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Salvataggi 29/01/2007

Quando le “divise” salvano la vita
A Vicenza una pattuglia della Stradale salva un uomo dal rogo della sua casa, mentre ad Avellino i Carabinieri sventano un suicidio



(ASAPS) – Ci sono occasioni nelle quali indossare una divisa ti riempie d’orgoglio, ti gonfia il cuore di una commozione che solo questi gesti possono suscitare. In realtà episodi come questi sono all’ordine del giorno, ma spesso non bucano la cronaca, perché frutto della ordinaria quotidianità. In fondo è anche giusto così: in redazione giungono ogni giorno moltissime lettere di ringraziamento o per segnalare l’operato di qualche donna e uomo in divisa, da qualche parte d’Italia. Non possiamo pubblicare tutto, ma per noi sono come boccate d’aria fresca, stimoli che ci consentono di andare avanti. A Valstagna (Vicenza), una pattuglia della Polizia Stradale di Bassano del Grappa sta pattugliando una strada secondaria. Sono da poco passate le 8 del mattino e gli agenti si trovano improvvisamente a passare davanti ad una casa avvolta da fumo e fiamme: l’incendio sembra essersi sprigionato da un’auto parcheggiata lì davanti, propagatosi poi ad una tettoia e quindi all’abitazione. I due centauri danno l’allarme e poi tentano con l’estintore di aprirsi un varco: il rogo è troppo intenso, ma il getto è diretto con sapienza verso la porta. Un calcio poderoso sfonda la porta e i due si precipitano all’interno, dove un uomo di 43 anni era ancora addormentato. Non si era accorto di nulla e quando ha visto i poliziotti in camera da letto a tutto poteva pensare meno che i due angeli custodi erano lì per salvarlo. Il tempo di due parole e poi la fuga verso l’aria aperta e la salvezza, dalla porta posteriore: prima d’uscire, però, gli agenti hanno chiuso due bombole di gas, evitando il peggio e consentendo ai Vigili del Fuoco, arrivati poco dopo, di lavorare in sicurezza: per un’ora hanno combattuto con le fiamme, ma poi l’incendio è stato domato e spento. Molto più a sud, poche ore dopo, è toccato a due Carabinieri rischiare la vita per salvarne un’altra. È accaduto a Calabritto (Avellino), dove una donna di 59 anni ha deciso di farla finita. Senza dire una parola a nessuno, si è arrampicata sul cornicione del palazzo ed ha cominciato a fissare il suolo. Due ragazzi dell’Arma passano, vedono e capiscono. Anche loro danno l’allarme e poi entrano in azione. Seguono la donna sul tetto e poi si avvicinano. I tentativi di approccio falliscono, ma ai due militari basta un’occhiata tra loro: uno distrae l’aspirante suicida e l’altro l’afferra con forza tirandola a sé. Salva, viva. A queste divise ci permettiamo di dire grazie a nome di tutta la comunità. È il minimo che possiamo fare. (ASAPS)


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Lunedì, 29 Gennaio 2007
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