ricorriamo a sostanze da almeno 5000 anni ed
ogni cultura affronta in modo diverso il rapporto con esse. Il consumo di alcol ha per noi aspetti socio-culturali
fortemente radicati ad una tradizione secolare, in cui per cultura da sempre il
bere è segno di virtù e buona salute. Ecco che, accanto ad un atteggiamento positivo generalizzato
c’è una grave ignoranza e/o sottovalutazione sugli effetti dell’alcol. Nei consumi di alcol da parte dei giovani si riscontra lo stesso retroterra culturale della tradizione sommato ai nuovi modelli di consumo propri del mondo giovanile". EMILIANET Bob. Le proposte per arginare il
fenomeno degli schianti nel weekend
Stragi del sabato, forse una bici
elettrica per chi beve
MODENA (24 gen. 2007) - Dal novembre 2000 ad ottobre 2006
sono quasi 13mila e 500 i ragazzi che si sono sottoposti volontariamente al
test con l’etilometro effettuati dagli operatori del progetto Buonalanotte nei
locali notturni di Modena e provincia durante il fine settimana. Dopo il test
gli operatori illustrano al giovane i risultati e i rischi a cui sottopone se
stesso e chi è con lui, mettendosi alla guida sotto l’effetto di alcolici o di
altre sostanze psicoattive. Dal 2004 è sceso in campo anche "Bob" che
premia con consumazioni analcoliche o biglietti d’ingresso gratuiti i giovani
che si impegnano a restare sobri e a riportare a casa gli amici, cercando in
questo modo di diffondere l’abitudine a non guidare se si è consumato alcol o
altre sostanze. Bob e Buonalanotte sono interventi messi in campo dal Comune
nell’ambito del "Piano d’azione per la promozione di attività di
prevenzione negli spazi di intrattenimento" siglato nel 2000 da Comune,
Prefettura, Provincia, Silb-Confcommercio e Acli, Aics, Arci, Endas con
l’obiettivo di prevenire l’uso di sostanze stupefacenti nei locali frequentati
dai giovani e di favorire le condizioni essenziali per contrastare il fenomeno
degli incidenti stradali del dopo discoteca. A sottolineare il valore e i
risultati dell’accordo è l’assessore alle Politiche giovanili Elisa Romagnoli,
sollecitata dall’interrogazione consiliare urgente presentata da Antonio
Maienza (Udeur). Per la precisione il consigliere, "considerato che ogni
anno sulle strade muoiono più di 30 modenesi e più di 2.000 restano feriti, tra
cui molti giovani per i quali l’incidente stradale è la prima causa di morte, o
postuma di invalidità permanente", aveva chiesto "quali iniziative
nell’ambito delle politiche giovanili vuole intraprendere il Comune, in
sinergia con altri soggetti istituzionali, al fine di prevenire gli incidenti
stradali e le cosiddette stragi del sabato sera e per garantire una maggiore
sicurezza alle utenze deboli?". Inoltre l’interrogante chiedeva
"quali settori sono da istituire, potenziare, rilanciare, comunicare
nell’ambito degli interventi strutturali, educativi, di vigilanza e controllo e
di riduzione del danno, al fine di sensibilizzare, rinnovare una campagna
d’azione seria, mirata, efficace e fruttuosa". Tra le azioni intraprese la Romagnoli ricorda anche
"l’attività degli operatori in gruppi informali di ragazzi attraverso
interventi di riflessione e prevenzione sull’uso di sostanze psicoattive, la
somministrazione di questionari e interviste, l’utilizzo dell’etilometro e del
driver test per verificare le abilità di guida dopo l’assunzione di sostanze,
la distribuzione di materiale informativo, i video realizzati sul filo
conduttore "se sballi non guidare, se guidi non sballare" trasmessi
su tv e radio locali e in un caso anche nei cinema modenesi, uno spazio web sul
sito www.stradanove.net dedicato ai giovani che fornisce informazioni di tipo
sull’uso di sostanze ed i rischi connessi". Un progetto promosso da
Prefettura, Comune, Provincia, Silb-Confcommercio, Radio Bruno, RockNoWar e
Consulta Provinciale degli Studenti di Modena ha invece portato in discoteca,
durante l’orario scolastico, diverse centinaia di studenti per parlare con un
medico del SerT delle problematiche legate al consumo di alcol, ecstasy e altre
sostanze, e per discutere dei rischi sulle strade con il presidente
dell’Associazione familiari vittime della strada. "Il senso
dell’iniziativa - spiega la Romagnoli - era di utilizzare la discoteca da luogo
del divertimento e della musica a tutto volume a luogo di confronto e di
riflessione. Dal dicembre 2003 è stata anche avviata una collaborazione con due
circoli giovanili della città e il Consorzio dei taxisti al fine di utilizzare
i taxi della notte a prezzo agevolato per un ritorno a casa in sicurezza.
Infine abbiamo sperimentato i "Bus della notte" per trasportare in
discoteca e per far rientrare a casa in sicurezza i giovani modenesi".
L’assessore spiega anche che dal 2002 nell’ambito dei Piani per la Salute è
attivo il programma "Sicurezza stradale" che partendo dall’incidenza
e dalle caratteristiche del fenomeno mette a sistema tutti gli interventi (strutturali,
educativi, ecc) svolti nell’ambito comunale da diversi soggetti. E conclude con
un’idea che viene dall’Inghilterra: "una bicicletta elettrica pieghevole
che potrebbe consentire al gestore del locale di accompagnare a casa il giovane
che ha bevuto troppo; stiamo verificando se l’idea è realizzabile in via
sperimentale in una birreria di Modena". (*) L’interrogazione viene trasformata in interpellanza da
Achille Caropreso (Gruppo Indipendente) che ritiene vada rivisto il regolamento
che disciplina la sottrazione di punti dalla patente, facendo una distinzione
tra chi i punti può recuperarli e chi invece si è reso responsabile di
infrazioni particolarmente gravi che una volta reiterate non dovrebbero
ammettere la reintegrazione dei punti "per non arrivare a restituire la
patente a chi più di una volta ha causato incidenti per aver guidato in stato
di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti". "Sono aspetti sui cui
si deve andare ad incidere - raccomanda Caropreso - come occorre incrementare
con agevolazioni l’uso del taxi da parte dei giovani che hanno bevuto. In
ultima analisi credo occorra anche arginare il fenomeno, sempre più diffuso, di
automobilisti che imboccano l’autostrada nel senso contrario di marcia, magari
prevedendo nuovi e più approfonditi esami di guida per le persone molto
anziane, spesso protagoniste di tali episodi". Dante Mazzi (Forza Italia) stigmatizza il fatto che
"nel biglietto d’ingresso dei locali è solitamente inclusa una
consumazione senza distinzione se alcolica o no, il che porta spesso i giovani
a scegliere la consumazione più costosa, quella alcolica" E parla quindi
di scarsa "responsabilizzazione dei gestori". Mazzi, dall’altra
parte, ricorda invece la lettera inviata dall’ex questore di Modena ai genitori
degli studenti delle scuole superiori: "un appello appassionato che
metteva in luce i rischi in cui incorre chi fa uso di alcol e droghe; il
questore metteva a fuoco il problema, riconoscendo nell’alcol e nelle droghe,
soprattutto in quelle sintetiche, le sostanze a cui i giovani fanno sempre più
ricorso". Per Sergio Rusticali (Sdi) "30 morti e 2000 feriti
all’anno a Modena sono dati su cui riflettere e per quanto si faccia
probabilmente non sarà mai sufficiente, ma il dato positivo è che sulle fasce
giovanili, le più colpite dal problema, si può intervenire contemporaneamente e
in molti modi diversi". "Per esempio - afferma - si deve partire
dalla scuola come primo livello educativo dove imparare a come comportarsi
sulle strade. Ma è anche vero che ancora poco fanno i gestori di locali e
infine occorrono i provvedimenti nazionali, come la modifica del codice
stradale che posticipa l’età in cui si possono guidare auto di grossa
cilindrata". Ivo Esposito (Forza Italia) suggerisce quelle che secondo
lui sono le soluzioni al problema: "organizzare un servizio di bus verso
le discoteche e pubblicizzarlo presso gli stessi locali, non far pagare il
biglietto d’ingresso del locale al giovane che si offre di guidare la pool car
e non beve, ma soprattutto dicendo no alla cultura dello sballo con campagne di
sensibilizzazione che devono vedere il Comune come promotore di accordi con i
gestori". Michele Barcaiuolo (Alleanza Nazionale) insiste "sulla
necessità di cambiare la cultura dei giovani che spesso sono anche gli
organizzatori delle serate, mentre il gestore è molto dietro alle quinte".
"E una battaglia culturale non si fa con i volantini - afferma il
consigliere - servono figure di "educatori di sala" che sappiano
valutare e consigliare se è il caso di mettersi alla guida. Inoltre devono
intervenire i provvedimenti nazionali: la proposta della ministra Turco di
aumentare la soglia dell’uso personale di stupefanti è sbagliata, anche perché
dà un segnale negativo. C’è una sostanziale differenza tra alcol e
droghe." Anna Rosa Fino (Società Civile) aggiunge che "va fatto
tutto ciò che abbiamo detto fino ad ora: la promozione, l’educazione a scuola,
la sensibilizzazione, l’azione dei gestori, ma non dobbiamo dimenticare il
ruolo decisivo della famiglia nell’educazione e nella responsabilizzazione dei
ragazzi che oggi iniziano a darsi all’alcol prestissimo". Antonio Maienza (Udeur), conclude sollecitando "a non
abbassare la guardia. Occorre - dice - soprattutto difendere e promuovere il
valore della vita contro quello della morte, perché se la nostra opera di
prevenzione sarà servita a salvare anche solo una vita umana, non sarà stata
vana". "Credo assessore - aggiunge - che il suo impegno non debba
fermarsi al programma esposto, ma debba cercare un’azione congiunta con gli
assessorati alla Polizia Municipale e all’Istruzione per attualizzare,
estendere e promuovere l’importante accordo tra istituzioni, forze dell’ordine
e gestori dei locali da ballo già citato". (*) Nota: la bicicletta elettrica pieghevole serve all’accompagnatore per ritornare indietro dopo aver portato a casa il bevitore con la sua auto. 7MAGAZINE Una vita di solidarietà Alcolisti anonimi: 24 ore di speranza
Le
statistiche più recenti stimano in un milione e mezzo gli alcolisti in Italia
Partecipare ad una “24 ore” di Alcolisti Anonimi è
un’esperienza utile anche per chi, come me, è (quasi) astemio. Come minimo, ci si rende conto della diffusione e della
trasversalità di una patologia, l’alcolismo, spesso superficialmente
“degradata” al rango di mero vizio e, come tale, imprudentemente sottovalutata.
Le statistiche più recenti stimano in un milione e mezzo gli
alcolisti in Italia; un dato, peraltro, che non include quanti, pur non
consumando alcolici ogni giorno, cedono al bere diverse volte al mese e che
sono circa 4 milioni, con una forte componente giovanile. Un aspetto di
particolare rilevanza, in effetti, è rappresentato dalla diffusione
dell’alcolismo fra i giovani, in costante aumento nel nostro Paese e, negli
ultimi tempi, oggetto di particolare attenzione anche a livello europeo, anche
perché la bottiglia rappresenta oggi in Europa la prima causa di morte tra i
giovani di età compresa tra 15 e 29 anni. In crescita risulta anche il consumo
patologico di alcol fra le donne. Complessivamente, in Italia, la mortalità alcolcorrelata è
stimata tra 20.000 e 40.000 decessi all’anno, inferiore solo a quella dovuta al
consumo di tabacco. Si tratta di numeri impressionanti ed inequivocabili. Eppure, assai più educativo delle nude cifre risulta il
contatto diretto con donne e uomini che hanno superato o stanno cercando di
superare la dipendenza dall’alcol. Alcolisti Anonimi è proprio questo, un’associazione di donne
e di uomini che, come si legge sul sito internet, “mettono in comune la loro
esperienza, forza e speranza per risolvere il loro problema comune e aiutare
altri a recuperarsi dall’alcolismo”. È un’associazione di autoaiuto:
l’alcolista che ha smesso di bere mantiene e consolida la propria sobrietà
aiutando un altro alcolista che ancora beve a uscire dalla dipendenza
dall’alcol. L’unico requisito per entrarne a far parte è desiderare di smettere
di bere. La partecipazione è totalmente gratuita e non è praticata alcuna
distinzione relativa alla razza, al sesso, al ceto sociale, alla fede
religiosa, agli ideali politici. Anche per questo, ogni gruppo di Alcolisti
Anonimi è un piccolo spaccato della società e aggrega donne e uomini che, al di
là del problema della dipendenza dall’alcol, spesso hanno poco in comune fra di
loro. Eppure, per effetto di una forza miracolosa che si chiama solidarietà,
quello che in condizioni diverse sarebbe un insieme eterogeneo di individui si
trasforma in un collettivo di cui tutti i presenti hanno la sensazione di
essere componenti importanti. Quello che colpisce l’attenzione dell’osservatore
esterno è proprio questo sottile ma robusto equilibrio fra individualità e
collettivo, che trova la sua sintesi nella dimensione dell’anonimato.
L’anonimato è la cifra dell’Associazione: per tutti è possibile non rivelare la
propria identità e ci si deve comunque impegnare a non divulgare quanto appreso
all’interno del gruppo. L’anonimato riveste, peraltro, un ben più profondo
significato, facendo sì che i princìpi dell’Associazione vengano sempre
anteposti alle personalità dei singoli senza, tuttavia, arrivare ad annullarla. Ho avuto la fortuna di partecipare ad una 24 ore degli
Alcolisti Anonimi di Castellamonte (Torino). Le 24 ore sono incontri
periodicamente organizzati a vari livelli – locale, nazionale o internazionale
– e che, a differenza delle ben più frequenti riunioni “chiuse”, sono “a porte
aperte”: vi partecipano, infatti, anche non-alcolisti, soprattutto membri di
Al-Anon (l’associazione “parallela” che riunisce i familiari e gli amici degli
alcolisti) ma anche semplici simpatizzanti. Il riferimento alle 24 ore è, allo
stesso tempo, simbolico e concreto: simbolico perché ogni membro del gruppo è
chiamato a rinnovare il proprio desiderio di smettere di bere per 24 ore alla
volta, in omaggio ad una filosofia dell’oggi che vuole sganciare ciascuno da un
passato difficile e proiettarlo verso un futuro migliore; concreto perché
ricorda che la guerra contro l’alcol va combattuta giorno dopo giorno ed una
battaglia persa costringe, come nel più crudele dei video-game, a ricominciare
da capo. Durante le 24 ore si ascoltano testimonianze (che non
potremo ovviamente riferire) ma che colpiscono, talvolta per la loro crudezza,
più spesso per la loro agghiacciante normalità: raramente, infatti, si tratta
di storie di autentico degrado, più frequentemente sono storie di quotidiane
solitudini segnate dalla falsa convinzione di poterne uscire in qualsiasi
momento e dalla effettiva incapacità di confrontarsi con quella che – è meglio
ribadirlo – rappresenta una vera patologia. In questo senso, il più importante
fra i “12 passi” che scandiscono il percorso metodologico di disintossicazione
seguito da Alcolisti Anonimi è senza dubbio il primo, che recita “Noi abbiamo
ammesso la nostra impotenza di fronte all’alcol e che le nostre vite erano
divenute incontrollabili”. Ogni 24 ore si chiude con la c.d. “conta”: si tratta
di una sorta di conto alla rovescia che parte da “oltre 30 anni” ed arriva,
appunto, alle 24 ore. Per primi, quindi, si alzano coloro che da più tempo non
toccano alcolici e, successivamente, tutti gli altri, fino agli ultimi, che non
bevono da un giorno. Sono questi i più acclamati, all’insegna di una
solidarietà senza ipocrisie: i “veterani”, infatti, sanno meglio di chiunque
altro che le “reclute” hanno appena superato l’ostacolo più grosso. Ammettere
di essere un alcolista è il primo passo verso una (sobria e meravigliosa)
serenità. Matteo Barbero CORRIERE DELLA SERA – FORUM ITALIANS Francia, una seria politica contro la "violenza stradale".
Caro Severgnini, vorrei rispondere al sig.di Sante, in merito alla sua
lettera ad "Italians". Vorrei solo puntualizzare che i dati citati
sono abbastanza datati. Negli ultimi 2 anni la Francia con una politica di
estrema severità sui controlli della velocità e dell’alcol ha ottenuto
risultati notevoli per noi impensabili. In quel paese i servizi su strada sono
stati incrementati i riflessi molto positivi non sono mancati. In merito al
controllo "visivo" fuori dalle discoteche le assicuro che è molto
empirico e valori che superano i limiti di legge, fra 0,5 g/l e 1 g/l, non sono
facilmente rilevabili visivamente. Credo che il suo parente appartenente alla
Polizia Stradale - nella quale ho militato anche io per 30 anni - conosca bene
l’operato della nostra associazione, l’Asaps, e la serietà delle nostre
analisi. Mi permetto di inviarle alcuni recenti articoli pubblicati sul nostro
sito www.asaps.it nelle pagine delle News e su il Centauro, la nostra rivista,
che riprendono notizie delle agenzie di informazione estere e che danno un
quadro completamente diverso della situazione in Francia, basta leggere le
iniziative e i numeri conseguenti. Mi pare siano indiscutibili. Negli ultimi
anni i cugini d’oltralpe hanno ottenuto i migliori risultati nell’UE sul
versante della sicurezza stradale. E’ vero nel 2002 eravamo sullo stesso numero
di vittime della strada, anzi loro qualche anno fa ne contavano più di noi. Ora
i numeri sono nettamente cambiati a loro favore, grazie a una seria politica
della sicurezza per contrastare quella che loro chiamano "violenza
stradale". Giordano BiserniIL GAZZETTINO (Treviso) Domani alle 16.45 la cerimonia di
commemorazione per la scomparsa dei poliziotti delle Volanti che morirono per
evitare uno scontro frontale Dieci anni fa l’assurda morte di
quattro agenti
Paccagnan, Murer, Soligo e Scapinello
accorrevano verso Ponte della Priula per sedare una rissa: l’incidente a Carità
di Villorba Erano le 2.30 della notte tra il 24 e il 25 gennaio di dieci
anni fa. A Ponte della Priula scoppia una rissa al "Burger time", una
paninoteca frequentatissima. Il titolare non riesce a sedare dei balordi
ubriachi, intervengono i Carabinieri che, vista la portata di quanto sta
accadendo, chiamano in aiuto una Volante. Sull’Alfa 33 sfrecciano in quattro,
lungo la Pontebbana. (*) In genere una pattuglia è composta da tre persone, ma
per sedare la rissa servono più uomini e per accelerare l’intervento nella
Volante sale anche il viceispettore Massimo Paccagnan assieme ai colleghi Luca
Scapinello, Andrea Murer, Fanio Soligo. All’altezza di Carità di Villorba,
un’Alfa 133 con a bordo Giovanni Pepe e Cinzia Rossi frena per svoltare a
sinistra. Non si è accorta che da dietro sta arrivando la Volante a sirene
spiegate. L’auto della polizia, per non schiantarsi contro l’Alfa, sbanda e
finisce contro un platano. Paccagnan, Soligo e Scapinello muoiono sul colpo,
Murer tre ore dopo al Ca’ Foncello. Della Volante resta solo un ammasso di
rottami.Sono passati dieci anni da quella notte, quando la Questura di Treviso
fu scossa dalla notizia della tragedia. All’epoca l’ufficio delle Volanti era
coordinato dall’ispettore Francesco Elviretti, e questore era Armando Zingales.
Entrambi con gli occhi lucidi nell’annunciare quanto accaduto ai 43 colleghi dei
quattro deceduti, che saranno commemorati domani pomeriggio alle 16.45, quando
sulla lapide che li ricorda, in Questura, saranno deposte quattro corone in
ricordo. A seguire, alle 17, nella chiesa di S. Maria Maddalena il cappellano
della polizia don Giannino de Simon celebrerà una messa in suffragio loro e
dell’agente montebellunese Massimo Michielin, in servizio alla Polstrada di
Milano, travolto e ucciso da un’auto esattamente quattro anni fa. Questore,
dirigenti e colleghi ricorderanno domani con una commossa cerimonia Paccagnan,
Soligo, Murer e Scapinello.Massimo Paccagnan, 32 anni trevigiano, per quella
notte era responsabile delle Volanti, e si era aggregato per timore che la
rissa degenerasse e ci fosse bisogno anche di lui. Si era arruolato nel 1985,
ed aveva servito a Venezia e Padova prima di arrivare a Treviso nel 1995. Ha
lasciato la moglie Laura e il figlioletto Andrea che aveva 20 mesi. Luca
Scapinello, 29 anni, si sarebbe dovuto sposare poche settimane dopo la
tragedia. Era considerato il miglior autista della Questura, ed aveva
frequentato la scuola agenti di Alessandria e Trieste e la scuola di Polizia
giudiziaria a Brescia. Il 31enne Andrea Murer abitava a Quinto con la moglie
Debora: per tre anni era stato l’assistente giudiziario del giudice veneziano
Carlo Mastelloni, un ruolo di fiducia assolto con grande professionalità. Era
arrivato alla Volante di Treviso da poche settimane, il 2 ottobre 1996. Il
36enne di Trevignano Fanio Soligo ha lasciato la moglie Elisabetta e il figlio
di 8 mesi Alessandro. Aveva prestato servizio, a Treviso, prima alla Mobile e
poi nelle Volanti. Esperto di tiro, faceva anche da insegnante ai colleghi.
Quattro vite spezzate durante il servizio, che però non furono le ultime. (*) Nota: esistono molti modi di morire a causa dell’alcol. Per tanto accurate che possano essere le statistiche sui danni alcol correlati, i dati risultanti saranno sempre sottostimati. LA PROVINCIA DI CREMONA Week-end. Predisposti servizi
straordinari
Musica alta Arrivano i vigili Fioccano le lamentele dei
residenti Musica alta, troppo alta. Bar e pub aperti oltre l’orario di
chiusura, le due di notte. Schiamazzi all’uscita dei locali, ma non solo
quelli. Ci sono ragazzi, ma anche ragazze, che, ubriachi, vomitano e fanno pipì
nei vicoli adiacenti prima di rincasare. Non ne possono più i cremonesi che
abitano sopra o nei dintorni dei locali che il sabato sera si riempiono di
giovani. Stavolta, la doglianza non arriva solo dai residenti del centro, ma si
estende a tutte le zone della città. Ne sanno qualcosa al comando della polizia
municipale, negli ultimi tempi tempestato da segnalazioni (nel 2006 sono state
affibbiate 36 multe per inquinamento acustico). Il rimedio? Contro rumori e
maleducazione del giovane popolo della notte, i vertici dei vigili hanno
predisposto servizi straordinari di controllo nei fine settimana, a sorpresa.
Interventi che già sabato scorso hanno dato i primi risultati: alcuni locali
sono stati multati, perché alle 2 di notte non avevano ancora abbassato la
saracinesca o perché il livello della musica (e per musica s’intende quella
suonata dal vivo dai gruppi, quella diffusa da dj o da impianti di
amplificazione) era superiore a quello autorizzato. Resta il problema della
maleducazione di quei ragazzi ubriachi che, usciti dai locali, vomitano e fanno
pipì in strada. Un malcostume che ha contagiato anche le fanciulle. Quale
rimedio? (*) (*) Nota: risposta: meno alcol, ovvio! IL GAZZETTINO (Belluno) Ubriaco semina il panico in centro a
Belluno passando con l’auto anche sotto i portici Belluno
Pomeriggio di panico in pieno centro a causa di un giovane
che in auto ne ha combinate di tutti i colori, mettendo anche a rischio la vita
di molte persone, anche se è riuscito ad attraversare un portico a bordo della
sua Hiunday senza travolgere nemmeno una persona. Ma alla fine, il 22enne
foggiano, domiciliato ad Agordo, pagherà ben caro. Per la sua mezzora di follia si è mobilitato tutto il
comando della polizia locale, che ha allertato anche le altre forze dell’ordine
quando il giovane si è dato alla fuga. Bloccato mentre faceva benzina è stato portato al comando dove è iniziato il lungo lavoro della trascrizione dei verbali. Guida in stato di ebbrezza, posteggio in sosta riservata agli handicappati, mancanza di assicurazione auto. Le violazioni contestate al giovane sono infinite. Di sicuro gli costeranno la patente e un bel gruzzoletto in multe. CORRIERE ADRIATICO L’uomo di 56 anni in evidente stato di ebbrezza, fermato dai
carabinieri dopo un inseguimento in auto, è stato denunciato alla magistratura Minaccia un ristoratore con la pistola
L’episodio è avvenuto in un agriturismo di una frazione di
Montefortino
MONTEFORTINO - Entra in un ristorante armato di pistola,
minaccia il titolare e poi scappa. E’ successo in una frazione di Montefortino.
Una tranquilla serata come tante, in un piccolo ristorante di campagna molto
accogliente, da poco tempo realizzato grazie al restauro di una casa, si
trasforma in un incubo. Alcuni clienti che consumano la cena vivono
un’esperienza terribile. Un episodio avvenuto in un luogo fuori dal centro abitato di
Montefortino, posto sopra ad un colle lungo la strada provinciale che collega
la cittadina dei Sibillini con Comunanza. Un posto per eccellenza dove si va a
cercare la tranquillità oltre che la buona cucina. Nulla lasciava prevedere che
si potesse assistere ad un episodio che ha seminato il panico tra le persone
presenti nel locale, compresi i proprietari. Infatti momenti di forte tensione sono stati vissuti l’altra
sera all’interno del ristorante Re Artù in contrada Baldoni di Montefortino. La
serata era già inoltrata e nel ristorante erano presenti alcuni clienti oltre
ai proprietari. Ad un certo punto irrompe dall’entrata un uomo D.P. di 56 anni
con una pistola in pugno minacciando i presenti. Qualcuno nel frattempo riesce
ad avvisare i carabinieri che nel giro di poco tempo si precipitano sul posto.
Nel frattempo l’uomo, in evidente stato di ebrezza, si da alla fuga con la
propria auto prontamente inseguito dai carabinieri, che nel giro di poco tempo
e dopo un breve inseguimento riescono a raggiungerlo e bloccarlo. Nel momento del fermo però al soggetto non viene trovata
l’arma. Comunque viene denunciato per minacce aggravate, porto abusivo di armi
da fuoco e guida in stato di ebbrezza. Tutto si è risolto positivamente ma è
stata tanta la paura dei presenti e degli stessi proprietari e gestori del
locale. Sta di fatto che rimangono alcuni punti oscuri sulla vicenda ed
altrettanti quesiti aperti. Innanzitutto ci si chiede dove sia finita la
pistola. Le minacce sono state fatte con l’arma come testimoniano i presenti.
Ma nel momento del fermo le forze dell’ordine non l’hanno trovata nè addosso
all’autore di tutta la vicenda nè tanto meno all’interno della sua auto.
Ipotesi più plausibile sembra quella che l’uomo, durante la fuga e sentitosi
ormai braccato dai carabinieri, sia riuscito a liberarsi dell’arma (si parla di
una pistola giocattolo) magari gettandola via dal finestrino dell’auto mentre
stava scappando nel corso della fuga. Un modo per sottrarsi all’accusa di porto
abusivo di armi che comunque non gli è servito viste le testimonianze di chi
era presente. Sembra inoltre che non fossero ben chiare le intenzioni che
hanno spinto l’uomo a rendersi autore del gesto. In base anche ai reati che gli
sono stati contestati dalle forze dell’ordine si può probabilmente desumere che
molto sia stato dovuto al suo alterato stato psico-fisico dovuto ad una
eccessiva quantità di alcol ingerita. Comunque l’uomo conosciuto in queste zone
montane, a detta di qualcuno, potrebbe aver agito proprio non rendendosi conto
della gravità dell’atto. Magari qualcuno ipotizza anche che l’arma potrebbe
essere stata una pistola giocattolo. Comunque la paura è stata tanta ed il
fatto decisamente ignobile. Le imputazioni che ora pendono sulla testa
dell’autore del gesto sono piuttosto gravi. Rimane il fatto che si tratta di un episodio assolutamente isolato e rarissimo in queste zone che rappresentano ancora un’isola di tranquillità in termini di sicurezza pubblica. IL PICCOLO di Alessandria Ubriaca e drogata: incidente, è illesa
Ancora un incidente causato sotto l’effetto di alcol e droga: protagonista una donna trentunenne, residente a Genova, che ieri mattina, intorno alle 7.30, reduce da una nottata in discoteca, stava rientrando a Genova. Era a bordo della sua Peugeot, quando tra Ovada e Masone, all’interno di una galleria, ha perso il controllo dell’auto ed è finita in modo violentissimo contro la parete sinistra. La ragazza si trovava sola nella vettura. Ha riportato lievi lesioni. IL GAZZETTINO Pochi mesi fa aveva confessato: «Attendo la morte con
impazienza» ROMA - «Paura di morire? No, sarà un incontro con un amico.
E sono davvero impaziente». Così parlava pochi mesi fa l’Abbé Pierre, in un
’intervista a Radio 24-Il Sole 24 Ore. «A 93 anni - raccontava il religioso -
penso di avere il diritto di dire: "Ciò che ho vissuto è
sufficiente"». Nell’intervista l’Abbé Pierre ripercorreva la sua vita, concentrandosi sul momento in cui decise di aiutare gli altri: «Sono nato in una famiglia numerosa, eravamo 8 bambini. Nostro padre, nonostante godesse di cattiva salute, scompariva di frequente la domenica. Una volta, ero in seconda elementare, scoprimmo che si incontrava con la gente più povera e bisognosa di Lione. Lì ho colto l’immagine degli atti che rendono cristiana la vita. È stata una rivelazione. Più tardi ho scoperto la parola del Vangelo e la rivelazione della gloria di Dio nella scena del cespuglio ardente che appare a Mosé». Poi l’incontro con Georges, omicida, alcolista, rifiutato da tutti. Quell’incontro - raccontava l’Abbé Pierre - segnò la nascita della comunità Emmaus. FINANZA&MERCATI Putin in campo contro la «crisi della
vodka» ... 24-01-2007 Una nuova crisi dell’alcol potrebbe mettere in
ginocchio la Russia. Il presidente Vladimir Putin ha chiesto al governo di
varare misure urgenti per far fronte alla crisi che si potrebbe creare dal
primo febbraio, quando il database centrale che registra le vendite di alcolici
in Russia sarà automatizzato. Il problema è che la maggior parte dei produttori
di alcolici non dispone dell’apparecchiatura per immettere i dati nel sistema
centrale e la commercializzazione di alcol e derivati potrebbe registrare un
blocco pressoché totale. D’altra parte, ha denunciato ieri Kommersant, primo
quotidiano economico finanziario di Mosca, la produzione di alcol è già scesa
del 30% l’anno scorso, e quella dei distillati del 10 per cento. All’inizio del
2006 il governo di Mosca decise di aumentare l’imposta di bollo sugli alcolici,
ma gran parte dei produttori non fu rifornita con i nuovi bolli: i distillatori
di vodka dovettero così fermare la produzione per quasi due mesi. Poiché i
russi come si sa, alla vodka non sanno rinunciare, il blocco si tradusse in
un’esplosione delle vendite di alcol prodotto illegalmente. Buona parte di
questo si rivelò tossico, condannando alla morte numerosi cittadini. Scoppiò
così lo scandalo della «morte gialla», per il colore che assumeva la pelle dei
malati, il cui fegato era stato messo fuori uso dall’etanolo. Il problema andò
così ad aggravare la piaga sociale dell’alcolismo che in Russia ha dimensioni
catastrofiche (nel Paese una morte su tre, rivela il quotidiano Pravda, è
dovuta proprio all’alcol). Ora Putin vuole evitare di trovarsi in una nuova emergenza
e, in una lettera indirizzata al primo ministro Mikhail Fradkov, chiede che
vengano alzate le tasse sui prodotti industriali a base di alcol, limitate le
vendite al dettaglio e aumentate le pene per chi produce e vende illegalmente
alcolici. Autore: Maria Laura Sisti REUTERS Vino: crescono gli
"enonauti", a caccia di notizie sul web
24/1/2007 - MILANO - Gli appassionati di vino affollano
sempre di più il web alla ricerca di informazioni ed eventi, contribuendo al
boom delle vendite delle guide che sta interessando gli italiani. E’ quanto
emerge da un sondaggio online realizzato da www.winenews.it , sito di
informazioni sul mondo del vino, effettuato in collaborazione con Vinitaly
(www.vinitaly.com), e rivolto ad un pubblico di oltre 9.600
"enonauti". Dalle 1.585 risposte a www.winenews.it esce un quadro
interessante su diversi aspetti del mondo del vino, tra conferme e novità, idee
e suggerimenti. Nel 2006, il 65% degli "enonauti" ha detto di aver
acquistato guide o manuali ed ha visitato cantine, fiere ed eventi, scrive
Winenews. "L’analisi rivela anche una forte crescita delle adesioni a
serate in enoteca o wine bar ed un buon incremento degli acquisti di
pubblicazioni (guide e riviste)", scrive Winenews. Il 75% degli
interpellati ha detto di aver partecipato con entusiasmo a serate di
degustazione in enoteca o wine bar, ha acquistato riviste specializzate (60%). Crescono
anche le ricerche su Internet, che sembra sempre più diventare una &
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