Interessante,
la nuova targa per ciclomotore: molto interessante ed anche carina.
Addirittura, sembra che tra i più giovani la nuova targa sia di moda e tutti la
vogliono o... tutti la pigliano. Del resto, la nuova targa può essere un modo
per presentare un bel "pacco" alla polizia stradale: i due
"sbirri" stanno per fermarti e tu ti prepari a sottoporti al loro
esame tipico. Favorisca documenti e libretto... e tu gli dai documenti e
libretto. Ok, tutto a posto, vada pure. Magari ti fanno anche i complimenti per
esserti adeguato alla legge. E il pacco dove sta? Ma il ciclomotore targato, è
il pacco! Avevi un vecchio ciclomotore di quando eri più giovane, magari uno di
"seconda" mano, quando la prima, quella che ti aveva preceduto, era
molto più lunga della tua e andava a intrufolarsi nei rimessaggi altrui: con
quel ciclomotore poteva essere un affare serio, andarci a spasso. Oppure, sei
un meccanico che non si fa troppi scrupoli quando qualcuno gli offre un veicolo
da cui scambiare i pezzi: beh, adesso lo puoi tenere tutto intero, basta
trovare un vecchio certificato di identificazione del ciclomotore, magari anche
rubato, o semplicemente, alterato ed ecco fatto il pacco: vai alla
motorizzazione, ti frughi un po’ in tasca (magari in quella altrui, giusto per
chiudere il cerchio), presenti la tua domandina e ti rifilano targa e
certificato di circolazione nuovo fiammante... neppure gli "sbirri"
se ne sono accorti!
Nuove
targhe, poche formalità
Abbiamo
voluto esasperare la circostanza di un fatto, ma neppure troppo, per stimolare
gli addetti ai lavori a prestare maggiore attenzione al controllo documentale
dei ciclomotori di nuova immissione sul mercato o, per meglio dire, ai
ciclomotori muniti di nuova targa, giacché quanto è stato raccontato in
premessa, non è poi così lontano dalla realtà che ci riguarda. Ci riguarda come
addetti ai lavori, ma ci riguarda come cittadini a cui può essere sottratto un
bene mobile che con buona probabilità sarà difficilmente recuperato: oggi più
che mai! Allora, ancora una volta dobbiamo ricordare la raccomandazione del
buon Antonello Di Mauro: dal momento che il nostro lavoro lo dobbiamo fare,
facciamolo bene. Oggi come oggi, infatti, per ottenere una targa per
ciclomotore e relativo certificato di circolazione, è sufficiente andare ad un
ufficio periferico del Dipartimento per i trasporti terresti muniti di un
vecchio "librettino", di tre versamenti (C/C n. 4028 pari ad • 29,24;
C/C n. 121012 pari ad • 12,48 e C/C n. 9001 pari ad • ,80) e di fotocopia di un
documento di identità ed il gioco è fatto. Benissimo! Finalmente i cittadini
non hanno di che lamentarsi: tempo mezz’ora ed il gioco è fatto. Il problema,
però, è un altro. All’atto del rilascio dei due documenti, il sistema
informatico della motorizzazione non è "protetto" ovvero non è
interfacciato con il CED del Ministero dell’Interno e dunque, non c’è modo di
verificare se per quel telaio o per quel "librettino" è pendente
denuncia di furto o di smarrimento. Del resto, se ciò fosse anche possibile, è
molto probabile che per molti documenti e per altrettanti telai si attiverebbe
un "alert" informatico. Basta ricordare quante volte, in sede di
controllo del numero di telaio, sono stati evidenziati veicoli rubati diversi
da quello controllato, ovvero a quel medesimo numero di telaio (in realtà, agli
ultimi numeri della serie alfanumerica
che al completo è costituita da diciassette caratteri) corrispondono più
ciclomotori. Questo, è un problema di inserimento dati che pare oggi risolto...
ma la storia non si cancella e questa storia produce ancora i suoi effetti.
Allora, che fare? come possiamo scongiurare un simile fenomeno? Semplicemente, facendo
quello che raccomanda il Di Mauro: facendo il nostro dovere e facendo bene il
nostro lavoro o, per meglio dire, continuando a fare quello che facevamo quando
eravamo delle "spine" ed ancora il ciclomotore non era munito neppure
di contrassegno di identificazione: dobbiamo controllare il telaio. Se quello
che fermiano appare un "soggetto", a maggior ragione approfondiamo il
controllo. Ma se quello stesso personaggio è ancora "in cerca di
autore", è opportuno non fermarsi alle apparenze (l’abito non fa il
monaco, insomma e neppure il delinquente!) e quindi, dobbiamo
"perdere" quei dannati cinque minuti in più per verificare il numero
di telaio.
Il controllo del ciclomotore e del certificato di circolazione
Il discorso vale per tutti i veicoli ma, sicuramente per il ciclomotore.
Insomma, vogliamo farci prendere in giro? Vogliamo lasciarci passare sotto il
naso veicoli o documenti proventi di furto per essere poi dileggiati al bar,
tra il gruppo di
amici del soggetto che abbiamo sommariamente controllato? Allora, si tratta di
"scansionare" il veicolo ed il documento in base alla nostra
esperienza personale, ma anche seguendo quelle semplici nozioni che tutti
conosciamo, e che non dobbiamo dimenticare mai poiché applicabili per il
controllo di qualsiasi veicolo, grande o piccolo che sia, dal trattore stradale
al quadriciclo a motore. Intanto, dobbiamo verificare che il numero di telaio -
meglio se ci abituiamo a definirlo V.I.N. (vehicle identification number) -
riportato sul ciclomotore, sia il medesimo riportato alla pagina 2, codice
comunitario armonizzato "E" del Mod. MC821F ovvero del Mod. MC821F
che costituisce il certificato di circolazione sul quale, tra l’altro, nel
medesimo rigo di stampa, troviamo anche i riferimenti al CIC che sostituisce il
nuovo certificato. Ebbene, da questo semplice rilievo possiamo appurare quanto
segue: - che il certificato ed il ciclomotore non siano un "pacco" e
quindi l’uno e l’altro siano effettivamente legati intimamente da un unico
numero di telaio; - in difetto, l’errore umano è sempre possibile ma, molto più
probabilmente o il veicolo o il documento od entrambe le cose sono provento di
furto: bingo! Un approfondimento potrebbe riguardare poi la sequenza
alfanumerica del V.I.N. impressa sul ciclomotore, la targa ed il relativo
certificato di circolazione.
Controllo approfondito
• Certificato di circolazione
Il certificato di circolazione (cfr. allegato) è realizzato su di un
supporto cartaceo di formato A4, i cui margini esterni evidenziano la tipica
bordura della carta a modulo continuo, le quattro pagine del fronte e del retro
del documento hanno una stampa di fondo e microfibrille colorate, esaltabili
mediante l’utilizzo di una lampada a luce ultravioletta (lampada di wood). Tale
cartoncino è filigranato, recando il tipico simbolo degli uffici della
motorizzazione - seguendo un po’ quello che è previsto per la carta di
circolazione dettata dall’Art. 93 del vigente codice stradale. La
stampigliatura del numero del certificato è posta in prima pagina ed è costituita
da due caratteri alfabetici seguiti da sette caratatteri numerici realizzati
con tecnica calcografica (quindi, percepibili, al tatto, anche sul retro del
documento) dei quali, il settimo, non direttamente collegato agli altri
(fig.1): il relativo fondo è protetto da un sistema anticontraffazione a
microscrittura (fig. 1a).
• La targa
Secondo quanto stabilito dal neo articolo 248 del Regolamento di Attuazione
al vigente codice stradale, così come sostituito dall’Art. 1 del d.P.R. 6 marzo
2006 n. 153, la targa per ciclomotore prevista dall’articolo 97 del Codice
della Strada, è prodotta dallo Stato che provvede alla distribuzione attraverso
gli uffici motorizzazione civile del Dipartimento per i trasporti terrestri,
ovvero attraverso gli esercenti l’attività di consulenza per la circolazione
dei mezzi di trasporto di cui alla legge 8 agosto 1991, n. 264. A norma
dell’Art. 250 del d.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, così come modificato
dall’Art. 3 del d.P.R. 6 marzo 2006, n. 153, la targa prevista per i ciclomotori
è realizzata mediante azione meccanica di imbutitura a freddo di sei caratteri
alfanumerici, la cui progressione viene stabilita dal Dipartimento per i
trasporti terrestri, della profondità di 1,4 mm +/- 0,1 mm, su di un supporto
metallico piano in lamiera di alluminio rettangolare delle dimensioni di mm.
121 x 141, dello spessore di 1,00 +/- 0,05 mm, recante il Marchio ufficiale
della Repubblica Italiana, apposto per azione meccanica
{foto3c}
di imbutitura la cui profondità
è di 0,5 mm +/- 0,1. La targa, di colore bianco, è ricoperta da pellicola
retroriflettente autoadesiva. Il colore dei sei caratteri alfanumerici, del
Marchio ufficiale della Repubblica italiana, così come il bordo perimetrale
dell’ampiezza di mm. 4, è nero (Figura III.3 Art. 250 Reg. Att.). Ovviamente,
come può essere facilmente intuibile, non può essere prodotta ed utilizzata una
targa che rechi una sequenza alfanumerica già assegnata ad altro ciclomotore,
essa è strettamente legata al titolare il quale la applica esclusivamente al
veicolo identificato nel certificato di circolazione di cui risulta
intestatario. Laddove un soggetto sia intestatario di più veicoli, deve
necessariamente munirsi di altrettanti certificati di circolazione abbinati ad
altrettante targhe.
Il V.I.N. (vehicle identification number)
Il V.I.N., notoriamente meglio conosciuto
come numero di telaio, altro non è che il codice identificativo presente su
ogni veicolo, ed è il vero ed unico sistema di identificazione per tutti i
veicoli stradali. Nel nostro paese il decreto ministeriale 3 novembre 1994 ha
recepito la direttiva CEE n. 93/34/CEE, che ha imposto anche per i veicoli a
due o tre ruote, ciò che era già previsto per gli autoveicoli; per tanto a
partire dal 14 giugno 1995 anche per i ciclomotori è obbligatoria una codifica
del numero di telaio basata su alcune regole comuni, essa prevede infatti una combinazione
di lettere e numeri che renda possibile il riconoscimento inequivocabile di
ogni veicolo per un periodo di almeno trent’anni.{foto6c} {foto5c} {foto4c}
La sigla di identificazione è
costituita da una combinazione alfanumerica attribuita dal costruttore ad ogni
singolo veicolo che deve essere:
• impressa sul telaio o sull’intelaiatura mediante martellamento o punzonatura
in zona accessibile; • costituita da tre sezioni, per un totale di 17 caratteri
alfanumerici;
• riportata anche su targhetta (ex Art. 74 C.d.S. sia essa adesiva ovvero
metallica rivettata).
• Alcuni semplici suggerimenti
Fatti questi brevissimi cenni a ciò che è, ed a ciò che rappresenta il
V.I.N. nei veicoli stradali, per i cui approfondimenti si rimanda alla
bibliografia in calce al presente articolo, sembra doveroso quanto opportuno
fornire alcuni piccoli, quanto efficaci, suggerimenti per i meno esperti
nell’attività di controllo non solo della sequenza del V.I.N. ma di ogni
veicolo stradale e non solo per quanto riguarda i ciclomotori. A nostro modo di
vedere il controllo di un veicolo su strada deve essere sempre finalizzato alla
piena identificazione del conducente (e dei trasportati), del veicolo stesso, e
della merce qualora si tratti di veicoli commerciali. Senza addentrarsi in
quelle che sono le modalità di identificazione delle persone ed il controllo
delle merci che viaggiano su strada, nell’ambito del controllo del territorio
cui tutti siamo preposti, in questa sede preme soffermarsi per un momento
all’analisi della rispondenza dei dati identificativi caratteristici presenti
sul ciclomotore che abbiamo fermato. Una buona attività preliminare di
controllo nasce dalla necessità di spendere solo pochi minuti, e si concretizza
nel verificare solo piccole cose quali: l’esatta rispondenza tra la targa
presente sul veicolo e quella riportata sul certificato di circolazione;
l’esatta rispondenza del V.I.N. presente sul veicolo con quanto appare sul documento di circolazione; per i
più “zelanti” è possibile suggerire, visto che ormai ci siamo ed il controllo
accuratolo stiamo eseguendo, di accertare la presenza della targhetta ex Art.
74 C.d.S. verificando la sequenza V.I.N. sia quella punzonata sul telaio del
veicolo ed ovviamente corrisponda con quanto registrato sul certificato di
circolazione; ma cosa ancor più importante connessa all’esigenza di fare bene
il nostro mestiere, è verificare attraverso la banca dati delle Forze di
Polizia l’intera sequenza V.I.N. che, doverosamente, dobbiamo abituarci a
rilevare ed inserire al sistema per intero senza limitarsi, come tipicamente ed
ahinoi! amaramente ancora avviene, alle sole ultime sei o sette cifre finali da
cui spesso si ottengono sconcertanti esiti poiché risultano da ricercare più
veicoli recanti la stessa sequenza finale V.I.N. Costo dell’intera operazione,
se correttamente eseguita (controllo identificativi e accesso alla banca dati):
5 minuti! Alcuni di noi potranno trincerarsi affermando di non avere accesso
diretto alle banche dati, ma secondo noi nell’attuale contesto, in cui sta
maturando una piena e reale sinergia tra tutte le Forze in campo, riteniamo non
possa essere una valida esimente! E se da queste attività di polizia
amministrativa scaturisse qualcosa che non torna? Qualche abbinamento che non
va? O ancora, se quel V.I.N. presenti caratteristiche tali da far presupporre
azioni volte a dissimularne l’illecita provenienza? Benissimo e, come dicevamo
in premessa, abbiamo fatto Bingo! Pensate un po’… da una semplice attività di
controllo del territorio, all’attività di p.g. connessa ad eventuali ipotesi di
riciclaggio… Concludendo questa breve disamina tra colleghi nella quale, come i
lettori più attenti avranno potuto notare, ci si è limitati - per ovvie ragioni
di sicurezza - all’esposizione sommaria di taluni aspetti rendendo note solo
alcune nozioni, una sola raccomandazione per quanto attiene al controllo degli
identificativi e dei documenti presenti sul ciclomotore ed in generale su tutti
i veicoli stradali: … se trovate qualche anomalia nella sequenza V.I.N. o nella
targhetta identificativa e non avete particolari conoscenze nello specifico
settore, ovvero i documenti esibiti vi destano dubbi… astenetevi nella maniera
più assoluta dall’effettuare interventi tecnici di natura meccanica o chimica,
limitando il vostro intervento ai preliminari atti amministrativi e/o
giudiziari richiesti dal caso concreto … … all’analisi tecnica della sequenza
V.I.N. o dei documenti - senza che nessuno si offenda o si debba sentire
defraudato nella propria professionalità - provvederà il personale più esperto
delle squadre di polizia giudiziaria e di polizia scientifica appositamente
qualificato nell’analisi degli identificativi e nella certificazione dei falsi.
Buon lavoro a tutti!
*Gianluca Fazzolari, Ispettore Capo della Polizia di
Stato - Sezione Polizia Stradale La Spezia Referente provinciale ASAPS,
referente Nazionale di Worlds Vheicle Documents, iscritto nell’Albo Nazionale
Docenti I.S.O.Po.L.
**Giovanni Fontana Ufficiale di Polizia Municipale
nel Comune di Forte dei Marmi (LU), Referente locale ASAPS, iscritto Albo
Nazionale Docenti SPL e I.S.O.Po.L
Bibliografia
Gianluca Fazzolari “I dati di identificazione dei veicoli stradali” testo non
in vendita realizzato in esclusiva per A.S.A.P.S. Legislazione D.P.R. 30 aprile
1992, n. 285 e successive modificazioni “Nuovo codice della strada” D.P.R. 16
dicembre 1992, n. 495 e successive modificazioni “Regolamento di attuazione ed
esecuzione del nuovo codice della strada” D.P.R. 6 marzo 2006 n. 153 “Modifiche
agli articoli 248, 249, 250, 251, 252 nonchè agli allegati al titolo III del
decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495 Regolamento di
esecuzione e di attuazione del codice della strada”
da "il Centauro n. 108"
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